15 novembre 2023

Spirito, scienza e limiti intellettivi.

Spirito, scienza e limiti intellettivi: ovvero, l'originalità non è per forza sinonimo di intelligenza.  
 

Partiamo con LA RISONANZA MORFICA DI SHELDRAKE.
Il concetto spesso viene utilizzato per spiegare il funzionamento delle costellazioni familiari di Hellinger. Io ho partecipato a diversi incontri molto interessanti, direi catartici per chi si sottopone in prima persona. E ho trattato l'argomento anche all'università e su alcuni libri.
Su internet si legge che l'ipotesi della risonanza morfica potrebbe essere giustificata da alcuni assunti della fisica quantistica.
Nello specifico si afferma che un nuovo comportamento in un soggetto può influenzare il comportamento di tutti gli altri membri dello stesso gruppo, senza che avvengano delle interazioni. Come dire: se io oggi cambio comportamento, automaticamente cambieranno anche le persone attorno a me senza che io venga a contatto con loro. Wow!
In psicologia, grazie al potere della suggestione, possiamo applicare questo principio creando delle vere e proprie "magie"...
Tale ipotesi di Sheldrake, da alcuni (come fa Marchesi in "la fisica dell'anima) viene avvalorata utilizzando il principio di non località della fisica quantistica: due particelle che in passato hanno interagito possono muoversi in simultanea anche quando vengono separate. C'è un però. Questo principio può davvero essere applicato alla teoria dei campi morfici? 
 
Beh, noi sappiamo che il principio di non località dice che cambiando lo Spin (direzione di rotazione) della particella A cambia lo Spin della particella B (ma all'inverso) e inoltre che questo principio può essere applicato soltanto agli oggetti quantistici e non anche agli esseri umani. Ma facciamo finta che si possa fare. 
 
Se dovessimo applicare i principi della quantistica alla lettera, anche all'essere umano, dovremmo accettarli tutti o solo quelli che ci piacciono di più?
Beh, se noi funzioniamo esattamente come ci dice la quantistica, allora dovremmo accettare tante cose. Per esempio noi a volte dovremmo essere onde e a volte in carne ed ossa a seconda di chi ci osserva. Dovremmo scomparire nel vuoto cosmico e riapparire all'improvviso, e poi passando per più porte saremmo in più stanze contemporaneamente, proprio fisicamente. Dovremmo in pratica sdoppiarci.
 
Possiamo applicare la quantistica ad alcuni nostri comportamenti, ma solo metaforicamente? Oppure dovremmo applicarli alla lettera?
Perché io non ho mai visto nessuno sparire e riapparire, diventare un onda di energia e poi un essere umano. Tu lo hai visto?
 
Lo stesso per la risonanza morfica di Sheldrake. L'accostamento alla fisica quantistica non dimostra che la teoria di Sheldrake sia giusta o sbagliata. Semplicemente è un parallelismo, una similitudine. Potrebbe significare che se la risonanza morfica fosse una ipotesi fondata, allora funzionerebbe più o meno come uno dei concetti della quantistica. Più o meno, non esattamente così.
 
Ci sono delle analogie, questo sì, ma rispetto a un solo principio della quantistica.
Quando si vuole confermare una ipotesi con una teoria scientifica, spesso i siti usano termini sensazionalistici e assolutistici. Insomma, si comportano da "venditori". È pura psicologia.
😅
La fisica quantistica dimostra che siccome tu non mi vedi e non puoi collassare la mia "funzione d'onda", io sono sia vivo e sia morto. Allora ti chiedo la cortesia di mandarmi e non mandarmi dei fiori, di mandarmi e non mandarmi le tue condoglianze, di mandarmi o non mandarmi del denaro. Anzi, nel dubbio, mandamelo lo stesso. ☺️
😝
Morale della favola: secondo te conviene studiare bene questi concetti? Oppure è sufficiente leggere qualche post su internet?
Ci vediamo dall'altra parte, nel mondo del forse, del ma, del se, del vero e non vero. O forse non ci vediamo. Un saluto non saluto a tutti. 💓🤗
❤️ 
Ciò che non trovo nei vari testi di divulgazione è proprio il condizionale. Cioè io trovo degli "assoluti" che non sono giustificati da nessuna convalida, ma sono solo acqua che tira al proprio mulino. Quindi, il lettore non comprende che l'autore, in genere, porta avanti solo personalissime ipotesi. Alcuni autori trattano le loro ipotesi come fossero certezze, appunto usando toni sensazionalistici. Io il sensazionalismo e l'assoluto non lo uso per convalidare le mie personali opinioni! So che non posso fare il passo più lungo della gamba perché chi studia e sa come stanno le cose, mi fa fare una brutta figura se mi invento le cose!
 
Se dobbiamo prendere alla lettera certi fenomeni quantistici, allora dovremo applicarli alla vita di tutti i giorni. Se non possiamo applicare alla vita di tutti i giorni questi concetti quantistici ma li possiamo applicare ai "fenomeni strani" vuol dire che questi eventuali fenomeni quantistici si manifestano solo a specifiche condizioni. Vale a dire: questi fenomeni quantistici si possono applicare solo in casi speciali e soltanto in determinate circostanze? Non lo sappiamo. Ci sono ipotesi, cioè tanti "FORSE".
 
Ma siamo sicuri che si tratta di fenomeni quantistici? No. Nessuno ha la certezza assoluta si questo discorso. Quindi, questo significa che lo stesso fenomeno può essere spiegabile anche in altri modi? Certo! Potrebbe essere. Vedi? Ci vuole apertura mentale. Fino a quando si continua a trattare i fenomeni quantistici come la causa dei fenomeni inspiegabili, si rimane ancorati a idee fisse. Invece si potrebbero scoprire altre ragioni dietro al funzionamento di certi fenomeni umani.
 
Al momento quelli quantistici SEMBRANO soddisfare alcuni requisiti ma non ne soddisfano altri. Allora la domanda è questa: "Dobbiamo rimanere vincolati a ciò che sappiamo e non sappiamo della quantistica (nemmeno i fisici stessi sono d'accordo relativamente alle varie interpretazioni della loro stessa materia), che al momento non soddisfa tutti i requisiti, oppure possiamo cercare ipotesi alternative?"
 
Si parla tanto di modernismo ma io vedo solo altre fedi rigide! C'è il desiderio di convalidare per forza le proprie IPOTESI e invece secondo me sarebbe più onesto usare termini meno equivocabili. Si dovrebbe spiegare alla gente che la parola IPOTESI significa "non so se le cose stanno davvero così". La gente invece crede che quel termine significhi "ho scoperto la verità!".
 
Si possono prendere in considerazione numerose teorie per giustificare la propria ipotesi e il lettore ingenuamente crede che ciò corrisponda a una dimostrazione. E fraintende! C'è differenza tra giustificazione e dimostrazione. Io sono fiscale su questo perché se non lo si specifica il lettore comincia a fraintendere. Poi mettiamoci il marketing. Se io divulgo il mio pensiero come se avessi scoperto la verità, infarcendola di concetti scientifici, per forza troverò sostenitori che mi appoggeranno. Chi è che non mi appoggerà? Il tecnico che ha studiato veramente. Il pubblico che ne sa? Si fida e basta. Si fida di ciò che è verosimile.
 
Immagina di avere un ombrello, che serve per proteggerti dalla pioggia (o dal sole o da qualsiasi altra cosa in cui si dimostri utile e funzionale). Tuttavia, decidere di usarlo come racchetta da tennis perché ha una forma simile a quella di una racchetta non porterà a un gioco efficiente o soddisfacente. Anche se i due oggetti hanno una certa somiglianza nella forma, non sono progettati per lo stesso scopo e l'uso di uno per un'attività non correlata non produrrà i risultati desiderati.
 
Allo stesso modo, applicare concetti scientifici a teorie e ipotesi non scientifiche può non avere successo, poiché quei concetti potrebbero non essere progettati per spiegare o supportare quelle teorie, anche se le due materie hanno punti simili.
Stai cercando di mettere un cerchio in un quadrato?
 
Ricorda: chi cammina con due scarpe diverse, non cammina dritto.
Perciò, sii vigile nell'accostare idee e concetti: la ricerca della coerenza e della precisione nell'accostare idee è fondamentale, più della semplice apparenza di somiglianza tra concetti.
 
Non valutare solo le somiglianze tra due materie, ma valuta anche le differenze...
Altrimenti è come se tu decidessi che due persone sono compatibili soltanto perché sono entrambe bionde... Un po' poco no?
Vai oltre, pensa oltre... 
 
Questo è tutto quel che sai. E quello che non sai? Abbiamo una bocca e due orecchie per parlare di meno e ascoltare di più.
Leggere e studiare tantissimo è un buon mezzo per arricchire la nostra cultura, ma questo potrebbe far lievitare anche la presunzione quando pensiamo che quel che sappiamo sia sufficiente per avere pareri definitivi su di una questione.
In realtà io credo che il dibattito con persone più competenti di noi possa aiutarci non solo a comprendere se abbiamo capito bene, ma pure a sviluppare nuovi punti di vista.
 
Altrimenti chi si vanta da solo...
 
Ma tu spesso non vuoi che il tuo punto di vista sia messo in dicusssione perché a volte dai già per scontato di avere la cultura e la formazione necessaria per leggere il mondo e i fatti, in maniera completa, non accetti che gli altri possano individuare delle lacune, perché non sempre riconosci di averle o non riconosci competente chi cerca di farti notare, non solo il suo punto di vista, ma pure quel che non sai.
Ricorda, per quanta cultura tu pensi di possedere, c'è sempre qualcosa che non sai o che non hai capito. E fin quando non ti rendi disponibile ad ascoltare, sarai sempre nella tua gabbia di certezze che ti fanno apparire solo chiuso di mente, anche se sei disposto a credere alle cose più incredibili...
Se parli delle tue idee in un gruppo di esperti poi vedrai se avrai ancora voglia di metterti sul trono. Se apri la porta all'umiltà, troverai molto di più...
 
 
Einstein era "Einstein" eppure sbagliò quando disse "Dio non gioca a dadi".
Anche i migliori specialisti possono sbagliare.
Ma da dove nascono le scoperte? Prima nascono dentro di noi? Nascono nel nostro intuito? A volte. Non sempre. Il processo di scoperta può avvenire in diversi modi: per esempio, mentre stiamo cercando qualcosa non scopriamo solo che la nostra intuizione era sbagliata ma scopriamo anche qualcosa di nuovo che non ci aspettavamo! Oppure, può succedere anche casualmente, osservando un fenomeno oppure analizzando dei dati.
 
Chiaro che gioca un ruolo fondamentale l'intelligenza, che è anche creatività. Questo non significa avere dentro se stessi già una risposta. Significa avere la facoltà di selezionare tra le diverse possibilità.
La creatività è una funzione della mente o dello spirito? E chi può dirlo?
Sono discorsi filosofici non verità assolute! Qua possiamo stare a fare i ragionamenti piu intricati, complessi e coerenti. Possiamo giocare a fare i filosofi leggendo a destra e a manca cosa dicono i diversi autori, ma siamo nel campo della fede.
 
Se si afferma che la mente è una manifestazione dello spirito allora tutto è spirito. Pure una pietra sarebbe la manifestazione materiale di qualcosa di spirituale.
Questo è un ragionamento controfattuale però. Sai cosa significa? Significa che stiamo ragionando sempre per ipotesi. E sempre per ipotesi possiamo approdare ovunque, anche a tutto e al contrario di tutto.
Se tutto è manifestazione dello spirito allora anche l'intelligenza e la logica così come l'intuizione sono manifestazioni dello spirito. Però noi sappiamo che non tutte le intuizioni sono giuste non tutte le logiche sono sensate e non tutte le intelligenze sono efficaci. Quindi possiamo dire che le manifestazioni dello spirito non sempre sono valide.
 
Ora, ammettiamo, sempre per ipotesi (perché bisogna essere aperti di mente e accettare anche il contrario di quel che credi) che tutto è la manifestazione di qualcosa di spirituale. Diversi indizi possono farcelo credere (spesso gli indizi vengono scambiati per prove).
Questo ci autorizza ad accettare per buona qualsiasi teoria spirituale? Una teoria scientifica automaticamente conferma un fenomeno spirituale? Se siamo superficiali sì.
 
Si potrebbe per esempio dire che la quantistica spiega la risonanza morfica, oppure spiega quegli episodi di "sesto senso".
Questo è superficiale. Non spiega, ma giustifica. Non dimostra, ma ipotizza. Una mente aperta, saggia, possibilista, tiene conto anche delle criticità di una certa idea, dei pro e dei contro.
 
Molti che vogliono tirare l'acqua al proprio mulino, tengono conto soltanto dei pro e non anche dei contro.
Buttano il problema sui limiti della scienza quando loro stessi sono limitati! Perché se non si tiene conto dei limiti delle proprie teorie, se non si tiene conto delle criticità dei propri ragionamenti, non si può dare certo la colpa alla scienza!
Quindi, un conto è creare collegamenti tra diverse idee, un conto è dimostrare che quel collegamento è anche giusto! Mica è sufficiente citare teorie a destra e a manca!
 
Una mente aperta, onesta, sa riconoscere le criticità delle proprie conclusioni. Una mente onesta è uno specchio d'acqua cristallina dove poter vedere il riflesso dei propri limiti.
Se non metti sul banco delle prove anche i limiti delle tue idee, o non li vedi o non li vuoi vedere. E questo chiude la tua mente.