C'è un tempo per tutto.
C'è un tempo lineare che dalla nascita ci fa percepire gli accadimenti in continuo divenire sino alla morte. L'essere umano nasce, cresce, invecchia e poi muore.
E c'è un tempo ciclico che ci fa vivere le stesse esperienze lungo il corso della vita. Si fanno gli stesso errori, si vivono sempre le stesse esperienze, ci capitano situazioni conle stesse circostanze a cui reagiamo spesso sempre allo stesso modo.
Il tempo scandisce la nostra evoluzione ma pure tutto quello che si ripete uguale o con poche variazioni.
Il tempo è misurato dagli orologi, dai calendari grazie alla scoperta del movimento di rivoluzione della Terra attorno al Sole. Esso è ciclico e porta le stagioni causate dall'inclinazione dell'asse terrestre. E ogni giro completo attorno al Sole è diviso in 12 mesi, con 12 segni zodiacali che prendono le caratteristiche di questa divisione del tempo in 12 parti uguali.
Ogni dodicesimo ha caratteristiche climatiche e stagionali che variano con il variare della latitudine geografica. E ogni mese ha pure caratteristiche qualitative: per esempio nascere nello stesso mese astrologico significa nascere sempre con caratteristiche astrologiche ricorrenti, e che saranno diverse da quelle di chi nasce in un altro mese astrologico. Così, anche se gli anni passano, chi nasce nello stesso mese avrà sempre qualcosa in comune con chi è nato nello stesso mese ma cent'anni fa, o mille anni fa. E in futuro sarà lo stesso, perché il tempo è anche ciclico. I risultati del movimento di rivoluzione della Terra attorno al Sole sono i segni zodiacali.
Poi c'è il tempo scandito dal movimento di rotazione della Terra attorno al proprio asse. Il primo ciclo al mondo a essere osservato: il passaggio perenne dal giorno alla notte. Anche le ore della giornata hanno un valore qualitativo. Non solo sono strettamente connesse al quantitativo di buio e di luce (in rapporto al ciclo stagionale e alla latitudine geografica in cui si vive); ma il valore è anche qualitativo perché chi nasce quando il Sole sta sorgendo avrà caratteristiche in comune con tutti quelli che nascono nello stesso momento. E quando il Sole è ormai tramontato e sono sorte le stelle, anche questo avrà un effetto qualitativo costante su chi nasce proprio durante quelle ore. E il movimento dirotazione della Terra attorno al proprio asse determina l'ascendente nonché le 12 Case astrologiche: 12 ore doppie, ognuna delle quali associata a un segno zodiacale.
Così, chi nasce poco prima dell'alba avrà il Sole in I Casa e avrà, a prescindere dal mese di nascita, caratteristiche in attinenza col primo segno zodiacale, ossia l'Ariete. E chi nasce per esempio subito dopo l'alba avrà caratteristiche in attinenza col dodicesimo segno zodiacale, cioè i Pesci. Così il soggetto avrà caratteristiche qualitative inerenti al movimento di rivoluzione e rotazione della Terra.
E poi c'è il ciclo dei pianeti attorno al Sole e della Luna attorno alla Terra. E anche questi hanno caratteristiche qualitative. Così, nascere quando la Luna, vista dalla Terra, sarà in un certo segno zodiacale, significa avere particolari qualità legate a quel ciclo specifico.
Il Capodanno e gli oroscopi.
Esiste il ciclo dell'anno civile, quello che ci permette di mantenere il conto degli anni che passano. Ed è stato fatto coincidere col primo di gennaio, attorno al 46 a.C per conto di Giulio Cesare, momento che non ha alcuna validità astrologica dato che ogni nostro ciclo vitale comincia e termina nel giorno della nostra nascita. Il compleanno è il nostro vero capodanno. Il primo di gennaio è una convenzione per ragioni storiche, politiche, sociali.
Anticamente il capodanno cominciava attorno all'equinozio di primavera; un ciclo iniziava nel momento in cui le ore di buio e di luce raggiungevano la stessa durata. In altri luoghi della Terra invece cominciava al solstizio d'estate, quando le ore di luce sono di più di quelle di buio. E in altri posti ancora era il solstizio d'inverno, il 21 dicembre, a rappresentare il primo dell'anno.
Il capodanno è di norma il momento in cui gli oroscopari (non gli astrologi) fanno i loro oroscopi sui 12 segni zodiacali, una trovata pubblicitaria nata durante i primi del '900. In realtà il primo di gennaio non comincia alcun ciclo astrologico e perciò non ha senso fare l'oroscopo per i dodici segni zodiacali.
È appena cominciato un nuovo ciclo per il Capricorno, proprio qualche giorno fa, con l'ingresso di Saturno nel segno; un passaggio che si somma al ciclo di Plutone che è entrato nello stesso segno nel novembre del 2008. Ed è cominciato un nuovo ciclo per il segno dello Scorpione il 10 ottobre 2017. Questi cicli hanno peso sulla collettività a prescindere dal segno zodiacale di ognuno; ma hanno anche un peso sul singolo individuo e dipende non dal segno zodiacale, ma dall'intero quadro astrologico, cioè da quell'incastro di cicli astronimici e astrologici che sono rimasti impressi su ognuno di noi nel giorno della nostra nascita.
Dunque siamo la somma di cicli impressi su di noi al momento della nostra nascita, e viviamo in sincrono con i cicli dei pianeti che giorno dopo giorno viaggiano sopra le nostre teste, attorno al Sole. E ogniciclo nuovo comincia nel giorno del nostro compleanno, con qualità che caratterizzeranno i 365 giorni a venire. Ma ci sarà anche un ciclo che comincia il primo digennaio e che è comune per tutti, ma che non ha alcun valore astrologico se non per chi fa gli oroscopi.
Nascita morte e psicologia.
Mentre tutto ruota (stagioni, stelle etc), la nostra vita ci offre lezioni da imparare. Però esiste anche un tempo che ci spiega che abbiamo una scadenza, che non tutto si ripete quasi all'infinito. Quando il Sole sarà diventato una stella gigante rossa, non esisterà più la Terra e non ruoterà più nulla attorno a esso. Anche il nostro sistema solare ha una scadenza. Anche il sistema solare ha avuto una nascita e prima o poi "morirà". Essiste un tempo in cui le cose finiscono, ma possono rinascere, forse, sotto un'altra forma.
Tuttavia, la percezione che ne abbiamo è che esiste una scadenza per tutto. Questo è assai importante sotto il profilo psicologico perché ci insegna, per chi lo capisce, che non possiamo sprecare il nostro tempo. Guerre, diatribe, discussioni, fanno parte della vita, ma per qualcuno rappresentano una costante da cui non riescono a sfuggire o che non vogliono sfuggire. E quello è il "destino" che si sono scelti. Qualcuno invece ha la costante di essere perennemente in evoluzione; quello che pensa che la vita sia troppo preziosa e breve per tornare a pensare al passato. Tutto ciò che è dinamico è vita. La stasi è morte. In psicologia è patologico tutto ciò che è ricorsivo, statico. In cibernetica è retroazione positiva tutto ciò che per mezzo del feedback porta alla riorganizzazione del sistema.
L'essere umano non è un automa destinato a reagire sempre alla stessa maniera. Ma in certi casi è come se lo fosse. Smette di imparare e vive col "pilota automatico". È un limite che qualcuno si impone. Tutto dipende dai propri motivi, dai propri bisogni; e questi sono anche frutto dell'esperienza. Ma nessuno ci insegna come imparare ad imparare e perciò molte volte è facile solo apprendere certe abitudini. Sono cattive se non ci fanno evolvere; sono patologiche quando costringono a commettere gli stessi errori, non ci fanno vivere sereni e creano dolore nella vita degli altri. È patologico non rendersi conto di tutto ciò, perché indica solo una grande concentrazione su sé stessi.
Ma noi non siamo indipendenti l'uno dall'altro. Noi siamo fatti per interagire, per convivere e per convincere, cioè vincere insieme. Esser sani significa trovare un modo per relazionarsi senza scontrarsi; significa vincere le rigidità, significa rinunciare a ciò che ci costringe alla stasi, significa rispettare anche la volontà di chi non vuole un confronto. Significa saper scegliere le persone che ci fanno crescere evitando con cura le persone che ci limitano o che sono limitate. Si deve insistere solo su ciò che può produrre risultati vantaggiosi per noi e che non siano svantaggiosi sugli altri. Dobbiamo essere la libertà per noi e per chici sta attorno. Non dobbiamo essere la prigione di chi non ci sopporta perché è un'inutile spreco di tempo.
Se vogliamo rendere la nostra vita un'esperienza piacevole e di crescita perenne, dobbiamo pensare che il tempo è anche lineare. Prima o poi ci sarà una fine e spesso, essa, coincide con avvenimenti inaspettati che ci impediscono di portare a termine le nostre cose. malattie, incidenti, sono ostacoli di cuidobbiamo tener conto. Vivere pensando di essere immortali è una presunzione patologica perché ci costringe a pensare di poter rimanere sempre uguali, sempre perennemente concentrati su noi stessi...
Fate che il vostro capodanno coincida con la vostra "rinascita": siate consapevoli. Il tempo scorre...
Dott. Giuseppe Galeota Al Rami, laureato in scienze e tecniche psicologiche.