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01 aprile 2019

Arroganza


Ma è vero che chiunque può insegnarci qualcosa, anche l'ultimo arrivato? In teoria sì. Ma in pratica?
In pratica, parlando con chiunque, confrontandomi con chiunque, mai nessuno, esperto o principiante che fosse, ha mai modificato le mie idee astrologiche. Perché? Perché le esperienze sono più forti di qualsiasi teoria e ragionamento ci possano o possiamo fare agli altri. Nessuna delle esperienze accumulate da un principiante o da un esperto può mettere in dicussione la propria personale pratica. 

Ciò che fa la differenza tra le varie visioni e le varie esperienze sono le dimostrazioni. Ma anche queste non sono sufficienti perché tantissime volte sono soltanto un inganno. Mai in vita mia ho letto che qualcuno abbia scritto qualcosa del genere e perciò desumo che nessuno si sia posto il problema. Il che mi fa sentire in una posizione privilegiata. 

Il fatto è che non ci accorgiamo di essere caduti in un tranello psicologico e confermiamo un effetto astrologico che forse non esiste nemmeno. Ognuno penserà che le proprie osservazioni siano oggettive e molto più valide di quelle degli altri astrologi. Chi è così umile da mettere in dicussione le proprie osservazioni? Non lo fanno i novelli studenti, ma pretendono che io lo faccia, soltanto perché a loro non piace ciò che dico.

Ma un novello astrologo, uno di quelli che studia da due o tre anni,  può dare verità astrologiche più di chi studia da 40 anni? Può essere. Gli anni di pratica, infatti, non sono assolutamente sufficienti per accertare la competenza e la professionalità di qualcuno visto che c'è chi sbaglia da 40 anni usando regole intepretate a casaccio. Ma nemmeno un anno o due sono sufficienti: infatti non penso assolutamente che in pochissimo tempo si possano avere le idee chiare su qualcosa che invece necessita di moltissimi approfondimenti. Come faccio a saperlo?

Perché in vita mia non ho mai trovato nessuno, e dico nessuno,  che nel giro di tre o quattro o cinque anni di studi abbia sviluppato una conoscenza dell'astrologia tale da competere con chi è più esperto, o tale da mettere in discussione le mie certezze.

Per me, riconoscere un principiante è abbastanza facile: seguo i ragionamenti e mi rendo subito conto se si tratta delle solite cose trite e ritrite, sentite e lette in ogni dove, dette e ridette da chiunque. Insomma, un astrologo d'esperienza non fatica a riconoscere un pensiero convenzionale da un pensiero nuovo. Capisco subito se allo studioso novello mancano certe conoscenze; e non mi trattengo nel dichiararlo se mi si chiede un parere. Io presuppongo sempre che chi mi interpella lo fa per imparare da me e perciò offro tutto me stesso.

Faccio alcuni esempi. Se mi si parla di astrologia e mitologia abbiamo il pensiero convenzionale: capisco subito se al soggetto mancano le nozioni storiche. In genere nessuno tiene conto che la questione della mitologia in astrologia è solo un cosa moderna. E non è il mio punto di vista perché le verità storiche non le decido io. Quando mi si dice che è solo il mio personale parere mi cadono le braccia. Ci sono due o tre argomenti tipici, sempre gli stessi, che mi fanno immediatamente capire con chi sto interloquendo. Se mi si parla di astrologia ed esperienza personale, abbiamo ancora il pensiero convenzionale: non è un argomento valido per affermare qualcosa, a causa della questione psicologica di cui sopra. Anche qui non è un parere personale ma un dato di fatto. 

Se io ci ho pensato e altri no, vuol dire che ho trovato una strada nuova. Può essere che io abbia riflettuto su cose che altri non hanno valutato? Perché no? Le cose da scoprire e da conoscere sono così tante che ognuno può dare risalto a qualcosa a cui nessun altro aveva pensato. I ricercatori, gli studiosi fanno questo. 

Giureranno di aver visto risultati concreti con la loro pratica, ma io non crederò mai a nessuno a prescindere: chi mai si è interessato agli effetti psicologici della previsione? Nessuno. E chi ci ha pensato ha tagliato la testa al toro concludendo che non si possono fare previsioni, che la quantistica bla bla bla. Le chiacchiere stanno a zero e contano i fatti. Se mi si dice che i transiti funzionano sempre alla perfezione abbiamo ancora il pensiero convenzionale; insomma quando mi sento ripetere tutte quelle cose su cui ci ho ragionato per molto tempo, ma su cui ho cambiato idea dopo anni di pratica e riflessioni, con dati alla mano, capisco che chi ho di fronte si trova ancora a uno stato basico. 

Il che non è un crimine perché è ovvio che nessuno nasce istruito. E se noto ciò, mi viene spontaneo insegnare le mie intuizioni per aiutare le persone a raggiungere il mio stesso livello.  Condivido il mio sapere. Però certe volte chi mi contatta non vuole che io gli insegni qualcosa perché si pone sul mio stesso livello. L'ho notato infinite volte. 

E chi ha detto loro che io cerco un confronto? Non posso tornare ancora a parlare di argomenti per me superati e stra superati come quelli di cui sopra e a convincere della bontà delle mie tesi! Mi aspetto l'umiltà e l'apertura mentale per capire, accettare o rifiutare senza darmi fastidio o polemizzare.

Anche perché poi si scade nello spiacevole inconveniente del "secondo il tuo punto di vista". Io replico spesso che solo in rari casi ho personali punti di vista e che io sono un semplice conformista che cerca di applicare il punto di vista della scienza e della ricerca, materia che nel 90% dei casi non viene applicata all'astrologia. Lo so perché lo si capisce dai ragionamenti. 

Ci sono adepti novelli che però non vorrebbero essere svalutati, che non accettano che chicchessia dica loro che devono ancora studiare. Questo dipende dal fatto che nessuno riconosce quasi più autorità in nessuno. La domanda da porsi è questa: siamo tutti sullo stesso piano? Secondo me no. Io non credo di essere sullo stesso piano del mio maestro, ma non sono nemmeno sullo stesso piano di un nuovo adepto.  Riconosco autorità nel mio maestro. Noi tutti riconosciamo autorità in chi pensiamo sia meritevole di stima e ammirazione. Ognuno di noi sente di dare fiducia e credibilità a qualcuno, se però siamo vicini al suo pensiero. 

La cosa divertente, però, è che tutte le persone a cui non viene riconosciuta l'autorità, automaticamente vengono percepite come arroganti e presuntuose quando offrono le loro certezze. Perché nessuno vuole abbandonare le proprie certezze e nessuno vuole essere corretto da nessuno. La differenza tra due persone che affermano con estrema forza concetti diversi,  sta negli occhi di chi le guarda.

Ebbene,  il 90% degli astrologi non condivide le mie idee perché sono totalmente diverse da quelle della massa.  Per cui, qualsiasi cosa io potrò affermare sarò giudicato come una persona presuntuosa o dall'io ipertrofico. D'altra parte, c'è chi si ritrova nelle mie idee e mi considera un maestro, c'è chi addirittura mi chiama "professore". Rimane il fatto che i miei studi proseguono, non sono approdato a nessuna verità ultima, però ho posizioni ben precise rispetto al relativismo e rispetto a molti argomenti su cui non mi schiodo e che non dipendono dal mio particolare punto di vista, ma da fatti oggettivi: le analisi astrologiche sono viziate da bias cognitivi. La mitologia in astrologia è una cosa moderna. Punto. Ho scoperto l'acqua calda? Almeno sono l'unico a far qualcosa per descrivere e testimoniare questi fatti.

Il mio carattere non ha nulla a che fare con la verità o meno di quello che affermo. Per logica, il fatto che io sia estremamente sicuro di me o che non lo sia, non ha nulla a che fare con la verità dei fatti che divulgo, perché non divulgo pareri personali ma evidenze. Quali sono queste evidenze? 
Lo scoprirete leggendo il mio libro...