18 febbraio 2017

Riti babilonesi


Il centro della cultura mondiale di 3000 e più anni fa, poteva anche essere allo stesso tempo la capitale delle barbarie così come la definirono gli antichi greci? 
Per comprendere la questione dobbiamo partire dal presupposto che l'astrologia e altre pratiche divinatorie erano tenute in massima considerazione presso i popoli della Mesopotamia, al punto che i sovrani non potevano fare a meno di avere una corte strettissima di astrologi ed essere loro stessi istruiti alla lettura delle stelle. 

Si dice che l'astrologia genetliaca, cioè quella che si riferisce al singolo individuo fosse invenzione dei greci, ma la scoperta di antiche tavolette di argilla in lingua accadica scritte in cuneiforme invece testimoniano che questa pratica, seppur in forma rudimentale era di molto precedente ai tempi di Platone e di Berosso (il primo caldeo/babilonese a tramandare i segreti dell'astrologia ai greci). Tuttavia l'astrologia più in voga a quei tempi era quella "universale" cioè quella che si riferiva alla singola nazione e al sovrano. Un'eclissi di Luna, con il sorgere di particolari stelle, il vento, la nuvolosità, la foschia, tutte queste cose avevano un senso per prevedere quel che sarebbe successo al sovrano, alla città intera o alle altre grandi città confinanti con Babilonia, a seconda dell'angolo con cui la terra faceva ombra sulla superficie lunare. 

Se il responso era negativo, allora si poteva procedere a un particolare rito: si detronizzava il sovrano giusto per il periodo in cui gli astri mostravano difficoltà per la nazione e al posto suo si eleggeva un poveraccio, con moglie al seguito, e per 100 giorni facevano le veci del vero sovrano che nel  frattempo si ritirava a vita agricola. Al termine di questi 100 giorni la nuova coppia reale veniva ammazzata e il vero sovrano poteva tornare al potere. In sostanza gli antichi babilonesi erano convinti che l'unico modo per tenere a bada le potenze divine era quello di dar loro quello che avrebbero preteso. I greci, invece, non pensavano potesse esistere modo per accontentare gli dei e che perciò non acconsentirono mai ad ereditare queste pratiche così barbariche e primitive. Forse, la loro filosofia sull'ineluttabilità del fato, derivò proprio dal rifiuto di accettare pratiche così cruente e ingiuste. 

I greci, erano un popolo più evoluto sotto questo punto di vista; eppure ereditarono praticamente tuttala scienza di Babilonia senza considerarla roba per ciarlatani. Oggi chi si occupa di astrologia mondiale è il grande André Barbault che della tradizione babilonese ha conservato ben poco, ottenendo risultati straordinari. Oggi, la scuola di astrologia dell''AA capitanata da Ciro Discepolo prende spunto dall'idea babilonese che si potesse esorcizzare il male attraverso un obolo; ma ovviamente i modi sono totalmente diversi. L'idea di fondo è che bisogna venire incontro a certe combinazioni astrologiche usando un sostituto analogo senza ovviamente scadere in pratiche stupide che possano ledere il prossimo o sé stessi. 

Altro rito importante dei tempi babilonesi era quello che si praticava a capodanno, che avveniva subito dopo l'equinozio di primavera. Le festività duravano 10 giorni e vi erano delle processioni in cui il sovrano teneva per mano due statue raffiguranti il dio Nabù (Mercurio) e il dio Marduk (Giove). Tra l'altro Nabù, per la mitologia del luogo era proprio il figlio di Marduk. Il che ci mostra indirettamente come mai Giove e Mercurio siano pianeti che nell'astrologia contemporanea sono considerati complementari. 

Durante le festività il sovrano veniva spogliato dei suoi indumenti e veniva schiaffeggiato dal sommo sacerdote. Se il Re piangeva allora era segno che l'anno sarebbe stato prospero, salvo eventuali segni contrari mostrati dalle stelle. Insomma, i babilonesi erano convinti che l'uomo,attraverso opportuni riti e preghiere potesse ingraziarsi gli dei. Oggi l'astrologia non ha più lo stesso senso che aveva per quei popoli antichi ed è il frutto di una continua evoluzione del sapere umano. 

Non meravigliamoci se ancora oggi vengono ancora usati simboli risalenti alla cultura babilonese. La croce a bracci uguali che oggi si usa per gli abiti talari o per l'iconografia cristiana, è di derivazione babilonese. Anche questo simbolo può avere a che fare con l'astrologia perché anticamente con una croce si designava l'intersezione tra l'orizzonte e l'eclittica, elemento di particolare importanza per l'osservazione del sorgere degli astri, base fondamentale di tutto il sapere astrologico. Ma questo non è un male se pensiamo che noi tutti non siamo altro che il risultato, non solo delle nostre esperienze,ma anche di quelle dei nostri genitori e i nostri antenati.  

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Un piccolo appunto: oggi si demonizza molto la religione cattolica perché da una interpretazione della Bibbia emerge che essa nasce da atti criminosi e violenti. Rifiutare la religione cattolica per via del suo passato significa rinunciare anche all'astrologia soltanto perché le pratiche babilonesi erano cruente. Ritengo sia saggio non confondere i modelli comportamentali di una volta con quelli di oggi, anche se a dire il vero, a prescindere dai valori insegnati da una certo sapere, ci saranno sempre uomini che abuseranno della loro conoscenza e della loro posizione per sviare dalla retta via...