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14 ottobre 2014

Psicobiologia e astrologia. 16^ parte.

Cari lettori e care lettrici, questa avventura sta per terminare e tra due settimane affronteremo una tematica nuova. Ci occuperemo di statistica applicata alla psicologia e quindi all'astrologia. Il binomio psicologia astrologia è ovvio perché non si può parlare della psiche dell'individuo, del nostro carattere e predisposizioni, di quello che accade nella nostra mente, senza avere nozioni di psicologia. Parliamo di mente, di psiche e quindi anche del corpo; pertanto è necessario avvicinarsi alla materia astrologica apprendendo quanto di interessante c'è nella biologia per esempio. 

La biologia e soprattutto quella della psiche è di fondamentale importanza per comprendere la nascita della coscienza. All'inizio di questa avventura nel campo della psicobiologia ho parlato di evoluzione, del fatto che il nostro percorso evolutivo si è innestato sullo sviluppo delle facoltà di pensiero mentre altre specie viventi si sono adattate all'ambiente esterno sviluppando altre capacità, come per esempio l'udito (basti pensare al sonar dei pipistrelli) o la vista (basti pensare alla visione del falco) o la muscolatura (pensiamo alla struttura fisica di un ghepardo che deve correre per catturare la sua preda. Ogni essere vivente è evoluto in funzione dell'adattamento al suo ambiente. Se partiamo dal presupposto che l'evoluzione dell'essere umano è relativa all'adattamento nei confronti di un ambiente denso di pericoli, allora possiamo farci pure le relative domande spirituali che spesso costellano la vita di chi sceglie un'astrologia karmica o "new age". 

Nei primissimi articoli abbiamo visto che in una specie di brodo primordiale, in una miscela di azoto, ossigeno, idrogeno e carbonio, sono nate le prime mescolanze di elementi chimici che poi hanno dato l'avvio alla nascita di aminoacidi, proteine e poi la nascita dei lipidi che hanno costituito il primo elemento che potesse rappresentare una delimitazione tra interno a "qualcosa" ed esterno a "qualcosa". Abbiamo così la nascita di una cellula costituita da una membrana lipidica che ha consentito prima di tutto una differenza di potenziale elettrico tra mondo interno e mondo esterno e che in effetti ha poi rappresentato una "struttura" autosufficiente governata da proteine che, poste sulla membrana citoplasmatica, hanno la facoltà di catalizzare all'interno della cellula tutte le sostanze nutritive utili al suo sostentamento. Nel frattempo è nato l RNA e il DNA e la duplicazione cellulare in cui è contenuta la stessa informazione. In tutto ciò sopravvive ciò che ha un costo energetico inferiore allo scopo da ottenere per la propria sopravvivenza. 

Abbiamo visto che l'organismo conta circa 250 citotipi cellulari diversi, tutti legati tra loro da una matrice comune, ma ognuna specializzata in un compito diverso. Molte di queste cellule costituiscono il nostro sistema nervoso centrale e quello periferico. All'interno di esso abbiamo cellule neuronali che vanno a costituire il midollo spinale e poi il cervello. I neuroni sono di diverso tipo: abbiamo quelli di associazione che si trovano nel cervello, quelli motori e quelli sensori che si trovano appunto sparpagliati lungo il sistema nervoso e che svolgono compiti diversi.

Il sistema nervoso è composto da recettori che appunto ci permettono di percepire il mondo esterno attraverso gli organi di senso. Abbiamo i meccanocettori che riguardano la sensazione della pressione, i chemiocettori che si trovano lungo i canali del gusto e dell'olfatto e che servono al individuo per riconoscere le sostanze chimiche esterne (alimenti odori etc.) i nocicettori che riguardano la sensazione del dolore, i recettori elettromagnetici che permettono di percepire la luce. 

L'uomo risulta essere il frutto di una evoluzione che significa adattamento, e che significa ottenere il migliore risultato col minimo dispendio energetico. La potenzialità di ogni individuo, dunque, deve essere rivista in funzione di questi presupposti. Le riflessioni sono molteplici, come quella più mistica e trascendentale sul motivo spirituale dell'esistenza umana. La coscienza umana risulta essere un processo altamente sofisticato. Persino le emozioni non sono altro che il risultato evolutivo di strutture fisiche elementari in milioni di anni. 
Possiamo affermare che esista uno stato di pre-coscienza, un'entità spirituale, un'anima che si innesta in noi a prescindere dalla nostra coscienza e che è persino riscontrabile in quelle prime cellule che hanno rappresentato il materiale su cui poi si è sviluppata la vita sulla terra? Possibile che siamo solo una reazione a catena? Esistono altri stati indipendenti da quello materiale? Qui entriamo nel settore spinoso della fede.

Ho notato che la fede, le religioni, la spiritualità sono creazioni umane, sono artefatti culturali nati in funzione della costituzione della società e quindi sempre per la sopravvivenza dell'individuo, nato per vivere in società. Le relazioni dunque sono un aspetto fondamentale della spiritualità stessa. Prima di parlare di spiritualità bisogna parlare del legame tra due o più esseri umani, legami che vanno gestiti con delle regole per, come ho spiegato in precedenza, sopravvivere in un ambiente in cui ogni individualismo finirebbe per portare alla distruzione. Con ciò non voglio dire che non esiste un'anima o un'entità ultraterrena, ma che per parlarne, secondo il mio parere è necessario affrontare prima di tutto l'argomento a partire dalle conoscenze scientifiche.