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28 marzo 2015

L'astrologia e la psicologia della comunicazione. 3^ parte.

Siamo alla terza e ultima parte del processo estemporaneo di analisi dei processi della comunicazione in relazione all'astrologia. 

Oggi trattiamo gli atteggiamenti. Essi sono le premesse utili ad attuare un preciso comportamento. Diciamo che il comportamento è la reazione pratica a un dato atteggiamento. Gli atteggiamenti sono positivi o negativi e sono caratterizzati dall'accessibilità, cioè dalla velocità con cui possono essere richiamati in memoria. Quindi è intuibile come questi siano dato dalle esperienze che ci siamo fatti di un dato oggetto o di una data conoscenza (per esempio astrologica visto che siamo in tema). Gli atteggiamenti hanno una forza nella misura in cui influenzano il soggetto e una persistenza se durano nel tempo e una resistenza se difficili a cambiare. Tutte queste nozioni, a mio parere sono importantissime quando parliamo dell'uomo in quanto ci consentono di demarcare con maggiore precisione l'ambito in cui si muove l'astrologo. In questo modo si comprende come una consulenza astrologica o un giudizio che noi possiamo fare del consultante deve basarsi sul riconoscimento di quegli atteggiamenti che portano a comportamenti stabili rispetto a un'idea, a seconda delle credenze e dei valori del soggetto. 
L'atteggiamento è di fondamentale importanza nel discorso astrologico perché avendo una funzione conoscitiva rappresenta una scorciatoia per non rianalizzare le cose ogni volta. Diciamo quindi che l'atteggiamento corrisponde a una forma di giudizio basato sulle esperienze pregresse e quindi fondato sull'apprendimento.
  
Esso ha una funzione ego-difensiva ma pure una funzione utilitaristica. Mantenere un dato atteggiamento dipende anche dai rinforzi acquisiti o indotti. Per esempio, per il secondo caso possiamo immaginare il rinforzo stabilito dalla pubblicità che per ricompensare l'acquisto di un prodotto conferisce dei premi. Sulla base degli esperimenti di Pavlov un rinforzo a intermittenza produce risultati più persistenti nel tempo.

Analizziamo l'atteggiamento con alte risorse cognitive: a ogni prodotto o elemento del sapere viene attribuita una credenza e un peso. Noi tendiamo a sommare gli attributi e così formiamo un atteggiamento complessivo. Anche l'idea di ciò che pensano gli altri crea una reazione e poi un comportamento. Quindi, altro elemento importante per la valutazione dei nostri comportamenti è quella di considerare la componente sociale. Ribadisco nuovamente come la posizione del Sole nelle Case non rappresenti solo l'ambito in cui accadono le cose, ma anche l'insieme delle regole e gli aspetti sociali che ci condizionano. Pertanto ogni Casa è sociale. Lo ribadisco e lo sottoscrivo ancora una volta. 

Fishbain dunque lega ogni attributo a un atteggiamento. Se questi si fondano sulle credenze dell'individuo allora vengono inibite le contro-argomentazioni. L'atteggiamento porta a un intenzione di comportamento, e non al comportamento vero e proprio. Durante il passaggio tra intenzione e comportamento possono esserci alcuni fattori di disturbo come il tempo: se siamo intenzionati a fare qualcosa e non abbiamo il tempo necessario per farla, allora avviene quella frazione tra intenzione e l'azione effettiva. Altro elemento di disturbo è per esempio la variabile ambientale legata al contesto: per esempio un negozio chiuso o un libro irreperibile.  Anche le nuove informazioni possono portare a un cambiamento di atteggiamento e quindi comportamento. Basti pensare per esempio a chi non crede alle rivoluzioni solari mirate, e poi, quando riceve le giuste nozioni comprende di aver completamente travisato, a patto che sia disponibile ad apprendere e che sia motivato. La motivazione dipende da quanto le nuove informazioni mettono in crisi le nostre credenze.

E qui entra in gioco l'atteggiamento con alte risorse emotive: sebbene l'elaborazione sia di tipo olistico, la componente cognitiva in qualche modo influenza l'elaborazione quando sono toccati i valori e a quando a essi corrisponde un legame emozionale. Delle emozioni ne ho già parlato moltissimo e vi rimando alla lettura degli articoli di psico-biologia scritti da me, sempre su questo sito.

Quando abbiamo basse risorse cognitive l'atteggiamento non si basa più sulle credenze forti e il rischio percepito risulta troppo limitato da poter produrre un qualche tipo di elaborazione più impegnativa. Secondo l'autore le basse risorse cognitive possono dipendere anche dalla poca abilità e opportunità di elaborare. Quindi si sceglie una via "periferica" euristica che si basa sul gidizio in base alla credibilità del mittente o del testo.

Con basse risorse emotive abbiamo una semplice esposizione all'informazione e il nostro atteggiamento dipende esclusivamente dalla familiarità con l'informazione. Però la ripetizione costante può portare alla noia, ed è per questo che si è pensato al rinforzo tramite i premi, per mezzo del condizionamento classico descritto da Pavlov. 
Perché la cosa funzioni vi deve essere contiguità e ripetizione tra lo stimolo condizionato e la risposta condizionata.

Abbiamo parlato di capacità di elaborazione e di intelligenza, di opportunità e di abilità nell'elaborazione; ma non bisogna sottovalutare il peso della memoria. Anche di questo argomento ne ho parlato molte volte in numerosi articoli di psico-biologia che raccomando ancora una volta di leggere. Tuttavia non fa male ripetere alcuni concetti chiave: abbiamo una memoria sensoriale iconica ed ecoica, olfattiva dove immagazziniamo codici spaziali e verbali, una memoria di lavoro, a breve termine, e una a lungo termine. Uno stimolo attivato nella memoria di lavoro, dopo 10 -15 secondi svanisce se non è riattivato. Il sovraccarico di informazioni inibisce la memorizzazione perché va a incidere sulle risorse di energie necessarie all'apprendimento. Pertanto, banalmente, è necessaria la pratica e l'addestramento.  Abbiamo aree cerebrali con diverse specializzazioni e set di indici di recupero per accessi più velici basati sul raggruppamento. Quindi se attiviamo un certo gruppo di neuroni automaticamente inneschiamo neuroni adiacenti e quindi aumenta la probabilità che possa balzare alla mente il ricordo. Noi apprendiamo conoscenze procedurali su come fare le cose oltre che la conoscenza dei fatti: una memoria procedurale e una dichiarativa. Tutto è organizzato in modelli mentali, perché questi poi vengono utilizzati alla necessità. Possiamo  associare la memoria a un contenitore, mentre il ricordo è l'atto di accadere a questo. Durante questo processo vi è un riconoscimento e dunque una comparazione. Anche sulle facoltà mnemoniche e sulla capacità di ricordare subentra la motivazione, l'abilità e le emozioni stesse che possono portare a errori distorsivi. 

Le emozioni, ve lo ricordo, hanno una duplice natura: riguardano le sensazioni e hanno a che fare con l'aspetto fisico,fisilogico; e il sentimento che invece riguarda l'aspetto mentale. L'emozione è la sintesi di questi due elementi.
Uno stimolo porta a un'eccitazione fisiologica ed essa porta a sentimenti e quindi a comportamenti. Dunque il comportamento dipende non solo dalla componente cognitiva, ma pure da quella emotiva, e giacché le Case astrologiche indicano il luogo e le modalità del comportamento, naturalmente racchiudono in loro anche un aspetto emotivo più o meno intenso a seconda della Casa in oggetto. Io che ho il Sole in IV Casa avrò un'emotività maggiore rispetto a chi invece ha il Sole in 6^ che tenderà ad avere una componente cognitiva più sviluppata. Pensiamo per esempio a Einstein che aveva il Sole in X^. 

Abbiamo emozioni primarie che coinvolgono il sistema limbico e sono precognitive cioè si attivano prima ancora che il cervello possa elaborare lo stimolo. Si attivano per esempio in risposta al pericolo. Quelle secondarie sono più elaborate, e infine abbiamo addirittura emozioni cognitive, cioè valutazioni del comportamento e un'emozione auto-generata dalla riflessione.
Plutchick suddivide il campo delle emozioni in 8:
amore, ottimismo, aggressività, disprezzo, rimorso, delusione, spavento, sottomissione. Dalla combinazione di queste si ricavano altre emozioni e altre ancora più difficili da catalogare. 

Zilmann afferma che le emozioni danno una risposta non specifica che avviene sotto la soglia della coscienza. L'individuo spesso, in risposta a una situazione, individua solo una causa mentre potrebbero essercene di più. Il fatto che vengano attivati nodi specifici all'interno del cervello, mette in risalto il fatto che le emozioni si integrano tra loro e miscelazione oppure vi è un'alternanza tra due o più. Naturalmente così come i fattori emotivi influiscono sulle capacità cognitive, viceversa anche fattori emotivi condizionano le risposte cognitive. 

I risultati dell'emozione hanno una natura fisiologia, ma pure una motoria strumentale: (fuga, attacco) una componente espressiva  (espressioni del volto). Generalmente rispondiamo a eventi prototipo che scatenano tipiche emozioni: questo ancora una volta mette in evidenza il fatto che l'astrologia si riferisca alle situazioni tipiche dell'individuo e che non ha la pretesa di spiegare tutto ciò che esce da questa tipicità. L'emozione in conclusione, limita l'intelligenza perché non permette la pianificazione perché è difficile da  controllare.

Una volta attuato un atteggiamento, un comportamento basato su processi di elaborazione cognitiva, emozioni e processi stabili in memoria, ci facciamo un giudizio dell'informazione acquisita. Il giudizio è un paragone e si basa su alcuni punti che noi utilizziamo come riferimento. Gli estremi di una scala e che sono soggettivi, naturalmente influiscono su quello che sarà il nostro giudizio definitivo a proposito di un oggetto qualsiasi. Può essere pregresso e quindi mantenersi più o meno stabile, ma in genere quando ciò accade allora diventa una credenza. 

I giudizi sono di preferenza quando si valutano gli attributi o le caratteristiche (di persone, fatti, oggetti, idee); sono di soddisfazione tra un oggetto (persona o altro) rifiutato e accettato; giudizi di predizione e intenzione cioè quando ci siamo fatti un'idea a proposito di come si evolverà una situazione. Il processo di decisione è un'azione discreta. Ciò significa che non ci sono misure intermedie: quando si prende una strada ci si dirige verso una direzione sola (altrimenti si parla di indecisione). Con alte risorse cognitive le marche sono paragonate a due a due sulla base delle loro caratteristiche positive: viene scelta quella col maggior numero di attributi positivi; o appena compare una caratteristica negativa per soglia di accettabilità si elimina il prodotto o si scarta la scelta. Nel modello lexicografico, nel processo di decisione con alte risorse cognitive si parte dal valore più importante sinché non si trova uno superiore. Con ciò si vuole dimostrare che esistono diverse strategie per il giudizio e quindi la scelta. 

Con alte risorse emotive invece l'attenzione viene posta a valori edonistici ed estetici.
Quando il soggetto sceglie con basse risorse cognitive, bisogna che sia il mittente stesso ad attrarre il destinatario attuando delle delle strategie legate ai rinforzi, e che possano fare leva sull'abitudine..
Con basse risorse emotive i soggetti scelgono solo in funzione della piacevolezza. Dati questi presupposti, il mittente dovrebbe elaborare delle strategie utili a non creare saturazione e noia.

Una volta attuate le scelte sulla base dei propri giudizi, si attua il comportamento vero e proprio: si tratta di un'azione osservabile  e misurabile. 
Il comportamento di acquisto o relativo a una determinata situazione (in coppia, in società, in un dialogo per esempio) si basa prima di tutto sulla ricerca di informazioni su quanto interessa; recarsi luogo (virtuale se si tratta di ottenere informazioni da internet), cercare ciò che interessa. In secondo luogo il comportamento consiste nell'usare o sfruttare una data cosa. L'ultima fase consiste nell'abbandono (nel caso si parlasse di un prodotto parliamo di abbandono ed eventualmente riacquisto).

Ultima cosa a conclusione del lungo post di oggi, è l'apprendimento post decisionale perché vi è il passaggio e la stabilizzazione in memoria a lungo termine dell'esperienza. Naturalmente quella diretta è più motivante ed ha più possibilità di essere rievocata attraverso il ricordo e quindi essere riutilizzata in futuro. L'apprendimento come ben sapete può essere "manipolato" per mezzo di un condizionamento come si afferma nella teoria comportamentista (Pavlov). Però esiste pure una teoria dell'apprendimento cognitivo dove la percezione soggettiva e le esperienze diventano determinanti per valutazione delle ipotesi e poi delle strategie di comportamento.
Questa teoria prevede la generazione di ipotesi, l'esposizione all'evidenza dei fatti, la codifica dell'evidenza per confrontarla con la propria ipotesi e infine l'integrazione dell'evidenza.