12 ottobre 2016

Uomo e Natura (13^parte)

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Il nostro percorso di ricerca sul rapporto tra uomo e natura ci ha portato ad affrontare il pensiero di molti filosofi e sociologi, perlopiù Aquario e Toro, ma tranne in rare occasioni, si è demonizzato il progresso e si è sempre auspicato un ritorno al primitivismo. Questo è ancora più evidente in Latouche (Capricorno), idealista sino all'estremo (Luna in Aquario). In "l'ordine naturale e la scienza sociale" esprime immediatamente il concetto cardine del suo pensiero: la società è un mostro ideologico, cioè è diventata un mostro a causa dell'ideologia. Tutto è un'invenzione, tutto è un concetto da dimenticare, da decostruire e da reinventare. 

L'economia, per esempio, è solo un'idea, un concetto, così come il capitalismo, il lavoro, sono solo idee da dimenticare. Sono concetti da rivedere completamente cambiando modo di pensare. La realtà non si può cambiare; ma se consideriamo il fatto che tutto può essere ricondotto a idee e concetti, allora possiamo ribaltare tutto, poiché le idee possono essere riviste. La colpa, di questa deriva ideologica è data, secondo lui, da tutti gli studiosi del passato che hanno appunto inventato concetti come l'economia per esempio, e persino di chi ha sondato la psiche dell'uomo, perché se l'uomo fosse stato dipinto come buono, anche la società lo sarebbe stata. Infondo è come se noi siamo quel che ci dicono di essere; il che non è poi così errato. 

Tutti i sociologi sono colpevoli di aver descritto quel che vedevano, Smith (Gemelli) che ha fondato l'economia sul libero scambio, precursore della globalizzazione; Polany (Scorpione) e Boisguilbert (Aquario) soprattutto per aver parlato dell'autoregolazione del mercato. 
Quel che sta alla base di questi concetti economici è il lusso, simbolo del sodalizio tra aristocratici e mercanti. E persino Weber (Toro) è colpevole per aver descritto in "l'etica protestante" come la religione benedisse il benessere. Tutti concetti che hanno condizionato il modo di vedere delle generazioni future. 

La soluzione sta nel decostruire quei concetti. Decostruire è un termine usato da Derrida (Cancro con Sole in 11^ Casa) in "la grammatologia", per intendere la trasformazione della realtà in idea. Latouche lo utilizza ne "la scommessa della decrescita": si può uscire dal consumismo decostruendo e auspicando a una nuova età dell'oro, preistorica. 

In "la megamacchina" e "la scommessa della decrescita" gli uomini sono descritti come un gigantesco ingranaggio: bisognerebbe mettere in discussione il mito del progresso che è una religione perversa. Tutto è sbagliato, persino le rivendicazioni sociali, perché bisognerebbe non ambire alla ricchezza, bisogna rinunciare a certi bisogni per ritrovare la felicità. Un semplicismo da Marte in Ariete. Persino una critica allo sviluppo sostenibile: Ciò che è da proporre è l'africa delle savane, quella selvaggia e incontaminata. Guai allo sviluppismo ma recuperare il ruolo del dono. Famosa la sua visione della società in 8 erre: ristrutturare, riconcettualizzare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare.

Tornare all'autoproduzione, in accordo con Pallante e ridurre qualsiasi tipo di consumo. Inoltre, a suo dire in accordo con Ellul (Capricorno) bisognerebbe lavorare due ore al giorno. Verrà una fede pluriversale per demistificare le idee della razionalità capitalistica, dell'individualismo, del progresso e dello sviluppo. Ognuno è colpevole a pari modo ma non comprende che di mezzo ci sono ancora una volta stratificazioni sociali e lobby che impediscono questo tipo di processo, assai utopico. Tornare al primitivo, al vernacolismo alle vecchie comunità; ma non si accorge delle conquiste: la sanità, il ruolo della donna. La politica rapace ha ucciso il dono e bisogna perciò recuperarlo. Insomma il baratto, lo scambio è la soluzione.