DOMANDA: Se Maslow fosse nato adesso avrebbe messo i social come gradino nella sua piramide?
Come mai è diventato così essenziale ricevere in continuazione vari feedback che possono essere ad esempio i "Mi Piace" su Facebook o altro?
Perché siamo diventati una società così insicura del proprio valore personale e identità?
Come mai è diventato così essenziale ricevere in continuazione vari feedback che possono essere ad esempio i "Mi Piace" su Facebook o altro?
Perché siamo diventati una società così insicura del proprio valore personale e identità?
RISPOSTA: Questa è una domanda molto interessante. Partiamo dal presupposto che Maslow è solo uno dei tanti psicologi che ci ha fornito una scala dei bisogni umani; ma è tra i più popolari. A essere onesto preferisco altre classificazioni successive a quelle di questo autore, perché il concetto di bisogno è stato via via osservato dai più disparati punti di vista, anche a seconda dell'orientamento teorico di riferimento.
L'idea di questo autore è che non esistono bisogni indipendenti l'uno dall'altro ma che si passa al bisogno successivo solo quando è soddisfatto quello precedente. E su questo punto si può essere d'accordo ma a patto di considerare le dovute eccezioni.
Osserviamo questa immagine:
Il bisogno di piacere si trova al quarto posto della piramide e in questa classe sono inclusi tutti i social come per esempio Instagram, Facebook, Youtube, Twitter, etc. etc. Il bisogno di apparire nasce come moda emulativa. Tutto nasce dai motivi e dalle risorse a disposizione. E siccome abbiamno a disposizione i social che è qualcosa di asoslutamente nuovo, l'obbiettivo sta nel far nascere un bisogno che prima non esisteva. Si tratta di marketing.
Prima potevamo aver mai bisogno di un telefonino che fungesse anche da pc? Certo che no. Ma l'aver immesso quei dispositivi sul mercato significa convincere le persone che esiste qualcosa di utile o indispensabile per soddifare nuovi bisogni.
Io dico: "Una società protesa al futuro genera sempre nuovi comportamenti".
Per esempio: chi ha bisogno dell'astrologia? Non è tanto questo il dubbio da rivolgerci, ma è importante comprendere: quale nuovo prodotto astrologico può essere pubblicizzato come utile e indispensabile? In un mercato super inflazionato va di moda moltissimo la storia del karma. Un domani passerà di moda e bisognerà che qualcuno si inventi una nuova nicchia. E molti già stanno inventandosi qualcosa per imporsi sul mercato o sui social.
Insomma, la regola fondamentale è quella di imporsi. Ma perché? Ci ho pensato un po' e ho ipotizzato che tutto parta dalla depersonalizzazione e dal senso di illusoria vicinanza arrecato dal web. Nelle relazioni sociali fisiche, non sentiamo la necessità di imporci perché non c'è abbastanza concorrenza. L'altro che non è conosciuto fisicamente è percepito in maniera più distante e non appare come un rivale con cui competere. Il web invece crea una sorta di illusione di vicinanza perché chiunque può mostrare attenzione a ciò che facciamo e può commentarlo. Nella realtà nessuno commenterebbe mai, se non dentro sé stesso, quel che sta facendo una persona dall'altro lato della strada. Ma sulweb è tutto diverso.
Nessuno commenterebbe perché esiste più vicinanza coi propri amici, familiari, e maggiore lontananza con gli estranei. L'estraneo è percepito come qualcosa di vago; mentre sul web prende forma "concreta". Di ciò che è vago non ci importa molto il giudizio. Ci importa, invece, di chi entra nel nostro spazio fisico o virtuale che sia. Sul web, non esiste estraneo, esiste intromissione. Non esiste la formalità, esiste l'impulso.
Allora, riassumendo, il web fa emergere nuovi bisogni. Il desiderio è quello di imporsi. In famiglia così come tra gli amici, vogliamo sempre imporci, ossia trasmettere qualcosa di positivo di noi, del nostro modo di essere o pensare. Di ciò che pensano gli altri è relativo. Sul web tutto è più vicino: la concorrenza aumenta, imporsi e piacere al prossimo diventa più difficile. Il timore di non piacere diventa svalutazione di sé. Ci si inventa la propria nicchia per piacere di più o ci si frustra.
Per quanto riguarda, invece, la questione del prodotto pubblicizzato sul web, lì non parliamo di insicurezza, ma proprio di un settore troppo inflazionato. Non piacere significa non vendere; e questo significa doversi rimboccare le maniche per trovare il proprio modo di imporsi,magari sfruttando numerosi canali.
Insomma, più siamo e più esiste la necessità di farsi notare. Più siamo e più aumentano concorrenti. In un "mondo" del genere facciamo fatica a esser qualcuno. E in fin dei conti, vogliamo esser qualcuno in un mondo assai veloce e superficiale dove un post viene letto con un'atteggiamento di sufficienza.
Io dico: "più siamo e più l'attenzione è dispersa".
Perciò ho ideato il mio slogan: solo per pochi, solo per te. E a tutti gli altri schhhh!
Perché dal punto di vista umano, non ho bisogno di centinaia di adesioni superficiali, ma rimane, tuttavia, il desiderio legittimo di essere qualcuno e di esser apprezzato.
Ora bisogna chiedersi: e voi, di cosa avete bisogno?