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27 dicembre 2015

I 4 elementi in astrologia


L'astrologo Stephen Arroyo nel suo "l'astrologia e i quattro elementi" affronta un tema che per molti anni mi ha lasciato perplesso. Ho studiato i suoi libri; ma le perplessità non sono diminuite; anzi, sono aumentate. Sicuramente egli affronta l'argomento in maniera soddisfacente; ma nella realtà non riesco proprio a trovare utilità in certe affermazioni. Qualcuno strabuzzerà gli occhi e si domanderà come sia possibile che qualcosa di basilare come la teoria dei 4 elementi possa essere tralasciata; e per questo vorrei darvi le mie spiegazioni. 

Come ben sapete, la mia astrologia si fonda sulla necessità di utilizzare solo quel che ha una reale efficacia e spesso vi ho fatto notare che occorre rivedere completamente certe affermazioni della tradizione astrologica come per esempio quella che le Case astrologiche sono solo ambiti in cui manifestiamo l'energia dei pianeti e dei segni. Vi ho dimostrato con molti articoli che i fatti stanno assai diversamente; e anche se non ci avessi mai pensato, ognuno, con un minimo di attenzione ci sarebbe arrivato da solo leggendo cosa scrivono per esempio Lisa Morpurgo e Ciro Discepolo quando parlano delle caratteristiche del Sole nelle Case: si parla sempre di carattere e non solo di comportamento. Per esempio, chi ha il Sole in IV è un'intimista, ama accudire, fare un po' il papà o la mamma di tutti; e solo dopo è anche legato alla casa, alla famiglia, un po' come il segno del Cancro. 

Quindi, come vedete, molti astrologi e moltissimi studenti vivono di rendita applicando pedissequamente certe affermazioni nonostante poi le evidenze dimostrino che è necessario cambiare completamente approccio. Ho sempre detto che molti astrologi attraverso le definizioni studiate, guidano le osservazioni; ma ciò che dovrebbe essere fatto è anche il percorso inverso: dalle osservazioni bisognerebbe rivedere la teoria; ed è esattamente quello che ho fatto io che ho riconosciuto nelle Case qualcosa di più di semplici ambiti. Il bello è che la cosa è troppo evidente, davvero sotto gli occhi di tutti, ma nessuno sembra accorgersene. 

La stesso principio è stato applicato alla teoria dei quattro elementi. Non credo ci sia bisogno di elencare il significato di ogni elemento poiché ciò rappresenta proprio l'ABC della materia e come sapete questo blog è per studenti dal livello molto più avanzato. Però, per fare cortesia ai nuovi lettori che vorrebbero cominciare a studiare la materia, spenderò davvero pochissime righe. 

I segni di fuoco rappresentano l'impulso vitale, l'eccitazione e l'ispirazione; l'impeto, l'individualismo. 
I segni di Terra sono quelli più concreti, materialisti, pratici e opportunisti.  
I segni di Acqua quelli più emotivi, empatici e introversi.
I segni di Aria quelli più cerebrali, mentali, sociali. 

Arroyo spiega che l'analisi è complessa ma occorre prendere in esame prima di tutto l'elemento del proprio segno zodiacale. Io che sono del Sagittario dovrei considerare l'elemento Fuoco. Qui sorge la prima perplessità: sappiamo che le Case hanno più importanza dei segni poiché si muovono più velocemente. Mentre il segno zodiacale cambia di grado ogni giorno, le Case si muovono di un grado ogni 4 minuti. Mi sembra logico ed elementare dare priorità alle Case così come si da priorità al Sole, alla Luna e poi si procede con i pianeti più lenti. Dunque la velocità di movimento fornisce una gerarchia di importanza nella lettura di un TN; e più veloce della Luna e del Sole si muovono solo le Case; e queste dovrebbero avere priorità. Io che ho il Sole in IV Casa dunque dovrei dare priorità all'elemento Acqua. Ma ciò che conta sono i fatti, i risultati al di la delle teorie. Posso considerarmi più Fuoco o più Acqua? Certe volte è assai difficile fare un'autoanalisi critica e per questo conviene concentrarsi sulla lettura di altri casi. 

Analizziamo per esempio un caso: egli ha Sole in Pesci e in IV, l'ascendente è in Scorpione. L'elemento Acqua sembra essere quello più importante. Ma nella realtà il soggetto manca completamente di empatia. Ha Saturno dominante ed è per questo che sembra, invece, essere un cinico e freddo individuo, opportunista.  

Altro caso: Soggetto con Sole in Scorpione cuspide tra 3^ e IV Casa, ascendente Vergine. La caratteristica più evidente sembra essere l'impulsività e la mancanza di riflessività. E infatti ha la congiunzione Sole-Marte dominante. 

Allora è ovvio che le mie perplessità possano aumentare anzicché ridursi. Quindi nemmeno la somma degli elementi sembra dare informazioni attendibili su quello che emerge maggiormente. Per esempio, nel mio caso il Fuoco sembra essere più forte degli altri elementi poiché ho Sole in Sagittario, Luna in Leone, Giove in Ariete, Nettuno in Sagittario e Saturno in Leone. In Fuoco ho 5 pianeti; in Terra ne ho 2 (ascendente Vergine e Mercurio in Capricorno), in acqua 2 (Venere e Urano in Scorpione), in aria 2 (Marte in Gemelli e Plutone in Bilancia). Mercurio è dominante perché signore dell'ascendente e in trigono con esso. Non posso negare l'elemento Fuoco nella maniera più categorica; ma credo di essere più Acqua, perché molto emotivo ed empatico. Tuttavia sono anche molto cerebrale. La domanda che io mi pongo è: "ma è necessario tutto ciò?" "Può essermi davvero utile?"  

Arroyo se ne doveva essere accorto che è difficile individuare l'elemento predominante, tant'è che afferma che esso potrebbe essere bloccato. Ma come! Se io ho il Sole in IV certo non esiste nulla che possa bloccare tale caratteristica dato che rappresenta il mio modo peculiare di manifestare me stesso, la mia essenza. E per quale motivo l'elemento dovrebbe essere bloccato? Se la mia essenza è bloccata significa che ogni fattore astrologico potrebbe essere bloccato e non manifestarsi. Ma non mi è mai capitato di osservare una cosa del genere. Oppure solo l'elemento potrebbe essere bloccato? Come vedete sono tutte domande che ci complicano l'esistenza. Anche se ci dovessero essere fattori esterni, la nostra natura non ci tradisce e troviamo per forza qualche sbocco per manifestarla. Egli non spiega come mai si potrebbe verificare una cosa del genere; ma ciò che si evince è che in effetti l'elemento descritto dal segno solare potrebbe non emergere. Allora, a mio parere, la sommatività non è la chiave giusta per parlare degli elementi, dato che la dominante potrebbe avere un peso maggiore. A quello scorpione manca completamente l'elemento Fuoco; ma tutto si potrebbe dire tranne che egli non sia igneo, dinamico, impetuoso, impulsivo. Qualcuno dice che tale risultato accade per compensazione; ma ciò mi pare un po' come nel gioco delle tre carte dove il mazziere vince sempre.  

Se l'elemento Solare non ha tutto questo peso, non ha senso nemmeno parlare dell'affinità tra elementi e quindi viene a cadere completamente la teoria mediante cui troverebbero affinità i segni di soggetti che hanno lo stesso elemento. 

Mi rendo conto che l'argomento è stato affrontato sbrigativamente e necessita di maggiori approfondimenti che nel prossimo futuro certamente non mancheranno. 


Caro Al Rami, uno Scorpione mio ex amico, mi ha difeso in una discussione dopo che mi aveva cancellato dalle sue amicizie. Se l'è presa che glielo ho fatto notare e mi dice che non è tenuto a darmi spiegazioni. Si è pure pentito di avermi aiutato. Ho fatto bene a dirglielo?

Si capisce bene che era una specie di tentativo di chiedere scusa, mosso dalla malinconia di un'amicizia storica; e questo è da apprezzare sicuramente. Ma i veri uomini mostrano gli attributi necessari a dare tutte le spiegazioni in merito. Parliamo di veri uomini, cioè di persone mature e adulte. Ognuno ha le sue debolezze e sicuramente l'orgoglio e la suscettibilità sono i suoi. È evidente che il soggetto è infantile se replica in questo modo. Forse tu dovevi evitare di fargli notare certe cose se sai che il soggetto reagisce così alle puntualizzazioni. Ma forse hai voluto metterlo alla prova per vedere se era davvero maturato. Anche a me è successo qualcosa di analogo. Sicuramente avrai letto i miei articoli psicologici su Melanie Klein in cui sostiene che il bambino affronta la vita adottando una delle due posizioni: quella schizoparanoide e quella depressiva. Detto così sembra che siano malattie mentali, mentre si tratta di normali meccanismi che solo se portati all'estremo diventano patologici. La posizione corrisponde al modo in cui si struttura la mente quando affronta le diverse fasi della vita (che ella definisce in nevrotica e psicotica). Riassumo la posizione schizoparanoide poiché mi sembra pertinente a descrivere le dinamiche di questa persona. Il termine deriva da "schizo" che significa scissione e "paranoide" che significa proiezione. In parole povere il bambino che non riesce a governare i suoi impulsi e non trova immediata soddisfazione nel supporto della madre, scinde da se questo disagio perché lo rende troppo vulnerabile e lo proietta sulla madre che a quel punto diventa l'oggetto negativo. Da adulto, ogni volta che c'è una situazione che può creare angoscia rispetto a quelle che sono le proprie pulsioni e bisogni, il soggetto reagisce rinnegando questa tensione e proiettando sul prossimo. In sostanza il soggetto non riesce ad accettare alcuni lati di sé quando gli vengono mostrati e per questo se ne dissocia e li proietta nell'interlocutore dando luogo al fenomeno della proiezione identificativa. Il soggetto che ha dato il suo aiuto, molto infantilmente non riconosce i suoi errori e non riuscendo a vederli si dispiace di aver perso il suo tempo. Questo disconoscimento è legato alla difesa dell'io perché è fragile e naturalmente è stato determinato dal rapporto con la madre in primis, che evidentemente non è stata, suo malgrado, capace di riconoscere la fragilità del figlio. Anzi, egli potrebbe aver sviluppato individualismo e una forte resistenza al mondo esterno, con la convinzione che tutto è ostile e ingrato. La posizione alternativa è quella depressiva dove il soggetto si rende conto che oggetto buono e cattivo coincidono. Integrare due aspetti opposti nello stesso oggetto è frustrante perché si teme che questa possa distruggere anche la parte buona. Il soggetto se ne fa carico e cede all'autocommiserazione. La posizione schizo-paranoide indica il fatto che il soggetto attribuisce sempre la colpa agli altri, mentre la posizione depressiva indica che il soggetto attribuisce sempre la colpa a se stesso. Conoscere il motivo psicologico di tali comportamenti non ci autorizza ad accettarli. Certo, è un modo per giustificare, per tollerare; e non è nemmeno positivo per l'altro sapere che lo guardiamo come un debole. Per questo occorre che egli cresca affinché non sia più guardato in un certo modo, anche perché quando si diventa adulti non si ha più voglia di ricadere sempre nelle stesse dinamiche e perdere tempo in giochetti infantili come quelli del "non sono tenuto a darti spiegazioni". Se questo soggetto non vuole crescere, non ci riesce, è inutile farlo martire o fargli prediche; anche perché le sue difese lo porteranno sempre a non essere mai obiettivo con se stesso e lo porteranno, all'opposto, a nutrire ancora più astio nei tuoi riguardi proprio perché non hai saputo apprezzare abbastanza il suo tentativo. Però non posso darti torto se reputi insufficiente quel tentativo di rimediare. Quindi non sentirti in colpa se egli non riesce a capire come comportarsi e se tu credi di esser stato duro vedendo la sua reazione: potresti finire per cadere nella posizione depressiva, che come detto prima spinge a rifiutare che si possa associare al prossimo anche un'immagine negativa. Un grande abbraccio. 


Ciao mi chiamo E. da quando mi sono separato dopo una storia appassionata ma burrascosa non riesco più ad innamorarmi passando da una storia a l'altra... vorrei sapere se nel corso dell'anno riuscirò a trovare una donna interessante e a dimenticare la mia ex moglie per la quale ancora nutro dei sentimenti. 


Se vogliamo cercare il nostro passato nelle relazioni presenti è facile che rimarremo delusi. Allora bisogna cercare di scordare le dinamiche vissute nella relazione precedente e sperimentarne di nuove. Non è affatto facile considerando il fatto che persino chi giura di esser cambiato continua a essere ancora il solito di sempre. La questione è che non è facile fare autocritica e bisognerebbe un po' avere la capacità di guardarsi come se fossimo esterni a noi, come se fosse un'altra persona a guardarci. Allora, prima di cominciare a vivere una nuova relazione occorre capire cosa stiamo cercando: se cerchiamo il passato è anche per la forza dell'abitudine. Però soffermarsi troppo sul di esso non consente mai di crescere; chi per esempio ha convinzioni che non vorrebbe cambiare nemmeno sotto tortura è una persona che non crescerà mai e rimarrà sempre schiava della sua stessa prigione dell'ego. Bisogna mettersi in discussione ogni volta che vi è necessità. Vivere una nuova relazione pensando di portare con noi le vecchie dinamiche è improponibile perché ogni relazione nuova presuppone una nuova dinamica tutta peculiare, unica. Troverai una donna interessante nel momento in cui smetterai di vivere nel passato, semplicemente perché cambierà la tua prospettiva, la tua visuale. Domandati prima di tutto se sei pronto per una nuova relazione, se sei pronto a dare tutto te stesso in maniera nuova, se sei pronto ad accettare l'idea che tutto ricomincia da capo: i litigi, le incomprensioni, la necessità di trovare un accordo, di capirsi, di amarsi. Insomma, ogni nuova relazione presuppone il fatto di faticare moltissimo per costruire qualcosa che non è affatto facile. La forza dell'amore aiuta a tollerare, ad accettare, a venirsi incontro sempre, a essere presenti comunque, accada quel che accada. È stancante tutto ciò se non vi è una reale volontà a far funzionare le cose; e chi pensa che la relazione di coppia possa funzionare da sé, senza alcuno sforzo, beh, è profondamente ingenuo. Non è che ci siano molti esempi da seguire perché ormai la gente non ha più voglia di "sporcarsi le mani". Tuttavia non bisogna disperarsi e rassegnarsi ai cattivi esempi perché ce ne sono anche di buoni, sebbene siano in netta minoranza. Chi è troppo individualista o è abituato a stare troppo tempo da solo avrà difficoltà immani ad accettare l'idea di mettere da parte il proprio egoismo e finirà per schiacciare la relazione che invece richiede il fatto di pensare al NOI. Mi viene in mente quel genio di John Nash che vinse il premio Nobel per l'economia quando applicò le sue idee alla teoria dei giochi: ogni relazione, anche economica, presuppone diverse strategie come quella di ottenere il massimo risultato per se stessi o il massimo risultato per tutte le persone coinvolte nella relazione/sistema. Cooperare significa spostare lo sguardo sul "noi" e non più solo sull' "io", per ottenere il miglior risultato comune. Con ciò voglio dire che forse sei ancora troppo concentrato su te stesso da non riuscire a fare in modo che l'amore possa avvolgere te e l'altra persona.  Il vantaggio che ne ricavi è dunque effimero. D'altra parte è anche vero che l'anima gemella non sta dietro l'angolo ad aspettarti, ma chissà dove. Quindi, oltre al fatto che bisogna lavorare su se stessi per cambiare qualcosa dentro di noi, occorre che ci siano anche fuori di noi le condizioni necessarie per l'amore. Alle volte ci sono queste ma noi non siamo ancora veramente pronti, anche se non lo sappiamo. Altre volte siamo pronti ma ancora non accade nulla. La cosa prima di tutto importante è farsi trovare pronti nel momento in cui avremo la nostra chance. Il tuo TN mostra Saturno in VII Casa, e la triplice congiunzione Venere-Marte-Plutone che rende tormentati in amore. L'anno prossimo avrai Giove che transiterà su Venere radix; ma ho notato che quasi mai porta vantaggi in amore. Questo anno astrologico appena cominciato dal tuo compleanno, abbiamo un'ascendente in VII Casa radix, Plutone in 5^, Nettuno in VII e Venere perfettamente incollata sull'ascendente. Non ho visto transiti eclatanti oltre a quel Giove; ma credo che durante l'anno ti innamorerai eccome! Però non posso assicurarti si tratterà di una relazione importantissima. Questo a una prima occhiata.


La violenza non è solo fisica e può assumere diverse forme; ed è ancora più grave quando 
chi la attua ne è inconsapevole. Non è importante, ma da anni qualcuno mi perseguita 
con commenti anonimi, citando il mio nome ad ogni suo articolo e cercando di ledere 
la mia immagine solo perché non condivide la mia posizione che per lui è sinonimo 
di truffa. Anche questa è una forma di violenza che genera in me solo sdegno 
e rabbia. Clicca QUI per conoscere tutta la storia.