Ogni giorno ne spunta uno nuovo... e poi questi sono giorni elettrici per me.
Questa volta, a rompere le uova nel paniere è un tizio che afferma: "l'astrologia sarebbe tutta da rivedere perché la vita comincia al concepimento, ancor prima della nascita. A questa critica è stata data facile risposta: imprinting cosmico e imprinting genetico sono, evidentemente, due cose diverse. (CLICCA QUI per leggere la risposta completa).
Nulla di grave, per l'amor del cielo. Come osservazione è del tutto legittima. Che poi sia sbagliata nonostante sia logicamente ineccepibile, è un altro discorso. Ed è di questo che voglio parlarvi oggi.
Come può, qualcosa di logico, essere sbagliato? La logica appartiene al mondo dei pensieri, e i pensieri possono essere organizzati in modo coerente e convincente. Ma questo non significa che possano essere in accordo con i fatti.
Questo è un principio che può essere esteso a qualsiasi caso, ma prendiamo a esempio proprio questa situazione: è vero che la vita comincia prima del parto, ma non è detto che questa possa essere una ragione sufficiente per dire, di conseguenza, che l'astrologia dovrebbe essere rivista.
Attenzione: non possiamo contraddire il fatto che la vita comincia al concepimento: è un fatto conclamato, autoevidente, che si dimostra da sé. Ma un conto è l'inizio della vita e un conto è "l'imprinting". Siamo sicuri che sia uno solo? Siamo sicuri che non vi siano diverse energie, una legata alla vita e una invece legata alle influenze astrologiche?
1)"La vita comincia alla nascita": la premessa è logica e valida.
2)"Perciò l'astrologia è da rifare": la conclusione è da verificare.
Evidentemente, tra la premessa e la conclusione manca un passaggio: la nozione di cosa sia l'astrologia, su cosa si basa, di che tipo di influsso parliamo. E naturalmente la verifica. Altrimenti è il tipico saltare alle conclusioni troppo frettolosamente. Insomma, la verità dipende molto anche dal numero di premesse di cui disponiamo. Perciò, essa è sempre in bilico: c'è sempre una scoperta che possa contraddire ciò che si sapeva. Ma è sempre necessario verifcare.
Facciamo un esempio: Einstein aveva ipotizzato le sue famose onde gravitazionali. Gli scienziati potevano contare sulla sua ferrea logica che si basava su certi fatti. Ma occorreva la prova concreta. La teoria non era sufficiente. Quello delle teorie è il mondo delle idee anche se esse si basano su aolcuni fatti assodati. Quando per la prima volta sono state osservate le onde gravitazioni, è stato constatato che la teoria di Einstein non solo era logica, cioè formalmente corretta; ma era anche vera. E si passò dall'ipotesi (dal mondo delle idee) alla legge (al mondo dei fatti).
Occorreva uno scontro col mondo dei fatti: l'esperienza concreta, pratica.
Quando la nostra ipotesi non si scontra con la realtà, allora appartiene al mondo delle idee. L'affermazione per cui l'astrologia non funzionerebbe a causa di questioni legate al concepimento, è un'ipotesi. Logica, intelligente, ma solo un'ipotesi. Le ipotesi vanno verificate proprio perché c'è sempre qualche fatto che sfugge, che non è stato considerato.
Naturalmente quando parliamo di astrologia dobbiamo applicare tale principio con elasticità. Non possiamo pretendere la prova scientifica. Ma questo non significa che non possiamo avere prove empiriche. Le osservazioni.
E qui dovremmo domandarci: chi può fare osservazioni? Tutti? Nel campo dell'astrologia occorre una certa dimestichezza. Ognuno ha la sua esperienza e naturalmente bisognerebbe testare la professionalità e l'accuratezza di chi osserva. Le osservazioni vengono condotte sulla base di certe conoscenze apprese e queste ci aiutano a capire cosa dobbiamo cercare e come dobbiamo cercarlo.
In questo caso si tratta di affermazioni che sono state verificate da astrologi in migliaia di anni, perfezionate nel tempo, e non aspettano altro che essere applicate. Sia chiaro che non sono verità assoluta, ma sono una verità parziale: ogni posizione astrologica individuata e sosservata in centinaia di anni non è altro che un piccolo pezzo di quel che si potrebbe ancora scoprire. Non sono sbagliate, ma incomplete. Quanto? Non lo so. Quanto si potrebbe ancora scoprire? Non lo so.
E allora, come fare per verificare le affermazioni astrologiche? Io credo che ogni autore abbia dato importantissimi contributi per ampliare le nozioni astrologiche e perciò sarebbe auspicabile studiarli tutti. Ovviamente ciò è impossibile ma se dovessi stabilire quali sono gli autori che secondo me sono più affidabili a livello di manualistica, direi senz'altro André Barbault, Ciro Discepolo, Lisa Morpurgo e C.E.O. Carter.
Riassumendo, il problema di chi vuol fare ricerca risiede in questi elementi:
1)L'affidabilità delle fonti;
2)Le capacità di osservazione di chi analizza;
3)La capacità di saper formulare ipotesi senza trascurare nulla;
4)Le condizioni psicologiche e i motivi di chi analizza.
Proprio per questo, ogni studioso offre un'esperienza diversa, spesso in totale contraddizione con quella del suo collega. E di chi possiamo fidarci? Naturalmente di chi svolge l'astrologia per professione poiché chi è astrologo ha più esperienza, più cultura, più formazione rispetto a chi vuol sondare gli assunti astrologici per semplice curiosità. L'analisi astrologica è un'arte e perciò non è facile perché ci vuole maestria.
Il manuale è sì uno strumento indispensabile, ma occorre quel genio interno che fa la differenza. Ci vuole una predisposizione alla sintesi, a saper vedere il simbolo astrologico nelle sue numerose sfaccettature. E per far questo occorre tanta, tantissima pratica. Anche in questo caso, occorre lo scontro con i fatti. Dieci anni di letture astrologiche su migliaia e miglia di casi possono essere utili per apprendere il metodo, per capire cosa è carente e dove.
E solo così possiamo veder "parlare" un quadro astrologico.
Ogni gatto è timoroso: prende bene le misure prima di un salto, calcola il momento giusto per attaccare una preda, e soprattutto fugge via come una saetta quando è ora di fare il bagnetto. Ha sbattuto il muso contro i fatti e ora sa quel che deve fare. Se il tuo gatto si mettesse a cercare una dimostrazione matematica sulla composizione di una bistecca e trovasse quali sono le energie animiche contenute in essa, sicuramente avrebbe una mente logica e analitica. Ma se si applicasse esclusivamente a ciò senza assaggiarla, morirebbe di fame.
Non so se il tuo gatto odia i fatti, ma la morale della favola è questa: anche le più belle teorie possono valere zero se non c'è esperienza; e anche la più grande esperienza non serve a niente se non c'è la conoscenza adatta per poterla interpretare.
I gatti interpretano la realtà in base all'utilità che ne possono trarre. In astrologia si è sempre fatto così: siate gatti ma amiate i fatti!
Miaooooooo a tutti!