29 luglio 2015

L'uomo della fontana di Trevi


Oggi giochiamo un po' e vi prego di leggere fino in fondo anche se non ci capirete nulla.

Nei pressi della fontana di Trevi a Roma esiste un'altra attrazione poco conosciuta, un uomo; o quantomeno esisterebbe se non fosse inesistente. Cosa è l'esistenza? L'esistenza è. Poi ci potrebbe essere qualcosa che ancora non è in toto, ma è un forse. E il fatto di essere un forse è già essere qualcosa, non importa su quale livello: solo il fatto di poter essere pensato ne decreta in qualche modo l'esistenza. Secondo quest'ottica non esiste l'impensabile e prima o poi potrà essere pensato: è solo una questione di tempo. Questo stesso è anche l'artefice dell'oblio e del fatto che ciò che poteva esistere non esisterà mai più se solo viene dimenticato. Qualcuno però afferma che nel cervello permanga sempre un residuo, seppur a livello inconscio, di ciò che un tempo esisteva. Se è vero che non esiste l'impensabile cadiamo in un paradosso: come può non esistere qualcosa di cui abbiamo negato la sua esistenza? Se l'abbiamo negato vuol dire che lo abbiamo pensato.  Infatti, così come esiste in potenza qualsiasi cosa, e non vi è limite a ciò, allora persino la non esistenza è qualcosa di pensabile e automaticamente esiste.


Ma cosa importa in fin dei conti? Perdersi dietro a ciò che esiste certamente non aiuta a vivere meglio; eppure nella nostra vita esiste anche tutto ciò che non ci aiuta affatto: esiste ugualmente nella nostra memoria e quindi nella nostra esperienza. Il fine dell'essere è quello di avere appunto uno scopo utilitaristico? Evidentemente sì a seconda dei punti di vista e del fine di ognuno. La droga è utile per chi voglia farsi del male e per lo spacciatore che la vende. Il cioccolato è utile per i golosi e per chi lo confeziona, lo vende, lo prepara. Pensare è utile per l'attività del cervello così che ogni pensiero possa esistere e così esistere ogni cosa. 

Ma se esiste il pensabile perché viene pensato è perché esiste il cervello che è costruito proprio per pensare. Quindi esisteva un limite a ciò che poteva esistere, dato che non poteva essere pensato.  Se il cervello non esisteva non poteva esistere nemmeno il pensiero. Oppure esisteva un pensiero prima del cervello? Il fatto che io lo abbia pensato ne autorizzo la sua esistenza, ma solo come pensiero e non come fatto reale. 

Esiste la volontà a voler legittimare l'esistenza dell'esistere. La legittimazione è soggettiva per ciò che riguarda l'esperienza soggettiva, ma non lo è più se parliamo di esperienze che in qualche modo possano essere ricollegate al collettivo. Bisogna essere tutti d'accordo per legittimare l'esistenza di qualcosa, o quantomeno bisogna essere almeno in due poiché sembra ci sia il bisogno di un testimone che possa permettere di riconoscere la differenza tra ciò che esiste e ciò che esiste ma legittimato. Io per esempio non voglio legittimare l'esistenza di quell'uomo nei pressi della fontana di Trevi pur esistendo ugualmente a un livello più basso di quello che appunto sarebbe se fosse legittimato.

L'aspirazione alla legittimazione è importante perché esiste il bisogno di separare, dividere, ciò che è da ciò che non è in effetti; ciò che potrebbe essere da ciò che è stato o non potrà più essere in futuro. L'esistere del pensiero è duale. Ma il duale esiste perché pensabile e testimone delle nostre strutture di pensiero o perché era lì prima ancora che potesse essere pensato? A seconda delle correnti di pensiero il dualismo potrebbe solo essere una pia illusione ma questo di fatto non risolve il problema della sua esistenza giacché esistere significa anche poter essere pensato. E il fatto stesso che sia qualcosa, come appunto una pia illusione, di fatto gli permette di esistere ma con una qualità diversa da quella che volevamo accordargli se avessimo continuato a pensare in maniera dualistica. 

Allora questo significa che le cose sono, esistono per quel che noi vogliamo che siano e allora l'atto dell'esistenza è più cose contemporaneamente. Il cervello esiste prima che io possa pensare che esiste qualcosa che io voglio che sia; e se il cervello esiste prima che si possa pensare qualsiasi cosa è perché l'ho pensato. Pensare al pensare. Siamo noi che vogliamo che il cervello esista prima che noi vogliamo che sia o non sia qualcosa, che serva o meno a un dato scopo. 

Senza però perderci in questi giochi bizzarri sull'esistere e il non esistere, possiamo dire che esiste un'attrazione poco conosciuta nei pressi della fontana di Trevi? No, o perlomeno non ancora. E perché parlare di qualcosa che non esiste ancora?  Perché potrebbe esistere? Cari lettori, i motivi possono essere molteplici e a questo punto ognuno di voi si starà chiedendo quale sia in fin dei conti il motivo di tutti questi giri di parole. L'obiettivo è invitarvi a trovare uno scopo utile nella vita, perché solo questo vi permetterà di esistere per davvero o perlomeno di dire "la mia esistenza è stata utile per me e per gli altri". Non ci pensiamo abbastanza. Alle volte pensiamo a cose senza un reale motivo, obiettivo, scopo: l'attività principale di molti è proprio non pensare o pensare male; come potrebbe pensare male l'uomo della fontana di Trevi se solo esistesse, se solo gli venisse legittimata la sua esistenza. Chissà, se quell'uomo esistesse per davvero e pretendesse la sua legittimazione, potrebbe dannarsi nella lettura di questo articolo e potrebbe riflettere sulla sua utilità, scopo, se solo capisse che esiste per uno scopo. Potrebbe pure essere che esiste pur non conoscendo uno scopo e a quel punto la sua esistenza potrebbe essere sprecata, a meno che lo scopo non fosse dato da altri, e allora, vivrebbe nell'accettazione di un ruolo che si è costruito con il suo modo di fare, di essere. Sperava di essere qualcosa di diverso e invece è solo inesistente perché inutile, o inutile perché inesistente.  Io penso che anche nei giochi di parole e nelle riflessioni senza fine possano esserci le occasioni per riflettere. Basta solo essere abili nel trovarle, come in una caccia al tesoro. Siete pronti a lavorare per esistere?



Buon giorno signor Galeota, mi chiamo A. e sono nata a (...). Ho letto sul suo sito che risponde gratuitamente a dei quesiti. Il mio e' questo: la mia rivoluzione del 2016 ha l'ascendente in I* casa di rivoluzione e sono piuttosto preoccupata per la salute (quando mi accadde ne 2008 ebbi dei problemi) e per il lavoro, visto la situazione economica terribile del momento. Sarebbe meglio che per il compleanno mi spostassi o tutto sommato posso anche rimanere a Bologna? Ho passato un 2010 dal punto di vista lavorativo MOLTO pesante e non vorrei si ripetesse.
Grazie per la risposta e se questo non è un quesito gratuito non esiti a contattarmi. 
I miei migliori saluti, A.



Ciao! Molte volte ho scritto, (citando i lavori di C. Discepolo) che se è vero che le peggiori cose di una vita ci capitano anche con l'ascendente di rivoluzione in I Casa radix, è anche vero che quando abbiamo questa posizione astrologica potrebbe non accadere nulla di grave. Non so quante volte l'avrò ripetuto, ma noto che c'è ancora chi fa una grossa confusione. Evidentemente c'è chi si aspetta che una precisa posizione astrologica debba portare sempre la medesima cosa. No: spesso e volentieri la gravità di una situazione dipende dai transiti in corso. È ovvio che con transiti pericolosi come trigoni di Urano, Nettuno o Plutone all'ascendente possono creare grossi guai se avvengono contemporaneamente a una posizione di rivoluzione considerata negativa. Poi bisogna pure considerare la propria reattività ad alcune posizioni e ciò dipende dal proprio quadro astrologico: per Tizio Venere in 5^ porterà sempre un amore e per Caio invece porterà tanti video game se la sua principale attività fosse quella dei video giochi e non fosse capace di stringere relazioni. Secondo il mio parere bisogna smetterla di concepire l'astrologia in maniera deterministica. Nel 2016 l'ascendente di rivoluzione sarà in IV e non in I. È vero invece che in I Casa di rivoluzione avrai uno stellium e il Sole. Lo vedo abbastanza pericoloso, ma non grave, per i sentimenti visto che Venere agirà sulla 12^. Se per il tuo compleanno ti sposti molto più a ovest, verso gli USA, si potrebbe trovare una soluzione più accettabile perché potresti incentivare il transito di Plutone in trigono a se stesso.  

La foto sopra e il testo qui sotto sono di Francesca Musaio. Vietato usare il materiale presente su questo blog.


Quel sorriso di donna, cosi' materno, cosi' dolce e rassicurante. Mi sembrava di sentire il calore e l'energia del Sole sulla pelle, mi sembrava di correre sui prati, mi sembrava di toccare il cielo. Adesso guardo lo specchio e quel sorriso non c'è piu'. Osservo il Sole ed è come se morissi... Se tu mi sorridi io ti sorriderò; e anche se non dovessi sorridere mi sforzerò di regalarti il mio sorriso.