18 maggio 2017

Lezioni di astrologia 32: studiare l'astrologia con un maestro


                                                 Chi fa da sé fa per tre? Oppure è meglio avere una guida? E fino a che punto una guida può spingerci a non pensare con la nostra testa? Qui spiego i motivi per cui sarebbe meglio studiare l'astrologia sotto la supervisione di un maestro e che studiare da soli comporti dei rischi importanti. Naturalmente, ciò che fa la differenza sarà anche lo spirito con cui si studia la materia astrologica.

In altri momenti ho già parlato della figura del maestro ma trattando l'argomento dal punto di vista della psicologia.
È chiaro che il concetto stesso di insegnamento non può essere più inteso alla maniera tradizionale costutuita dal maestro che trasferisce le informazioni allo studente. 

Oggi, gli studi relativi alla pedagogia spiegano che i nuovi inseganti possono piuttosto essere definiti "tutor" poiché assistono lo studente nel suo percorso di crescita e formazione aiutandolo a sviluppare competenze sulla base delle sue predisposizioni. 

Difatti ognuno ha la sua intelligenza, i suoi gusti ed è ovvio che è a volte frustrante, per lo studente, rientrare negli stereotipi imposti della vecchia scuola.

In verità posso dire che la mia esperienza pre-universitaria con lo studio scolastico è stata deludente in massima misura. Spesso ci si ricorda di un vecchio professore con affetto; ma nel mio caso posso dire di non aver legato mai con nessun insegnante e che non ricordo nessuno con ammirazione, affetto, stima. Anzi... Riflettendo su quel che mi hanno lasciato direi che non hanno saputo lasciarmi assolutamente nulla, ma è vero pure che sono io che non sono stato capace di trarre nulla di buono dai loro tentativi di insegnarmi qualcosa. 

Quindi, è ovvio che ci deve essere prima di tutto una predisposizione a voler imparare (e a me degli argomenti scolastici non mi interessava un fico secco); ma non bisogna sottovalutare il ruolo degli insegnanti, ossia della loro capacità di saper sollecitare la curiosità e l'attenzione dello studente.

Ricordo che alle superiori non ero una cima in matematica: non la studiavo, non mi interessava, non me ne importava nulla, non la trovavo utile. Il senso della responsabilità non era sufficiente per spingermi ad applicarmi e non ero nemmeno competitivo nei confronti degli altri studenti. 

Però dovevo farmi piacere la matematica per forza, altrimenti sarei stato bocciato. Così chiesi alla professoressa di chiamarmi alla lavagna. Lo chiesi perché mi avrebbe seguito passo passo per insegnarmi ciò che non avevo capito. E durante l'esecuzione del compito in effetti riuscii a capire qualcosa. Ma la deficiente mi diede un bel 4 perché la prese come un interrogazione con votazione. 

Io ero timido e non sapevo ribellarmi; così mi presi il 4 e tornai al banco senza dire nulla, ma con un'amarezza tremenda. Ho sempre odiato i professori, i maestri, ma non ho mai pensato che non fossero necessari. Così, quando cominciai a studiare l'astrologia me lo scelsi da solo. E non me ne sono mai pentito... 
Ricorderò il periodo della scuola come il peggiore della mia vita, colpa anche dei professori incapaci.