Dall’ISIS alla passerella ci
vuole poco. Presto capirete perché.
In questo periodo storico molti
eventi stanno scuotendo sensibilmente l’opinione pubblica; ma uno in
particolare è occasione di riflessioni ma soprattutto preoccupazioni che non
solo riguardano gli Italiani, ma tutto l’occidente in generale. Mi riferisco
agli atti terroristici e le mutilazioni al patrimonio artistico mediorientale
ad opera del califfato dell’ISIS. Le minacce verso l’occidente e in particolare
verso i Cristiani non può che mettere in moto una serie di emozioni che
sicuramente possono risolversi in atteggiamenti, e quindi comportamenti concreti
come quello dell’antisemitismo.
Ognuno di noi può sentirsi in
qualche modo coinvolto a seconda delle risorse che impiega quando ascolta le
informazioni; notizie tese a raccogliere il maggior numero di telespettatori
secondo quelle che sono le normali strategie della TV, strutturata in maniera
tale da coinvolgere il maggior numero di persone stando a quelli che sono gli
orari imposti dalla società imperniata sul lavoro (!). Il professionista così
come la casalinga o lo studente, sono pronti a raccogliere le informazioni che
(nonostante le distrazioni di una tavola imbandita o le preoccupazioni della
quotidianità) in qualche modo riescono a fare breccia nella nostra mente e a
sollecitare un certo tipo di emozioni. Il mezzo televisivo è dunque fonte di
opportunità per sollecitare quei processi pre-attentivi basati sulla sigla del
telegiornale che in maniera euristica ci informa di un cambiamento: dobbiamo
prestare attenzione se vogliamo soddisfare il nostro bisogno di curiosità. Dall’altro
lato abbiamo invece una curiosità indotta proprio dallo stimolo uditivo e poi
da quello visivo. La nostra soglia di attenzione dunque diventa variabile a
seconda di quelle che sono le operazioni che stiamo svolgendo durante il
telegiornale.
È innegabile che l’appello alla
paura promosso da taluni TG possa in qualche modo catalizzare un’attenzione
notevole anche spesso e volentieri la stessa viene distolta in funzione di
stimoli ludici come quelli offerti dallo sport (fortunatamente sono esente da
questo rischio). Non so fino a che punto la collettività possa sentirsi tirata
in causa quando ascolta le terribili notizie dei terroristi islamici; ma posso
senz'altro raccontarvi quel che succede a me e come rispondo agli stimoli televisivi.
La notizia è prima di tutto
offerta per mezzo di uno strumento in grado di produrre emozioni che come ben
sapete è l’immagine televisiva. Le immagini in sequenza del girato si
riferiscono a situazioni che in me hanno generato un forte turbamento: uomini
che con martelli cercano di distruggere opere artistiche di inestimabile valore
in nome di una guerra contro l’occidente e in nome di una fede “sbagliata”,
oppure uomini incapucciati dinnanzi a “vittime sacrificali” inginocchiate. L’immagine
osservata e accompagnata dal parlato della voce narrante fuori campo
costituisce una ridondanza rispetto a quella che è la notizia a cui fare
attenzione e che, dunque, raddoppia la possibilità di essere recepita. Durante
la fase centrale del processo di comunicazione, l’informazione così percepita
viene analizzata e processata in memoria sollecitando in me un alto grado di
attenzione. Tuttavia non parliamo ancora di situazioni che possono sollecitare
un preciso comportamento; ma sicuramente l’atteggiamento di base è quello di
negare assolutamente tali barbarie, in nome di una civiltà che forse è soltanto
un’ideale (e lo dico senza pessimismo).
Posso dunque affermare che non è
tanto la strategia comunicativa che ha sollecitato una reazione, quanto
piuttosto la notizia stessa. Dunque non il veicolo (che comunque è un
potenziale potente mezzo di persuasione) ma la notizia stessa in funzione di quelli
che sono i miei valori.
Ora non voglio dilungarmi su
quanto i media in qualche modo possano manipolare l’opinione pubblica e veicolarla
su certi atteggiamenti o scelte di mercato (pare che per taluni infatti l’ISIS
non rappresenti davvero una minaccia reale verso l’occidente). Bisogna
riconoscere in certuni casi il ruolo educativo ed istruttivo dei mezzi di
comunicazione e che un certo tipo di persuasione dipende sempre dalle risorse
che noi investiamo in quello stimolo specifico.
Una via periferica e quindi un’acquisizione
dell’informazione che vada a influire sulle nostre euristiche ovviamente è
possibile in funzione di quelli che sono gli stimoli ritenuti più salienti dal
telespettatore distratto dalla quotidianità. Nel mio caso l’analisi passa per
strumenti di informazione supplementari come quelli offerti dal web che di
fatto mi autorizzano a escludere la via periferica. Durante il processo di
ricerca è facile poi che la propria attenzione possa essere distolta da notizie
che in qualche modo possono essere ritenute più salienti. Per esempio, nel mio
caso, durante la ricerca di informazioni che potessero darmi la possibilità di
un approfondimento, mi sono imbattuto in un’ansa. La notizia titola: BERLUSCONI
AI DEPUTATI DI FORZA ITALIA: IO TRA GLI OBIETTIVI DELL ISIS.
La familiarità acquisita per
mezzo della Tv a proposito del noto personaggio politico, è stato un elemento
significativo per catturare la mia attenzione poiché ha richiamato in memoria
episodi a sfondo sessuale in cui lo stesso si è ritrovato. Il titolo e il
posizionamento della notizia rispetto a un elenco ha naturalmente promosso la
sua scelta. L’atteggiamento nei confronti del noto personaggio politico, la mia
idea rispetto alle vicende da lui vissute, hanno poi promosso un comportamento:
scegliere quella notizia. Da notare come il fattore accidentale (costituito dal
posizionamento dell’articolo all’interno di una lista) abbia esercitato un
ruolo determinante rispetto a quello che sembrava essere prioritario. Una volta
eseguito l’accesso alla pagina la mia attenzione è stata catturata dall’elemento
più in evidenza: il titolo in grande. Subito sotto al titolo l’immagine di
Berlusconi in posa da “direttore d’orchestra”.
L’articolo comincia così: “Sono
tra gli obiettivi dell'Isis. In cima alla loro lista di bersagli. Lo ha detto Silvio
Berlusconi, a quanto raccontano diversi presenti, nel corso della riunione dei
deputati di Fi. L'ex premier ha motivato in questo modo la decisione di non
prendere parte a comizi all'aperto. "Andrò in televisione e farò comizi ma
solo al chiuso perchè all'aperto qualcuno può attentare alla mia vita", ha
detto Silvio Berlusconi”
(fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/04/22/berlusconi-ai-deputati-di-forza-italia-io-tra-gli-obiettivi-dellisis_085bf20d-7afd-4298-b8fa-60cf53833c9b.html)
In perfetto stile giornalistico,
cioè seguendo quelli che sono gli ordini di compilazione del messaggio, ossia
le strategie per sollecitare un alto grado di attenzione (o aumentarne le
probabilità), si nota immediatamente proprio il bisogno di mettere in evidenza
un concetto che possa poi portare alla lettura di tutto l’argomento e chissà
posare lo sguardo sulle pubblicità sparse qua e là sul sito come per esempio le
immagini delle modelle che sfilano in passerella per mostrare gli ultimi capi
di moda dell’ultimo stilista desideroso di scalare la vetta.
Anche io, oggi mi sono in qualche
modo divertito a guidare, manipolare, la lettura di questo mio post: il titolo
scommetto ha catturato la vostra attenzione anche per mezzo di immagini che in qualche modo potessero mettere in mostra l'ironia dissacratoria che spesso e volentieri, prima di logorarsi, produce l'effetto che si desidera. La conclusione? Sta a voi.