18 gennaio 2020

Recensione di "Nella mente dell'astrologo Vol.2"
























A cura di Ciro Discepolo:

Recensione del libro “Nella mente dell’astrologo — Vol. 2”. By Ciro Discepolo.
Giuseppe Al Rami Galeota è un uomo onesto e un ricercatore altrettanto onesto. E questo non tanto perché quando lo tentarono rifiutò le lusinghe di una promessa di gradi da caporale e i trenta denari con cui diversi altri si sono venduti. No, do per scontato che non ci sarebbero mai riusciti.
 
Egli è onesto nel suo percorso umano e coerentemente lascia traccia di ciò nei suoi scritti, come nell’ultimo libro che ho voluto leggere subito, prima di partire per una settimana negli States: “Nella mente dell’astrologo — Volume 2”, Youcanprint, Roma, 2020, 232 pagine, reperibile sia in rete che nelle librerie.
 
Chi lo legge si accorge che il tormento è sempre dentro di lui e certamente le frasi che terminano con un punto di domanda sono assai più numerose di quelle che finiscono con un punto esclamativo. Così ricordo il Giuseppe Galeota che conobbi tanti anni fa e così lo identifico ancora oggi.
 
Giuseppe continua a interrogarsi e un poco anche a tormentarsi su quella che potremmo definire la genesi dell’Astrologia, dalla notte dei tempi a oggi: egli si chiede, per decine e decine di pagine, quale possa essere il modo giusto di decrittare i simboli da cui sono state partorite tutte le stimmate astrologiche: lo zodiaco siderale, quello tropico, la divisione arbitraria delle prime costellazioni, la corrispondenza analogica tra i miti greci e i pianeti che noi conosciamo… E mille cose ancora.
 
Però, attenzione: nell’Autore detto persistere è una modalità operativa e di ricerca, non il fine stesso della sua direzione come uomo e soprattutto come astrologo.
Egli non continua a tormentarsi su mille argomenti al solo scopo di gettarsi in quella astrologia filosofica, in quel magma di fuffa, dove sia possibile dire tutto e il contrario di tutto.
 
No, e qui viene fuori la coerenza e l’onestà dello studioso: Giuseppe getta sul terreno di studio i suoi dubbi e i suoi struggimenti interiori, di vero studioso, ma per poi scendere in campo, schierarsi e — soprattutto — agire. 
 
Io avevo visto questo suo potenziale di vero astrologo, dentro di lui, tanti anni fa, e sono in parte responsabile di averlo messo con “le spalle al muro”, indirizzandogli molte persone a cui dicevo di no per un consulto: quando Al Rami si è trovato faccia a faccia con tante persone, ha compreso che pur all’interno di un sentiero legittimamente cosparso di punti di domanda, egli aveva il DOVERE di tentare di aiutare gli altri e per fare questo doveva schierarsi.
 
Anche qui avrebbe potuto scegliere la strada più facile del “Sì, però…” o del “Dobbiamo considerare tutte le variabili e tutte le possibilità”, ma avendo qualità di vero astrologo ha fatto le sue scelte e si è gettato nella mischia.
 
Io non credo che lui abbia scelto la mia scuola e l’Astrologia Attiva per motivi sospetti: ha sperimentato prima su sé stesso e poi, giorno dopo giorno e anno dopo anno, ha continuato la sua esperienza sugli altri, raccogliendo anche tante soddisfazioni lungo sentieri di cui ha potuto valutare l’affidabilità dei risultati.
 
All’inizio io sentivo la sua preoccupazione di elaborare, impellentemente, una scoperta importante. Oggi percepisco una giusta nuova maturità in lui, maturità in cui credo che egli abbia compreso che pur in mancanza di scoperte clamorose, che comunque potrebbero esserci, agire da bravo astrologo non è cosa per tutti: occorre predisporsi all’ascolto — e la sua laurea in psicologia lo aiuta molto in ciò —, ma è necessario anche affinare tecniche che non si leggono sui libri, come quella che permette all’astrologo di far rilassare il consultante e, quando egli si accorge che chi gli sta di fronte, ha abbassato il muro di sospetto e di paura, “sferrargli” di colpo la domanda o le domande principali.
L’Astrologia è soprattutto un’arte alla cui base ci deve essere un feeling che permetta all’astrologo di entrare in profonda empatia con chi gli sta di fronte.
 
Chi è cattivo, invidioso, meschino, non potrà mai essere un buon astrologo.
 
Da studioso a studiosi: leggete il Tema Natale di questo cancerino (soprattutto) e vi renderete conto che, se proprio desideriamo trovargli un difetto umano di un certo peso, quello è ascrivibile al suo eccessivo “candore sagittariano” che gli viene dal segno solare.
Ve ne accorgete dalle risposte con cui si confronta con gli avversari.
Gli ignoranti possono essere semplici “ignoranti ruspanti”, come direbbe Hannibal Lecter, oppure “ignoranti in cattiva fede”.
 
Dalle risposte che Al Rami dà ai suoi interlocutori/avversari, vi rendete conto che egli dialoga pensando di trovarsi sempre di fronte a “ignoranti ruspanti”.
 
Così, se qualche sciacquetta, al soldo di qualcuno che le ha promesso i gradi di caporale, gli ripete la stessa litania, sciocca sciocca sciocca, che declinavano a me cinquant’anni fa (“Non puoi dimostrare che le Rivoluzioni Solari Mirate funzionino perché non potremo mai avere che lo stesso soggetto parte e non parte e dunque tutto resta solo teoria e basta”), Giuseppe non infierisce, tenta perfino di dialogare, quando basterebbe zittire per sempre questi dementi ricordando loro due cose:
 
-        Primo, che tra le molte migliaia di esempi che ho pubblicato nei miei libri, vi sono molti casi straordinari di gemelli, genetici o astrali, in cui uno dei due è partito e l’altro no, cosa che potrebbe convincere anche i somari. Ma i somari sono in buona fede.
-        Secondo, potrebbe cucire loro la bocca, per sempre, facendo osservare a questi venduti ignoranti, che tale critica si potrebbe usare anche contro i transiti perché dovremmo sempre riuscire a dimostrare cosa accadrebbe a Tizio se Plutone, invece di passargli sulla testa, cambiasse orbita e passasse da un’altra parte.
 
Candore sagittariano, come dicevo. Ma non semplicità o stupidità. Leggete con quanto senso critico l’Autore riflette sulle molte assurdità di un duello Astronomia/Astrologia citato nel suo nuovo libro. E considerate anche che egli è tra i pochissimi, forse l’unico, che mi segue, costantemente, sul versante epistemologico a cui dovrebbe indirizzarsi, soprattutto, l’intellighenzia astrologica di tutto il mondo che, invece, reitera inutili declinazioni sulle profezioni e sulle Parti Arabe che al cittadino di oggi non cambiano la vita neanche di un bit. 
 
E leggete anche con attenzione la sua critica, moderata e ragionata, ma implacabile, all’inconsistenza teorica e pratica di ogni tentativo di leggere Chirone in rapporto ai fatti della vita di un essere umano.
 
Io sono soddisfatto di come procede il suo cammino di studioso e ho piacere anche che lui sia tra i venticinque iscritti al nuovo corso di Astrologia Attiva (alla data del 31 dicembre scorso), tra cui ci sono diversi dei migliori ex allievi e oggi colleghi della mia scuola.
Mi fermo qui, non prima, però, di avere definito Giuseppe Al Rami Galeota, secondo il mio modo di vedere, un anatomo-patologo dell’anima dell’astrologia e questa sua frase, di pagina 131, mi sembra lo dimostri efficacemente:

“Per me, il viaggio di compleanno rappresenta l’euforia che si prova nel sentirsi parte attiva di un processo catartico di crescita e di liberazione dalla sofferenza”.
 
Mia risposta:
 
 
Gli ho regalato una copia e mi aveva detto che l'avrebbe letta una volta rientrato dagli USA. Non ha resistito e ha divorato il testo in un giorno...
Ebbene, come potete leggere ne ha approfittato per essere molto duro con gli avversari della nostra scuola attribuendomi anche un certo difetto che in parte condivido: non vedo quasi mai cattiveria in chi si confronta con me, ingenuità sagittariana, candore. Ma non so fino a che punto questo mio veder "rosa confetto" sia ingenuo.
È anche vero che considero il mio interlocutore astrologo un "ignorante ruspante"; ma non in senso offensivo, ma solo nel senso di chi su certe tematiche ignora certe letture, di chi non è abbastanza informato. Perché è ciò che ho sempre constatato. Lo sottoscrivo perché non c'è nulla di male a esser disinformati: io lo sono su altri argomenti dell'astrologia su cui non mi cimento.
Questa sua recensione per me è motivo di orgoglio perché mi definisce " anatomopatologo dell'anima dell'astrologia". Non sa quanto questa affermazione risuona in me che sin da bambino amavo catalogare gli animali preistorici in categorie di peso e lunghezza, analizzare nel dettaglio la loro forma per poterli poi disegnare. Occorreva spirito di osservazione, una specie di lente a raggi X.
Ricordo quando da piccolo amici di famiglia mi chiamavano "scienziato" per via della mia cultura in campo naturalistico.
Sono contento anche che abbia definito seria, critica e ragionata la mia analisi su Chirone; cosa che come potrete ben immaginare mi procurerà un sacco di avversari; ossia tutte quelle persone che usano questo corpo celeste ormai da lustri, raccogliendo risultati positivi che io penso di aver "smontato" passo passo.
Ho spiegato un metodo e le criticità di certe descrizioni. Sono stato onesto. Onesto non significa che ho ragione nelle conclusioni. Significa solo che ho mostrato i numerosissimi e clamorosi errori che io ho scorto in certe definizioni, sempre per il solito fatto che come dice Discepolo sono un "anatomopatologo".
Grazie per le belle parole. 
 
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