16 luglio 2017

Astrologia? Sì, grazie.


Astrologia...
Tutti ne parlano ma nessuno sa cosa sia...

È scienza nella misura in cui affonda i calcoli nell'astronomia. Essi sono scientifici, ripetibili, uguali per qualunque osservatore, universalmente riconosciuti. Si calcola in maniera matematica la posizione degli astri in base al luogo da cui vengono osservati. Si calcolano le distanze geometriche tra un corpo celeste e l'altro, si calcolano i tempi in cui il Sole, da visione geocentrica, impiega per percorrere dodici porzioni di spazio e come esse siano geometrizzate all'interno di un grafico circolare.  È inconcepibile un'astrologia senza astronomia.

È filosofia nella misura in cui si tira in ballo la dottrina dei quattro elementi, e lo è nella misura in cui a questa dottrina vengono sostituite altre idee, anche moderne, che possano spiegare l'esistenza dell'uomo, del suo rapporto con la natura, col cosmo. Non importa il valore di verità di queste, ma importa che siano un tentativo di far "quadrare il cerchio", così come fa, da sempre, il filosofo.

È antropologia nella misura in cui si parla dei meccanismi sociali, culturali, e le condizioni ambientali che hanno portato l'uomo a una creazione così straordinaria, raffinata.

È un sapere moderno nella misura in cui si evolve costantemente attraverso la ricerca statistica, o attraverso analisi di tipo aneddotico, empirico. 

È tradizione nella misura in cui si aderisce a una scuola antica.

È dimostrazione dell'ingegno umano nella misura in cui a essa si riconosce la capacità di aver definito più tipologie caratteriali di quelle definite dalla psicologia. 

È psicologia nella misura in cui l'astrologo interroga il consultante attraverso il metodo della maieutica, per trarre informazioni da generalizzare o da adattare alle conoscenze acquisite precedentemente. 

È storia nella misura in cui si prende in considerazione tutta la sua evoluzione dalla preistoria a oggi.

È fede nella misura in cui la si associa alle dottrine orientali, se lo si fa. 

È una pseudoscienza fintanto che non si dimostra in maniera schiacciante che esiste una correlazione tra posizioni planetarie, zodiacali e vicende umane. 

È arte nella misura in cui è ermeneutica, cioè nella misura in cui si interpreta il dato sulla base della propria sensibilità, intelligenza, intuito, ingegno, sulla base di certe regole di lettura, e su come esse possono mutare con l'esperienza.

È impegno enorme dal punto di vista intellettivo perché costringe a ragionare più di quanto è richiesto in altre materie: la propria esperienza soggettiva può essere generalizzata? E quanto? Siamo stati capaci di individuare le giuste analogie per spiegare i fatti sulla base delle posizioni planetarie? 

È utile perché costringe a vedere il mondo da un punto di vista prospettico diverso, ma da aggiungere agli altri, necessario per capire i fatti e le cose, per capire il legame di "sympateia" tra l'alto e il basso, utile per sviluppare creatività, intelligenza, pensiero laterale. 

È conoscenza perché si basa su una miriade di dati da analizzare, da memorizzare, da decodificare.

È conoscenza di sé perché dal suo studio apprendiamo le nostre capacità creative, intuitive, intellettive, man mano che ci troviamo costretti a  comprenderla, a inventarla, a modificarla. Osservando i limiti dell'astrologia conosciamo i nostri limiti perché se essa ha delle falle dipende pure dalla nostra incapacità o capacità di saper trovare delle spiegazioni a ciò, e delle soluzioni per risolverle.

È prevenzione nella misura in cui si presume che attraverso la conoscenza astrologica sia possibile capire qualcosa o molto del soggetto, delle sue aspirazioni, dei suoi timori, delle sue difficoltà. 

È sostegno psicologico nella misura in cui con l'astrologia si offre un'ipotesi di quel che potrebbe accadere, o di cosa poter fare per sfruttare a nostro vantaggio, con l'uso dell'analogia dei significati, un certo periodo insidioso. Ma qui è richiesta competenza, studio, ricerca, una laurea in psicologia. 

È una disciplina estremamente complicata poiché richiede l'intervento congiunto di conoscenze quali quelle scientifiche logico-razionali per non cadere vittime degli auto inganni e per effettuare ricerca; empatiche, per poter capire il consultante e poter stabilire se esiste o meno una corrispondenza con quanto descritto dal suo grafico astrologico.

È società perché ci parla di chi eravamo e di chi siamo oggi, che a distanza di milleni, continuiamo a considerarla ma rivisitandola, rimodernandola, per dialogare, comunicare, per scambiare pareri, dubbi, per mostrare i limiti di essa ma pure per confrontarci sulle cose scoperte, come sono state scoperte, con quale modo, con quale attenzione e dedizione. 

Nessun'altra disciplina al mondo richiede così tanto consumo di energia mentale. 

Cosa non è?
Non è l'oroscopo di TV e giornali;
non è disciplina deterministica ma è probabilistica;
non serve a fare pronostici, ma serve per fare previsioni cioè scoprire tendenze e regolarità; non è una disciplina basata sulle costellazioni, sulle stelle, ma è basata sui segni sin dai tempi dell'antica Grecia; non è una materia che può studiare chiunque: biosogna avere predisposizione allo studio, intuito, ingegno, attenzione, intelligenza, creatività, capacità logiche, diffidenza, scetticismo, apertura mentale, conoscenze scientifiche, filosofiche, tecniche, obbiettività, onestà mentale.


Si odia un sapere così straordinario, che richiede uno sforzo intellettivo così intenso. Perché? Perché si vuole omettere che chi siamo oggi è dovuto a chi un tempo ebbe l'intelligenza di riconoscere similitudini tra quel che accade in cielo e quel che accade a noi, come per esempio i nove mesi di gestazione e i nove mesi di un particolare ciclo di Venere; o come le lunazioni e il ciclo mestruale femminile. Odiare l'astrologia significa considerare stupidi (con grande ripugnanza degli antropologi) quegli uomini che per sopravvivere dovevano essere molto pratici e dovevano basarsi, perciò, sulle osservazioni del cielo. Odiare l'astrologia, liquidarla con un sogghigno e un sorrisino di sufficienza significa essere vuoti, ingenui, incauti, superficiali, arroganti. 

L'astrologia è un sapere con la S maiuscola. E già in quanto tale merita tutto il rispetto che merita qualsiasi altro sapere. Il resto sono solo capricci di uomini piccoli piccoli che si credono grandi, talmente grandi da ergersi a giudici di chi dedica la sua vita, con altrettanta onestà mentale, allo studio dell'uomo. 

Sia chiaro: l'astrologia è una bufala, una chiacchiera, una truffa, uno sberleffo, un insulto all'intelligenza, un gioco, una burla, una fesseria, solo per chi lo vuole credere. E se vi piace crederlo, non sarà mia intenzione farvi cambiare idea: ognuno usa quel che gli serve, se gli serve davvero. Se l'astrologia non servisse almeno un minimo per risolvere il problema della conoscenza di sé e del mondo, allora sarebbe stata già dimenticata da un pezzo. In fin dei conti la sua è una funzione pratica. Se in alcuni ambiti la assolve meglio di altre materie, perché gettarla nel dimenticatoio? Per non turbare la barba di gufi cattedratici? Non mi interessa un fico secco se le barbe di lor signori diverranno ispide e spettinate.

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Ecco qui un mio scatto del disco solare con filtro per scorgere la macchia di qualche giorno fa.