29 settembre 2014

Psicobiologia e astrologia. 5^ parte.


Oggi parliamo di memoria e fissazione della memoria. A tal proposito ho ritenuto opportuno usare una foto del mio amico fotografo Piergiuseppe Pace, un vero genio in questo campo, un professionista creativo e ingegnoso. 

Tutti sapete che c'è qualcuno che mi perseguita e ogni volta cerca di trovare un pretesto per parlare di me. Potrebbe benissimo farne a meno, ma purtroppo nel suo cervello sono avvenuti meccanismi epigenetici tali da rendergli impossibile un comportamento diverso.  Ognuno di voi ha comportamenti particolari o è costretto a scontrarsi con qualcuno di ostile. Il comportamento non sarebbe altro che l'adattamento dell'individuo a certe situazioni e quindi la necessità di applicare una risposta simile a esperienze simili. Dal punto di vista astrologico abbiamo una serie di indicazioni che ci parlano di una potenzialità latente che, al di là delle influenze genetiche, ci spinge a vivere situazioni che possono modificare addirittura l'espressione dei geni e quindi la sintesi di proteine utili alla costruzione di nuove sinapsi che collegano i neuroni tra loro. In parole povere ci fanno vivere esperienze che ci fanno essere quel che siamo. 

Ogni esperienza richiama l'attivazione di diverse zone del cervello, a partire dalle zone limbiche riguardanti le emozioni. Ovvio che un certo tipo di esperienza ha la possibilità di "scolpirsi" nella mente sopratutto se è legata a una emozione. Per esempio la predisposizione alla vendetta, che è tipica di chi ha forti valori Scorpione, può spingere l'individuo a percepire l'ambiente in maniera più ostile rispetto ad altri e quindi a scatenare reazioni epigenetiche tali da rinforzare certe risposte comportamentali. A proposito dell'epigenetica vi rimando alla lettura del posto numero 4 sempre relativo alla psicobiologia e l'astrologia. Vi ricordo ancora che tali nozioni possono essere confrontate con la mia bibliografia nell'apposita sezione. 

Ogni volta che per esempio un maniaco viene a conoscenza di qualcosa che fate o dite, in maniera automatica si attivano quei circuiti cerebrali che si sono consolidati attraverso la pratica e la ripetizione oppure attraverso una elaborazione avvenuta inconsciamente, durante la fase di sonno REM. Il consolidamento corticale produce l'espressione di quelle nostre caratteristiche astrologiche, che appunto ci spingono a vivere le situazioni e a percepire le cose secondo una modalità specifica.

La domanda che ci si pone a questo punto è se sarà possibile riuscire a sbloccare quei "nodi" che costringono certi soggetti a ripetersi in comportamenti lesivi per altre persone. La mia opinione è che per un cambiamento sia necessario lo stesso tempo che una struttura neurale utilizza per consolidarsi attraverso i legami sinaptici e assonali. Possono passare settimane, mesi o addirittura anni poiché le nuove esperienze dovranno comunicare ai geni una nuova espressione e quindi la sintesi di proteine utili alla fabbricazione di altri circuiti. In parole povere, chi vi perseguita continuerà a farlo per tutta la sua vita se non si interviene e se non gli si insegna a investire tale carica energetica in una direzione più costruttiva. 

Usiamo diversi tipi di memoria: una è implicita ed è quella che per esempio usiamo quando ci allacciamo le scarpe o guidiamo l'auto. Si tratta di una memoria in cui facciamo le cose in maniera automatica, appunto senza ricordare come si fa. Poi abbiamo la memoria esplicita che riguarda proprio l'atto del ricordare: l'azione nasce nella zona orbito frontale dell'encefalo. Una persona che si comporta in un certo modo, naturalmente attua degli automatismi legati alla memoria implicita senza tuttavia ricorrere necessariamente alla memoria esplicita. Ciò significa che in certi casi i soggetti maniacali sono spinti in maniera pulsionale, automatica, a comportarsi in un certo modo. 

Quel famoso "è più forte di me", oppure "non ci riesco", è dato proprio da questi consolidamenti corticali. Tutto nasce dall'assioma di Hebb in cui si afferma che se un gruppo di neuroni sono stimolati, allora ci sarà la probabilità che in futuro risponderanno insieme, funzioneranno insieme: a quel preciso pattern di attivazione dunque corrisponderebbe un'immagine, un emozione. In parole tecniche, il potenziale di azione elettrica all'interno dei neuroni sollecitati contiene l'informazione.

Ogni neurone ha una membrana che ne delimita l'interno dall'esterno ed esiste una carica elettrica a livello di -70MV data dalla differenza di sodio e potassio presenti all'interno e all'esterno della cellula stessa. Quando gli organi di senso comunicano un impulso ai neuroni, si mette in moto una proteina che rende permeabile la membrana citoplasmatica del neurone a rilasciare e far entrare ioni di sodio e potassio. Così si crea automaticamente un'inversione di potenziale elettrico che poi si propaga lungo l'assone. L'assone è un lungo ponte che collega un neurone all'altro ed è come una specie di tubo coperto da una guaina mielinica chiamata cellula di Swann, intervallata dai nodi di Ranvier. Di conseguenza l'impulso elettrico salta da una cellula di Swann all'altra e si propaga molto più velocemente. La guaina mielinica ha la funzione di favorire lo scorrimento di questo potenziale elettrico che da -70MV si converte in -30MV. Lo stimolo elettrico avviene solo in un senso poiché nel momento in cui avviene, un istante dopo si ristabilisce l'equilibrio del potenziale elettrico a riposo: cioè si richiudono i canali pompa sodio potassio, pronti a riaprirsi a una successiva stimolazione. Quindi un inversione drastica e repentina di potenziale elettrico è la scintilla che poi viene comunicata alle sinapsi che, al loro interno, contengono vescicole che passano per il bottone sinaptico e vengono catturate dal neurone post sinaptico per mezzo di neuro-recettori. Se le scariche procedono verso una direzione seguendo un certo percorso, allora i geni si "accorgono" che quella è una "strada" percorsa e che può divenire preferenziale: allora producono le proteine necessarie a rendere più larga e collegata quella strada. In questo modo l'impulso arriva più velocemente e rimane impresso nella memoria. 

Tutta questa premessa occorre per spiegare che le influenze astrologiche producono esperienze che per mezzo degli organi di percezione inviano stimoli elettrici al cervello che a sua volta decodifica i segnali e li immagazzina se sono ritenuti importanti.