03 settembre 2014

Pratica e ipotesi in astrologia.

Copio qui, in blu, il commento anonimo a un mio articolo pubblicato qualche giorno fa circa un "test" astrologico. Noto molti dubbi a cui vorrei porre rimedio.In nero le mie risposte.

...come spieghi il fatto che l'astrologia in tutto questo tempo non sia riuscita ad ottenere una validazione scientifica?


La validazione scientifica a tutti gli effetti non ce l'ha nemmeno la psicologia o la sociologia o l'antropologia. Però l'astrologia non ha la stessa validazione di queste, purtroppo a causa di problemi sociologici ed etici che l'accompagnano da sempre. Una validazione esiste ed è data dalla statistiche Gauquelin; ma non è sufficiente per chi volesse affibbiarle il titolo di scienza. Come mai? Perché chi vorrebbe giudicarla si aspetta che a un dato stimolo corrisponde una e una sola risposta. Invece parliamo di un ventaglio di possibilità legate tra loro analogicamente.


Se ad una configurazione astrologica, come ad esempio il Sole in Toro, corrispondesse sempre qualcosa di riconoscibile e di ben definito, l'astrologia sarebbe scientificamente provata da moltissimo tempo, mentre così non è.

Come ho detto poc'anzi, il problema risiede nell'interpretazione dei dati. Il Toro ha precise caratteristiche: qualcuno condivide alcune di esse e altri condividono altre caratteristiche ancora. Ma tutti hanno qualcosa in comune riconducibile appunto al Toro. Nel mio articolo ho spiegato che per esempio la Libido da sesta casa può prendere una delle due direzioni osservate con l'esperienza; ma che per osservare ciò bisogna attuare un interrogatorio. Sin'ora i test di convalida dell'astrologia dal punto di vista scientifico si sono dimostrati inefficaci perché si parte dal presupposto errato che il soggetto possa riconoscere in sé le caratteristiche del proprio segno o di altri valori astrologici. Un Test così condotto pone in risalto un effetto Barnum che da un lato mette in evidenza l'effetto dell'autosuggestione. Se invece i test fossero condotti diversamente, allora una validazione potrebbe giungere senza il rischio di un Barnum. 

Se un fenomeno avviene sempre nella stessa maniera, come ad esempio il fatto che l'acqua bolle a 100 gradi, alla pressione del livello del mare, non ci vuole molto per dimostrarlo. 

Ma qui parliamo di fenomeni psicologici che necessitano della verifica per mezzo della maieutica. 

Invece in astrologia le cose non sono così semplici, perché un Toro potrebbe comportarsi come un Ariete, perché magari ha dei pianeti in questo segno, ma anche perché ha un Marte particolare che lo spinge a comportarsi in un modo che assomiglia a quello di un Ariete. 

Appunto! Ma in qualche modo deve essere pur isolato un singolo fattore, in maniera tale che si possa riconoscere la componente Ariete da quella Toro. Se non fosse possibile allora gli antichi (che erano abili empiristi, stando ai resoconti degli storici più influenti di oggi) non sarebbero mai riusciti a stabilire le caratteristiche di ogni segno.

Ma poi, non sei proprio tu che dici che la variabile astrologica non è l'unica variabile in gioco? Perché sul comportamento umano influiscono anche i fattori genetici e l'ambiente in cui si nasce? 
Qua occorre un altro chiarimento: ci sono informazioni che non possono essere estrapolate dall'astrologia. E queste si vanno ad aggiungere al TN, non a modificare quelle contenute già nel TN. Anche la componente ambientale gioca un ruolo significativo per l'interpretazione degli elementi astrologici. Qui ti conviene leggere i miei numerosi articoli di sociologia e antropologia per capire qualcosa. 

Se su una persona influiscono tutte queste variabili, non puoi aspettarti che tutte le persone che hanno il Sole in Toro, agiscano nello stesso modo, o in un modo simile.

E invece sì. Un segno zodiacale assume caratteristiche in base all'osservazione e alle attese. Se le attese vengono a mancare allora non si può stabilire nulla. Invece le attese sono stabilite sulle similitudini proprio perché esistono altre variabili. 

Per quanto riguarda la ricerca della solitudine non l'ho esclusa basandomi soltanto su quello che dice la stessa Ornella Muti. Secondo me, è abbastanza evidente che sia una persona piuttosto socievole, si intuisce da quello che scrive su Facebook.

Anche il fatto di scrivere su Facebook non è affatto indice di socievolezza. Ancora non hai capito che ciò che una persona scrive non è testimonianza di quello che è nella realtà; o almeno non lo è sempre. 

Tu dici che la ricerca della solitudine sarebbe dimostrata dal fatto che ha divorziato per due volte, ma una persona che ricerca la solitudine nemmeno si sposerebbe.

Sbagliato. La natura umana non è così meccanica come "ingenuamente" immagini. Ti invito a studiare molta psicologia per capirci qualcosa. Il bisogno di solitudine non necessariamente deve essere una cosa di cui il soggetto è cosciente. Quindi un conto è quello che pensa sia giusto fare e un conto è quello che poi si fa in effetti, quando si è "lacerati" dalle contraddizioni. Il rapporto di coppia per esempio dona piacere; ma se nel profondo il soggetto ha bisogno di solitudine, allora prima o poi rovinerà tutto, troverà difetti nel partner, sarà intollerante etc. etc. Ovviamente non sempre la radice di un atteggiamento del genere è il bisogno di solitudine. Si stabilisce ciò in base a un interrogatorio; e si giunge alla conclusione, alla fine, che tutti quelli caratterizzati dal Sole in 6^ casa aspirano alla solitudine anche se poi in effetti si sposano. La cosa è più profonda di quel che immagini!

La Muti ha una vita sentimentale difficile, probabilmente a causa della quadratura tra Marte e Venere, ma questa ricerca della solitudine conscia o inconscia che sia proprio non ce la vedo.

Ma infatti è ovvio che tu non veda questa tendenza dato che non hai alla base letture di psicologia e nemmeno la sperimentazione del metodo con gli strumenti utili per sondare. Ecco perché l'esperimento è male impostato!

Tu dici che se avessi modo di dialogare con lei, avresti modo di accertare che in lei c'è questa ricerca della solitudine. Però questo dialogo con lei ancora non l'hai avuto, e allora come fai ad esserne sicuro?

Ritorniamo al discorso del Toro. La sicurezza l'acquisisce con l'esperienza, con l'osservazione; e a quel punto sai già in anticipo e puoi leggere le posizioni del TN a priori, naturalmente entro certi limiti, ma almeno delineando le cose base, i bisogni principali per esempio. 

E' la stessa storia dei problemi agli occhi, quando ti trovi di fronte a qualcosa di dubbio o di incerto, per te queste cose non accertate, diventano automaticamente dei punti a tuo favore. Non hai avuto il colloquio chiarificatore con la Muti che vorresti, ma nonostante questo sei già certo di come andrebbe a finire, dai già per scontato che scoprirai che lei ricerca la solitudine. Procedendo in questo modo, non potrai mai verificare nulla, perché se anche la persona smentisce ciò che dici, tu comunque rimani della tua idea, avendo fatto tuo il motto di Discepolo che crede più alle stelle che alle persone.

La cosa mi fa un po' ridere a dire il vero perché è come se la sperimentazione fosse cominciata oggi e che quindi ho bisogno di altre prove. No, la sperimentazione è cominciata 17 anni fa ed è ovvio che ormai ho certezze. Ma qui non parliamo di certezze basate su personali osservazioni o su di una cieca fiducia nel metodo: qui parliamo di verifiche appunto condotte per mezzo del metodo della maieutica, cioè portando l'interlocutore alla contraddizione. Solo con controprove puoi stabilire se una cosa funziona o no.
In questo c'è qualcosa di vero, perché non sempre i consultanti sono sinceri, per svariati motivi, però non bisogna esagerare, e credere che i consultanti mentano ogni qual volta dicono qualcosa che contraddice l'idea preconcetta che si è fatta l'astrologo.

Ma è un preconcetto pensare che ogni astrologo abbia preconcetti. I preconcetti sono dati quando si vuole vedere per forza qualcosa anche se non c'è. Ma appunto per evitare una cosa del genere si fa affidamento a un metodo che possa ridurre il più possibile gli errori di valutazione: l'interrogatorio fatto con criterio.

Hai mai pensato che potrebbero mentire anche nel momento in cui ti danno ragione?
Tu dirai che non è così, ma secondo me, quando i consultanti concordano con quello che dici, allora li ritieni sinceri, e quando invece non lo fanno stanno mentendo.
Con questa impostazione mentale, in cui viene escluso a priori che quello che si sbaglia potresti essere tu, non potrai mai correggerti ed affinare le tue tecniche interpretative, per quanti oroscopi tu possa fare.

Queste sono domande che mi posi 17 anni fa quando cominciai a studiare l'astrologia. Come potevo sapere se mentivano o no? Siamo sempre al solito discorso: anche se un soggetto confermava quel che io affermavo, non lo prendevo sul serio e per questo dovevo verificare, appunto, che non vi fosse alcun effetto Barnum. Come procedevo? Appunto cercando conferme: non bisogna fidarsi mai a prescindere, sia se il consultante conferma e sia che non conferma quel che leggo! 

Ora che ho sperimentato so bene che il metodo funziona e che quindi, le regole sono valide indipendentemente dal fatto che il consultante confermi o meno. 

Infatti: quando un consultante nega quel che affermo, sbaglia sicuro perché le regole sono già collaudate e se interrogato a dovere poi cambia idea; e quando un soggetto conferma quel che dico, potrebbe farlo per due motivi: 1) perché non si conosce abbastanza ed ha avuto solo fortuna nel confermare qualcosa che corrisponde al vero; 2) perché è abbastanza obbiettivo da conoscere quel lato di se. 
In entrambe le situazioni non conta quel che afferma, ma conta quel che afferma dopo essere stato messo sotto torchio! 

Tramite un consulto scritto come diavolo si può dare conferma al pubblico e al soggetto stesso che tutto corrisponde al vero? Non si può; ecco perché l'esperimento è sbagliato. Ecco perché ho anticipato che rispondevo esclusivamente per spiegare come si legge un TN. Tuttavia le email di approvazione non sono l'indiscutibile segno della validità del metodo sino a quando non lo si sperimenta personalmente. Dopo 17 anni di sperimentazione e la verifica che il metodo funziona, ci sono tre opzioni: 
1) il soggetto nega ma poi si accorge di aver sbagliato
2) il soggetto conferma ma per pura combinazione ma verifico in anticipo che ho ragione lo stesso
3) il soggetto conferma perché riconosce ciò che affermo sia perché è stato obbiettivo e sia perché il metodo funziona.

Invece, quando il soggetto non si contraddice nemmeno messo sotto torchio, allora vuol dire che ciò che affermo è sbagliato: infatti proprio in questo modo ho abbandonato Chirone, Luna Nera, Parti Arabe, Nodi lunari, Pianeti retrogradi, e invece ho accettato altro. Quel che uso è ciò che ha dato prova di funzionare.  

Perché vuoi sapere il mio nome?
Non sono la persona che ti parlava del karma, diciamo che sono Anonimo2

Voglio sapere il tuo nome (ma anche un mezzo che mi permetta la tua reale identificazione) perché così comprendo immediatamente se sei uno dei soliti provocatori o una persona seriamente interessata a capire. Chi non ha nulla da nascondere ed è fortemente convinto di quel che afferma, generalmente non ha alcun problema a esporsi con nome e cognome. Omettere il proprio nome pone l'interlocutore in una posizione diffidente. E poi presentarsi con nome e cognome è la base dell'educazione e il web non è esente da questo tipo di normatività e formalità. Un minimo di psicologia dovresti studiarla se sei interessato all'astrologia e a interloquire. 

Detto questo, chiudo qui questo intervento e questo dibattito per occuparmi di altre cose; rimando allo studio e alla sperimentazione fatta con criterio, che è la cosa migliore al di là di ogni ipotesi. Sperimentando il metodo non ha più senso porsi quelle domande. In conclusione vorrei citare le parole di Richard Feynman:

 l problema di cosa vedi effettivamente quando osservi qualcosa, se sia l’oggetto in sé
o la luce che viene da esso, è una di quelle sciocche questioni filosofiche con cui una persona ordinaria non ha alcun problema. Anche il più profondo dei filosofi, seduto a cena, non ha difficoltà a realizzare che, nonostante ciò che vede potrebbe essere solo la luce che viene dalla bistecca, ciò implica comunque l’esistenza di essa. I filosofi che invece non riescono a portare a termine questa analisi e raggiungere questa idea, si sono persi per strada per la fame.