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07 novembre 2014

Astrologia e statistica. 1^ parte.

Durante il corso di questa trattazione della durata di numerosi articoli, avremo modo di affrontare la spinosa questione della statistica in astrologia.
Il mio obiettivo è quello di dare alcuni chiarimenti e dare informazioni circa le formule matematiche di base per effettuare i calcoli necessari alla ricerca. 

Ho scelto di trattare questo argomento perché ho notato che sempre più astrologi parlano di statistica ma non sanno in effetti di cosa si tratta. Allora mi sembra giusto istruire e informare queste persone affinché possano applicare in maniera corretta questi principi. Mi scuso in anticipo con i lettori di questo blog che cercano qualcosa di più semplice; ma vorrei ribadire che scrivo anche per chi è molto addentrato nella materia e cerca degli approfondimenti alternativi. Ciò non toglie che come al solito scriverò anche altri articoli molto più leggeri. 

La statistica presenta delle regole ben precise che devono essere rispettate e se non si conoscono sarebbe sempre meglio non parlare di come si eseguono le ricerche. Per esempio c'è chi applica i principi dell'osservazione empirica a pochi casi e poi trae una generalizzazione. Ora non voglio mettermi a fare una polemica contro chi fa questi errori così grossolani; ma è necessario ricordare sempre che fare astrologia non è né uno scherzo e né un gioco. Pertanto occorre fare le cose studiando seriamente e non inventando di sana pianta le procedure di ricerca.

Prima di spiegare  come si procede, però cerchiamo di capire a cosa serve la statistica. Nel nostro caso lo scopo è quello di contare i casi in cui è possibile trovare una data tendenza (astrologica) e vedere se questa è significativa e se è rappresentativa solo del campione analizzato o può essere estesa, generalizzata, anche alla totalità dei casi. 

Si parte da una ipotesi e poi per mezzo della statistica si cerca di capire se essa è vera o falsa, appunto procedendo con la raccolta di un campione, di un numero di casi, che sarà analizzato con le formule studiate dai professionisti del settore secondo criteri molto rigorosi. 

Dobbiamo usare criteri di osservazione tali da ridurre il minor numero possibile di errori e anche in questo caso esistono modi e strategie utili. Reichenback parla di un momento di "illuminazione" che appunto ci permette di supporre l'esistenza di una regolarità dietro a un fenomeno qualsiasi, e poi di un momento in cui dobbiamo mettere alla prova questa nostra intuizione, appunto per mezzo di una verifica, utilizzando un criterio logico razionale e una serie di procedure logiche. Per far ciò è necessario che gli strumenti che noi andremo ad utilizzare siano validi, cioè utili per lo scopo, e che appunto ci forniscano dati attendibili. In sintesi il metodo da utilizzare deve essere quello giusto e deve essere strutturato in maniera da fornirci dati esatti. Solo dopo aver imparato queste regole sarà giusto farsi un'idea dei loro limiti nella ricerca astrologica. Non prima, come avviene spesso e volentieri.

le prime regole da tener presente sono queste:

1) il campione, il numero e il tipo di casi da analizzare, deve essere adeguato alla ricerca che si vuole svolgere;
2) ci devono essere degli strumenti di misura validi;
3) e anche le osservazioni devono essere valide, cioè organizzate per la valutazione diretta o indiretta del campione.

Con la statistica descrittiva noi facciamo una compilazione di tabelle in cui vengono raccolti dei dati e poi conteggiati. Però se dobbiamo ipotizzare che un certo valore individuato possa essere rappresentativo di un campione più grande (come ci proponiamo in astrologia), allora facciamo una statistica inferenziale (o induttiva). Credo sia importante delineare questi concetti base perché dovremmo essere in grado di padroneggiarli quando arriveremo a parlare di cose cento volte più complicate, ossia quando andremo a studiare le varie formule matematiche. Mi rendo conto che la cosa potrebbe apparire molto noiosa; ma vi assicuro che anche io che sono una frana in matematica e non l'ho mai digerita, sono riuscito a trovare un minimo di svago. Pertanto cercherò di presentare il discorso come se fosse una specie di gioco enigmistico. 
Davvero molto importante, ma in sintesi, rendersi conto che la ricerca astrologica non è una cosa per tutti ed è necessario conoscere gli errori a cui si potrebbe andare incontro quando si analizzano i dati, soprattutto se parliamo di fenomeni che riguardano il comportamento e le emozioni. Infatti nell'astrologia così come nella psicologia non ci si limita alla raccolta dei numeri ma bisogna pure interpretare i fenomeni.
In sintesi ecco i punti salienti:
  1. l'eccessivo rigore o indulgenza di un astrologo può influire sulla valutazione del materiale, sull'analisi dei singoli casi;
  2. l'astrologo può compiere errori legati a pregiudizi personali;
  3. l'astrologo ha una certa tendenza a conservare una propria opinione iniziale;
  4. l'astrologo ha una tendenza a usare solo i dati più significativi escludendo quelli che sembrano di poco conto;
  5. l'astrologo spesso cade nella scelta dei soli casi che soddisfano le proprie aspettative (effetto Pigmalione); 
  6. l'astrologo attribuisce ad altri quelle che sono le proprie caratteristiche (proiezione);
  7. l'astrologo influenza involontariamente il responso del consultante;
  8. il consultante generalmente dice come vorrebbe essere e non come è in effetti;
  9. il consultante esprime una idea di sé spesso troppo severa e quindi poco realistica.
Sarà utile anche, prima di terminare questo primo capitolo, definire le prime informazioni veramente essenziali per procedere con lo studio della statistica. Parliamo delle variabili, ossia di quei valori che servono a descrivere una qualità o quantità dell'oggetto stesso. 

  • Parliamo di variabile QUALITATIVA CATEGORIALE se descrive una qualità (per esempio celibe, nubile, sposato divorziato)
  • Parliamo di QUALITATIVA ORDINALE  se descrive una qualità basata su categorie ordinate su diverse grandezze (per esempio freddo, tiepido, caldo; triste, sereno, felice).
  • QUANTITATIVA CONTINUA quando è possibile stabilire valori numerici intermedi (per esempio 3,5g - 4,8km - 9,2l- trigono 120,2 gradi)
  • QUANTITATIVA DISCRETA quando i valori numerici sono interi (per esempio 1, 10, 36, 100 persone; quadrato 90 gradi). 
Segue la seconda parte.