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12 maggio 2015

Cellule staminali e futuro


Chi bazzica su questo sito conosce già il mio approccio scientifico alla materia astrologica e il fatto che spesso affronto tematiche relative alle neuroscienze, alla psicologia o alla fisica. Oggi vi propongo una tematica molto attuale relativa al campo della ricerca scientifica in ambito medico. Non sono uno scienziato né un dottore e dunque il mio risulta essere solo un intervento di tipo nozionistico a cui poi aggiungo alcune considerazioni personali per rispondere a interrogativi proposti alla facoltà di psicologia che io frequento. La tematica di oggi verte a definire come le cellule staminali possano risultare utili per la prevenzione o la cura di malattie neuro-degenerative come il Parkinson, la SLA, l'Alzheimer.

Delle cellule staminali si è molto sentito parlare in TV soprattutto da quando il dottor Vannoni fu intervistato da alcuni giornalisti del noto programma televisivo "le iene". Ovviamente per gli ignari delle cellule staminali quello fu il modo per farle conoscere al vasto pubblico, me compreso. 

Ad occuparsi delle cellule staminali e in corsa verso il premio Nobel è il dottor Olle Lindvall, neurologo svedese che con le sue ricerche potrebbe aiutare la medicina a curare o prevenire alcune malattie degenerative del sistema nervoso centrale. Fino a qualche decennio fa si ipotizzava che non si potessero rimpiazzare i neuroni morti: sappiamo che durante la nostra vita aumentano e si modificano le connessioni sinaptiche tra un neurone e l'altro, ma che il numero stesso dei neuroni diminuisce considerevolmente. In più alcune malattie possono portare alla necrosi delle cellule neurali e inibire considerevolmente lo svolgimento delle normali funzioni fisiche come quelle legate alla deambulazione o alla memoria. Sono i neuroni infatti che inviano o ricevono segnali elettrici da o verso il sistema nervoso centrale, e che ci consentono di svolgere dalle più elementari alle più complesse elaborazioni mentali.

Da alcune ricerche risulta che la rigenerazione delle cellule cerebrali è possibile attraverso le cellule staminali. Ma cosa sono nello specifico? Si tratta di cellule cosiddette "primitive" che hanno la facoltà di trasformarsi in diversi tipi di cellule. Giacché Ogni neurone ha una sua specifica funzione e scopo, la staminale arriverebbe a prendere le "sembianze" di quella da ripristinare. Si potrebbe dunque rimettere a nuovo un tessuto nervoso danneggiato. Le cellule staminali embrionali sembra possano essere "riprogrammate" da cellule adulte: è un po' come se queste apprendessero il funzionamento delle cellule con cui sono messe a contatto. 

Relativamente al Parkinson abbiamo che la morte dei neuroni adibiti alla produzione del neurotrasmettitore dopamina, porta appunto alla mancata produzione di questa e dunque all'impossibilità di trasmettere il segnale nervoso utile a mantenere il controllo muscolare. Questa è una malattia genetica e dunque è già contenuta in un difetto dell'espresisone dei geni. Altre volte può essere acquisita in seguito all'assunzione di forti dosi di ferro, zinco, alluminio, elementi addirittura presenti in alcuni coloranti alimentari. 


Quanto al fatto che la sostanza neuronale possa essere rigenerata una volta danneggiata, per ora le evidenze scientifiche ci dicono il contrario o i risultati sembrano essere assai controversi; ma molte ricerche sono volte proprio a dare una speranza a chi appunto ha le cellule neuronali compromesse da un difetto genetico o da sostanze assunte accidentalmente e/o inavvertitamente. 
Oggi il Parkinson si cura con un precursore della dopamina più che altro come tentativo di compensazione, ma non si è ancora scoperto come agire sulla degenerazione neuronale, né se ne conoscono le cause, purtroppo anche se un cofattore potrebbe essere dato da colpi ripetuti al volto (è il caso di alcuni pugili affetti da tale malattia). Lindvall ha studiato diversi tipi di cellule staminali:
quelle neurali del mesencefalo estratte da feti abortiti,
quelle embrionali dell'ovulo fecondato. Dunque se trapiantati potrebbero sopravvivere, crescere, adattarsi al sistema, rilasciare dopamina e così ripristinare i danni. Alcune ricerche sembra abbiano dato esito favorevole ma è naturale che la sperimentazione dovrà essere attutata su campioni più vasti.

Nell'Alzheimer è semplice correlare la neuro-degenerazione con la senilità anche se esistono dei casi di Alzheimer precoce come eccezione.  
Un limite verso la ricerca scientifica a proposito delle cellule staminali è imposto dalla Chiesa e da altre istituzioni che fanno ostruzionismo nei confronti di questo tipo di ricerca genetica, anche se molti affermano sia giusta una regolamentazione che impedisca quelle devianze dall'etica morale. 

Sempre per fronteggiare l'Alzheimer, alcuni ricercatori dell'università di Milano-Bicocca e dell IRCCS, hanno ideato nano particelle (le Amyposomes) utili a controbattere l'insorgenza delle placche senili generate dalla proteina beta-amiloide. Dunque uno strumento alternativo alle cellule staminali. 

Consentitemi a questo punto una divagazione astrologica. In ambito astrologico non esiste ancora uno studio che possa giustificare, attraverso la posizione dei pianeti, l'insorgenza di malattie degenerative del sistema nervoso centrale. Posso però ipotizzare afflizioni della Luna e di Nettuno nel caso dell'Alzheimer. Ovviamente non esiste un rapporto di causa ed effetto tale che a una collocazione astrologica possa corrispondere una patologia specifica: possiamo parlare di una serie di possibili patologie legate, per analogia, a un organo o a una funzione dell'organismo. Naturalmente sono le osservazioni empiriche a guidare il ricercatore astrologico verso l'evidenza dei fatti, prendendo in considerazione, però, le variabili genetiche e i fattori di rischio. Potrà sembrare assai paradossale che l'astrologia possa avere un ruolo (grande o piccolo che sia) per l'identificazione di un ventaglio di patologie a cui potremmo andare incontro; ma vorrei ricordare che questa non è quella degli oroscopi che serve solo per intrattenere il pubblico della TV: la vera astrologia è qualcosa di colto e sconosciuto alla stragrande maggioranza della gente e che io cerco di divulgare alla mia maniera. 

Il transito di Saturno in Capricorno tra qualche anno potrebbe incentivare la ricerca scientifica e quindi una speranza in più che si possano trovare rimedi utili a sconfiggere alcune malattie, chissà, proprio attraverso un utilizzo efficace delle cellule staminali: anche in questo caso parliamo di una previsione a partire dall'osservazione dei cicli planetari (compiuta da alcuni autorevoli ricercatori come il grande astrologo Andrè Barbault, scopritore di un'indice ciclico planetario legato ad eventi a forte impatto sul mondo civilizzato e non) e che ci informano di come un certo tipo di scoperte siano scandite da quel grande "meccanismo a orologeria" che è il cielo sopra di noi. Qui non è mia premura dimostrare quelle che per noi astrologi sono evidenze delle correlazioni tra posizioni planetarie ed eventi; per questo raccomando ai nuovi lettori di affrontare la lettura di questo mio scritto con uno spirito curioso anzicché inquisitorio.