Pagine

07 ottobre 2014

Lucy: il potere della mente.

Ieri sera sono stato, dopo tanto tempo, finalmente al cinema e ho scelto di guardare una pellicola che tratta un argomento a me caro: il cervello umano. Cosa succederebbe se fossimo capaci di usare il 100% delle nostre capacità mentali? Il regista Luc Besson risponde a questa domanda attraverso il suo film intitolato Lucy, (un Luc con una Y finale per celebrare se stesso?) un'azione fantascientifco che trae la sua linfa dalle moderne ricerche dei neuroscienziati. In alcuni punti l'ho trovato poco coerente con molte incongruenze e il finale mi ha lasciato con l'amaro in bocca ma sicuramente non banale. Morgan Freeman nei panni di un neuroscienziato, una presenza che, secondo il mio parere, è più utile per vendere al botteghino, l'ho ritenuto superfluo in certi dialoghi. Nonostante il mio parere tecnico non sia a favore di questa pellicola, (vorrei ricordare che ho trascorsi in campo cinematografico) sono rimasto molto soddisfatto per le emozioni che è riuscito a trasmettermi. Al di là del mio parere da cineamatore che sicuramente vale poco, mi interessa rispondere alla domanda del regista.

Nel corso di milioni di anni il cervello Umano si è evoluto in quelle strutture che riguardano le relazioni sociali e i sentimenti. Se l'uomo fosse capace di sfruttare il 100% delle sue possibilità, potrebbe cambiare il suo scopo che è quello di resistere nel tempo? Può darsi che l'immortalità possa divenire il nuovo fine ultimo e non attraverso la procreazione ma attraverso l'omeostasi, l'equilibrio perfetto. Un equilibrio perfetto secondo me implica l'esistenza perfetta con il resto del mondo e quindi con i propri simili: non vi è più bisogno di adattamento e quindi nemmeno più bisogno di guerre e ostilità. 

Non esagero quando dico che secondo me la forma più alta di evoluzione è l'amore. I miei studi in psicobiologia mi inducono a pensare che l'evoluzione è un processo in cui noi non possiamo considerarci al vertice di una piramide. In termini di fuga per esempio, sono più evolute le gazzelle che hanno sviluppato una muscolatura potentissima. Noi abbiamo sviluppato il cervello e il risultato di esso è la cultura. 

A cosa serve la cultura? Per il vivere insieme senza conflitti o con il minor numero di conflitti possibile! Paradossale è che le nostre invenzioni culturali, come per esempio la religione, possano divenire all'opposto uno strumento disgregante. 

A questo punto bisogna porsi una domanda: a cosa servirebbe sviluppare poteri come la psicocinesi, la telepatia, la veggenza? Potremmo definirla una forma di adattamento a un ambiente ostile? E la civiltà in cui ci troviamo oggi richiede la possibilità che il cervello possa sviluppare queste facoltà? Nel nostro patrimonio genetico è scritto quel che possiamo; ma ciò non significa che non potremmo sviluppare, con l'esperienza, quelle zone del cervello che potrebbero essere utili allo sviluppo di certe facoltà. 

Evoluzione uguale amore, uguale equilibrio. Cosa dire allora dei presunti alieni che rapiscono alcuni ignari esseri umani? Che sicuramente non sono evoluti tanto quanto noi oppure che il loro cervello non si sia evoluto sulla base della costruzione della società per la propria sopravvivenza ma partendo da altri presupposti. 



Salve Giuseppe!
Secondo te che differenza c'è tra l'io rappresentato dal sole,nei segni non nelle case!,e quello descritto in prima casa,intesa come zona tra l'ascendente e la cuspide della seconda,e quindi non il grado sorgente in se...?
Buona giornata!
Federico


Sono del parere che l' IO è l'insieme costituito dal segno e dalla Casa toccati dal Sole. Tuttavia dovrei rivedere questa idea, ma di sicuro c'è che questa accoppiata rappresenta il rapporto tra azione istintiva e comportamento. Poi abbiamo gli altri pianeti che entrano più nello specifico e per questo ipotizzo un IO che funge da "contenitore" per l'innesto delle altre parti del proprio oroscopo natale. In particolare vedo nel super IO non solo la Casa astrologica, ma pure Giove e Saturno. Diciamo che la mia idea è ancora agli albori e non sono ancora competente in questi argomenti che mediano tra astrologia e psicologia. In ogni caso credo che quel che sappiamo sia da rivedere completamente e non appena avrò raggiunto un livello di conoscenza sufficiente, scriverò un libro sull'argomento. Questi argomenti sono in perenne "work in progress" ma piano piano sto scoprendo cose davvero interessanti e uniche. 

Partiamo dal presupposto che ogni Casa astrologica rappresenta un bisogno che si avvale delle caratteristiche della Casa stessa, ma con gli strumenti offerti dal segno zodiacale. Un Sole in I^ Casa pone in evidenza la necessità di manifestare una certa dose di intraprendenza e autonomia. Il Segno zodiacale finisce di colorare questo bisogno con il suo modo specifico. Per esempio chi ha un Sole in I^ Casa in Scorpione Sarà un Ariete nei bisogni, cioè si butterà con ardore in ogni cosa che fa, cercando di essere un po' un capo; non rifletterà mai abbastanza perché sarà sempre guidato da una specie di fiducia in sé tipica di chi si butta con coraggio in ogni situazione; ma in più avrà gli attributi Scorpione che richiedono rischio, una grande capacità di osservazione e l'interesse per tutto ciò che è profondo e misterioso. Il soggetto istintivamente sarà portato verso il mistero, il macabro, il tortuoso, la morte, perché ciò è quel che serve all'individuo per soddisfare il suo bisogno di autonomia, di essere un precursore o semplicemente il bisogno di bruciare energia, tutti attributi Ariete.