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06 febbraio 2018

Astrologia psicologica di Al Rami

Cos'è l'astrologia?

L'astrologia così come la conosciamo oggi è l'insieme di idee, pareri, visioni, teorie, provenienti da un'infinità di persone. Tant'è che anzicché essere una disciplina codificata con regole universali è diventata una disciplina dove ognuno la vede come vuole. Questo mostra una specie di trionfo del soggettivismo rispetto all'oggettivo, forse in sintonia con un sempre crescente desiderio di protagonismo. Non che esso sia qualcosa da fuggiere come la peste; ma senz'ombra di dubbio può rappresentare uno squilibrio quando vi è un eccesso. Il fatto stesso che ci siano migliaia di autodidatti che salgono in cattedra vuol dire che le regole lasciano il tempo che trovano e che perciò ognuno vuole dettare le sue. E siccome siamo in democrazia non ci meravigliamo e nemmeno ci scandalizziamo. 

Tuttavia ognuno si indentifica o aderisce con una certa scuola di pensiero dove gli estremi sono il determinismo e il libero arbitrio. 
Per esempio l'astrologia classica è molto determinista in quanto attraverso il calcolo delle direzioni primarie, dei transiti, e di tanto altro, sarebbe possibile individuare persino la data della nostra morte. Nella direzione opposta c'è l'astrologia psicologica alla Liz Greene, dove non vi è nessun destino alla nascita e che responsabilizza l'individuo rispetto a ogni cosa che accade. 

La responsabilità.
 
Nel primo caso la colpa dei nostri successi e delle nostre sventure sta nel fato, nei pianeti; nel secondo caso sta in noi. Si può naturalmente stare a metà strada tra l'uno e l'altro approccio: le combinazioni astrologiche è vero che indicano potenzialità; ma è anche vero che un tantino di deterministico esiste. Voglio dire che un trigono tra Luna e Giove sarà sempre un aspetto positivo che conferirà sempre caratteristiche positive. Viceversa, una dissonanza tra Marte e Saturno porterà sempre un problema. 

I nostri limiti.
 
Ora, l'astrologia gioca un ruolo determinante nel riconoscere che abbiamo certe caratteristiche e che non dobbiamo far altro che rendere più costruttivo ciò che all'inizio è limitante. Non c'è nulla di drammatico nel riconoscere che siamo nati con un certo bagaglio astrologico "limitante" se non abbiamo difficoltà a riconoscerlo nella genetica.
Ricordiamoci che è quasi sempre dalle limitazioni che spesso scaturisce quel motore che ci spinge alla ricerca di un miglioramento. 

I limiti è vero che sono nella nostra testa; ma sono anche nei nostri geni nel nostro ambiente e non inorridiamo certo nel sapere che esistono questi condizionamenti, che, sicuro, giocano un ruolo spesso determinante nella nostra vita. Perciò non possiamo fantasticare su di una presunta illimitatezza o sul potere attribuibile al pensiero che attrae. Tra l'altro già Nardone, uno dei massimi psicoterapeuti al mondo, esprime pesanti dubbi sull'affidabilità della cosiddetta legge di attrazione, ovviamente non per sminuire il potere della nostra mente. 

In sintesi, non è tutto oro quello che luccica e per superare certi limiti almeno dobbiamo sapere che esistono. Ecco, l'astrologia, quella giudiziaria, emette dei giudizi, emette delle sentenze nette ma certo non possiamo rinnegare il nostro bisogno di essere in divenire. 

Quale evoluzione?

Ma non bisogna confondere il bisogno evolutivo con l'evoluzione vera e propria a cui non tutti aspirano. L'astrologia può essere letta in chiave evolutiva solo se il soggetto vuole evolversi. Com'è la vita di chi non pratica alcun desiderio di crescita né vuole conoscersi meglio? Non è forse statica o dinamica in una misura minore rispetto a chi vuole altro? E in queste condizioni le combinazioni astrologiche non possono rappresentare un'infinità di espressioni comportamentali: ci saranno sempre scelte limitate sulla base dei propri limiti interiori, limiti genetici e astrologici e ambientali.

I nostri simboli interni.
L'astrologia si avvale di un linguaggio che è simbolico, e il simbolo si interpreta sulla base della nostra capacità di saper individuare analogie. E per comprendere questo linguaggio dobbiamo accettare anche dei confini tra un simbolo e l'altro. Bianco e nero, giusto e sbagliato, positivo e negativo sono coppie di opposti che è bene non trascurare durante lo studio dell'astrologia. Anche superare un certo limite non ci autorizza pensare che un giorno saremoin grado di trascendere, superare certe configurazioni astrologiche di nascita perché il potere astrologico non si slega da noi esattamente come il nostro patrimonio genetico non sarà mai quello di un altro. Quello che possiamo fare, tramite le nostre esperienze, è modificare l'espressione dei geni così come l'espressione di una certa configurazione astrologica. Sarebbe come se ogni volta che cresciamo e miglioriamo, i nostri simboli astrologici interiori agiscono ad un livello superiore. L'energia non si dissolve: funziona solo su di un livello diverso, magari in modo più costruttivo. 

Adattamento. 
L'applicazione della psicologia all'astrologia, a mio parere dovrebbe insegnarci che sarebbe più corretto affermare siamo esseri che si adattano. Adattamento significa usare i nostri strumenti per ottenere risultati più vantaggiosi. Adattamento non significa rassegnazione: l'uomo che vive nella jungla anzicché soccombere all'ambiente si è adattato a volte adattando l'ambiente stesso a esso. 

Questo vuol dire che ci adattiamo a ciò che accade ma siamo anche noi a far si che ciò che si trova nel mondo esterno si adatti alle nostre caratteristiche. Perciò se dobbiamo parlare di evoluzione sarebbe più corretto affermare che è il sistema uomo-ambiente a modificarsi o meno.

Nella mia astrologia psicologica si parla di adattamento. Non si può parlare di essere umano in termini statici; ma non si può parlare di esso nemmeno assolutamente in termini di natura perennemente dinamica. Piuttosto è una costante danza tra due estremi, dove quel che ne viene fuori è un adattamento a volte vantaggioso e a volte patologico. 

Quel a cui serve l'astrologia è riconoscere un limite. Quel a cui serve la psicologia è cercare di trovare soluzioni per vivere quel limite nella maniera meno patologica possibile.  

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Non daremo mai a nessuno la soddisfazione di vederci tristi!