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06 dicembre 2015

Domande psicologiche. 1^ parte.


Cari lettori, oggi rispondo a moltissime delle vostre domande. Ho raccolto tutte quelle accomunate dalla necessità di una conoscenza psicologica e non solo astrologica delle cose che accadono. Buona lettura.

Caro Al Rami, cosa pensi dei metodi moderni per capire il mondo? 

Ritengo che la storia ci abbia insegnato che la conoscenza è un continuo andare avanti e indietro, recuperando e rivalutando ciò che dicevano gli antichi. La conoscenza si avvale di specifici filtri di lettura perché non possiamo avere una visione totale di come funziona il mondo: le nozioni e le informazioni sono così tante che dobbiamo scegliere un approccio. Esso descrive una parte della realtà. Tutto nacque col  
paradigma razionalistico nell'antica Grecia e in particolare con Cartesio che col suo "cogito ergo sum", pensò che forse l'unica realtà possibile era interna a noi visto che persino i dogmi della fede erano stati scardinati. Poi il pensiero cambiò radicalmente con Galileo: la conoscenza è data dall'esperienza. Le cause dunque sono esterne e l'uomo è un semplice osservatore. Infine, Con Russel si ripesca dal passato il paradigma deduttivo di Cartesio ma lo si alterna con l'esperienza induttiva dell'empirismo galileiano. Nasce la scienza come la conosciamo oggi. 

Caro Al mi sento depressa e non riesco ad andare avanti... Non riesco a capire qual è il problema. Cosa posso fare? 

Freud a fine '800 parlava delle libere associazioni. Prima di tutto capì che rimuoviamo dalla coscienza il vero problema quando è troppo difficile accettarlo. Allora per capire cosa ci fosse sotto, cosa fosse stato dimenticato, "curava con le parole"; cioè chiedeva al paziente di parlare di ogni cosa veniva in mente perché credeva che questo doveva per forza avere a che fare con quanto rimosso. Il tuo problema quasi certamente è relativo a una collera repressa che non hai saputo tirare fuori e che hai introiettato. Scarica la tensione in palestra. Non so se risolverà il problema, ma può aiutare. 

Ciao. Mi vergogno un po' a fare questa domanda: ho la psoriasi e mi hanno detto che è un problema psicosomatico. Cosa ne pensi? 

Molti dei nostri problemi di salute hanno una radice psicosomatica. Mi viene in mente l'intervento de "Le Iene" ad un seminario della dottoressa Mereu. Essa forse esagerò dicendo che tutto ha una causa che sta nella mente del soggetto e che la medicina ufficiale non serve a niente. Secondo il mio parere invece è necessario uno scambio costante tra diversi saperi e che bisogna affrontare il problema anche facendo convergere più teorie. In ogni caso, anche io ho letto che la psoriasi ha una radice psicologica. Se è così allora è il risultato di un ricordo rimosso. Freud fa l'esempio delle statue che servono a commemorare un episodio storico ed è come se si piangesse costantemente su quanto accaduto nonostante fosse accaduto secoli prima. Si parla di un affetto bloccato dalle resistenze psichiche. È un po' come se dentro di noi ci fossero due persone che lottano per la supremazia. In qualche modo bisogna ottenere un compromesso e allora viene fuori il sintomo, che è una deformazione del ricordo che ci fa stare male. Per esempio, le ferite sulla pelle possono essere come una specie di ferita del passato che non hai elaborato abbastanza. 

Caro Alrami qualcuno dice che sono complessata. Sarà vero?

Secondo Jung il complesso è un insieme di idee, di pensieri, tutti con la stessa carica emotiva. Immagina come un fascio di fiori, tutti rossi. Ogni fiore è diverso dall'altro, ma è collegato all'altro per via del colore. Il colore sarebbe la carica emotiva, affettiva. Ognuno di noi ha più complessi e non necessariamente dobbiamo intendere qualcosa di negativo. Diventa negativo quando ci si fissa troppo su certe idee. Fissarsi in modo maniacale su qualcuno o su qualcosa, corrisponde ad avere un complesso. 

Gentile Al Rami cosa pensi dell'analisi dei sogni? 

I sogni si nutrono della stessa linfa di cui si nutre l'astrologia: il simbolismo. Partiamo dal presupposto che esiste un lavoro che avviene mentre dormiamo: il cosiddetto lavoro onirico. Esso prende ciò che è contenuto nell'inconscio e lo trasforma, lo deforma, per darcelo in sogno. È come se nel cervello ci fosse la farina, che tramite la lavorazione del fornaio diventa pane. Ecco: esiste un processo, un nostro "fornaio interiore" che lavora nell'inconscio e ci fa sognare qualcosa che ha a che vedere con quanto abbiamo nell'inconscio; ma che tramite la lavorazione e la manipolazione, ha avuto una lievitazione e poi una cottura sino a diventare una pagnotta calda. Il risultato è qualcosa in analogia con quanto contenuto nell'inconscio. Il sogno è un rimando a qualcosa di più profondo e analizzandolo interpretiamo ciò che ci vuole dire l'inconscio. Spesso l'inconscio capisce le cose prima che le capiamo a livello conscio e che forse non capiamo perché non vogliamo capire. 

Sono molto legato a mia madre. Ho un complesso di Edipo?

La fissazione su un genitore non è un problema se non compromette la tua sessualità e la tua vita di relazione. In realtà il complesso di Edipo riguarda la fissazione verso un genitore ma in età precoce, quando ancora non siamo molto consapevoli di noi, quando ancora non abbiamo idea di cosa sia la sessualità. Per Freud il bambino appena nato interpreta le attenzioni della madre in funzione sessuale perché tutto il corpo è una zona erogena. Quando apprende ciò allora scopre nel padre un rivale perché non riesce a spostare la sua attenzione su un altro oggetto diverso dalla madre. Avviene a quel punto un senso di pudore, di vergogna, che spinge il bambino a rimuovere tale pensiero dalla coscienza. Però a quel punto l'inconscio porta fuori un sintomo che è la perversione o l'infantilismo sessuale. Ecco: quei sintomi sono sinonimo di un complesso di Edipo. 

Ciao Giuseppe! È vero che l'inconscio è più forte della nostra coscienza?

Ciao!  Si parla di determinismo psichico, cioè del fatto che il nostro modo di agire è in qualche modo influenzato dall'inconscio. Ma cosa è l'inconscio? Parliamo di una memoria che potremmo chiamare automatica: ogni cosa noi facciamo con ripetizione, come guidare, camminare, leggere, scrivere, parlare, è legata a meccanismi che ormai sono diventati automatici. Tanto più è automatico e tanto più è inconscio. Il modo di comportarsi di ognuno è uno schema che l'individuo usa perennemente come modello per la lettura del mondo. 

Caro Giuseppe, cosa è il transfert e il controtransfert? Può avvenire anche con l'astrologia?

Il Transfert è una quota di tenerezza mista ostilità che viviamo all'interno di una relazione e che riversiamo su di un'altra persona. Ognuno vive il transfert mettendo in atto dei meccanismi tipici che ci dicono come questo soggetto interagisce generalmente in certe situazioni. Quindi il paziente si comporta in un certo modo col terapeuta che reagisce di conseguenza col contro-transfert. Durante la seduta astrologica, l'astrologo deve reagire cercando di capire i meccanismi interni e relazionali del consultante, per poi comportarsi di conseguenza. Parliamo di empatia da parte dell'astrologo che immedesimandosi nel consultante reagisce investendo il suo modo personale di comportarsi. Il Transfert e il contro- transfert avvengono in qualsiasi contesto relazionale, anche in quello tra astrologo e consultante. 

Ciao! Sono del segno dei Pesci e tu hai spesso detto che è un segno nevrotico. Ma io non sono nevrotica e invece dicono che sono molto calma. 

Ciao! Benvenuta anche a te su questo blog! Ricordo una ragazza del segno dei Pesci che era la manifestazione della calma, la quintessenza della tranquillità... Nella realtà fumava moltissimo, e dentro covava un tormento interiore molto forte. Poi, ogni tanto aveva degli scoppi d'ira che duravano veramente una frazione di secondo. Poi tornava alla tranquillità come se niente fosse. Un caso davvero molto interessante direi... La nevrosi spesso sorge quando le nostre pulsioni libidiche o aggressive sono ostacolate dal mondo esterno e quando non siamo in grado di adattarci a ciò. Questa incapacità di adattamento crea una regressione e se non facciamo uscire la tensione sotto qualche forma d'arte, allora ne risentiremo noi stessi. Per sfuggire alla nevrosi è meglio sublimare la carica pulsionale in un'attività artistica, indipendentemente dal fatto che tu sappia fare arte o meno. E ricorda, che qualsiasi cosa tu farai,in qualche modo sarà sempre legata analogicamente al tuo problema.