23 aprile 2018

Al Rami: laurea in psicologia o in scienze e tecniche psicologiche?

Qualcuno vocifera che io non sia laureato in psicologia. 
Niente di preoccupante dato che ognuno, sul web, può dire tutte le chiacchiere che vuole. Però nell'intervento vi è un chiaro intento lesivo ai miei danni e perciò vorrei dare alcuni chiarimenti ai miei affezionati lettori e a chi trova per caso il mio blog.

Ho la laurea in scienze e tecniche psicologiche, altrimenti detta, per semplificazione, "laurea in psicologia triennale". Senza che ciò costituisca usurpazione di titolo, vien detta laurea in psicologia triennale dalle stesse università.

Alcuni esempi: 

 La laurea in psicologia comprende la triennale e la magistrale. Dunque parliamo di due lauree differenti in psicologia. Se poi si vuole essere precisi, magari per inserire i propri dati in curriculum, allora ha senso specificare che la laurea triennale in psicologia è altrimenti detta "in scienze e tecniche psicologiche", così come è auspicabile specificare che la laurea in psicologia è magistrale o meno. 

Quindi se esiste la dicitura "laurea in psicologia" anche per la triennale, io sono a tutti gli effetti laureato in psicologia e sono diventato dottore in scienze e tecniche psicologiche. Una volta fatta l'abilitazione diverrò un riabilitatore ma anche in questo caso la dicitura corretta sarebbe "Psicologo Junior" poiché esistono delle piccole limitazioni rispetto alla laurea magistrale.

Ecco un esempio: CLICCA QUI.

Giustamente qualcuno si sarà domandato come mai questa specificazione. Ebbene, da qualche tempo ciricola in rete una fakenews sul mio conto e che spero sia cancellata il prima possibile perché appunto fake. Nello specifico si afferma che io avrei commesso il reato addirittura "penale" di usurpazione di titolo, dato che la dicitura corretta è "laurea in scienze e tecniche psicologiche" mentre io avrei usato la frase "sono laureato in psicologia". A parte che il reato è stato depenalizzato, abbiamo visto che in rete possiamo trovare siti universitari che disinvoltamente usano la frase "laurea in psicologia" anche per la triennale. Perciò la fakenews è stata un semplice tentativo di danneggiare la mia immagine. Un colpo basso veramente orribile. 

Certo, guardando questa storia da un punto di vista esterno sembra una cosa davvero assai ridicola impuntarsi su un cavillo del genere.  Praticamente è come se si volesse trovare per forza un qualsiasi pelo nell'uovo pur di screditarmi.

Noi qui ci limiteremo esclusivamente a questa specifica senza entrare nel merito della scorrettezza. 

Sulle prime mi sono infuriato tantissimo e sono persino entrato in panico pensando che "l'ingenuità" di inserire "laurea in psicologia" anzicché "laurea in scienze e tecniche psicologiche" potesse davvero costarmi una denuncia penale. Ma il mio percorso nello studio della psicologia mi ha insegnato a superare con forza, coraggio, determinazione anche attacchi come questi. 

La paura di essere additato come impostore, come usurpatore, non nascondo mi ha logorato per alcuni giorni. Temevo che i lettori potessero credere a quelle bugie e che per davvero credessero che la mia non fosse una laurea in psicologia. Invece abbiamo visto che sia per la triennale e sia per la magistrale si tratta pur sempre di laurea in psicologia. Era proprio in questa circostanza che dovevo dimostrare a me stesso che i miei studi e le mie letture valevano qualcosa, che potevano aiutarmi a superare questo duro colpo. Allora, nel frattempo che quella diffamazione sia cancellata(e forse non lo sarà mai) ho ritenuto legittimo chiarire a tutti i miei lettori questo episodio che sulle prime ha rappresentato un grosso danno d'immagine ma da cui sono riemerso più forte di prima anche grazie al sostegno di tutti i miei follower e della gente che mi vuole bene.

Per concludere: non daremo mai a nessuno la soddisfazione di vederci tristi, ma ci auspichiamo che le fakenews siano cancellate. Senza spirito di polemica e senza sollevare polveroni. 

Ecco a voi un mio video con alcuni consigli per gestire il nostro passato: 
 Il mondo è abbastanza grande da consentire a ognuno di incontrarsi o di evitarsi con cura.

20 aprile 2018

La Coca-Cola non fa le pulci alla Pepsi


Il web ha allargato il campo comunicativo e perciò tutti possiamo intervenire come e quando vogliamo, ovviamente tenendo conto delle limitazioni e restrizioni di ogni piattaforma virtuale.

La grande disponibilità di informazione nutre la curiosità in un continuo circolo vizioso tale che, domanda e offerta siano accompagnate dall'interazione. Ecco: ciò che fa la differenza nel mondo vortuale rispetto al semplice documentarsi è la possibilità di interagire con chi offre conoscenza e informazione. 

Il che aumenta la conoscenza nozionistica del mondo e di sé stessi, così che allo stesso tempo chi richiede informazioni diviene allo stesso tempo studente e insegnante. Lo scontro è quasi sempre inevitabile. La propria esistenza sul web aumenta le probabilità che qualsiasi utente possa non solo fruire dei servizi offerti, ma pure intromettersi esprimendo spesso disappunti, a maggior ragione se parliamo di piattaforme social. 

Possiamo dividere il web in tre categorie di utenti:
-Chi pubblica contenuti
-Chi fruisce dei contenuti
-Chi pubblica e fruisce intervenendo attivamente, cioè sindacando ciò che fa l'altro. 

Quest'ultima categoria è quella più corposa. 

Sia ben chiaro che ognuno può scegliere la categoria che più gli si confà; ma se si osservano i leader dei vari settori si scopre che non intervengono mai a sindacare ciò che fanno gli altri (a parte i leader politici ovviamente). 

I veri competitors, i colossi del marketing, i grandi di quasi ogni campo, scelgono la stretegia di osservare le mosse del concorrente senza screditarlo. Dopo sperimentano e attuano la loro mossa per imporsi sul mercato. 

Questo perché lo scontro aperto equivale a perdita di risorse, tempo e credibilità. 

In astrologia i grandi maestri difficilmentre si scompongono a sindacare il lavoro e l'operato degli altri colleghi. Perciò se si vuole fare un grande balzo di qualità occorre seguire il loro approccio. 

Occore cioè dedicare il proprio tempo alle proprie ricerche e ai propri interessi, se si vuole lasciare un messaggio o un segno in astrologia. Il tempo della polemica, della critica, della derisione, spetta a chi non ha molto da offrire. 

In pratica, il tempo che dedicate a leggere gli altri è tempo sottratto al vostro progetto, se ovviamente ne avete uno. 

Leggo i testi pubblicati dai colleghi e se trovo qualcosa di interessante lo uso. Se non trovo nulla di interessante lascio perdere qualsiasi tipo di critica, anche perché l'interlocutore quasi mai è disponibile a mettersi in discussione.

Sono le "piccole pedine"  a far un gran rumore mentre i veri leader quagliano qualcosa.  

19 aprile 2018

Inconscio, astrologia, Chirone

Ogni comportamento ha un contenuto manifesto e un contenuto inconscio. Perciò indirettamente, attraverso il comportamento, attraverso le azioni o la vita di chi vogliamo analizzare, possiamo avere informazioni su qualcosa che si trova a livello inconscio. 

La parola inconscio non è sinonimo di inconoscibile, ma è sinonimo di nascosto e automatico. Le nostre abitudini e i nostri comportamenti ricorrenti che attuiamo in maniera istintiva e automatica sono espressione dell'inconscio, di un'esperienza che è stata immagazzinata nella memoria a lungo termine. Per esempio, sapere come ci si allaccia le scarpe è un meccanismo inconscio. Si tratta di meccanismi facilitatori.

In astrologia qualsiasi posizione astrologica ci parla di comportamenti di cui una parte è inconscia. Per esempio la Luna nel Leone rappresenta un comportamento dignitoso e difficoltà a sopportare le umiliazioni; e questo accade spesso in circostanze tipiche la cui origine, in astrologia non si può sondare.  Infatti questa materia non ci spiega qual è la ragione e qual è l'esperienza che abbiamo avuto nel passato e che ci spinge a essere così come siamo; anche perché tale comportamento potrebbe pure non dipendere dalle esperienze vissute: ci sono meccanismi che per esempio possono essere ereditari.

L'astrologia ci fornisce indicazioni soltanto su quelle cose conoscibili; ci parla di fatti ma non delle cause che li hanno originati. Per fare un esempio, Saturno in quarta Casa sta a indicare che l'ambiente familiare può essere percepito ostile e freddo ma non ci spiega per quale motivo è così. Qualcuno pensa sia possibile e per questo prova a fare delle ipotesi incrociando diversi fattori astrologici. Un astrologo di quelli karmici provò a intepretare il mio tema usando questo paradigma e sbagliò.

Perciò penso che non sia possibile poiché la medesima posizione astrologica si presta a numerose interpretazioni; altrimenti diremmo che l'astrologia è una scienza esclusivamente empirica e non anche ermeneutica.

Veniamo al nocciolo della questione: molti autori affermano che attraverso la posizione di Chirone possiamo pervenire a comprendere qual è la nostra ferita. Naturalmente ci sono casi in cui interviene il meccanismo di difesa denominato rimozione, ossia la reazione di gettare nell'inconscio un'esperienza traumatica e dimenticarsene, ma mostrando nei comportamenti ( per esempio tramite un'ossessione) che in passato c'è stato un trauma. Pertanto, se c'è la rimozione, la persona interrogata potrebbe non essere consapevole della sua ferita. Ovviamente si tratta di casi limite poiché oguno sa cosa gli è successo in passato: una donna che ha subito una violenza sessuale, per esempio, sa che è questa la sua ferita, il suo trauma e difficilmente lo dimentica. 

Più volte ho scritto che io so benissimo quali sono le mie ferite e che nessuna di essa corrisponde con la posizione di Chirone in 8^ Casa. E allora, qualcuno furbamente tira fuori il discorso dell'inconscio e che perciò se io non trovo corrispondenza tra il mio Chirone e certi fatti è perché li ho rimossi dalla mia coscienza. Questa è naturalmente una bella scusa per accettare qualcosa senza dare prove. In ogni caso, la rimozione è sempre accompagnata da un sintomo che è la "deformazione" di ciò che è stato rimosso. Dunque, anche se indirettamente, potremmo capire, osservando il sintomo, le cause descritte da Chirone. Ovviamente tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...

Quando si parla di Chirone si parla di qualcosa molto simile al meccanismo di difesa denominato formazione reattiva. In pratica, conseguentemente a una ferita subita nel passato, il soggetto si comporta in modo tale da reagire in maniera opposta. Per esempio è una formazione reattiva quella di un uomo che decide di diventare un medico dopo aver assistito alla morte del fratello. È una formazione reattiva l'umiltà che nasconde invece l'ambizione (e di casi del genere ne ho visti tanti). Un altro esempio di formazione reattiva è amare qualcuno che in realtà si odia. Un desiderio inaccettabile viene rimosso, inviato nell'inconscio mentre alla coscienza rimane un comportamento opposto. 

Se le esperienze di Chirone si riferiscono alla primissima infanzia o a vite precedenti, è chiaro che non possiamo verificare in maniera empirica la validità di certe affermazioni. Perciò occorre compiere una scelta: bisogna dare fiducia a prescindere, come atto di fede a quel che possiamo intuire circa il funzionamento di Chirone? Se queste ferite derivano da una vita precedente, come si fa a vedere se ciò è vero? Bisognerebbe credere sia alla reincarnazione (e ciò è una scelta di fede del tutto legittima) e sia che per davvero quel corpo celeste ci parli di una ferita acquisita in un'altra vita (e anche qui è una scelta di fede, crederci o meno). Oppure, onde evitare di farsi queste "pippe mentali" (lo sono per me), bisognerebbe badare al sodo: nel mio passato c'è un'esperienza traumatica e in linea coi significati di Chirone nella casa in cui si trova? Si? No? Se è no, allora Chirone non funziona. 

Secondo il mio parere, che non vuole andare contro quello di altri, le nostre ferite sono date dalla 12^ Casa e dai pianeti che si trovano in essa. L'archetipo dell'uomo ferito che risana le ferite del prossimo, è assolutamente Pesci. Analizzando la mia 12^ Casa trovo in essa tutte le mie ferite: Luna in 12^ in Leone, e dispositore della 12^ in IV Casa: ferite nell'orgoglio, ferite che riguardano il padre, ferite riguardanti le figure femminili della propria vita. Nulla che c'entri con Chirone in 8^ a meno che non si faccia distinzione tra una ferita e l'altra.  

Se Chirone riguarda la capacità di apprendere da una ferita, allora il settore astrologico di riferimento ci dice il luogo in cui possiamo apprendere di più. Ma anche in questo caso non ho trovato riscontri.

Io che sono un furbacchione ho fatto un esperimento: ho detto alla mia fidanzata che le avrei letto il significato di Chirone nella sua X Casa e in Toro; ma le ho letto le indicazioni che invece riguardavano Chirone in Ariete e in IV Casa. Ebbene, ha trovato che tali informazioni calzassero a pennello con la sua vita. Quando le ho spiegato che le avevo tirato uno scherzetto, le ho elencato i vari significati di Chirone nei vari segni; e anche in questo caso ha trovato molte corrispondenze con ognuna delle descrizioni. Questo significa che le descrizioni sono troppo vaghe e chiunque può riconoscersi in ognuna di esse. 

Ora, la ferita più grande della mia fidanzata ha a che fare con la sua famiglia; ed è anche il settore dove pensa di aver imparato una lezione. La famiglia non ha a che fare né con la X Casa e né col Toro. Nella IV Casa, Francesca ha infatti Saturno e Urano. La 12^ Casa di Francesca è nel segno del Cancro (la famiglia!) e la Luna si trova in 3^. Infatti la sua ferita coinvolge una zia. 

Naturalmente qualcuno dirà che la ragazza ha rimosso un altro tipo di ferita; e così qualsiasi altro consultante. Ma noi sappiamo che gli antichi astrologi che non sapevano nulla dell'inconscio, quando dovettero stabilire il significato di un certo pianeta e di un certo segno, usarono l'osservazione empirica: in tale condizione astrologica X accade un fatto Y, concreto, visibile. Una Luna in 12^ significa ferite da donne; e questo è visibile, verificabile, non inconscio o inosservabile. 

Il bello dell'astrologia è che ogni posizione ha un corrispettivo psicologico e allo stesso tempo uno pratico. Quindi, se non possiamo verificarne le tendenze psichiche almeno possiamo avere un riscontro coi fatti, con le azioni, con i comportamenti, con gli eventi. 

Un Giove in I Casa congiunto all'ascendente, se non può essere misurato come indice di ottimismo, allora può essere misurato se porta oggettive fortune. Nel caso non fosse così, allora occorrerebbe uno psicoanalista per mettere alla prova ogni posizione astrologica. Ma in passato non vi erano psicoanalisti e ci si basava sui riscontri pratici. Perché oggi dovremmo complicarci la vita?

Allora oggi c'è la strana convinzione che le posizioni astrologiche possano esprimersi portando alla luce qualcosa di inconoscibile, per esempio svelandoci l'esistenza di energie sottili, di altre dimensioni, di un inconscio impenetrabile. Ma tutto questo è pura speculazione mentale. Tutto molto bello, affascinante, ma pur sempre qualcosa che potrebbe essere pura suggestione. 

Proprio ieri ho comprato il libro di astrologia scritto da Carmignani e Bongiovanni. Essi, sebbene impieghino molte pagine a parlare di mito, mitologema, archetipo, (giusto purché non si pensi che il mito sia la causa del funzionamento dell'astrologia) sono arrivati alla giusta (per me) conclusione, che Jung ha dato solo una tra le possibili spiegazioni sul funzionamento dell'astrologia, ossia la sincronicità. Molti astrologi la adottano come dogma e perciò non si domandano più se occorre un riscontro oggettivo a ogni posizione astrologica dato che per sincronicità, per l'appunto, ogni elemento astrologico corrisponde col relativo mito. Anche io, già da molto tempo, sono dello stesso parere dei due autori quando parlano del fatto che potrebbe esistere un campo morfico (è stato l'oggetto della mia tesi di laurea) e che quindi il binomio "omen-nomen" sarebbe da prendere con le pinze. Tra l'altro, un trigono o una quadratura non hanno nulla a che fare con qualcosa di mitologico o sincronistico. Semmai hanno a che fare anche con attributi numerici; e questo è vero sia per gli aspetti, sia per i pianeti e sia per i segni e le Case.

Se esiste un campo morfico, ossia che dà la forma, allora è possibile vederla anche concretamente attraverso i fatti, naturalmente senza andare a prendere in causa vite passate o esperienze prenatali o vissute subito dopo il parto. Ma ribadisco, è solo la mia personalissima opinione e non un attacco a chi la pensa diversamente.

Come potrete ben comprendere, quando si parla di Chirone si parla di paradigmi con cui ognuno intende la realtà e il funzionamento dell'astrologia. Stando all'astrologia giudiziaria il paradigma imperante è il dato oggettivo, che poi è l'unico metro di paragone che abbiamo per fare i conti con la realtà. Se invece adottiamo il paradigma spiritualista, allora non abbiamo più bisogno della verifica e va bene la fede. Ed è perfettamente legittimo che altri possano ritenere riduttiva la mia visione. Ma riduttivo o meno, si parla pur sempre di paradigmi e non di certezze assolute: una visione più empirica e l'altra più spiritualista ci parlano della sottile linea di confine tra ciò che è pensabile e ciò che è vero. 

Di questi argomenti ne ho parlato fino a ieri notte, al telefono, con un conoscente che da poco studia gli argomenti dell'astrologia karmica ed esoterica e già si sente un collega, uno psicologo, e non so quante altre cose. Ed è proprio in seguito a questi scambi che ho deciso di scrivere questo articolo e di chiudere, anche con lui, un dialogo che sembrava stagnare in personalissime opinioni non richieste. 

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Risolto il problema di oggi pomeriggio, ribadisco: non daremo mai a nessuno il piacere di vederci tristi.
 

Pareri 2


C'è una linea di confine in ogni cosa; una linea da non superare per non far soffrire il prossimo. Ma spesso ce lo dimentichiamo. Poi, da quando  esiste l'anonimato sul web, chiunque può sbizzarrirsi come vuole.

È quel che è capitato a un mio collega astrologo: qualcuno ha superato il limite.

Proprio ieri ho pubblicato un articolo che cade proprio a fagiolo e oggi ne scrivo la seconda parte. Ebbene, un collega ha pubblicato un libro che ho acquistato qualche settimana fa. Lo avevo già conosciuto in passato e mi ricordo una piacevole chiacchierata dove potemmo condividere molte cose. Si tratta di un praticante delle RS e perciò, già questo lo espone, come me, alla critica di certi "signori". 

Per l'amor del cielo, nella critica non vi è nulla di male se non si passa il segno. Un conto è la critica e un conto è la squalifica, sin troppo facile quando si è protetti dall'anonimato. Io conosco bene questa sensazione e proprio per questo motivo, ho deciso di allontanarmi quasi totalmente da qualsiasi tipo di contatto con colleghi o simpatizzanti. 

Nello specifico il collega si è particolarmente rattristato di un commento davvero assai lesivo verso un suo libro di astrologia. Per tutta una serie di ragioni il collega mi ha contattato chiedendomi informazioni su chi potesse essere stato dato che si tratta di un testo che qualche settimana fa ho acquistato anche io. Mi ricordo di una utente che richiedendomi una consulenza mi disse: "questo astrologo è un genio"! Così, mosso dalla curiosità andai a comprare il libro. Lo lessi in pochissime ore. 

Certo, qualche errore grammaticale è ovvio che ci sia in testi pubblicati in proprio: una virgola fuori posto, una "o" al posto di una "a", un accento al posto di un apostrofo sono spesso errori comuni in qualsiasi testo, anche in quelli pubblicati da case editrici e quindi rivisti dai correttori di bozze. Io stesso, non ricordo dove, scrissi (o dissi) che il testo conteneva alcuni errori grammaticali (come molti altri); ma la critica che egli ha ricevuto è stata sin troppo ingiusta perché esagerata. 

Per l'amore del cielo: ognuno può esprimere le proprie opinioni e i propri pareri; ma qui si tratta di una vera e propria offesa che sembra scritta per danneggiare l'immagine del soggetto.

A tal proposito mi viene in mente un aneddoto divertente: moltissimi mesi fa scrissi un articolo in cui dicevo che l'amore che mettiamo nelle cose si vede da quanta cura impieghiamo. Un testo perfetto, visto rivisto, riletto mille volte, è sinonimo di cura, rispetto e attenzione nei confronti del lettore. Il bello è che dopo aver scritto quell'articolo mi resi conto di un errore grammaticale perché qualcuno cominciò a deridermi. Morale della favola: per quanto ognuno di noi possa mettere cura e attenzione in ciò che fa, per quanto possa amare ciò che fa, una distrazione può capitare ed è certo perdonabile. Perciò, le cose sono due: o chi ha scritto il commento è una persona rigida e intollerante; o è una provocazione bella e buona.

Insomma, il proprio parere non deve essere una ragione buona per fare cattiva pubblicità a un astrologo. Un libro lo si valuta dai contenuti e non solo da uno o due errori grammaticali. Anzi! Nello specifico, l'autore ha inserito nel suo testo una novità che mai nessuno aveva tentato prima e perciò era del tutto immotivata una critica così offensiva. 

Allora io credo che ci voglia rispetto per chi dedica la propria vita, con passione, dedizione, serietà, allo studio dell'astrologia. Chi ha lasciato un commento così "penoso" dovrebbe farsi un bagno di umiltà e soprattutto pensare ai fatti propri. Se proprio volesse scrivere il proprio parere, dovrebbe farlo con educazione e rispetto.

Credo di aver capito chi abbia scritto quel commento; e perciò non appena ne avrò le prove io e l'autore replicheremo. Perciò io consiglierei a questa persona, che sicuramente leggerà il post di oggi, di cancellarlo immediatamente e di chiedere scusa. Magari per ingenuità non ha pensato che stesse davvero esagerando: spesso non ci si rende conto di essere troppo duri, a prescindere dal proprio parere; ma per rimediare c'è sempre tempo. Non credete? 

Ebbene, entro oggi speriamo di chiarire una volta per tutte la situazione e che chi lasci i propri commenti abbia il buon senso di usare il cervello.   

p.s. Lo stesso utente ha scritto che io ripubblicherò il mio libro sui rapporti di coppia. Questo non è vero; o al momento non è nei miei progetti.   

18 aprile 2018

Pareri


L'astrologia non è una questione di semplici pareri. È una questione di sperimentazione. Quel che io invito a fare è sperimentare senza pregiudizi ma senza cercare di convincere chi la pensa diversamente a proposito del metodo astrologico preferito. 

Tra l'altro io credo che nessuno possa convincere nessuno. Chi vuole convincersi trova da solo le occasioni per imparare (magari chiedendo a chi ne sa di più), trova da solo il desiderio di approfondire e di vederci chiaro senza fermarsi alle prime impressioni o a certe credenze.
E siccome non tutti possono approfondire tutto (è una questione di priorità), è ovvio che in certi argomenti si può avere un parere senza tuttavia aver mai sperimentato.

Tuttavia non è che solo quelli che sperimentano possono avere opinioni (la Morpurgo non sperimentò mai le rivoluzioni solari mirate eppure si espresse ugualmente). Però è del tutto legittimo replicare: un conto è voler convincere e un conto è invitare a studiare seriamente. 

Se a certi dubbi ci si risponde da soli, non si arriva da nessuna parte. Popper liquidò l'astrologia dicendo non fosse falsificabile perché non aveva ancora conosciuto le statistiche Gauquelin. Con ciò voglio dire che è facile liquidare un argomento quando si sa poco o nulla di esso, ed è altrettanto facile affidarsi al parere di un caposcuola. Sarebbe meglio affidarsi alla competenza di chi è proprio esperto nel settore che si vuol conoscere o criticare.
Perciò attenzione a non cadere nell'argumentum ad verecundiam:
per quanto qualcuno sia competente nel proprio ramo, non è detto sia competente in quello di altri. Anzi! Nella maggior parte dei casi chi critica il metodo di un altro è perché non lo ha capito per niente. 

Questi di oggi sono tempi diversi: lì dove la schiettezza un tempo era un valore, oggi non è più così. Oggi conviene badare ai fatti propri senza pestare i piedi a nessuno; soprattutto se non si vuol far la figura di chi parla senza cognizione di causa. Un tempo anche io amavo fare il pelo e il contropelo agli altri orientamenti astrologici ma mi sono reso conto che questo oltre a essere una gran perdita di tempo creava soltanto inutili conflitti. 

È una questione di saggezza e di umiltà: meglio non intromettersi in argomenti che non si conoscono approfonditamente ed è meglio non intromettersi in discorsi di altri colleghi. Ovviamente se proprio sono costretto a esprimere il mio parere nei riguardi di un'altra scuola lo faccio senza però insistere e senza andare a criticare direttamente chi la pensa in maniera diversa da me: a che mi servirebbe? Sarebbe una notevole perdita di tempo, proprio perché mi rendo conto che al di là di quel che penso, dall'altra parte ci sta una persona che ha dedicato tutta la sua vita a quella precisa disciplina e perciò merita tutto il mio rispetto. Gli opinionismi li lascerei al salotto di Maria De Filippi.

Qualche consultante ogni tanto mi chiede di Chirone o di Lilith nelle Case. Il mio imbarazzo è forte quando devo spiegare che più li studio e meno mi convincono. Ma se chi mi legge usa questi punti e crede in essi senza alcun dubbio, io non posso e non voglio convincerli del contrario e nemmeno voglio essere percepito come un "nemico" da combattere. Non voglio che qualcuno cerchi di convincermi che sbaglio qualcosa e non voglio convincere chi ha già fatto la propria scelta; e se so persino il suo nome, cerco di evitarlo con cura.

Insomma, se avete un parere diverso dal mio evitate di rendermelo noto perché non mi è utile (non lo è mai stato in vent'anni di esperienza). Se volete che io esprima un parere su altri autori o altri metodi, non vi risponderò (perché ho sbagliato per molti anni e non voglio sbagliare ancora).     

Gli unici pareri davvero utili sono quelli dei nostri consultanti perché ci informano sui nostri e sui loro limiti.

09 aprile 2018

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