10 luglio 2015

La Teoria della mente (TOM)


Oggi trattiamo un argomento noto alla psicologia dello sviluppo. Gli studiosi di tale disciplina si sono sempre chiesti se esistono delle tappe a cui il bambino, dalla nascita all'adolescenza, va incontro e se queste, in qualche modo possono essere dimostrazione di uno sviluppo tipico. Molte sono le teorie elaborate a partire da studiosi come Piajet che hanno osservato empiricamente un numero altissimo di casi raccogliendo informazioni utili per definire le fasi tipiche dello sviluppo, processo che mette in evidenza il passaggio dalla totale dipendenza all'indipendenza del bambino dal gentirore, fattore che scaturisce dall'emergere di competenze che vengono a raffinarsi col tempo e con l'esperienza, ma che presuppongono anche qualcosa di innato nelle strutture del pensiero. 

Fondamentale è il principio mediante cui l'essere umano è portato alle relazioni sociali, che la comunicazione è il punto focale del processo evolutivo del soggetto e che senza queste, difficile è non solo l'emergenza delle competenze relazionali ma persino lo sviluppo delle facoltà che concorrono al manifestarsi delle emozioni. La relazione è uno scambio, un continuo alternarsi di informazioni trasmesse e ricevute; ma a nulla servierebbero se non sviluppassimo la capacità di interpetare tutto ciò e la teoria della mente (TOM) pone in evidenza proprio questa capacità. Se non avessimo la facoltà di comprendere le emozioni, i sentimenti, le intenzioni e le motivazioni dell'interlocutore, finiremmo per essere come quei soggetti affetti da autismo che in effetti mostrano particolari lacune a sviluppare proprio queste competenze. A dire il vero la teoria della mente nasce proprio per spiegare meglio quali sono le strutture del pensiero alla base dei comportamenti umani e che quando esse sono compromesse allora possiamo parlare di patologie che hanno carattere pervasivo, cioè coinvolgono la persona a livello globale, compromettendo più aree: provate a immaginare cosa succederebbe se non fossimo capaci di comprendere le intenzioni, le credenze delle persone: non comprenderemmo le emozioni degli altri e non riusciremmo nemmeno ad avere grande consapevolezza delle nostre poiché è tramite il rispecchiarsi con l'altro che prendiamo coscienza di un mondo interiore. 

L'attenzione che il bambino mostra allo sguardo materno per ottenere o condividere qualcosa, i gesti deittici, quelli di indicazione, il gioco di far finta, sono tutti elementi che si sviluppano progressivamente e che mettono in evidenza l'intenzione della relazione con la consapevolezza che non solo l'altro può aiutarci a ottenere quello che vogliamo ma che è anche diverso da noi. Dapprima infatti, il bambino svolge giochi in parallelo: gioca per conto suo anche in presenza di coetanei; ma solo dopo si accorge che anche l'altro può essere integrato nel proprio "mondo". Non solo: quando sarà più grande sceglierà i compagni di gioco sulla base delle simpatie e delle antipatie che essi riusciranno a trasmettere o che lui sarà capace di cogliere. In questo processo è determinante riconscere il temperamento solitario o più socievole del bambino, che se non compreso potrebbe indurre a supporre un disturbo che nella realtà non esiste. 

Il concetto della diversità, riconoscerla, è di fondamentale importanza e questo è un processo lento che nel bambino si manifesta attraverso una comprensione sempre più raffinata: dapprima vi è una valutazione basata sul fatto che le azioni sono mosse dai semplici desideri; ma poi subentra l'idea che i desideri sono mossi dalle credenze e che queste possono  essere anche sbagliate. Esiste, a tal proposito, una ricerca condotta da due studiosi della psicologia infantile in cui fu dimostrato che solo a partire dai 4 anni il bambino nella norma, è capace di riconoscere le credenze altrui. 

L'esperimento è questo: si afferma al bambino che in una stanza ci sono due bambine, che per convenzione gli studiosi hanno chiamato Sally e Annie. Accanto a loro è posta una cesta con delle palline. Insieme decidono di nascondere una di queste nella scatola affianco. Quando Sally esce dalla stanza, Annie però cambia idea: riprendere la pallina dalla scatola e la rimette nella cesta. Solo noi che abbiamo seguito la scena sappiamo che la pallina è stata spostata e sappiamo che quando Sally tornerà nella stanza cercherà la pallina nell'ultimo posto dove l'ha vista: la scatola. Un bambino con un età inferiore a 4 anni direbbe che Sally va a cercare la pallina direttamente nella cesta: fa ancora fatica a comprendere il procedimento logico per cui esiste una differenza tra quel che lui sa e quel che sanno gli altri. La capacità di avere una rappresentazione mentale delle credenze del prossimo si affina col tempo e dopo i 4 anni è possibile comprendere false credenze ancora più complicate.

Ebbene, la teoria che presuppone l'idea della consapevolezza delle intenzioni e della diversità del pensiero degli altri come fattore comune a tutte le persone, ci consente di comprendere che in effetti i disturbi legati a queste capacità possono essere altamente debilitanti. i disturbi dello spettro autistico tra cui la sindrome di Asperger, per esempio ci aiutano a comprendere che esistono diversi quadri clinici che, a seconda della loro gravità, possono portare alla compromissione o meno di più aree. In alcuni casi, per esempio, le competenze intellettive non sono compromesse e anzi è possibile persino riscontrare delle abilità superiori alla norma; ma quel che risulta sempre penalizzato è l'aspetto relazionale. 

Possiamo dunque affermare che ogni volta che esiste un disturbo legato alle capacità di gestire le relazioni parliamo della compromissione dello sviluppo delle facoltà contemplate dalla TOM? Io ritengo che bisogna agire con cautela. 

Nella mia pratica quasi ventennale nell'ambito astrologico ho avuto modo di rapportarmi con persone che mostravano delle problematiche a livello relazione e ho pure analizzato un presunto caso di sindrome di Asperger. Mi sono sempre domandato se esiste una componente astrologica tale che sia possibile riconoscere in anticipo un disturbo relazionale. La mia conclusione è che con l'astrologia noi abbiamo indicazioni relative a una problematica, ma se essa sarà di piccola o grande entità è da attribuire a condizioni genetiche o a situazioni che non possono essere analizzate astrologicamente. Insomma, non possiamo sapere in anticipo se svilupperemo una patologia visto che a renderla possibile non è sufficiente una cattiva posizione astrologica ma è necessario pure considerare i fattori di rischio come per esempio le infezioni e intossicazioni post partum, gli incidenti durante il parto, le intossicazioni della madre durante la gravidanza. 


Non conosco l'orario di nascita, però posso fornirti una sua sintetica descrizione:
E' un donnaiolo, divorziato, picchiava sua moglie, ha cercato di prendere la casa di una sua ex; sta cercando di disintossicarsi dal (...); ha un forte ascendente sui soggetti deboli (donne vulnerabili in particolare), che seduce, sottomette psicologicamente e sfrutta.
In generale ha problemi con la legge: è stato arrestato e messo in carcere (...). Ha rischiato più volte di morire o per uso estremo di droga o per incidenti vari (...). E' preda di vari vizi, droga, fumo e donne. Fisicamente è magro, ha molti problemi di salute tra cui i polmoni rovinati dal fumo, il fisico rovinato dalla droga, ernie varie, ma come l'erba cattiva resiste. Ama attorniarsi di gente con cariche importanti per esempio politici o assessori e così via, facendosi fare poi dei favori da loro. Sicuramente ci saranno mille altri particolari che conosco ma sapendo che hai tanto da fare, preferisco la sintesi. Ciao.

È del tutto evidente l'uso strumentale che questo uomo fa del prossimo, ma non posso affermare che sia affetto da qualche tipo di patologia natale o prenatale. Non bisogna nemmeno sottovalutare la possibilità che possa esistere un problema generato dall'uso dei farmaci per disintossicarsi dalla droga; ma sicuramente possiamo parlare di uno stato mentale compromesso dall'abuso di questa. Infatti, l'uso e l'abuso comporta un funzionamento innaturale delle sostanze prodotte dal sistema nervoso centrale con conseguenze permanenti del sistema cognitivo ed affettivo. In poche parole alcune sostanze compromettono i nostri stati emotivi producendo ormoni e altri neurotrasmettitori che a lungo andare portano a grossi squilibri: il cervello è un sistema in equilibrio e quando usiamo psicofarmaci o droghe è inevitabile un cambiamento che può compromettere questa equilibrio che prima poteva essere soltanto un semplice disagio interno. Il problema, come vedi è davvero complesso e solo "qualche anonimo che vive a Roma" finirebbe per non capirci nulla (ma a noi di quel che pensano gli anonimi senza studi non ci interessa nulla). 

Senza orario non possiamo avere la presunzione di capire qualcosa di questo grafico; tuttavia va segnalata l'opposizione tra Marte e Saturno che è sempre debilitante in qualche modo. Non è da sottovalutare il peso del segno del Toro: sappiamo infatti che quando è compensato, si manifesta con tutta la sua fragilità psichica, persino più di quella Pesci. Anche il Sole in aspetto a Urano ci fornisce informazioni interessanti perché ci parla di azioni avventate e radicali, spesso supportate da una mancanza di autocontrollo. Molto eloquente anche il sesquiquadrato tra Mercurio e Plutone che, a livelli bassi di evoluzione porta alla truffa, alla menzogna, a forti conflitti interiori. Questo potrebbe essere il quadro di una qualsiasi persona "normale" ma vediamo già in potenza, numerosi elementi portatori di problematiche. I farmaci, la droga, hanno fatto il resto. 



La foto e il testo qui sotto sono di Francesca Musaio. Vietato l'uso di tutto il materiale presente in questo blog. 

"...Poi c'è l' istinto primordiale da cullare per farlo addormentare... e ci sono canzoni che lo fanno svegliare. 
C'è un pezzo di animo mio che svolazza come una farfalla nelle primavere ormai andate; ma poi...
Sogno e realtà fanno a cazzotti nel cervello fino a distruggere il cuore di questo gioco divertente e sadico: cicatrici visibili e invisibili che si riaprono facendoti rivivere un incubo che forse non e' mai terminato, sospeso tra presente e passato mentre quella linea sottile sembra una lama fredda che brucia".