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30 aprile 2015

I Valori e la comprensione

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Cosa sono i valori? 
Alla base della motivazione che sta dietro le azioni abbiamo i valori. Sono questi che ci spingono verso il processo di decisione e rappresentano un po' i nostri pilastri, con la precisazione che questi possono pure cambiare nel tempo perché mutano con il cambiare delle nostre convinzioni, col mutare delle culture e quindi del contesto in cui ci ritroviamo. Stanno alla base dei nostri obiettivi, riguardano ciò che è importante per noi e rappresentano la nostra idea della vita, della morte, della felicità, della sofferenza, ciò che è giusto, sbagliato, affidabile, inaffidabile, sicuro etc. etc.

I Valori sono strumentali quando ci consentono di raggiungere un obbiettivo concreto e terminali quando servono a raggiungere un certo stato d'animo. Insomma, sono quei punti di riferimento su cui si basano le nostre scelte: sono il modo mediante cui giudichiamo noi stessi, gli altri, il mondo attorno a noi.

I valori in quanto sistema di giudizi, sono pratici quando ci permettono di giudicare una persona o un oggetto in base ai suoi attributi: cioè qualsiasi cosa è buona o cattiva, bella o brutta in base a quelli che sono i giudizi maturati in base a determinante credenze o in base a quello che abbiamo acquisito per mezzo dell'educazione o attraverso le relazioni. 
Sono utopici quando il giudizio non è solo legato a una questione cognitiva ma pure emotiva: mi permette di stabilire se sono d'accordo o no con qualcosa che mi ha trasmesso un certo tipo di emozioni. 
Sono critici quando sulla base di questi confrontiamo due o più oggetti (o persone) tra loro in base al vantaggio svantaggio che potremmo ottenere.
Sono ludici quei valori legati ai piaceri della vita.

Durante il processo di comunicazione i valori hanno il compito di creare adesione poiché ogni persona sente la necessità di condivisione. Come scritto altre volte, l'essere umano è un "animale sociale" e in quanto tale intesse relazioni che hanno lo scopo di farci accettare tutte quelle persone che possano appoggiarci, sostenerci e di rifiutare invece tutte quelle persone che hanno valori incompatibili coi nostri. La cultura stessa in qualche modo cerca di omologarci, di spingerci alla condivisione di determinati valori che, nel caso in cui diventassero stabili, diverrebbero princìpi. 

Il livello di attenzione dell'interlocutore aumenta nel momento in cui riusciamo a toccare i suoi valori e quindi risulta facile poter comunicare; da qui aumentano le possibilità di rendere più efficace il processo di convinzione e poi di persuasione. Nella mia pratica di analisi dei soggetti attraverso l'astrologia, devo dissentire da quello che hanno scritto alcuni colleghi quando cercano di identificare i valori in un preciso e unico settore oroscopico. Stando alla mia esperienza in oltre 17 anni e mezzo di colloqui, è l'insieme del quadro astrologico a fornirci le indicazioni di cui abbiamo bisogno, ricordando che la variabile astrologica è solo una delle componenti da prendere in considerazione per fare un'indagine dei processi alla base del pensiero e del comportamento umano; un ulteriore punto di vista che non deve essere un sostituto delle discipline cosiddette scientifiche ma che deve accompagnare, a mio parere, lo studioso verso un percorso di ricerca più ampio, appurato che anche l'astrologia hai suoi fondamenti a volte falsificabili secondo i dettami della nuova epistemologia popperiana, ma ancora meglio secondo quelli dell'anarchismo epistemologico contemplati da Feyerambend nel suo ormai storico "contro il metodo".

I valori dunque rappresentano la "conditio sine qua non" dei motivi per cui i soggetti sono spinti alla comunicazione. Tuttavia il processo comunicativo presuppone anche un certo livello di comprensione del testo (rappresenta l'insieme degli impliciti e dei presupposti, e quindi non solo il messaggio in sé per sé).

La comprensione del testo dipende da tre fattori principali: dall'abilità, dalla motivazione  e dall'opportunità che il soggetto possa elaborare. L'elaborazione delle informazioni avviene in questo modo: il cervello prende dal mondo circostante solo ciò che gli è utile: non prende ogni dettaglio o elemento presente all'interno di una conversazione o nell'analisi di un oggetto. Questo permette di avere una visione sintetica di una situazione, di una persona, di un oggetto. Il resto è un processo di deduzione in cui l'individuo cerca di cogliere il senso delle cose per poi valutarle. In questo modo poi sarà possibile agire cioè attuare o meno strategie di risposta o pianificare azioni. Per la maggiore parliamo di processi automatici: una volta acquisiti degli schemi mentali, il soggetto ha dei modelli di riferimento con cui confrontare quello che i sensi percepiscono dal mondo esterno, sulla base di un principio di analogie quando le informazioni sono nuove: cioè l'essere umano valuta i fatti in base alle somiglianze che mostrano con fatti simili. Diciamo che questo principio è lo stesso su cui si basa il pensiero astrologico su cui spesso mi sono dilungato. 

Il livello di comprensione di un testo dipende dalle nostre abilità, cioè dalla capacità di saper collegare fatti, raccoglier il maggior numero di informazioni e collegarle tra loro producendo molteplici significati. Quindi, tanto più sono le informazioni che utilizziamo e tanto più questi dettagli ci aiuteranno nella comprensione del testo. L'abilità dipende dal nostro livello di scolarizzazione ma pure da una componente biologica che in qualche modo può essere legata anche alla motivazione. Possiamo affermare che le capacità di elaborazione e di apprendimento sono in parte innate e in parte acquisite? Quel che possiamo dire è che la motivazione e quindi la capacità di apprendere sulla base di un interesse che ci sta a cuore, aumenta le possibilità e le probabilità di apprendimento. In ambito astrologico, pertanto, è necessario considerare gli ambiti che riguardano le nostre motivazioni per produrre indicazioni più interessanti e veritiere circa le caratteristiche intellettive del soggetto, (se vogliamo aiutarci seguendo un certo tipo di binari che ovviamente non affondano nella creduleria popolare checché se ne dica superficialmente). 

In ultimo e non per importanza abbiamo l'opportunità che il soggetto si trovi coinvolto nell'elaborazione. L'opportunità di apprendere dipende a sua volta in parte dalle nostre motivazioni ma pure dal materiale che abbiamo a disposizione. La possibilità di colmare certi vuoti cognitivi non solo attraverso deduzioni ma pure per mezzo di ulteriori informazioni, dunque dipende dalla possibilità che esse possano essere recuperate dalle fonti esterne. Una maggiore opportunità di recepire informazioni mi consente una maggiore opportunità di analizzarle e quindi di comprendere. 

Nell'ambito della psicologia della comunicazione si parla del modello A.M.O. (ability, motivation, opportunity) quando si parla della comprensione.