15 ottobre 2016

Uomo e Natura (14^parte)

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Pallante in "la decrescita felice" si accosta al lavoro di Latouche offrendo una serie di esempi per rinunciare progressivamente, e in maniera intelligente, allo spreco. Ognuno potrebbe divenire produttore di qualcosa e tramite il dono, lo scambio, si potrebbe vivere tranquillamente. L'idea, anche in questo caso sembra essere inapplicabile poiché serve del lavoro accumulato per produrre quel che serve; e occorrono anche le risorse che non tutti dispongono. Terra, mezzi. Una soluzione inapplicabile. I più poveri non possono rinunciare a qualcosa che non hanno, ma applicabile solo per chi parte con delle risorse a disposizione. Come autoprodurre il vestiario? e l'energia elettrica? E gli strumenti tecnologici utili per la produzione di energia? Tutto sembra utopico. La crescita, per lui non è al servizio degli uomini; il reddito dovrebbe essere inversamente proporzionale alle proprie possibilità di autoprodurre, esaltazione della vecchia famiglia: i temi sono sempre gli stessi. 
In passato esisteva un rapporto perfetto tra uomo e natura, ma poi questo legame si è spezzato a causa della scoperta della proprietà privata. Il giusnaturalista Russeau lo affermava già secoli addietro. L'uomo è stato soggiogato da questo triste meccanismo e per Latouche e Pallante bisogna guardarsi indietro, al passato e recuperare un rapporto con la natura. Il soggetto è anche in questo caso, puro, se solo trova la possibilità di redimersi. 

Ma ciò che occorre è una risposta pratica al rapporto esistente tra uomo e natura. Daly ci prova: le risorse rinnovabili devono essere usate con una velocità tale che la natura possa ricostruirle. Questa è ancora la tesi della sostenibilità debole, non decantata da Giorgescu-Rogen. Cosa fare inoltre? Aumentare il valore dei prodotti, e ricordarsi anche della sostenibilità degli ambienti turistici per non alterare l'ambiente e regolarne i flussi.
 Mi è stato detto che molti non hanno ancora ben chiara la differenza tra zodiaco tropico e zodiaco siderale. Questo al punto da credere che quello che usiamo noi astrologi occidentali sia uno zodiaco sbagliato perché carente di un tredicesimo segno: Ofiuco. Ho già scritto molto sull'argomento e spiegato che questo è un errore gravissimo del lettore a digiuno di nozioni astrologiche; ma ho pensato che forse sarebbe meglio affrontare l'argomento attraverso un video: forse le immagini potrebbero portare maggiore persuasione in chi proprio non riesce ad accettare la realtà dei fatti. Non so quando potrò pubblicare questo video: forse passerà qualche settimana oppure un mese. Si tratta comunque di un progetto informativo per diffondere concetti di primaria importanza per qualsiasi astrologo serio e per chiunque vuole cominciare a studiare l'astrologia. Però non so fino a che punto lo studioso potrà ritenere valido questo mio proposito, anche perché la maggior parte di questi si accontenta di costruire oroscopi sui passaggi della Luna nei vari segni. Il che equivale a dire che vogliono le cose semplici, per passatempo e che non impegnino molto la riflessione, però atteggiandosi a professionisti e pretendendo umiltà da parte degli insegnanti: vorrebbero che tutti fossero sullo stesso piano. Sembra che il web abbia portato l'annullamento dei ruoli e della gerarchia. Il che rappresenta, a mio parere una miriade di nozioni a cui il lettore potrà dare credito non sulla base della competenza e dell'autorevolezza di chi scrive, ma sulla base della simpatia accordatagli. Il mio video, pertanto, sarebbe uno dei tanti a cui l'utente si interfaccia senza considerare la competenza. Detta così, ci si scoraggia perché se il proprio lavoro è equiparato a quello di un novellino, o peggio ancora di un imbonitore, e sono messi sullo stesso piano, allora non ha molto senso chiarire come stanno i fatti: ci sarà sempre il solito imbecille (come in effetti è già accaduto), che  darà dell'arrogante a chi ha da offrire qualcosa di veramente serio. Questo blog non è per tutti: è solo per chi ha un minimo di senno e crede ancora che la competenza abbia un qualche valore. Il mio video sarà solo per loro. Tutti gli altri sono invitati a non leggermi.