02 ottobre 2018

Mercurio dissonante a Plutone: il dominio del male

«Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.»   
Tratto da "Il signore degli anelli".




L'effetto più evidente che causa l'anello del famoso fantasy di Tolkien è l'invisibilità: infatti, chi indossa l'Anello si rende nascosto a chiunque, ma così facendo perde identità e capacità di interazione con gli altri. Questo effetto simboleggia la facoltà di distruggere qualsiasi relazione umana e qualsiasi identità.
Invece l'effetto più importante è quello che ha sull'animo: se usato frequentemente, l'anello fa "sbiadire" il portatore portandolo in tempi più o meno lunghi (a seconda della persona), a diventare uno spettro al servizio dell'Oscuro Signore. 



Una volta qualcuno chiese al suo stalker come mai lo perseguitasse. Il maniaco rispose dicendo che lo faceva perché era odiato. Alché la vittima dello stalker aggiunse che era vero che lo odiava; ma perché a sua volta era odiato da lui. Ecco: chi dispone di un aspetto dissonante tra Merurio e Plutone può facilmente essere risucchiato nel vortice dell'odio. Chiaramente, se vi è un minimo di saggezza si può cercare di spezzare questo circolo vizioso chiudendo completamente i rapporti con chi si odia, onde evitare che la cosa si protragga all'infinito per risucchiare energie che potrebbero essere investite per qualcosa di costruttivo. 

La letteratura astrologica non parla affatto bene di questo aspetto: a livello psicologico si tratta quasi sempre di un conflitto che merita di essere affrontato assieme a un terapeuta che aiuti a rilasciare la tensione e il tormento, sia nel caso in cui il soggetto sia lo stalker e anche nel caso in cui il soggetto in questione sia la vittima degli abusi. Perché in effetti, chi ha una dissonanza tra Mercurio e Plutone ha molto a che fare col tema dell'abuso inflitto o subìto. Oppure vi sarà una sorta di fissazione con questo tema poiché nell'infanzia o nell'adolescenza vi sarà stato qualche episodio in cui ci si è sentiti impotenti perché dominati con la forza o con la violenza.

Lidia Fassio ritiene che questa dissonanza renda nero ciò che invece è chiaro. Sono d'accordo con questa sua espressione perché in effetti mi sono ritrovato nelle condizioni di verificare come, qualcuno di quelli con l'opposizione, tenda a complicarsi l'esistenza vedendo il prossimo come disonesto, losco o bugiardo. Vi è infatti per davvero la tendenza a proiettare la propria sospettosità sul prossimo, soprattutto se il quadro generale del tema riflette una forte componente Scorpionica e Verginea, che, invece di aumentare il senso critico, portano a un'ipercriticità dannosa, oltre che a una malsana tendenza al dominio. Elementi Sagittario, Leone, Ariete, Giove, all'opposto riducono la sospettosità e anzi, talvolta aumentano la predisposizione a essere buggerati e a subire il peso di chi vuole dominare subdolamente. 

Quando Mercurio non riesce a ottenere il carisma e il potere Plutoniano ecco che lo pretende. Così il soggetto potrà decidere di imporre la propria volontà a tutti i costi, vorrà pretendere con la forza e con qualsiasi mezzo le proprie ragioni facendosi risucchiare dall'imbuto della macchinazione soprattutto se Mercurio è in un segno ingegnoso e/o ciarlielo come i Gemelli e l'Acquario. Con Mercurio in Sagittario o in Leone, invece, si perderebbe in ingegno per reagire attraverso mezzi meno occultati. In ogni caso, si sentirà quasi sempre la sensazione o la certezza di essere svalutati perché non abbastanza incisivi; altrimenti è il soggetto stesso a svalutare a causa delle proprie frustrazioni.

Mercurio in aspetto dissonante a Plutone aumenta la predisposizione a diventare manipolatori o a essere manipolati. Si cerca di condurre la verità dalla propria parte, modificando e distorcendo la realtà a proprio uso e consumo, magari omettendo dettagli preziosi pur di ottenere ragione. Altrimenti saremo noi stessi, se abbiamo questo aspetto, a venire risucchiati in situazioni che consumano parecchia energia fino a logorarci e a sentirci impotenti nel tentativo di riparare un torto subìto. 

Chi possiede questo aspetto ama portare alla luce i risvolti tenebrosi del proprio interlocutore, ama mettere in luce le sue contraddizioni, spesso creando astio e risentimento attorno a sé, fino a quando non riesce a gestire tale capacità in ambiti più costruttivi. Insomma, il tentativo di ledere o di difendersi non è quasi mai produttivo e perciò bisognerebbe allentare la presa poiché il gioco del gatto con il topo finisce per essere controproducente a maggior ragione se nel proprio tema sono presenti valori taurini, scorpionici o acquariani che fissano l'attenzione in maniera maniacale. Peggio ancora se tutti e tre gli elementi sono contenuti nel proprio quadro astrologico.

Secondo Lidia Fassio, tale aspetto potrebbe essere utile per quei terapeuti che, avendo effettuato un lavoro su di sé prima di tutto, possono aiutare i pazienti contraddistinti dallo stesso aspetto o da altri che riguardano le proprie profondità, anche se possono essere molto dolorosi quando riportati alla coscienza, magari per liberare da sentimenti paranoici di rabbia o vendetta. La stessa autrice ricorda che tale posizione spinge persino a trovare gli alibi per giustificare i propri abusi; ma naturalmente aggiungerei che non tutti quelli che dispongono di questo aspetto abusano di qualcosa o di qualcuno; quando semmai possono essere coinvolti in queste situazioni con la grande difficoltà a liberarsene.  

Amo ripetere che ogni simbolo astrologico rappresenta una tematica significativa nella vita del soggetto, una specie di corsia preferenziale che non necessariamente rappresenta la summa del comportamento del soggetto e che nemmeno riguarda assolutamente il suo carattere. Ogni simbolo ci parla di una tematica determinante in cui si è risucchiati, volenti o nolenti. Ora, il lavoro dell'astrologo che conosce i propri simboli astrologici, dovrebbe mirare a comprendere, digerire e rielaborare le proprie situazioni o tendenze caratteriali per viverle nella maniera più costruttiva possibile, sfuggendo al cricolo vizioso dell'odio e della sospettosità come cerco di fare io nei riguardi dei maniaci. Naturalmente non si chiede all'astrologo di praticare questo lavoro sui suoi consultanti perché ciò è compito di uno psicoterapeuta. Il fatto che ogni aspetto astrologico evidenzia una situazione, una tematica, può divincolarci dalle analisi troppo deterministiche e dalle valutazioni troppo rigide delle persone che abbiamo di fronte. Chiaramente, se il soggetto è un maniaco che polemizza, offende, cerca di trovare il pelo nell'uovo, vuole assolutamente dimostrare che sotto sotto c'è un qualche abuso su qualcosa o su qualcuno, beh, in quel caso è del tutto legittimo non solo giudicare, ma persino consigliargli una cura specialistica. 

Avere questo aspetto è un po' come avere l'anello del potere descritto da Tolkien nel suo "il signore degli anelli". La necessità di dominio che porta all'autodistruzione; la necessità di imporsi con mezzi subdoli o di subire la sospettosità di chi trama nell'ombra e che a sua volta pensa che siate voi stessi a farlo. Appunto le famose proiezioni. Per liberarsi di un peso del genere e dell'eventualità che si possa investire la propria rabbia e le proprie energie distruttive su un'altra persona, occorre rinunciare alla necessità di "indossare questo anello", cioè rinunciare al desiderio di potere e di sottomissione delle idee altrui. Come meccanismo di reazione alla presa di coscienza di meccanismi di questo tipo, si può abbandonare qualsiasi tentativo di dominio appunto cercando di "coltivare il proprio orticello" liberandosi dai confronti che possono trascinare in lotte di potere. 

Chi insiste, prima o poi finisce per essere schiacciato dalle sue stesse ossessioni, dalla sua stessa neccessità e dalle proiezioni. Mi viene in mente il caso di un tizio che nel valutare i lavori di ricerca di certi astrologi, nella convinzione di aver scoperto un errore, finisce per dare del truffatore o dello stupido al suo interlocutore. Quando gli viene risposto pan per focaccia cerca sempre di replicare sino a quando crede di aver vinto la battaglia magari dopo aver diffamato, mentito, manipolando le informazioni a proprio vantaggio e dopo aver detto altrettanto del proprio interlocutore.     

Cosa succede quando entrambi gli interlocutori posseggono "l'anello del potere"? Tutto si gioca sulla consapevolezza dei propri limiti e delle potenzialità. Bisogna imparare a dominare gli istinti distruttivi per non combattere una battaglia a chi cerca di essere più furbo; perché alla fine nessuno dei due sarà vincitore quando vedrà, attorno a sé, "terra bruciata". I segni d'acqua generalmente tendono a essere vittima del proprio inconscio, molto abili a rimanere nell'ombra e a manipolare. I segni di fuoco tendono ad essere più reattivi e impetuosi e a portare fuori, con gesti di rabbia, il malcontento. I segni d'aria, altrettanto manipolativi possono far leva sulla dialettica e su alcuni escamotage ingegnosi. I segni di terra, invece, cercano di essere più pragmatici e forse più disponibili a controllare gli impulsi. Resta inteso che il livello di tensione interna dipende molto da quanto sono strette le orbite tra i due corpi celesti. Però sappiamo che l'intensità aumenta anche in funzione delle ridondanze prensenti nell'intero quadro astrologico. Perciò, più esistono similitudini tra l'aspetto e il resto del TN e più l'aspetto diventa pericoloso per sé stessi e per gli altri.

La lezione da imparare è questa: dominare i propri istinti, dominare le proprie pulsioni distruttive, dominare il proprio desiderio di trovare difetti; dominare la sensazione di impotenza mentale, dominare il desiderio di imporsi, dominare il desiderio di vincere a tutti i costi; dominare il desiderio di vincere facendo un torto; dominare i propri propositi di vendetta. Morale della favola, occorre fare calma dentro la propria mente e alla fine quel maledetto anello non avrà più quel potere malefico.  L'aspetto ci insegna che per sconfiggere il male non dobbiamo farci risucchiare dal male stesso. Evitare i mostri può essere una strategia vincente? Io lo sto facendo. Per esempio evito confronti che so possono solo essere distruttivi, evito di reagire alle critiche, evito di confrontarmi con chi si dimostra palesemente malvagio, evito di imporre le mie idee, evito il più possibile di reagire alle provocazioni. Ciò non significa che non faccia fatica soprattutto quando bestie disumane mi calunniano e diffamano, esattamente come chi catturato dal potere dell'anello non riesce a farne a meno pur di indossarlo...