04 ottobre 2016

Uomo e Natura (11^parte)


Riprendere la concezione del soggetto puro della filosofia, l'uomo non corrotto, come detto precedentemente nello scorso articolo, sembra essere l'idea ricorrente dei neo-Marxisti che si discostano dal lavoro di Dunlap e Catton. Abbiamo visto che per Marx (Toro) il soggetto puro stava nel proletario o nel borghese impoverito che avrebbe fatto la rivoluzione contro il sistema capitalistico della concorrenza. 

Abbiamo visto però che per Weber (Toro) il soggetto puro non esiste e che per O'Connor il soggetto puro era chi ancora non era stato corrotto dall'ideologia. Per Beck (Toro) il soggetto puro esiste e sta nella contraddizione del soggetto indipendente che è slegato dalle maglie della società perché divenuto individualista. Tutto l'opposto di Orkheimer (Aquario) che nel suo "la dialettica della redenzione" pensava che l'individuo stesse dalla parte del dominio, accetta acriticamente la realtà che lo circonda, perché vive in quella "gabbia d'acciaio" già descritta da Weber. Per Beck l'uomo si muove liberamente dalla società, perché cerca l'auto-realizzazione, ben lontano dalla solidarietà di classe di un tempo. Il che è positivo se consideriamo il fatto che può approcciarsi al problema ecologico dello sfruttamento delle risorse attraverso una scelta etica individuale. senza la solidarietà di un tempo l'uomo non è più allineato, è libero dalla gabbia d'acciaio e quindi può creare una nuova solidarietà. La purificazione avviene con la pluralizzazione. Il tutto avverrebbe attraverso il riconoscimento dell'esistenza di un rischio. Qui è interessante notare come il segno del Toro sia legato alla prudenza in contrapposizione allo Scorpione che invece ama sguazzare in situazioni intricate sfidando un po' la sorte per mettere alla prova la propria resistenza. Il Toro invece necessita di ritmi lenti e della pace. Quindi per lui occorre riconoscere il problema e organizzarsi di conseguenza. Ma cade in contraddizione quando critica la scienza e gli scienziati per le loro invenzioni tecnologiche e poi sono quelli che servono per individuare i rischi...

La sua visione risulta essere assai poco pratica se consideriamo il fatto che il problema non è tanto politico ed etico quanto tecnologico e gli interessi in gioco sono delle lobby che manipolano l'opinione pubblica e rallentano la possibilità di nuove invenzioni per inquinare meno: un po' ingenuo come il Rifkin (Aquario) che prospettava un futuro all'idrogeno senza considerare tutto ciò che sta dietro alla realizzazione di un progetto del genere, cioè degli sforzi economici necessari per giungere all'utilizzazione di energie pulite al 100%. Si nota, sempre una soluzione filosofica e poco pratica in tutti gli autori che hanno contribuito al tema dell'ambiente e dello sfruttamento delle risorse. Se poi si riprende il concetto Marxista del soggetto puro, allora ci si rende conto quanto la sociologia sia ancora intrisa di idee speranzose. 

Il problema, per lui è il progresso, è un problema ideologico e di buon senso. Però dimentica pure che ci sono fenomeni come l'effetto serra che non possono essere affrontati con la scelta etica di una sola autorità. I problemi dell'inquinamento non sono solo singoli fatti possibili, probabili, soggetti alla valutazione di un'autorità politica che ne comprende il potenziale pericolo. Vero che il comportamento si modifica quando si comprende l'esistenza di un rischio come afferma la Douglas (Ariete). Quindi esalta il vecchio e critica il nuovo, il moderno, la tecnologia, la scienza, pur esaltando la germani che usa le risorse rinnovabili, l'energia eolica etc. 

Questa malinconia verso il passato lo porta a rimpiangere la vecchia famiglia tradizionale, idea già cara ai vecchi autori della sociologia rurale affrontata qualche articolo fa. L'emancipazione stessa della donna è un problema perché aumenta la concorrenza già esistente tra gli uomini; e persino il divorzio non è cosa buona dimenticando che certe volte è l'unica via d'uscita da una situazione deludente.