30 aprile 2015

I Valori e la comprensione

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Cosa sono i valori? 
Alla base della motivazione che sta dietro le azioni abbiamo i valori. Sono questi che ci spingono verso il processo di decisione e rappresentano un po' i nostri pilastri, con la precisazione che questi possono pure cambiare nel tempo perché mutano con il cambiare delle nostre convinzioni, col mutare delle culture e quindi del contesto in cui ci ritroviamo. Stanno alla base dei nostri obiettivi, riguardano ciò che è importante per noi e rappresentano la nostra idea della vita, della morte, della felicità, della sofferenza, ciò che è giusto, sbagliato, affidabile, inaffidabile, sicuro etc. etc.

I Valori sono strumentali quando ci consentono di raggiungere un obbiettivo concreto e terminali quando servono a raggiungere un certo stato d'animo. Insomma, sono quei punti di riferimento su cui si basano le nostre scelte: sono il modo mediante cui giudichiamo noi stessi, gli altri, il mondo attorno a noi.

I valori in quanto sistema di giudizi, sono pratici quando ci permettono di giudicare una persona o un oggetto in base ai suoi attributi: cioè qualsiasi cosa è buona o cattiva, bella o brutta in base a quelli che sono i giudizi maturati in base a determinante credenze o in base a quello che abbiamo acquisito per mezzo dell'educazione o attraverso le relazioni. 
Sono utopici quando il giudizio non è solo legato a una questione cognitiva ma pure emotiva: mi permette di stabilire se sono d'accordo o no con qualcosa che mi ha trasmesso un certo tipo di emozioni. 
Sono critici quando sulla base di questi confrontiamo due o più oggetti (o persone) tra loro in base al vantaggio svantaggio che potremmo ottenere.
Sono ludici quei valori legati ai piaceri della vita.

Durante il processo di comunicazione i valori hanno il compito di creare adesione poiché ogni persona sente la necessità di condivisione. Come scritto altre volte, l'essere umano è un "animale sociale" e in quanto tale intesse relazioni che hanno lo scopo di farci accettare tutte quelle persone che possano appoggiarci, sostenerci e di rifiutare invece tutte quelle persone che hanno valori incompatibili coi nostri. La cultura stessa in qualche modo cerca di omologarci, di spingerci alla condivisione di determinati valori che, nel caso in cui diventassero stabili, diverrebbero princìpi. 

Il livello di attenzione dell'interlocutore aumenta nel momento in cui riusciamo a toccare i suoi valori e quindi risulta facile poter comunicare; da qui aumentano le possibilità di rendere più efficace il processo di convinzione e poi di persuasione. Nella mia pratica di analisi dei soggetti attraverso l'astrologia, devo dissentire da quello che hanno scritto alcuni colleghi quando cercano di identificare i valori in un preciso e unico settore oroscopico. Stando alla mia esperienza in oltre 17 anni e mezzo di colloqui, è l'insieme del quadro astrologico a fornirci le indicazioni di cui abbiamo bisogno, ricordando che la variabile astrologica è solo una delle componenti da prendere in considerazione per fare un'indagine dei processi alla base del pensiero e del comportamento umano; un ulteriore punto di vista che non deve essere un sostituto delle discipline cosiddette scientifiche ma che deve accompagnare, a mio parere, lo studioso verso un percorso di ricerca più ampio, appurato che anche l'astrologia hai suoi fondamenti a volte falsificabili secondo i dettami della nuova epistemologia popperiana, ma ancora meglio secondo quelli dell'anarchismo epistemologico contemplati da Feyerambend nel suo ormai storico "contro il metodo".

I valori dunque rappresentano la "conditio sine qua non" dei motivi per cui i soggetti sono spinti alla comunicazione. Tuttavia il processo comunicativo presuppone anche un certo livello di comprensione del testo (rappresenta l'insieme degli impliciti e dei presupposti, e quindi non solo il messaggio in sé per sé).

La comprensione del testo dipende da tre fattori principali: dall'abilità, dalla motivazione  e dall'opportunità che il soggetto possa elaborare. L'elaborazione delle informazioni avviene in questo modo: il cervello prende dal mondo circostante solo ciò che gli è utile: non prende ogni dettaglio o elemento presente all'interno di una conversazione o nell'analisi di un oggetto. Questo permette di avere una visione sintetica di una situazione, di una persona, di un oggetto. Il resto è un processo di deduzione in cui l'individuo cerca di cogliere il senso delle cose per poi valutarle. In questo modo poi sarà possibile agire cioè attuare o meno strategie di risposta o pianificare azioni. Per la maggiore parliamo di processi automatici: una volta acquisiti degli schemi mentali, il soggetto ha dei modelli di riferimento con cui confrontare quello che i sensi percepiscono dal mondo esterno, sulla base di un principio di analogie quando le informazioni sono nuove: cioè l'essere umano valuta i fatti in base alle somiglianze che mostrano con fatti simili. Diciamo che questo principio è lo stesso su cui si basa il pensiero astrologico su cui spesso mi sono dilungato. 

Il livello di comprensione di un testo dipende dalle nostre abilità, cioè dalla capacità di saper collegare fatti, raccoglier il maggior numero di informazioni e collegarle tra loro producendo molteplici significati. Quindi, tanto più sono le informazioni che utilizziamo e tanto più questi dettagli ci aiuteranno nella comprensione del testo. L'abilità dipende dal nostro livello di scolarizzazione ma pure da una componente biologica che in qualche modo può essere legata anche alla motivazione. Possiamo affermare che le capacità di elaborazione e di apprendimento sono in parte innate e in parte acquisite? Quel che possiamo dire è che la motivazione e quindi la capacità di apprendere sulla base di un interesse che ci sta a cuore, aumenta le possibilità e le probabilità di apprendimento. In ambito astrologico, pertanto, è necessario considerare gli ambiti che riguardano le nostre motivazioni per produrre indicazioni più interessanti e veritiere circa le caratteristiche intellettive del soggetto, (se vogliamo aiutarci seguendo un certo tipo di binari che ovviamente non affondano nella creduleria popolare checché se ne dica superficialmente). 

In ultimo e non per importanza abbiamo l'opportunità che il soggetto si trovi coinvolto nell'elaborazione. L'opportunità di apprendere dipende a sua volta in parte dalle nostre motivazioni ma pure dal materiale che abbiamo a disposizione. La possibilità di colmare certi vuoti cognitivi non solo attraverso deduzioni ma pure per mezzo di ulteriori informazioni, dunque dipende dalla possibilità che esse possano essere recuperate dalle fonti esterne. Una maggiore opportunità di recepire informazioni mi consente una maggiore opportunità di analizzarle e quindi di comprendere. 

Nell'ambito della psicologia della comunicazione si parla del modello A.M.O. (ability, motivation, opportunity) quando si parla della comprensione. 

28 aprile 2015

I prossimi articoli

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Badate con attenzione ai prossimi articoli perché la mia astrologia si interfaccia con le neuroscienze, argomento trattato a livello universitario. Come spiegato in precedenza, questi articoli nascono in maniera estemporanea e rappresentano solo l'abbozzo di quello che è un progetto "work in progress". Il tutto poi sarà raccolto, assemblato, elaborato e infine inserito all'interno di un progetto editoriale davvero ambizioso: presentare l'astrologia in maniera scientifica partendo appunto da i numerosissimi studi che sto compiendo senza sosta. Non mi aspetto che il mio lavoro sia condiviso da tutti perché la parola "scienza" fa storcere il naso a tutti quelli che concepiscono l'astrologia come una fede e pura spiritualità, che in quanto tale li esonera dalla responsabilità di una verifica oggettiva. Ciò non significa che l'astrologia non possa essere affrontata da un punto di vista spirituale; semplicemente ho un approccio diverso che sicuramente potrà interessare chi desidera osservare il mondo come uno scienziato. Infatti lì dove la spiritualità si affida a certezze, l'approccio scientifico comporta ricerca costante. Potremmo dire che la scienza sta ai Gemelli come la religione sta al Sagittario: una ha a che fare con la ricerca e l'altra con il dogma. Non vi meravigliate dunque se troverete molti soggetti con Sole in 9^ Casa pronti a insegnarvi una verità "assoluta" e soggetti con Sole in 3^ più camaleontici. 

Vediamo le domande di oggi.

Salve mi chiamo (...) e sono nata a (...), lui si chiama (...) ed è nato a (....). Noi ci conosciamo da più di due anni. Siamo amici, anche se c'è parecchia attrazione. Lui mi ha fatto capire di piacergli ed è ricambiato, ma purtroppo non si è ancora dichiarato in modo diretto. Questo devo dire che mi rattrista molto e non so più cosa pensare. Comunque, non siamo liberi. Io sarei tentata di inviargli un sms, per fargli capire quello che realmente provo per lui, ma non so se sia la cosa giusta da fare. La mia domanda è: Riusciremo finalmente a confessarci i nostri sentimenti e quindi in seguito, ad iniziare una storia? Grazie anticipatamente.

partiamo dal presupposto che 1) manca l'ora di nascita del partner e 2) la sinastria è un'operazione complessa che, come scritto infinite volte, pratico solo in privato perché richiede ore di analisi. In forma gratuita qui sul mio blog posso dedicare al massimo 10 minuti per ogni consultante perché le vostre richieste sono tantissime e il tempo a disposizione è poco. L'avrò scritto non so quante volte ma non fa nulla: evidentemente non sei una lettrice abituale del mio blog ma una new entry a cui do' il mio benvenuto. 

La tua domanda è complessa ma una risposta ti è assicurata. Vediamo prima di tutto come stai messa in termini di predisposizioni all'amore, dall'analisi del tuo tema di nascita. Marte è in VII^ Casa radix in aspetto dissonante a Saturno e questo la dice lunga sul fatto che per te le relazioni possano essere "castranti", "dure", fonte di litigi e burrasche. In più, col Sole in 8^ Casa parliamo di una certa tendenza a cercare situazioni torbide e ingarbugliate. Ricordo un'astrologa con Sole in 8^ Casa radix, che durante una chiacchierata con me colse gli aspetti più "neri" di quel che volevo dirle e non seppe comprenderne il senso nonostante la mia proverbiale chiarezza. Ecco, chi ha un Sole in 8^ Casa in qualche modo ha le antenne puntate verso il lato cupo delle cose, anche se il desiderio è proprio quello opposto, cioè quello di vivere bruciando energia quasi sino a logorarsi. Marte recupera con un bel trigono alla Luna e un sestile a Giove; però non è che va bene nel settore legato alle relazioni. 

Devo esserti sincero: non vedo per il momento transiti importanti per le questioni sentimentali. Bisogna aspettare Gennaio 2016 quando Plutone sarà trigono al tuo Marte radix. Poi bisognerebbe aspettare la congiunzione di Nettuno su Giove radix che a te è sulla cuspide della 5^ Casa. Quindi non credo che qualsiasi cosa possa nascere adesso sia segnato da buone "stelle". Anzi, direi che c'è proprio una situazione morta, sempre se parliamo di transiti. Se invece parliamo di rivoluzione solare, la situazione è nera come la pece: Marte e Saturno in 5^ Casa di rivoluzione dicono chiaramente che è molto facile avere clamorose delusioni. Dal tuo prossimo compleanno invece le cose potrebbero cambiare in positivo, ma di molto, se tu provassi a spostarti qualche centinaio di chilometri più a est rispetto alla tua città di nascita, località che individueremmo insieme nel caso fossi interessata ad approfondire. Io credo che sia un'occasione da non perdere e spero che non arriverò a dirti "te l'avevo detto".

24 aprile 2015

Il motore del mondo

Oggi ci occupiamo di cosa può rendere una comunicazione attraente e come può agire questa caratteristica sulla vita di relazione, tra singoli o tra gruppi.
Siamo costantemente sollecitati da messaggi provenienti dai media, da internet, a scuola, sul lavoro; ma solo alcuni di essi risultano così attraenti da sollecitare la nostra attenzione. Su quali basi si innestano i nostri atteggiamenti rispetto a un certo tipo di messaggio? Tra i principali aspetti della comunicazione efficace vi sono alcuni che meritano di essere citati e analizzati.

Se dovessi dare importanza a un messaggio io la darei a quello in cui riesco meglio a identificarmi. Questo dipende dal fatto che in ogni tipo di comunicazione noi abbiamo un’idea di quello che dovrebbe essere l’interlocutore ideale, cioè quello che ci informa di concetti di cui noi sentiamo di essere in grado di comprendere. Allo stesso tempo è necessario che l’interlocutore sia capace di cogliere i nostri discorsi così da instaurarsi un rapporto di simmetria basato su aspettative reciproche. Abbiamo un’immagine di noi stessi che influisce sul processo comunicativo e quando l’immagine che abbiamo dell’altro non corrisponde con quella dell’interlocutore ideale è facile che il rapporto (di qualunque natura esso sia) possa diventare asimmetrico e quindi fonte di fraintendimenti o della semplice consapevolezza che non è possibile una comunicazione quando dall’altra parte c’è un interlocutore che non ha le risorse cognitive utili ad affrontare certi discorsi.

Nella stesura dei miei numerosi articoli a carattere astrologico e scientifico in generale, è del tutto evidente il tentativo di comunicare a un certo gruppo di persone con un livello culturale più elevato di chi crede agli oroscopi o parla di astrologia come si farebbe al “mercato del pesce”. Questo naturalmente pregiudica la possibilità di comunicare con chi invece non ha le risorse cognitive o le opportunità per una elaborazione di certuni contenuti e riduce, dunque, notevolmente la possibilità che il mio messaggio possa essere recepito da una vastissima fetta di lettori.
Tuttavia, questo lettore potrebbe accettare per buono quel che scrivo, indipendentemente dal fatto che possa comprenderne o meno i contenuti, sulla base della competenza che è in grado di riconoscermi. Purtroppo nel campo del web è assai difficile che possano trasparire facilmente gli indici sociali utili a mettere in risalto la propria competenza, soprattutto se parliamo di un settore super inflazionato come quello astrologico.

Se da un lato abbiamo la forte importanza della competenza e autorevolezza delle fonti è necessario che le stesse siano offerte da soggetti che in qualche modo possono risultarci familiari. La familiarità è raggiungibile attraverso la continua esposizione: è ovvio che nelle relazioni interpersonali si tende a cercare un contatto con quello che ci risulta più familiare, cioè quello che risponde come noi a un certo tipo di stimoli, che mostra i nostri stessi interessi, gusti, idee e che abbiamo conosciuto grazie al fatto che fosse sempre presente sulla scena. Questo perché gli esseri umani costruiscono le relazioni sulla base di gruppi con cui condividere molto del proprio mondo interiore fatto di aspirazioni, desideri, bisogni e che diano un senso di appartenenza: l’uomo vuole sempre appartenere a qualcuno perché infondo è un “animale sociale”. È importante a mio parere, inoltre riconoscere il fatto che spesso e volentieri la novità è fonte di interesse perché l’eccessiva ripetizione degli stessi argomenti può annoiare. Basti pensare a quegli amici che ci ammorbano con le solite tiritere a cui noi non possiamo fare altro che annuire in silenzio.

Quando parlo di presenza sulla scena mi riferisco al fatto di essere notati sia come persone e sia come personaggi. Questo è un concetto fondamentale per il passaggio dell’informazione poiché si basa sul presupposto che cerchiamo sempre un certo gradi di coerenza in chi ci comunica qualcosa; coerenza che si rivela essere marcata nel personaggio. Si tratta di persone che in qualche modo possono trasmettere un’idea, un valore a cui gli altri possono aderire se lo condividono. Per esempio è più facile che di me possa passare un’idea di personaggio e non di persona, proprio perché mantengo una coerenza nel tempo legata a un certo tipo di insegnamenti e di contenuti oltre che di valori come per esempio quello della “ricerca della verità” o del “superamento di certi schemi”.
Oltre a ciò deve giocare un ruolo fondamentale anche la piacevolezza che il lettore riconosce in me (o nelle altre fonti in generale). Questa viene definita in base alla simpatia nonché all’aspetto fisico. Ovviamente posso puntare sulla prima e non sul secondo. È naturale che l’aspetto fisico possa catalizzare l’attenzione ed essere discriminante rispetto a un atteggiamento. Chissà perché siamo condizionati dall’euristica del “più bello = più buono o più intelligente. Per questo è necessario che nella comunicazione si proceda pure a creare una certa immagine fisica che in qualche modo possa cercare di catturare maggiori consensi.


Morale della favola: più bello, più simpatico, più credibile, più familiare, originale, sono gli imperativi per la comunicazione di successo e influenzano la vita di relazione perché toccano gli aspetti salienti della vita che come ben sapete si basa su certe euristiche ma soprattutto su certi schemi. Parliamo di gerarchie, ma parliamo soprattutto del mondo delle emozioni, il vero e proprio motore che fa girare il mondo.

23 aprile 2015

Dall ISIS alla passerella ci vuole poco.


Dall’ISIS alla passerella ci vuole poco. Presto capirete perché.
In questo periodo storico molti eventi stanno scuotendo sensibilmente l’opinione pubblica; ma uno in particolare è occasione di riflessioni ma soprattutto preoccupazioni che non solo riguardano gli Italiani, ma tutto l’occidente in generale. Mi riferisco agli atti terroristici e le mutilazioni al patrimonio artistico mediorientale ad opera del califfato dell’ISIS. Le minacce verso l’occidente e in particolare verso i Cristiani non può che mettere in moto una serie di emozioni che sicuramente possono risolversi in atteggiamenti, e quindi comportamenti concreti come quello dell’antisemitismo.

Ognuno di noi può sentirsi in qualche modo coinvolto a seconda delle risorse che impiega quando ascolta le informazioni; notizie tese a raccogliere il maggior numero di telespettatori secondo quelle che sono le normali strategie della TV, strutturata in maniera tale da coinvolgere il maggior numero di persone stando a quelli che sono gli orari imposti dalla società imperniata sul lavoro (!). Il professionista così come la casalinga o lo studente, sono pronti a raccogliere le informazioni che (nonostante le distrazioni di una tavola imbandita o le preoccupazioni della quotidianità) in qualche modo riescono a fare breccia nella nostra mente e a sollecitare un certo tipo di emozioni. Il mezzo televisivo è dunque fonte di opportunità per sollecitare quei processi pre-attentivi basati sulla sigla del telegiornale che in maniera euristica ci informa di un cambiamento: dobbiamo prestare attenzione se vogliamo soddisfare il nostro bisogno di curiosità. Dall’altro lato abbiamo invece una curiosità indotta proprio dallo stimolo uditivo e poi da quello visivo. La nostra soglia di attenzione dunque diventa variabile a seconda di quelle che sono le operazioni che stiamo svolgendo durante il telegiornale.
È innegabile che l’appello alla paura promosso da taluni TG possa in qualche modo catalizzare un’attenzione notevole anche spesso e volentieri la stessa viene distolta in funzione di stimoli ludici come quelli offerti dallo sport (fortunatamente sono esente da questo rischio). Non so fino a che punto la collettività possa sentirsi tirata in causa quando ascolta le terribili notizie dei terroristi islamici; ma posso senz'altro raccontarvi quel che succede a me e come rispondo agli stimoli televisivi.
La notizia è prima di tutto offerta per mezzo di uno strumento in grado di produrre emozioni che come ben sapete è l’immagine televisiva. Le immagini in sequenza del girato si riferiscono a situazioni che in me hanno generato un forte turbamento: uomini che con martelli cercano di distruggere opere artistiche di inestimabile valore in nome di una guerra contro l’occidente e in nome di una fede “sbagliata”, oppure uomini incapucciati dinnanzi a “vittime sacrificali” inginocchiate. L’immagine osservata e accompagnata dal parlato della voce narrante fuori campo costituisce una ridondanza rispetto a quella che è la notizia a cui fare attenzione e che, dunque, raddoppia la possibilità di essere recepita. Durante la fase centrale del processo di comunicazione, l’informazione così percepita viene analizzata e processata in memoria sollecitando in me un alto grado di attenzione. Tuttavia non parliamo ancora di situazioni che possono sollecitare un preciso comportamento; ma sicuramente l’atteggiamento di base è quello di negare assolutamente tali barbarie, in nome di una civiltà che forse è soltanto un’ideale (e lo dico senza pessimismo).

Posso dunque affermare che non è tanto la strategia comunicativa che ha sollecitato una reazione, quanto piuttosto la notizia stessa. Dunque non il veicolo (che comunque è un potenziale potente mezzo di persuasione) ma la notizia stessa in funzione di quelli che sono i miei valori.

Ora non voglio dilungarmi su quanto i media in qualche modo possano manipolare l’opinione pubblica e veicolarla su certi atteggiamenti o scelte di mercato (pare che per taluni infatti l’ISIS non rappresenti davvero una minaccia reale verso l’occidente). Bisogna riconoscere in certuni casi il ruolo educativo ed istruttivo dei mezzi di comunicazione e che un certo tipo di persuasione dipende sempre dalle risorse che noi investiamo in quello stimolo specifico. 
Una via periferica e quindi un’acquisizione dell’informazione che vada a influire sulle nostre euristiche ovviamente è possibile in funzione di quelli che sono gli stimoli ritenuti più salienti dal telespettatore distratto dalla quotidianità. Nel mio caso l’analisi passa per strumenti di informazione supplementari come quelli offerti dal web che di fatto mi autorizzano a escludere la via periferica. Durante il processo di ricerca è facile poi che la propria attenzione possa essere distolta da notizie che in qualche modo possono essere ritenute più salienti. Per esempio, nel mio caso, durante la ricerca di informazioni che potessero darmi la possibilità di un approfondimento, mi sono imbattuto in un’ansa. La notizia titola: BERLUSCONI AI DEPUTATI DI FORZA ITALIA: IO TRA GLI OBIETTIVI DELL ISIS.

La familiarità acquisita per mezzo della Tv a proposito del noto personaggio politico, è stato un elemento significativo per catturare la mia attenzione poiché ha richiamato in memoria episodi a sfondo sessuale in cui lo stesso si è ritrovato. Il titolo e il posizionamento della notizia rispetto a un elenco ha naturalmente promosso la sua scelta. L’atteggiamento nei confronti del noto personaggio politico, la mia idea rispetto alle vicende da lui vissute, hanno poi promosso un comportamento: scegliere quella notizia. Da notare come il fattore accidentale (costituito dal posizionamento dell’articolo all’interno di una lista) abbia esercitato un ruolo determinante rispetto a quello che sembrava essere prioritario. Una volta eseguito l’accesso alla pagina la mia attenzione è stata catturata dall’elemento più in evidenza: il titolo in grande. Subito sotto al titolo l’immagine di Berlusconi in posa da “direttore d’orchestra”.
L’articolo comincia così: “Sono tra gli obiettivi dell'Isis. In cima alla loro lista di bersagli. Lo ha detto Silvio Berlusconi, a quanto raccontano diversi presenti, nel corso della riunione dei deputati di Fi. L'ex premier ha motivato in questo modo la decisione di non prendere parte a comizi all'aperto. "Andrò in televisione e farò comizi ma solo al chiuso perchè all'aperto qualcuno può attentare alla mia vita", ha detto Silvio Berlusconi”
(fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/04/22/berlusconi-ai-deputati-di-forza-italia-io-tra-gli-obiettivi-dellisis_085bf20d-7afd-4298-b8fa-60cf53833c9b.html)

In perfetto stile giornalistico, cioè seguendo quelli che sono gli ordini di compilazione del messaggio, ossia le strategie per sollecitare un alto grado di attenzione (o aumentarne le probabilità), si nota immediatamente proprio il bisogno di mettere in evidenza un concetto che possa poi portare alla lettura di tutto l’argomento e chissà posare lo sguardo sulle pubblicità sparse qua e là sul sito come per esempio le immagini delle modelle che sfilano in passerella per mostrare gli ultimi capi di moda dell’ultimo stilista desideroso di scalare la vetta.

Anche io, oggi mi sono in qualche modo divertito a guidare, manipolare, la lettura di questo mio post: il titolo scommetto ha catturato la vostra attenzione anche per mezzo di immagini che in qualche modo potessero mettere in mostra l'ironia dissacratoria che spesso e volentieri, prima di logorarsi, produce l'effetto che si desidera. La conclusione? Sta a voi. 

21 aprile 2015

karma e rivoluzioni solari mirate

Ne ho parlato tante volte ma è bene che queste spiegazioni siano ripetute perché così è più facile che possano essere individuate da chi cerca informazioni riguardo alla tematica della reincarnazione e delle rivoluzioni solari mirate.

Bisogna porsi una domanda: può una fede condizionare le proprie scelte di vita? A quanto pare sì se si concepisce il karma come una legge in cui è necessario, per questa vita, espiare i debiti del passato. E cercare la felicità in ogni modo dunque sarebbe come evitare di pagare il pegno e quindi ritrovarselo, forse, peggiorato nella vita successiva.

Ma chi ci dice che questa è la verità? Ovviamente bisogna avere fede per credere in ciò; ma soprattutto bisogna pensare che il debito karmico porti alla necessità di espiare. Ogni fede è anche interpretazione: se pensiamo a quante ne esistono della Bibbia possiamo ben immaginare per esempio come i testimoni di Geova siano arrivati a evitare le trasfusioni di sangue persino lì dove è una questione di vita o di morte. 

Proviamo a spostare il punto di osservazione sul karma: e se invece il nostro percorso fosse quello del superamento della sofferenza? In  questo caso potremmo evolverci per mezzo delle rivoluzioni solari mirate: una serie di viaggi di compleanno non farebbero altro che aiutarci a estinguere i debiti acquisiti nelle vite passate, migliorando la qualità della nostra vita che non necessariamente sarebbe di ordine materiale se già siamo predisposti a una certa spiritualità. Ma migliorare in campo economico perché dovrebbe essere un male?

Migliorare la qualità della propria vita non significa necessariamente farlo a spese del più debole o facendolo con mezzi spregevoli. Per questo, qualsiasi mezzo è buono per migliorarla; ma poi sta a noi cercare di utilizzare il sistema per evolverci e non per involverci. 

La vita, dal punto di vista biologico, è l'adattamento a certe situazioni: adattarsi per sopravvivere e quindi garantire il miglior patrimonio genetico possibile ai figli. Ottime rivoluzioni solari mirate non permettono forse di emanciparsi e di trovare quelle risorse utili per affrontare meglio le problematiche della vita? E se siamo più capaci di risolvere problemi, siamo anche riusciti a modificare l'espressione dei nostri geni. Questo significa che più cresciamo, più miglioriamo e più ci sono possibilità che i nostri futuri figli potranno ereditare le nostre stesse risorse. 

Se invece espiamo, se invece soffriamo, il cervello decresce; i neuroni muoiono, le connessioni sinaptiche avvizziscono e tramandiamo queste risposte anche ai nostri figli purtroppo: la biologia stessa è contro la rassegnazione a un destino in cui bisogna espiare e accettare passivamente quel che "il cielo" comanda. La biologia ci spiega che la sofferenza non è il modo giusto per crescere e per evolversi e che invece occorre il piacere, occorre la gioia, la felicità, occorre essere coraggiosi, audaci, intelligenti. E questa intelligenza non è solo logico razionale, ma pure emotiva e la si raggiunge con la serenità non con la tristezza. Gente triste non può avere una visione chiara del prossimo: può avere un visione distorta, condizionata dal proprio stato d'animo. Si può essere sensibili pur non soffrendo ma badando alla sofferenza del prossimo.

Allora c'è chi insegue la strada della sofferenza pensando che sia quella giusta per evolversi quando invece distrugge le cellule neuronali, uccide il corpo e la mente. Molta gente ha creduto a quel che certe religioni hanno insegnato e oggi, queste stesse persone rinunciano alla felicità per la paura che in una prossima vita saranno meno evolute. 

Ecco: come vedete, è solo una questione di punto di vista. Espiare le colpe o superare la sofferenza?

Tutto dipende dalle vostre convinzioni. Se presupponete di conoscere la verità solo perché dentro di voi sentite che è la cosa giusta, peccate di presunzione e incatenate la vostra vita giudicando il mondo con quel "personale paio di  occhiali".

Ma non finisce qui. È del tutto personale la visione religiosa dell'esistenza ma è scorretta la visione che molti hanno delle rivoluzioni solari. Molti pensano serva solo a tenere lontani i guai e a bypassarli come farebbe uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia. Nulla di più frainteso! Le rivoluzioni solari mirate ci danno solo le risorse per poter affrontare meglio le avversità della vita e a cogliere di più le buone occasioni. Tant'è che anche facendo una bella rivoluzione solare mirata non scongiuriamo la morte di un nostro parente quando è giunta la sua ora. Non vi è mai capitato di trovare una bella Venere in 5^ Casa di rivoluzione nei casi di soggetti che hanno chiuso una relazione? Qualcuno si aspetterebbe Saturno e non Venere! Ma questa è ancora una scorretta interpretazione delle RSM: Venere in 5^ favorisce certo l'amore quando è già sano; ma quando la relazione è destinata a concludersi non fa altro che aiutarci ad affrontare meglio quella chiusura che altrimenti sarebbe più dolorosa. 

Sarebbe meglio scegliere di soffrire posizionandosi Saturno in 5^ per evitare che in una prossima vita si possa scontare di peggio, oppure è meglio posizionarsi una bella Venere in 5^ che ci fornisce le risorse utili per vincere la sofferenza?  

Io non credo nella reincarnazione perché sono cattolico; ma so abbastanza da capire che ogni fede necessita un'interpretazione. È da questa che dipende la nostra visione del mondo e che se interferisce con le nostre scelte può farci un danno come quello di credere che l'espiazione sia la strada giusta e che le RSM siano una scorciatoia per la felicità che si potrebbe ritorcere contro in una vita successiva. 

Certo, chi non crede in quella versione del karma o non ci crede affatto, non si fa di questi problemi. Possiamo dire che è forse un crimine questo? Piuttosto è saggio affermare che di certezze non ce ne sono e che ognuno sceglie di avere paura o no e di interpretare le leggi della natura come meglio crede.

A breve riprenderò con gli articoli di psicologia della comunicazione poi proseguiremo con quelli di psicologia clinica; un viaggio straordinario nella psiche, un lavoro work in progress per definire ancor meglio le basi della mia nuova astrologia. Attenzione: non ho la pretesa di sconvolgere le conoscenze dell'astrologia moderna, ma di arricchirle con le mie ricerche. Naturalmente i vostri commenti possono essere un'ulteriore modo per spingermi a chiarire alcuni concetti che potrebbero essere fraintesi o non compresi.

Sono nata il (...)
Adesso sto a Firenze. Vorrei sapere se sono predisposta alle vincite al gioco. 



Hai davvero un bellissimo tema di nascita che mi fa pensare a una buona predisposizione alle vincite anche se la miglior fortuna è data dal lavoro: Giove infatti si trova in X e riceve due bellissimi trigoni da Saturno e Urano in 6^. Potresti vincere ma potrebbe semplicemente essere che erediti una proprietà perché l'8^ non necessariamente parla di vincite al gioco.  Il Sole infatti lancia un bel trigono a Plutone che si trova in IV^. In sostanza è facile che con queste astralità i tuoi soldi possano provenire dalla famiglia che ti aiuta nella vita. Potrebbe pure essere che tu prenderai una pensione a causa di problemi fisici: infatti hai una 6^ Casa davvero pessima con Marte e Saturno: sembra quasi come se tu avessi una specie di invalidità e per questo motivo percepisci o percepirai un pensionamento. Ovviamente è solo un'ipotesi: con l'astrologia possiamo soltanto ipotizzare scenari diversi a partire da certe posizioni che appunto si manifestano secondo un ventaglio di possibilità. Visto che vivi lontano dai tuoi luoghi di origine io penso che quel Sole possa trovarsi sulla cuspide della 9^ Casa. Ovviamente se tu fossi nata molto prima non valgono le indicazioni che ti ho dato relativamente al Sole in 8^. Io non so se hai un estratto di nascita completo di orario; ma quel che so di certo è che sicuramente sei nata almeno 4 minuti prima. 

18 aprile 2015

Il metodo e la cultura sono tutto?

Buon sera sig. Galeota, sono un ragazzo di 20 anni che studia astrologia, ormai da 3 anni circa ho iniziato a cimentarmi con questa disciplina che mi sorprende sempre più... ultimamente ho fra le mani un caso particolare. Volevo chiederle un'opinione su un tema astrale.
Soggetto femminile nata a (...)
Dal grafico noterà che Mercurio è privo di aspetti e la Luna è congiunta al Sole. Oltre al Sole, la luna non presenta altri aspetti. Ho notato che i transiti dei rispettivi pianeti, di Mercurio e della Luna hanno un debolissima influenza, anche nei transiti delle case. Forse perchè nel tema i pianeti non sono stimolati? Spero di avere sue notizie al più presto.
Distinti Saluti. 

Prima di rispondere alla tua domanda vorrei raccontarti un aneddoto utile a chiarire le idee a qualche lettore. Quando ho iniziato a studiare astrologia ben 17 anni fa non disponevo di un computer e naturalmente la mia conoscenza della materia, per molti anni è stata di un livello veramente basso perché mai avrei pensato che questo poteva diventare il campo principale del mio interesse. Tuttavia mi piaceva l'idea di conoscere e per questo ho acquistato e letto moltissimi libri. Sin dapprincipio mi sono cimentato nelle consulenze ma è ovvio che il mio atteggiamento era acritico, superficiale, ingenuo: mi limitavo a verificare che quel che leggevo fosse vero, ma attraverso un sistema di indagine rozzo, che è più o meno quello che usano tutti quanti i principianti (e anche alcuni professionisti): riferire al consultante il frutto del proprio sapere e accettare per buono tutto quel che mi dicevano. Anche se dicevo che per esempio avevano la Luna nera o il nodo lunare in tale posizione, loro mi dicevano sempre che tutto era giusto: non sapevo ancora che il consultante prende per buono quasi tutto quello che gli si dice, sopratutto quando è affascinato dalla tematica astrologica. Leggevo ogni autore astrologico e applicavo tutto. Credevo di essere bravo così come molto ingenuamente si crede bravo chiunque apprende un metodo e lo applica. Una volta mi capitò di leggere alcune affermazioni scritte da un principiante e rivolte a un utente desideroso di conoscere il proprio TN. Ognuno diceva qualcosa di diverso e il consultante si ritrovava in ogni descrizione anche se esse erano persino in contraddizione l'una con l'altra. Questo farebbe pensare che l'astrologia non funziona affatto e che ogni consultante si fa solo suggestionare. E questo è vero, ma solo relativamente alla parte della suggestione. Non c'è verso: il consultante ci inganna e si inganna per ovvie ragioni psicologiche (che ho descritto nel mio primo articolo sulla statistica).

Diverso è se parliamo con un consultante che già pratica astrologia: lui storcerà il naso a qualsiasi cosa gli diremo perché ormai è condizionato da quelle che sono le sue conoscenze. In parole semplici vede se stesso così come ha appreso grazie a quel che ha studiato. Un caso eclatante, direi magistrale riguarda per esempio un soggetto che utilizzando un sistema di domificazione diverso dal Placidus crede di avere il Sole in una data Casa e pensa di essere così come ha letto; e non sa che invece deve leggere le indicazioni relative alla Casa successiva. Ormai ha una certa idea di sé e nessuno gliela leva, nemmeno se glielo spieghi mostrandogli le evidenze. La stessa cosa direbbe lui di me: sono io quello condizionato dal metodo tanto da non saper più riconoscere chi sono veramente da chi credo di essere da quando ho letto certe cose. Non posso dargli completamente torto se non fosse che dispongo di un sistema ideato appunto per non correre questo rischio. L'atto del riconoscimento non sempre è possibile perché occorre obiettività e un sistema di analisi che permetta questo.  Siccome il consultante mente non sapendo di mentire, e mente persino l'astrologo (perché non ha un reale criterio per verificare che quel che legge a proposito del proprio TN sia vero o falso), allora  occorre un metodo che possa aumentare le nostre probabilità di riconoscere un sistema fallace da uno che funziona veramente. 
Il sistema che io ho appreso è spiegato da Ciro Discepolo in uno dei suoi libri e consiste nel fatto di interrogare il consultante e porgli delle domande utili a individuare eventuali contraddizioni: prima o poi arriveremo a comprendere se per davvero il soggetto è contrassegnato da certe tendenze e che non siano invece attribuite da noi in base ai nostri criteri di interpretare le risposte. Non mi risulta che altri facciano altrettanto. Naturalmente questo è un metodo utile da applicare all'inizio della propria esperienza, giusto il tempo di verificare che la propria tecnica di indagine astrologica sia realmente valida. Dopo anni di verifiche è naturale che oggi non ha più senso continuare ad applicare lo stesso metodo: ormai ho appurato che ciò che applico funziona. 

Non voglio dilungarmi in questioni filosofiche sul metodo perché qualcuno potrebbe citare K. P. Feyerabend e il suo famoso testo intitolato "contro il metodo" in cui afferma che alle volte troviamo la "verità" quando andiamo contro le regole, quando arbitrariamente o involontariamente le violiamo perché è la storia stessa del pensiero scientifico  che porta queste evidenze. Stando a Feyerabend (che tra l'altro fu anche sostenitore dell'astrologia) tutto va bene, anche fare scienza con una fantasia. Il suo anarchismo sull'epistemologia potrebbe essere usato da taluni in maniera eccessiva; tant'è che questi si sentirebbero autorizzati a violare qualsiasi tipo di regola oppure a non usarne alcuna. Ci vuole quel tantino di audacia senza tuttavia rinunciare completamente ad alcune "certezze" secondo me.
Risultati immagini per contro il metodo
Ora il punto della situazione è questo: al di là di quella che è la "verità" ciò che conta è l'autorevolezza di un astrologo che possiamo anche misurare in base alla sua cultura nel campo della filosofia della scienza e dell'euristica: questo dovrebbe mettere in evidenza il fatto che non sono uno sprovveduto incapace di ragionare 
e nemmeno uno dei tanti simpatizzanti di astrologia che riempiono il web, proprio perché a supporto delle mie conoscenze astrologiche ci sta tantissimo studio delle materie che servono allo "scienziato" e al ricercatore in generale e che vengono insegnate anche nell'ambito della psicologia che io studio a livello universitario. 

Chi scrive commenti tenendo conto del mio percorso formativo (che come hai visto spazia su più fronti) naturalmente sarà anche disposto maggiormente ad accettare le mie risposte e mi fa piacere che tu chieda un mio parere, perché evidentemente riconosci in me il fatto che io non sia uno dei tanti astrologi presenti sulla scena e che abbia da offrire qualcosa in più. In effetti ciò che ho da offrire è non solo un'astrologia funzionante, ma pure il frutto di tanti altri studi diversi dall'astrologia. Il fatto di poter offrire qualcosa di nuovo, senza tuttavia rinunciare alle perle straordinarie che ho appreso dal mio maestro in questi anni, è il mio chiodo fisso. Penso che nel mio piccolo io stia già contribuendo a questo ambiziosissimo progetto.  
 
Veniamo a te e alla tua domanda. Mercurio non è isolato, cioè privo di aspetti, ma riceve un semiquadrato da Venere. Anche questi aspetti cosiddetti "minori" hanno un peso al punto che sul mio libro sulle relazioni di coppia in astrologia l'ho inserito tra gli aspetti cosiddetti  "maggiori" come il trigono e l'opposizione. Evidentemente non ha più senso relegare questo aspetto ad aspetto secondario se i risultati sono di tutto rispetto. Sul mio libro non ho fatto questa specifica perché lì per lì non mi è venuto in mente. Comunque, questo aspetto riguarda il fatto che le facoltà di raccogliere i dati per l'elaborazione è condizionata dalla componente estetica. Potrebbe portare pigrizia mentale o una certa indolenza che non fa analizzare a fondo le cose. D'altra parte, i sentimenti d'amore possono essere vissuti in maniera troppo superficiale con fiammate subito seguite da disinteresse. Ho scritto più volte che transiti dei pianeti sui pianeti isolati o che ricevono pochi aspetti hanno un effetto debole rispetto ai punti del TN che ne hanno tanti. Della congiunzione Sole-Luna ne ho scritto nel mio libro sulle relazioni di coppia, ma scriverò ancora molto prossimamente e ti prometto che leggerai cose davvero molto interessanti.

 
CARISSIMO ALRAMI GRAZIE PER AVERMI RISPOSTO.IO NON SONO BRAVO CON TECNOLOGIA. IL MIO PENSIERO È MIA FIGLIA. (...) STUDIA UNIVERSITA. PRENDERA LAUREA? TROVERÀ CHI LA AMA VERAMENTE. GRAZIE ABBRACCIO DA ME. A.

Sole in X e ascendente Leone mi fanno pensare a una bella dose di ambizione. La 9^ Casa, quella degli studi universitari è nel segno dei Pesci che porta, come ben sai, a vivere gli studi universitari in maniera nevrotica a meno che non si tratti di studi infermieristici o religiosi. comunque C'è confusione E quindi è possibile che la ragazza possa avere dubbi circa il proprio percorso. Però la stessa 9^ casa in Pesci è favorevole per gli studi filosofici e secondo me potrebbe avere una brillante carriera visto che ella appartiene al segno del Toro che è legato appunto alla filosofia, cioè a quelle materie in cui bisogna stare a pensare e ripensare. In campo sentimentale può ottenere quello che desidera a patto però che il partner non la faccia sentire in gabbia: il Sole in X è indipendente e vuole realizzarsi. Sole semiquadrato a Venere è l'unico neo in quanto evidentemente porta il soggetto a credere che l'amore potrà divenire un limite in quanto farebbe perdere la propria vitalità. Insomma potrà sentirsi soffocata o a sua volta potrà essere molto limitante nella vita del partner.