Avevo anticipato qualcosa già in questo articolo: CLICCA QUI o su questo link: http://alramiastrologo.blogspot.it/2018/02/il-senso-di-colpa-e-saturno.html
ma oggi approfondiremo l'argomento inserendo nel discorso due variabili: la dimensione temporale e la dimensione energetica.
Ho spiegato in altre occasioni che Saturno rappresenta il nostro Super-Io (credo assieme a Giove che invece si esprime con la moralità al positivo). In sostanza si tratta del nostro genitore interiore, che a seconda delle circostanze e delle esperienze che regolano la tendenza generale del soggetto, può esprimersi attraverso un comportamento legato al senso di colpa.
Il Saturnino si punisce per un errore commesso o punisce gli altri.
Quondi tutto dipende dall'educazione ricevuta e che si traduce nell'asse dimensionale legato al desiderio di punire sé stessi e di punire gli altri.
Saturno infligge punizioni.
La dimensione energetica riguarda appunto l'intensità del comportamento e dell'atteggiamento: generalmente sono gli aspetti dissonanti di Saturno verso i luminari e Mercurio a inasprire il profilo e a renderlo più complicato. Ma di per sé questa cosa non ci dice se il profilo risulterà patologico o meno.
La dimensione temporale invece ci dice se l'atteggiamento e i comportamenti di punizione aumentano o diminuiscono di intensità lungo il corso del tempo. La costanza rappresenta una certa coerenza; ma di per sé nemmeno questo ci dice se l'atteggiamento e i comportamenti sono da inserire nella tipologia patologica.
Ciò significa che la sola indagine astrologica non è sufficiente per stabilire se il soggetto manifesterà i suoi tratti in maniera patologica o semplicemente rigida. Tuttavia, nel momento in cui lo psicologo, lo psicoterapeuta, volesse aiutarsi con l'astrologia per studiare dal punto di vista astrologico i pianeti "responsabili" di un quadro già definito patologico da altre metodiche, potrebbe farlo, naturalmente se fosse di mente aperta e disponibile a dar credito alla corrispondenza tra posizioni planetarie e carattere, personalità, temperamento.
Quel che mi preme sottolineare oggi è la parte "estrema" legata al Saturno dominante e leso o in cattivo aspetto ai luminari o a Mercurio o Marte. Quindi, vediamo insieme cosa succede quando Saturno è rigidità a livelli patologici, ma dobbiamo tornare a parlare del senso di colpa.
L'interesse ad attribuire o ad attribuirsi una colpa deriva da una certa inflessibilità. Secondo l'ipotesi della teoria oggettuale di M. Mahler, la costruzione del sé, cioè l'immagine stabile che abbiamo di noi, dipende in larga misura non da pulsioni innate, ma dal rapporto, dalla relazione che il bambino ha costruito con le figure di attaccamento durante i primi anni di vita. Rispetto all'idea di Freud, questa teoria pone l'accento sull'individuo come parte attiva e passiva all'interno di una diade, appunto costituita dal figlio e dal genitore.
Se le aspettative del figlio sono disilluse o se il figlio cresce in un contesto in cui esiste uno stile di attaccamento (col genitore o col caregiver) disfunzionale, allora il comportamento del soggetto può divenire una traccia indelebile del carattere, più o meno stabile a seconda delle altre esperienze avvenute successivamente durante il corso della vita. Perché infatti il nostro cervello dispone di quella propietà, detta neuroplasticità, che permette di operare dei cambiamenti funzionali o più disfunzionali per scopo adattivo.
Quando parliamo di posizioni astrologiche, come detto poche righe fa, noi ci riferiamo a un modus operandi che oscilla dalla "normalità" al patologico, con una direzione verso la seconda tendenza se gli aspetti sono dissonanti. Quindi l'astrologia ci parla solo di una tendenza. Morale della favola, quando lo psicologo proverà a leggere il quadro astrologico di una persona che ha già dichiarato "patologica" coi propri metodi, troverà la corrispondente posizione astrologica (che non necessariamente è la causa, visto che in astrologia non sappiamo se le influenze siano di tipo causalistico o di altra natura).
D'altra parte l'astrologo può usare i metodi della psicologia per effettuare diagnosi? No. Ovviamente no. Tuttavia può esprimere un giudizio astrologico su di una patologia diagnosticata da un professionista psicologo iscritto all'albo.
Nonostante ciò credo sia possibile stabilire, senza alcuna pretesa di effettuare una diagnosi, se il soggetto mostra una costanza e una certa intensità nei propri comportamenti e reazioni e se ciò sembra disfunzionale arrecando un danno costante.
Per esempio si può definire maniaco chi vuole infliggere una punizione, magari moralizzando, usando sotterfugi, doppi giochi, deridendo, insultando, insinuando, colpevolizzando con assiduità, per anni. Infatti il Saturnino doc, non transige che una regola (che lui percepisce come inviolabile) sia violata. La percezione del Saturnino essendo rigida, non può che concentrarsi verso l'intransigenza, appunto nei confronti degli altri o nei confronti di sé stesso (o entrambe le cose). Perciò una visione più critica, e non ipercritica, spetta al Saturnino che non ha alcun aspetto dissonante coi luminari o con Mercurio o Marte.
In caso contrario, il proprio "giustizialismo" (non per nulla Saturno è anche detto in esaltazione nella Casa della Bilancia, che è anche quella della giustizia) diviene una punizione intollerabile per chi lo subisce. Infatti il Saturnino che ha lesioni ai luminari o a Mercurio (o Marte) non si rende conto del limite da non superare mentre non mostra un minimo di elasticità a tollerare i difetti, reali o presunti, che vede negli altri. Perepisce punibile l'altro, ma del tutto legittima la sua critica oppure l'offesa, ritenuta, imparziale, onesta, giusta. Il tutto può essere espresso attraverso un controllo e una freddezza che, per il Saturnino stesso può apparire come logica ineccepibile, ma per la vittima invece è spietatezza.
Facciamo un esempio pratico: tra il Saturnino che non tollera lo sfruttamento di un debole e il Saturnino che non tollera chi divulga una statistica o un metodo astrologico non conforme ai suoi standard, c'è una soglia di tolleranza minore nel secondo caso. Oggettivamente è lecito esporre un dissenso nel primo caso; mentre nel secondo è ingiustificato l'accanimento a prescindere dalle proprie credenze.
Come detto prima, la patologia si esprime non solo per la forza di tale durezza; ma anche per la durata. Per esempio si può essere inamovibili e duri per un certo periodo di tempo, ma poi concentrarsi su altro. Infatti esistono gli organi preposti a infliggere punizioni, proprio perché nessuno possa farsi giustizia da solo diventando da "presunta" vittima a carnefice.
Non è detto che il Saturnino sia necessariamente un mascalzone pronto a infliggere le sue pene. Anzi! Ma molto dipende dalla percezione soggettiva dell'offesa, che comunque, in condizioni non patologiche, viene via via dimenticata. Naturalmente ciò non è vero nel caso in cui l'offesa ricevuta, o l'infrazione compiuta sia oggettivamente grave. Ma anche in quel caso, esistono gli organi preposti a far sì che la parte lesa o che accusa non diventi a sua volta carnefice. Ma il Saturnino patologico non permette a nessuno di porgli dei limiti poiché è lui stesso che li impone. Il Saturnino patologico non accetta che gli si faccia la predica poiché è lui che stabilisce, soggettivamente, cosa può fare e cosa invece non dovrebbero fare gli altri per non essere incriminati da lui. Perciò costringe la sua "vittima" in una condizione di sottomissione. Cioè, per non subire la pressione psicologica esercitata dal suo carnefice, la vittima non può esprimere più sé stessa. Ed è il carnefice che valuta ciò che secondo lui, è giusto o sbagliato, spesso ingigantendo, sopravvalutando, esasperando ciò che vede nella sua vittima.
Se per esempio la vittima usa un termine al posto di un altro allora è un impostore, un inetto; se ha un'idea che a lui non piace è un truffatore, se non vuole ascoltarlo allora è in cattiva fede, se la vittima si vanta allora deve deriderlo, se ha fatto qualcosa di buono deve svalutarlo etc. etc. E per il Saturnino patologico è del tutto legittimo perché una qualsiasi privazione del suo diritto di critica sarebbe percepito come una violenza. Non percepisce la violenza che fa agli altri, ma è molto sensibile alle imposizioni (infine vedremo il perché).
Il Saturnino patologico non si cura se sta esagerando o no e non si cura dello stato d'animo della sua "vittima" poiché, appunto, la rigidità delle proprie regole e dei propri giudizi, costringono la vittima a subire la punizione per una "colpa" ritenuta tale e che non può essere cancellata. Ed è lì la patologia: la percezione che la presunta colpa attribuita alla vittima non possa mai estinguersi. In quel caso chi giudica diventa carnefice incapace di distinguere la linea di confine tra un giudizio e una persecuzione, a maggior ragione se il Saturnino patologico trova, ogni volta, ragioni per accusare la sua vittima. In questo modo crea un doppio legame per cui non può fare a meno della sua vittima per dare libero sfogo alle sue intolleranze, (a questio punto divenuta di vitale importanza per manifestare sé stesso) costringendo, al contempo, la vittima a subire una sofferenza perenne, vissuta come ingiustificata, esagerata, appunto maniacale.
Il Saturnino patologico vuol dare la colpa a qualcuno per qualsiasi cosa egli reputi intollerabile è giacché la tolleranza è bassa di default, allora sarà eccessivamente severo e cercherà qualsiasi pretesto per dubitare e per incolpare la sua vittima anche quando essa espressamente desidera non essere infastidita e non fa nulla di oggettivamente grave o punibile. E nel caso fosse punibile, è il Saturnino patologico stesso che vuole infliggere la punizione, appunto mostrando la sua intolleranza, la sua mancanza di elasticità, il suo dissenso, che spesso e volentieri sono espressi con durezza, disprezzo. La vittima è percepita come un "insetto" da schiacciare, demolire, punire.
Non necessariamente impone il suo punto di vista o vorrebbe zittire il suo interlocutore. Ma giudica, sentenzia e punisce svalutando. Non tollera chiunque compia una deviazione dai suoi standard assai rigidi, spesso mascherati da un falso senso dell'etica e della morale. Infatti, la vera morale e la vera etica la troviamo nella tolleranza, nel rispetto del prossimo e non nel desiderio di individuare una colpa da infliggere a tutti i costi, anche per i motivi più assurdi, ma che per il patologico sono seri e imperdonabili.
Il senso di colpa del Saturnino, quando patologico e investita su di sé, invece porta alla depressione, alla svalutazione di sé, ma sempre in funzione di un confronto intollerabile con gli altri, percepiti come accusatori o migliori. In questo caso la percezione è opposta alla precedente: l'estrema ipercriticità e sottovalutazione di sé possono portare alla vera e propria svalutazione; a vivere come una croce enorme ogni piccolo errore commesso o qualsiasi cosa percepita come tale.
Giacché il Super-Io rappresenta il nostro genitore interiore, notiamo che nel Saturnino patologico si ripropone il rapporto con la figura paterna (o con le altre figure di attaccamento), vissuta, evidentemente come castrante e giudicante. Nella mente del bambino, tale condizione è chiaro che porta a numerosi epiloghi non necessariamente correlati al desiderio di comportarsi, a sua volta, come fece il padre. Ma questo è probabilmente vero nel caso del Saturnino patologico. Infatti il soggetto adulto percepirebbe come ingiusti e punibili tutti i comportamenti che deviano da una certa soglia, quasi come per punire il padre che un tempo fu percepito come ingiusto. Il senso di rivalsa nei confronti di un passato avverso può risolversi nei due opposti: o svalutando sé stessi o svalutando il prossimo.
In ogni
caso, è l'insistenza e la forza energetica, come detto prima, a fare la
distinzione tra un quadro patologico e uno sano. Lo stesso principio è
applicabile non solo al Saturnino, ma anche a qualsiasi altro soggetto
rappresentato dalla sua dominante planetaria.
Questo qui è il grafico di Hitler. La dominante è Saturno perché congiunto al MC, ma anche Urano. Entrambi sono lesi.
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Che questo post possa essere d'aiuto per una felice autocritica e per abbandonare l'odio e il risentimento.