24 aprile 2015

Il motore del mondo

Oggi ci occupiamo di cosa può rendere una comunicazione attraente e come può agire questa caratteristica sulla vita di relazione, tra singoli o tra gruppi.
Siamo costantemente sollecitati da messaggi provenienti dai media, da internet, a scuola, sul lavoro; ma solo alcuni di essi risultano così attraenti da sollecitare la nostra attenzione. Su quali basi si innestano i nostri atteggiamenti rispetto a un certo tipo di messaggio? Tra i principali aspetti della comunicazione efficace vi sono alcuni che meritano di essere citati e analizzati.

Se dovessi dare importanza a un messaggio io la darei a quello in cui riesco meglio a identificarmi. Questo dipende dal fatto che in ogni tipo di comunicazione noi abbiamo un’idea di quello che dovrebbe essere l’interlocutore ideale, cioè quello che ci informa di concetti di cui noi sentiamo di essere in grado di comprendere. Allo stesso tempo è necessario che l’interlocutore sia capace di cogliere i nostri discorsi così da instaurarsi un rapporto di simmetria basato su aspettative reciproche. Abbiamo un’immagine di noi stessi che influisce sul processo comunicativo e quando l’immagine che abbiamo dell’altro non corrisponde con quella dell’interlocutore ideale è facile che il rapporto (di qualunque natura esso sia) possa diventare asimmetrico e quindi fonte di fraintendimenti o della semplice consapevolezza che non è possibile una comunicazione quando dall’altra parte c’è un interlocutore che non ha le risorse cognitive utili ad affrontare certi discorsi.

Nella stesura dei miei numerosi articoli a carattere astrologico e scientifico in generale, è del tutto evidente il tentativo di comunicare a un certo gruppo di persone con un livello culturale più elevato di chi crede agli oroscopi o parla di astrologia come si farebbe al “mercato del pesce”. Questo naturalmente pregiudica la possibilità di comunicare con chi invece non ha le risorse cognitive o le opportunità per una elaborazione di certuni contenuti e riduce, dunque, notevolmente la possibilità che il mio messaggio possa essere recepito da una vastissima fetta di lettori.
Tuttavia, questo lettore potrebbe accettare per buono quel che scrivo, indipendentemente dal fatto che possa comprenderne o meno i contenuti, sulla base della competenza che è in grado di riconoscermi. Purtroppo nel campo del web è assai difficile che possano trasparire facilmente gli indici sociali utili a mettere in risalto la propria competenza, soprattutto se parliamo di un settore super inflazionato come quello astrologico.

Se da un lato abbiamo la forte importanza della competenza e autorevolezza delle fonti è necessario che le stesse siano offerte da soggetti che in qualche modo possono risultarci familiari. La familiarità è raggiungibile attraverso la continua esposizione: è ovvio che nelle relazioni interpersonali si tende a cercare un contatto con quello che ci risulta più familiare, cioè quello che risponde come noi a un certo tipo di stimoli, che mostra i nostri stessi interessi, gusti, idee e che abbiamo conosciuto grazie al fatto che fosse sempre presente sulla scena. Questo perché gli esseri umani costruiscono le relazioni sulla base di gruppi con cui condividere molto del proprio mondo interiore fatto di aspirazioni, desideri, bisogni e che diano un senso di appartenenza: l’uomo vuole sempre appartenere a qualcuno perché infondo è un “animale sociale”. È importante a mio parere, inoltre riconoscere il fatto che spesso e volentieri la novità è fonte di interesse perché l’eccessiva ripetizione degli stessi argomenti può annoiare. Basti pensare a quegli amici che ci ammorbano con le solite tiritere a cui noi non possiamo fare altro che annuire in silenzio.

Quando parlo di presenza sulla scena mi riferisco al fatto di essere notati sia come persone e sia come personaggi. Questo è un concetto fondamentale per il passaggio dell’informazione poiché si basa sul presupposto che cerchiamo sempre un certo gradi di coerenza in chi ci comunica qualcosa; coerenza che si rivela essere marcata nel personaggio. Si tratta di persone che in qualche modo possono trasmettere un’idea, un valore a cui gli altri possono aderire se lo condividono. Per esempio è più facile che di me possa passare un’idea di personaggio e non di persona, proprio perché mantengo una coerenza nel tempo legata a un certo tipo di insegnamenti e di contenuti oltre che di valori come per esempio quello della “ricerca della verità” o del “superamento di certi schemi”.
Oltre a ciò deve giocare un ruolo fondamentale anche la piacevolezza che il lettore riconosce in me (o nelle altre fonti in generale). Questa viene definita in base alla simpatia nonché all’aspetto fisico. Ovviamente posso puntare sulla prima e non sul secondo. È naturale che l’aspetto fisico possa catalizzare l’attenzione ed essere discriminante rispetto a un atteggiamento. Chissà perché siamo condizionati dall’euristica del “più bello = più buono o più intelligente. Per questo è necessario che nella comunicazione si proceda pure a creare una certa immagine fisica che in qualche modo possa cercare di catturare maggiori consensi.


Morale della favola: più bello, più simpatico, più credibile, più familiare, originale, sono gli imperativi per la comunicazione di successo e influenzano la vita di relazione perché toccano gli aspetti salienti della vita che come ben sapete si basa su certe euristiche ma soprattutto su certi schemi. Parliamo di gerarchie, ma parliamo soprattutto del mondo delle emozioni, il vero e proprio motore che fa girare il mondo.