30 luglio 2017

Il successo con il Kung Fu. 2^ lezione.





Una delle cose più brutte che possano chiederci è quella di cambiare.
Cambiare per cosa? Per adeguarci a uno standard sociale? Per esser
meglio di chi siamo oggi? La prima reazione è quella di ritirarci in noi
stessi per difenderci da chi vuole cambiarci. 

Cambiare, infatti, significherebbe ammettere a noi stessi di avere qualcosa che
non va, qualcosa di disfunzionale. Ma in cuor nostro sappiamo che non
siamo noi ad essere sbagliati perché amiamo le nostre
"imperfezioni" e soprattutto è il mondo stesso che dovrebbe cambiare
dato che è a causa sua se oggi viviamo in uno stato di tensione
interna. 

Ma chiedere al mondo intero di cambiare è utopia. Quindi? Tanto vale
rimanere nella condizione in cui siamo, difendere la nostra
individualità e odiare il mondo. E se questo ci può portare
all'autodistruzione non fa nulla perché l'importante è essere coerenti e
onesti con noi stessi. Frase che ho sentito mille volte. È giusto essere coerenti. Cosa c'è di meglio della coerenza?

Coerenza? Ma cosa è questa coerenza? La convinzione di esser fatti in un modo
fisso e immutabile. Cambiamento? Segno di debolezza, segno di aver
ceduto ai "ricatti" della società. Ma queste potrebbero essere solo convinzioni limitanti per difesa. 

E se questa convinzione cambiasse? Non esisterebbe più la spiacevole
sensazione di aver ceduto, o di aver rinnegato sé stessi. La chiave del
successo è cambiare certe convinzioni limitanti. Ma come si fa a
cambiare convinzione se l'idea fondamentale è proprio quella di non
cambiare mai e poi mai? E poi odiare il mondo ci dà la carica di energia necessaria per affrontarlo, quasi come se cambiare significasse arrendersi, essere deboli, vuoti, senza forma né energia. Ma chi dice che le cose siano veramente così? Lo crediamo eppure non ne abbiamo prova.

Semplicemente le cose accadono dopo aver fatto esperienza da un punto di vista
differente, se però partiamo dal presupposto che in natura tutto cambia e
si trasforma. Se noi vediamo il mondo come qualcosa di fisso e immutabile e altrettanto vediamo di noi stessi, allora vivremo in una perenne lotta sul "controllo". E se non ci fosse nulla da controllare? E se quello in cui abbiamo sempre creduto fosse totalmente irrazionale? 

Lo so, qualcuno si starà domandando se questa non sia una strategia di manipolazione e di controllo. Ebbene, qui non si parla di adeguarsi o di cambiare per fare lo stesso gioco della società. Qui non si tratta di snaturarsi. Qui si tratta di "imparare".

Chi è che nella vita sa tutto? Nessuno. Penso che su questo sarete d'accordo. Siete d'accordo con me quando dico che non si finisce mai di imparare? E imparare segnifica che siamo sbagliati? No. Infatti non esiste alcuna posizione privilegiata. Nessuno è giusto o sbagliato, bianco o nero. Ognuno di noi è una sfumatura di colori. 

Chi sono io per dirlo? Nessuno. Non voglio inculcarvi alcuna verità, poiché nemmeno la mia è una posizione privilegiata. Come tutti ho le mie debolezze, faccio i miei sbagli, ho le mie paure. Ma non posso dire di essere totalmente sbagliato o totalmente giusto. Anzi! Sono una persona in divenire, che si sforza di vivere in pace col mondo e di crescere sempre di più dal punto di vista umano e culturale. 

Ma non tutti desiderano crescere, divenire, apprendere, mettersi in dicussione. E sono liberi di farlo. Nessuno ha il diritto di dire a qualcuno quello che dovrebbe fare e come dovrebbe farlo. Chi pratica Kung Fu è perché ha scelto di farlo. Se però sceglie di farlo deve fidarsi del suo istruttore e verificare sul campo se la cosa funziona o no. 

Ebbene, per vedere se qualcosa funziona bisogna mettersi in gioco. Aver scelto di barricarsi dietro a certe convinzioni certamente non aiuta: non esiste miglioramento senza il desiderio di voler migliorare. E non esiste persona al mondo che non desideri migliorare almeno in un campo della propria esistenza. O quantomeno ne esistono davvero poche, poverine senza una motivazione o senza coscienza. E per migliorare bisogna provare a vedersi come un essere in divenire, appunto come direbbe Bruce Lee, adattabili alle circostanze, aperti, disponibili al nuovo, a rivalutarsi, non per essere come vuole la società, ma per essere come vogliamo noi: in pace col mondo e con noi stessi. Non è una lotta tra noi e il mondo, ma è una lotta tra noi e noi. Siamo noi che ci poniamo limiti e confini, siamo noi che vediamo il mondo da un particolare punto di vista. 

Non si tratta di vedere il mondo dal punto di vista di un ipotetico uomo perfetto, ma semplicemente di vedere il mondo dal vostro NUOVO punto di vista che è vostro e soltanto vostro. 

Be water my friend...