Oggi ci occupiamo di cosa può
rendere una comunicazione attraente e come può agire questa caratteristica
sulla vita di relazione, tra singoli o tra gruppi.
Siamo costantemente sollecitati
da messaggi provenienti dai media, da internet, a scuola, sul lavoro; ma solo
alcuni di essi risultano così attraenti da sollecitare la nostra attenzione. Su
quali basi si innestano i nostri atteggiamenti rispetto a un certo tipo di
messaggio? Tra i principali aspetti della comunicazione efficace vi sono alcuni
che meritano di essere citati e analizzati.
Se dovessi dare importanza a un messaggio
io la darei a quello in cui riesco meglio a identificarmi. Questo dipende dal
fatto che in ogni tipo di comunicazione noi abbiamo un’idea di quello che
dovrebbe essere l’interlocutore ideale, cioè quello che ci informa di concetti
di cui noi sentiamo di essere in grado di comprendere. Allo stesso tempo è
necessario che l’interlocutore sia capace di cogliere i nostri discorsi così da
instaurarsi un rapporto di simmetria basato su aspettative reciproche. Abbiamo
un’immagine di noi stessi che influisce sul processo comunicativo e quando l’immagine
che abbiamo dell’altro non corrisponde con quella dell’interlocutore ideale è
facile che il rapporto (di qualunque natura esso sia) possa diventare
asimmetrico e quindi fonte di fraintendimenti o della semplice consapevolezza
che non è possibile una comunicazione quando dall’altra parte c’è un
interlocutore che non ha le risorse cognitive utili ad affrontare certi
discorsi.
Nella stesura dei miei numerosi
articoli a carattere astrologico e scientifico in generale, è del tutto
evidente il tentativo di comunicare a un certo gruppo di persone con un livello
culturale più elevato di chi crede agli oroscopi o parla di astrologia come si
farebbe al “mercato del pesce”. Questo naturalmente pregiudica la possibilità
di comunicare con chi invece non ha le risorse cognitive o le opportunità per
una elaborazione di certuni contenuti e riduce, dunque, notevolmente la
possibilità che il mio messaggio possa essere recepito da una vastissima fetta
di lettori.
Tuttavia, questo lettore potrebbe
accettare per buono quel che scrivo, indipendentemente dal fatto che possa
comprenderne o meno i contenuti, sulla base della competenza che è in grado di
riconoscermi. Purtroppo nel campo del web è assai difficile che possano
trasparire facilmente gli indici sociali utili a mettere in risalto la propria
competenza, soprattutto se parliamo di un settore super inflazionato come
quello astrologico.
Se da un lato abbiamo la forte
importanza della competenza e autorevolezza delle fonti è necessario che le
stesse siano offerte da soggetti che in qualche modo possono risultarci familiari.
La familiarità è raggiungibile attraverso la continua esposizione: è ovvio che
nelle relazioni interpersonali si tende a cercare un contatto con quello che ci
risulta più familiare, cioè quello che risponde come noi a un certo tipo di
stimoli, che mostra i nostri stessi interessi, gusti, idee e che abbiamo
conosciuto grazie al fatto che fosse sempre presente sulla scena. Questo perché
gli esseri umani costruiscono le relazioni sulla base di gruppi con cui
condividere molto del proprio mondo interiore fatto di aspirazioni, desideri,
bisogni e che diano un senso di appartenenza: l’uomo vuole sempre appartenere a
qualcuno perché infondo è un “animale sociale”. È importante a mio parere,
inoltre riconoscere il fatto che spesso e volentieri la novità è fonte di
interesse perché l’eccessiva ripetizione degli stessi argomenti può annoiare.
Basti pensare a quegli amici che ci ammorbano con le solite tiritere a cui noi
non possiamo fare altro che annuire in silenzio.
Quando parlo di presenza sulla
scena mi riferisco al fatto di essere notati sia come persone e sia come
personaggi. Questo è un concetto fondamentale per il passaggio dell’informazione
poiché si basa sul presupposto che cerchiamo sempre un certo gradi di coerenza
in chi ci comunica qualcosa; coerenza che si rivela essere marcata nel
personaggio. Si tratta di persone che in qualche modo possono trasmettere un’idea,
un valore a cui gli altri possono aderire se lo condividono. Per esempio è più
facile che di me possa passare un’idea di personaggio e non di persona, proprio
perché mantengo una coerenza nel tempo legata a un certo tipo di insegnamenti e
di contenuti oltre che di valori come per esempio quello della “ricerca della
verità” o del “superamento di certi schemi”.
Oltre a ciò deve giocare un ruolo
fondamentale anche la piacevolezza che il lettore riconosce in me (o nelle
altre fonti in generale). Questa viene definita in base alla simpatia nonché
all’aspetto fisico. Ovviamente posso puntare sulla prima e non sul secondo. È naturale
che l’aspetto fisico possa catalizzare l’attenzione ed essere discriminante
rispetto a un atteggiamento. Chissà perché siamo condizionati dall’euristica
del “più bello = più buono o più intelligente. Per questo è necessario che
nella comunicazione si proceda pure a creare una certa immagine fisica che in
qualche modo possa cercare di catturare maggiori consensi.
Morale della favola: più bello,
più simpatico, più credibile, più familiare, originale, sono gli imperativi per
la comunicazione di successo e influenzano la vita di relazione perché toccano
gli aspetti salienti della vita che come ben sapete si basa su certe euristiche
ma soprattutto su certi schemi. Parliamo di gerarchie, ma parliamo soprattutto
del mondo delle emozioni, il vero e proprio motore che fa girare il mondo.