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24 settembre 2014

Psicobiologia e astrologia. 3^ parte.

Per parlare di astrologia è necessario conoscere il funzionamento del cervello umano, poiché tutte le nostre esperienze sono frutto dell'interpretazione di quel che ci accade. Qualcosa è stata già accennata nel mio libro sulle relazioni di coppia intitolato "L'amor che move il sole e l'altre stelle". Qui entriamo ancora di più nello specifico per ottenere altre informazioni degne di considerazione per chi fosse interessato all'astrologia in maniera più tecnica. Mi si permetta una breve parentesi: secondo il mio parere solo dopo aver compreso il meccanismo del funzionamento del cervello e quindi accedendo alla conoscenza scientifica, sarà possibile tentare un percorso di analisi trascendentale e più spirituale, ovviamente per chi ne fosse interessato. Infatti è dalla conoscenza del certo che si può arrivare a porsi alcune domande sull'incerto spirituale.La pretesa di molti astrologi è quella di spiegarsi i fatti umani a partire da discorsi di fede e di spirito. Il mio percorso è inverso. 

Oggi affrontiamo in breve, alcuni argomenti molto affascinanti come l'epigenesi, l'apotsosi e il rapporto tra geni ed esperienza. Il cervello è prima di tutto una struttura composta di miliardi di neuroni legati da una fitta ragnatela di interconnesioni; ma è anche un sistema integrato di molte zone. Per esempio abbiamo la zona limbica, le aree prefrontali, il cervelletto e il corpo calloso che per la loro collocazione strategica è più facile che siano connesse tra loro e con le restanti parti del cervello, sopratutto con la neocorteccia legata ai processi superiori di pensiero. Dunque immaginiamo il cervello come una serie di scatole composte da miliardi di connessioni, e ogni scatola è legata ad altre scatole in base alla loro vicinanza e che ogni scatola abbia una funzione differente e che quindi l'agire insieme di queste scatole crea una specie di coordinazione delle funzioni cerebrali. 

Tra breve arriveremo all'astrologia. I geni comunicano all'organismo, per mezzo della sintesi proteica, dove si devono creare connessioni sinaptiche e nuovi neuroni; ma è l'esperienza che porta questi geni a modificare la loro espressione: se una zona del cervello non è sollecitata dalla stimolazione che viene per mezzo dell'esperienza quotidiana, allora le ramificazioni si atrofizzano e poi spariscono, come dei rami secchi: parliamo di apoptosi. In parole semplici, un'esperienza traumatica per esempio può portare i geni a funzionare in un dato modo e quindi a influenzare direttamente la sintesi proteica: un'esperienza negativa può condizionare la formazione di nuove connessioni neuronali e quindi anche la possibilità che si possano creare sistemi di integrazione efficaci tra una zona e l'altra del cervello. Questa nel gergo è una modifica epigenetica. 

Se i geni dicono come deve funzionare l'organismo e se l'esperienza modifica il funzionamento dei geni allora abbiamo da un lato il DNA quel che c'è di ereditato, e dall'altro l'esperienza quotidiana. Da cosa è data l'esperienza quotidiana? Secondo il mio parere gli eventi e le situazioni non sono casuali ma in qualche modo determinate dalle condizioni astrali di nascita e giornaliere. In sostanza io ipotizzo che l'astrologia influenzi il modo in cui esprimiamo i nostri geni. L'astrologia ci aiuta a capire quale sarà il nostro campo d'azione, ma ovviamente deve fare i conti con quelle che sono le nostre caratteristiche ereditarie genetiche. Pertanto, la vita umana sarebbe un venire a patti tra predisposizioni genetiche ed esperienza: sarei quasi tentato ad affermare che l'astrologia è il processo epigenetico. Ovviamente questa affermazione necessita di verifiche: sapete che ogni articolo rappresenta un work in progress di ipotesi che durante il percorso di ricerca possono consolidarsi e divenire teoria. Per oggi è tutto, e ci vediamo al prossimo articolo.