06 luglio 2023

Non facciamo i filosofi



MEGLIO UN SAPERE AUTOSUFFICIENTE O MEGLIO UNO INTERDISCIPLINARE?

L'idea di autosufficienza si riferisce ai saperi monodisciplinari cioè quelle discipline che si concentrano esclusivamente sul proprio campo di studio, senza integrare attivamente conoscenze provenienti da altre discipline. Ciò implica che i paradigmi, le teorie e le metodologie sviluppate all'interno di quella disciplina siano utilizzati come unico riferimento per l'analisi e l'interpretazione dei fenomeni. Ma bisogna sottolineare: quali fenomeni?

La multidisciplinarietà, d'altra parte, si riferisce alla capacità di integrare e utilizzare le conoscenze provenienti da diverse discipline per risolvere problemi complessi. Questo tipo di approccio incoraggia l'interazione e l'integrazione tra diverse discipline, riconoscendo che molte questioni reali richiedono una comprensione che superi i confini tradizionali delle singole discipline.

La matematica è una materia autosufficiente, proprio perchè ha un sistema logico e una struttura interna coerente. È in grado di risolvere problemi matematici complessi senza dipendere da altre discipline. Ad esempio, la teoria dei numeri, la geometria o l'algebra sono settori specifici all'interno della matematica che possono essere approfonditi indipendentemente da altre discipline.Tuttavia, un limite della matematica come materia autosufficiente è che può essere astratta e distante dalla realtà pratica. Anche se la matematica può fornire soluzioni teoriche a problemi, l'applicazione pratica di tali soluzioni può richiedere una comprensione più approfondita di altre discipline.
 
Ma l'argomento "uomo" come può essere affrontato? Attraverso un sapere monodisciplinare, autosifficiente, o attraverso un approccio più olistico? Qua il discorso si fa più complicato: chi lo dice? Chi ha una teoria più coerente? Lo dice chi è capace di dare le migliori spiegazioni? 
 
La strada, forse sembra essere quella dell'inclusività. Ma ci sono saperi che invece mirano ad essere esclusivi e questo, per me, è antipatico perché dimostra chiusura. Lo dimostro con un esempio. 
 Possiamo trovare analogie tra matematica e poesia? Sì. Basta concentrare la nostra attenzione su aspetti che, indipendentemente dall'incompatibilità delle due materie, mirano a stimolare la nostra creatività e capacità di vedere "oltre". Dunque, per me, il discorso si ferma proprio qui, senza stare a fare filosofia all'infinito. 
 
Matematica e poesia:
  • Struttura e forma: sia la matematica che la poesia possono essere caratterizzate da una struttura e una forma precise. La matematica si basa su regole logiche e simboli, mentre la poesia si basa su metrica, ritmo e schemi di rima. Entrambe richiedono una cura particolare per la costruzione e l'organizzazione delle parti per creare un insieme coerente.
  • Espressione creativa: sia la matematica che la poesia richiedono un'interpretazione e un'espressione creativa dell'autore. Nella matematica, gli individui possono sviluppare nuovi teoremi o approcci innovativi per risolvere problemi, mentre nella poesia gli autori possono utilizzare linguaggio e immagini evocative per comunicare emozioni e idee.
  • Bellezza estetica: sia la matematica che la poesia possono essere apprezzate per la loro bellezza estetica. Nella matematica, ci possono essere soluzioni eleganti e simmetrie armoniose, mentre nella poesia ci possono essere giochi di parole e immagini poetiche che colpiscono l'immaginazione.
Dunque, sembra che al di là dei paradigmi dai motivi logici e razionali per cui si rimane ancorati sulle proprie posizioni, una mente aperta e creativa può trovare utilità e punti di incontro persino da due materie apparentemente incompatibili o davvero incompatibili. 
 
Che analogie possiamo trovare tra psicologia e sapere iniziatico?
  • Esplorazione dell'individuo: sia la psicologia che il sapere iniziatico si interessano all'esplorazione dell'individuo. Entrambi cercano di comprendere le dinamiche interne della mente, le emozioni, i comportamenti e il significato della vita.
  • Ricerca di saggezza e conoscenza: sia la psicologia che il sapere iniziatico si concentrano sulla ricerca della saggezza e della conoscenza profonda. La psicologia studia i processi mentali, il comportamento e le relazioni umane per cercare di comprendere l'essenza umana, mentre il sapere iniziatico si basa su insegnamenti spirituali e filosofici per raggiungere una conoscenza profonda dell'universo e del sé.
  • Trascendimento dell'ego: sia la psicologia che il sapere iniziatico mettono l'accento sulla necessità di trascendere l'ego e di aprirsi a una comprensione più ampia della realtà. Entrambi cercano di superare le limitazioni individuali e di connettersi con una dimensione più elevata di esistenza.

Se i presupposti teorici su cui si basa il sapere iniziatico e la psicologia sono opposti, può essere difficile trovare un terreno comune che li renda reciprocamente accettabili senza una riconsiderazione o una revisione dei loro presupposti di base. Tuttavia, ci possono essere alcuni elementi che possono incoraggiare un dialogo e una comprensione reciproca:

Io al primo posto metterei: apertura mentale. Un sapere che blocca la creatività e che non aiuta a vedere anche i vantaggi di un sapere antitetico, è chiuso e autoreferenziale, quindi per me inaccettabile. Escludere la possibilità che il proprio sapere possa contenere delle limitazioni sia dal punto di vista della conoscenza della realtà e sia dal punto di vista della fondatezza e della bontà di altri approcci, è pura filosofia o fede religiosa, indipendentemente da quante risposte sappia dare, da quanto sia convincente e coerente. Sono chiuso alla chiusura.

Anche la coerenza è una trappola che impedisce di vedere la luce. La coerenza esclude le possibilità. Naturalmente non bisogna accettare tutto e il contrario di tutto acriticamente e indiscriminatamente. Ma nemmeno i propri presupposti teorici devono essere sufficienti a valutare altre materie: i presupposti sono limitati a far sì che il ragionamento regga.

È quindi importante cercare di mantenere una mente aperta e flessibile, pronta a riconsiderare le proprie convinzioni in luce di nuove evidenze o argomentazioni persuasive. Io non voglio essere schiavo di un'impianto teorico che giura di liberarmi da qualsiasi autoinganno: preferisco assaporare i diversi frutti della conoscenza, senza cadere vittima di rigidi schemi che mirano all'esclusività, perché sì, qualsiasi irrigidimento su teorie, presupposti teorici, paradigmi, per me sono una prigione anche se giurano di liberarmi e giurano che mi sto ingannando e che giurano che un qualsiasi approccio diverso "non serva a nulla" o che addirittura sia "controproducente".
 
La valutazione critica richiede una combinazione di coerenza logica e apertura mentale. È importante mantenere un equilibrio tra la coerenza interna delle nostre idee e la capacità di considerare e valutare argomenti provenienti da diverse fonti. La coerenza può servire come guida, ma dovrebbe essere aperta alla revisione e alla sfida, in modo da consentire un'evoluzione del pensiero e un'apertura a nuove conoscenze.  
 
Quindi, la sfida è a essere così intelligenti da trovare modi per integrare i diversi saperi. 
Dunque non facciamo i filosofi e rimaniamo umili.