24 novembre 2013

il principio antropico e la bio-cosmologia motivazionale

Cos'è la bio-cosmologia motivazionale?

Sappiamo tutti quanti, attraverso i due principi antropici, che l'uomo è parte dell'universo. 
Stando a quanto scritto su wikipedia: 
 Il principio antropico vuole sottolineare che noi viviamo in un universo che di fatto permette l'esistenza della vita come noi la conosciamo. Ad esempio se una o più delle costanti fisiche fondamentali avessero avuto un valore differente alla nascita dell'universo, allora non si sarebbero formate le stelle, né le galassie, né i pianeti e la vita come la conosciamo non sarebbe stata possibile. Di conseguenza nel formulare teorie scientifiche bisogna porre attenzione a che siano compatibili con la nostra esistenza attuale. Il principio, semplice in sé, ma non banale, è stato variamente interpretato, sino a venir impiegato per giustificare visioni di opposto significato. Sono stati scritti diversi elaborati che sostengono che il principio antropico potrebbe spiegare costanti fisiche quali la costante di struttura fine, il numero di dimensioni dell'universo, e la costante cosmologica. In sé il principio, nella sua formulazione debole, non spiega, ma restringe il campo delle possibili teorie e ne giustifica alcune.
Il principio enunciato da Carter è:
« Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione [nello spazio e nel tempo] è necessariamente privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori »
(Brandon Carter, c.d. Principio antropico debole)
« L'universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev'essere tale da permettere la creazione di osservatori all'interno di esso a un dato stadio [della sua esistenza] »
(Brandon Carter, c.d. Principio antropico forte)
Brandon Carter presentò le sue idee sul principio antropico in una pubblicazione del 1974 dell'Unione Astronomica Internazionale. Successivamente, nel 1983, sostenne che, nella sua forma originale, il principio intendeva solamente mettere in guardia astrofisici e cosmologi da possibili errori nell'interpretazione dei dati astronomici e cosmologici se i vincoli biologici dell'osservatore venivano presi in considerazione; Sempre nel 1983 egli sottolineò come un qualsiasi teorema scientifico, per poter essere considerato valido nell'ambito della cosmologia, non potesse includere come condizione di validità l'impossibilità dell'esistenza di forme di vita nel cosmo.
Stando a queste premesse, i principi antropici divengono le fondamenta della bio-cosmologia motivazionale che si propone di posizionare l'uomo al centro dell'universo e di vederlo collegato alle energie cosmiche tramite un principio che potrebbe essere determinato alla stessa maniera dell'Entanglement. 
Se esiste questo legame tra uomo e cosmo, bisogna riscoprirlo ed è necessario riconoscere le energie che ci guidano. Quando avremo imparato a riconoscerle, potremmo essere capaci di guidarle a nostro vantaggio: sfrutteremmo le energie dell'universo per la nostra stessa evoluzione crescita. 
La bio-cosmologia motivazionale consente di riscoprire le nostre radici cosmiche e di usarle costruttivamente: attraverso un'azione volontaria e pratica potremo domarle per conoscere quel fattore denominato Wild Horse. 
Imparando a domare le vostre energie che io paragono a cavalli selvaggi, potrete dare un senso spirituale diverso alla vostra esistenza e potrete comprendere quali sono le frequenze su cui risuonate e che vi consentono una crescita senza limiti. 
La bio-cosmologia motivazionale è la nuova frontiera del pensiero positivo poiché abbraccia le moderne scoperte delle neuroscienze, della PNL, della legge di attrazione.