13 agosto 2015

L'astrologia al vaglio della scienza. 2^ parte.


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http://alramiastrologo.blogspot.it/2015/07/lastrologia-al-vaglio-della-scienza-1.html
abbiamo cominciato il nostro percorso di analisi dell'astrologia per mezzo delle mie conoscenze scientifiche acquisiste grazie allo studio della psicologia. Quest'ultima certo non è una scienza nel senso stretto del termine; ma per convenzione e un tantino di elasticità possiamo definirla così come hanno fatto anche e persino i membri del CICAP: alcuni ricercatori tra cui psicologi hanno redatto una pagina intitolata proprio "l'astrologia al vaglio della scienza". E allora se alcuni psicologi del CICAP hanno usato la parola "scienza" non vedo per quale motivo non dovrei usarla anche io che mi occupo sia di psicologia e sia di astrologia. 

Pare assai spinosa la questione della definizione di ciò che può essere definito scientifico e di ciò che invece può solo essere appellato come "sapere". Però, viva Dio non tutti sono indottrinati rigidamente: alcuni sono abbastanza elastici da concedersi piccole deviazioni dalla "regola"; deviazioni che sono permesse universalmente (tant'è che la facoltà di psicologia si chiama "facoltà di tecniche e scienze psicologiche"). Chiedo scusa per la specifica che per il 99,9% dei lettori  era inutile; ma capirete che è sempre meglio non lasciare alcun sottinteso per non ricevere le solite noiose contestazioni prive di sostanza. 

A questo punto, però, colgo l'occasione per dare una definizione della parola scienza e da qui partire con questa seconda parte del discorso cominciato qualche giorno fa. 

È scienza qualsiasi sapere controllabile, chiaro, esplicito e criticabile. Ciò che risulta essere poco chiaro non può essere criticato e quindi non risulta essere scientifico. La religione non è un sapere criticabile perché si basa sull'accettazione di un dato: bisogna credere senza alcuna possibilità di verifica. Se non c'è verifica non c'è critica. Poi esistono saperi che si collocano al centro di una linea ideale che va dalla scienza alla fede, e che in qualche modo e in qualche misura sono criticabili (cfr. M. Dummett "Pensiero e Realtà" ediz. il Mulino). Possiamo dire che il limite stesso ma anche il punto di forza della scienza è la possibilità di critica. È una nostra concezione del tutto legittima per ottenere determinati risultati. 

Se il termine scienza può essere rivisto a seconda della cultura del momento, è rivedibile pure l'ontologia che sta dietro alla scienza stessa. Voglio dire che ogni ricerca scientifica è dipendente dalle nostre credenze sulla realtà: se io credo che non esiste una realtà indipendente dall'osservatore e che tutto è costruzione e interpretazione, allora è ovvio che le mie ricerche scientifiche mi porteranno a un approccio non più di tipo quantitativo con la raccolta dei dati, ma qualitativo come quello contemplato dalla filosofia ermeneutica.  Non ci si interrogherà se esiste una qualche regolarità nella struttura della realtà, ma ci si domanderà solo quale sia l'intenzionalità del soggetto studiato, quando è in una data situazione. Anche in questo caso è possibile orientarsi verso un'ontologia meno "estrema". 

Secondo l'ontologia del "realismo critico" per esempio, è possibile una conoscenza della realtà, ma solo in modo imperfetto. Questa può mostrare in effetti tendenze e regolarità che lasciano sottintesa una disposizione strutturale. I concetti sono sempre formulati dalla mente umana e quindi sono sempre potenzialmente in errore: per questo occorre che la propria ipotesi sia sempre soggetta a revisione per mezzo delle osservazioni e quindi della falsificazione. 

L'astrologia, a mio parere, ci mostra delle tendenze e delle regolarità: i valori Leone per esempio si differenziano da quelli Pesci; i trigoni di Giove sul Sole portano qualcosa di costruttivo rispetto a una opposizione tra Marte e Saturno; ma pretendere da essa esiti deterministici e sempre controllabili è un po' chiedere troppo: un approccio del genere è semmai richiesto dall'ontologia del "realismo ingenuo" ormai abbandonato da molti ricercatori che hanno riconosciuto nella realtà una stratificazione costituita da più fattori interconnessi tra loro. 

Le evidenze astrologiche dunque, potranno essere falsificate solo a partire da questa consapevolezza, naturalmente se si accetta il realismo critico. 

Molto importante è anche la considerazione del fatto che sono diversi anche gli approcci astrologici sempre a partire dalle diverse ontologie. Io non posso farmi carico dell'astrologia degli altri colleghi che magari hanno un approccio diverso dal mio e credono in una realtà totalmente dipendente dall'osservatore (come potrebbero affermare gli studiosi di fisica quantistica, con la differenza che però questi ultimi si riferiscono solo alla realtà microscopica). Quel che posso fare è parlare dell'astrologia così come è per me: voglio dire che qualche collega potrebbe avere un approccio diverso dal mio e quindi formulare le sue previsioni partendo da presupposti completamente diversi, e giudicabili in maniera diversa.

Voglio dire che è possibile falsificare in modi diversi la stessa previsione; partendo per esempio dalle considerazioni del realismo critico non si potrà dire che la previsione è fallita se per esempio Renzi ha mantenuto la carica politica quando è stato detto il contrario. Piuttosto ci si orienterà a falsificare se c'è stata o meno la "tendenza" verso una direzione o verso l'altra. Partendo invece dalle considerazioni del realismo ingenuo, allora l'affermazione sarebbe falsificata dalla semplice esposizione all'evidenza: qualche astrologo potrebbe concepire l'astrologia secondo questi termini. All'opposto c'è chi non può cimentarsi in alcuna previsione perché non crede a una realtà indipendente dall'osservatore. Come farebbe l'interpretativista potrebbe cimentarsi a dare consigli sul comportamento da adottare in presenza di determinate posizioni astrologiche e nulla di più. Approcci misti sono anche possibili e questo mette in evidenza una pluralità di concezioni che sicuramente il ricercatore esterno all'astrologia deve prendere in considerazione se vuole sottoporre a controllo le sue affermazioni.  


Egregio Sig. Alrami, sono nato a (...) Si avvicina la data della mia rivoluzione solare 2015, di conseguenza gradirei sapere quali sono le tematiche principali del mio nuovo anno astrologico, tenuto soprattutto conto del periodo novembre-dicembre 2015 che mi preoccupa in maniera particolare per i transiti sui miei pianeti. La prego cortesemente di non pubblicare i miei dati di nascita. Grazie per la sua consulenza.

Secondo il mio parere, la RS non ci informa delle tematiche principali dell'anno ma solo di alcune di esse. Vorrei per esempio ricordare che molti eventi vengono descritti indirettamente. Quel che posso fare, dunque, è elencarti quello che la rivoluzione solare descrive, ma con la consapevolezza che non è tutto. L'ascendente in 8^, Saturno in 6^ e Plutone in 2^ e Nettuno in X mi fanno pensare a un momento di stallo dal punto di vista lavorativo. In particolare l'8^ Casa riguarda la fine delle cose, e quindi è ipotizzabile l'interruzione della tua attività lavorativa. Nettuno in X difatti mi parla di illusioni relativamente alla tua possibilità di avanzare professionalmente. Porta abbagli, ma anche paure varie. Potrebbe pure essere che la 6^ Casa non riguardi il tuo lavoro ma che si esprima attraverso la salute che sarà un po' compromessa. Ricordo che con Saturno in 6^ misi tre punti al pollice a causa di un brutto taglio. Anche il Sole e Giove in IV mi fanno pensare che rimarrai a "goderti" la casa a causa del lavoro che ce n'è sempre di meno, oppure che dovrai spendere un bel po' di soldi per abbellire o ristrutturare. Fulmini a ciel sereno sul fronte delle amicizie: novità inaspettate da parte di qualche amico. Venere e Marte in 3^ potrebbero far pensare a un anno dedicato alle questioni di pendolarismo, all'automobile o ai fratelli e sorelle: novità importanti anche da uno di loro. 


La foto sopra (acquerello e china su cartoncino ruvido 24x33) è un 'opera di Giuseppe Al Rami Galeota intitolata sinapsi cromatica. 
Il Testo sotto è di Giuseppe Al Rami Galeota tratto dal romanzo "Non sarà una bolla di sapone". Vietato usare il materiale presente su questo blog.

"Con aria solenne l'energumeno da salotto alzò in aria il bicchiere e lo passò sotto il naso per contemplare la bevanda come un impeccabile sommelier.  Un istante dopo si era scolato tutto in un unico gesto netto e matematico. La poesia, la celebrazione di un sapore attraverso l'olfatto si era dissolto attraverso il braccio meccanico che sollevava il pattume e lo scaricava in quel compattatore che è la sua bocca".