Marshall Mc Luhan risulta essere il primo ad avere parlato dell'approccio alle nuove tecnologie. Lui non pone attenzione sul contenuto, ma alle condizioni di fruizione e ai loro effetti sociali, culturali, psicologici. Lui considera i media come delle estensioni o delle amputazioni delle proprie facoltà fisiche e psichiche come potrebbe essere la ruota per le gambe, o il binocolo per l'occhio. Egli fa riferimento al mito di Narciso per spiegare ancora meglio la situazione. Narciso deriva da narcosis che significa torpore. Secondo il mito, egli si innamorò della sua immagine riflessa nell'acqua e quindi il riflesso non era altro che l'estensione di se stesso. Allo stesso modo l'essere umano è sensibile a ogni estensione di sé tanto che come nel mito, non siamo più capaci di distinguere noi dalla nostra estensione. Narciso non riusciva più a fare distinzione tra se e il medium che rifletteva la sua immagine, cioè lo specchio d'acqua.
Mc Luhan si spinge ancora oltre affermando che il web potrebbe essere l'estensione della mente collettiva: se infatti facciamo un parallelismo tra la memoria (hard disk) del computer e la nostra memoria, è evidente come la prima possa significare l'estensione della seconda. E' chiaro che se i mezzi tecnologici rappresentano la nostra estensione, operare su questi mezzi significa indirettamente operare su di noi. Di conseguenza, anche la trasformazione sociale è dipendente da questa proiezione di se stessi in qualcosa che sia un estensione di un determinato senso; e la civiltà tecnologica non è altro che il risultato dell'esaltazione di uno dei cinque sensi (come la carta stampata è l'esaltazione della vista). Qui entra in gioco un fattore di tipo analogico tanto caro alla materia astrologica: vi è una sorta di legge di corrispondenza inconscia, che permette all'individuo di identificarsi in quello che è simile a sé, vuoi per un fattore di innato narcisismo a cui nessuno può sottrarsi. E l'indagine astrologica per l'appunto aiuta ad allenare la capacità di trovare le somiglianze tra due o più oggetti/fatti.
L'autore propone una distinzione tra media, suddividendoli in caldi e freddi. I media caldi sono quelli che non lasciano molto spazio all'utente per completare il contenuto informativo. Tra questi ci mette la fotografia, la radio e il cinema.
I media freddi sono quelli che includono gli utenti alla partecipazione e sono il telefono, la tv.
I media inoltre possono avere effetto esplosivo se rappresentano l'estensione del corpo dell'uomo a livello spaziale, e implosivo se viene annullata la dimensione spazio-temporale. Da una civiltà di tipo esplosivo però siamo passati a una implosiva dove per mezzo del web e dell'informatica gli spazi tra noi e il mondo sono ridotti a villaggio globale.
De Kerkhove più interessato alle attività cognitive negli ambienti virtuali e che lui definisce "brainframes" ed è in sostanza una struttura profonda del cervello che si organizza in base alla continua interazione con i media. Pertanto, l'uomo stesso è "ricreato" in base a ciò che ha inventato tecnologicamente. Queste strutture mentali segnano l'attività cognitiva e possiamo riassumerli nell'
- invenzione dell'alfabeto, poiché il tipo di scrittura da destra a sinistra ha determinato una struttura mentale analitica basata sulla linearità e sulla successione temporale (secondo il mio parere era già presente tale tendenza alla linearità e temporalità , insita nel cervello, e la scrittura è il risultato di ciò, non l'inverso)
- nell'invenzione della TV (videoframe) poiché si è costantemente impegnati a ricostruire immagini incomplete. Non vi è abbastanza tempo di riflettere e non vi è lo stimolo a interagire, portando alla cultura di massa.
- nell'invenzione del computer che rappresenta un po' il punto di congiunzione tra la componente televisiva e quella alfabetica. Pertanto, il consumatore televisivo ora è diventato consumatore di informazione interattivo, un'estensione del cervello paragonabile all'elettricità biologica nei confronti di quella tecnologica. Caro Galimberti arriva a parlare di inter-brainframe che rappresenta il risultato delle menti collettive in rete. Questo termine serve a descrivere la moltitudine di strutture mentali che vengono attivate durante l 'interazione in ambiente tecnologico.
Pierre Levy invece parla di intelligenza collettiva non come brainframe, ma come un venire a patti con il prossimo al fine di ampliare reciprocamente le capacità cognitive. Quindi il suo approccio è socio-costruttivista perché l'individuo è disposto a rinegoziare costantemente l'ordine delle cose (comprese le gerarchie e i ruoli).
Per questo diviene di fondamentale importanza
- incoraggiare lo sviluppo dei legami sociali attraverso lo scambio di sapere;
- incentivare tutti i dispositivi che garantiscono la diversità piuttosto che una diffusione mediatica;
- incentivare all'autonomia
- diffondere su larga scala a beneficio della maggioranza, non solo i dati ma pure le conoscenze simboliche dell'essere umano.
In questi termini si mette in evidenza il contatto intellettuale tra due persone, cosa che avviene di rado in condizioni di presenza fisica. Infatti, se facciamo riflessione, il contenuto informativo delle conversazioni tra due utenti sconosciuti che si trovano online è di gran lunga superiore a quello di due persone sconosciute che si incontrano per strada.
Esiste un modello matematico per definire l'elaborazione e la trasmissione dell'informazione?
Claude E. Shannon è un matematico che si è occupato di questo elaborando un modello tecnico. Parliamo di uno schema che ha la funzione di individuare la forma generale del processo comunicativo e i fattori che lo costituiscono.
Qui sopra si può vedere riprodotto lo schema a cui facevo allusione. Una fonte genera una messaggio che un apparato trasmittente trasforma in segnali trasmessi da un canale fisico che può essere disturbato da una fonte di rumore, prima di arrivare al destinatario. Questo schema si riferisce a qualsiasi tipo di informazione trasmessa con qualsiasi tipo di apparecchio, elettronico e non, trovando numerose applicazioni che vanno dalla psicologia alla statistica. La lingua, secondo questo modello non è solo un codice e le interferenze relative alla comunicazione non sono solo relative ai mezzi che noi utilizziamo per trasmetterle, ma sono anche di tipo psicologico, linguistico, cognitivo che rafforza ulteriormente la mia tesi circa cui non è possibile una reale comprensione dei contenuti o delle caratteristiche umane di un soggetto qualsiasi se utilizziamo il web come strumento di indagine. Possiamo solo avere una descrizione dei tratti che emergono di più e che non necessariamente fanno parte delle reali caratteristiche del soggetto.
Il modello di Jakobson pone enfasi sul concetto di canale che è utilizzato per la verifica del buon funzionamento della connessione tra due interlocutori.
Ogni messaggio deve assolvere a diverse funzioni:
- una emotiva dove si comunica un pensiero o uno stato d'animo
- una persuasiva in cui si cerca di convincere l'interlocutore
- una informativa circa un contesto e una situazione
- una funzione poetica, cioè sulla forma stessa del messaggio
- una funzione di verifica per comprendere se l'interlocutore ci ha capito
- una funzione metalinguistica, cioè parlare della lingua stessa.
Inoltre, facendo riferimento agli studi di Hymes e Gumperz, lo scambio comunicativo si sviluppa in un contesto legato a
- alla situazione
- ai partecipanti
- alla finalitÃ
- alle azioni
- al tono
- agli strumenti
- alle norme
- e al genere scelto per comunicare.
Secondo Galimberti e Riva, la comunicazione è un rapporto psicosociale contraddistinto da quattro elementi:
- la comunicazione è una situazione che coinvolge due o più personalità , quindi allarga la nostra attenzione a registri di tipo non verbale, e paraverbali.
- il linguaggio è un mezzo di trasmissione culturale e non di mere informazioni. Si tratta del passaggio di valori e delle rappresentazioni sociali. Non parliamo più di codici, ma della comprensione dei significati.
- rappresenta l'incontro tra due campi di coscienza, ed essa si manifesta attraverso un'insieme di canali e di codici
- inoltre la comunicazione avviene in un preciso contesto psicologico oltre che fisico.
Nei modelli interlocutori di Jaques la comunicazione è dialogica e interattiva ed è un processo di natura psicosociale. La comunicazione è determinata da "di chi è la parola"e "per chi è intesa". Possiamo definire la parola un ponte gettato tra se e l'altra persona, in cui parte della responsabilità della comunicazione dipende da entrambe le parti. Per questo ogni processo comunicativo costituito da un processo di espressione e uno di interpretazione, in un perenne gioco di riconoscimenti e aspettative. Come ho usato scrivere nel mio libro "L'amor che move il sole e l'altre stelle", il processo di comunicazione ma anche la responsabilità del buon funzionamento di un rapporto di coppia (che appunto si basa in buona parte sulla comunicazione), sta nella capacità di sapersi adattare ogni volta agli stimoli ricevuti, un po' come nel gioco del calcio dove due calciatori impostano il loro gioco in base ai movimenti del compagno/antagonista. Per questo bisogna fare particolare attenzione all'intenzione e all'interpretazione, cosa che non è sempre possibile comprendere in un contesto virtuale come quello di internet.
Nel prossimo capitolo approfondiamo ancora di più i fattori che regolano la conversazione sul web.