Se è vero che il processo di apprendimento e regolazione del bambino è dato dal rapporto che si instaura tra madre e bambino, è anche vero, come afferma Stern nella sua "infant research" che il bambino ha un ruolo attivo per il processo id regolazione dalle tensioni interne ed esterne. Già da piccolo, vi è un sé emergente in cui, tramite un processo di percezione amodale, le diverse sensazioni vengono integrate tra loro. Segue la comparsa di un sé nucleare, con le caratteristiche della volizione, ossia la consapevolezza di essere autore delle proprie azioni e la strutturazione delle RIG, cioè di rappresentazioni generalizzate delle interazioni. Ciò evidentemente, mette in risalto la funzione della memoria, elemento fondamentale per il senso di continuità dell'essere. Il sé soggettivo fa la comparsa con la consapevolezza dell'altro, con l'interintenzionalità, ossia la comprensione di saper di esser compresi e la regolazione tramite le emozioni della madre. Conclude il processo il sé verbale che ci permette di cogliere un'importante cosa: la distinzione tra una vita vissuta e una vita rappresentata, appunto linguisticamente.
Da qui Fonagy e Target hanno costruito il loro concetto di capacità riflessiva, cioè come il soggetto rappresenta gli aspetti di sé e degli altri per riflettere su ciò che accade, sui sentimenti e sulle intenzioni proprie e degli altri. Questo è un processo che secondo gli autori si costruisce assieme al rapporto con le figure di attaccamento. La novità del discorso sta nel fatto che questo processo coinvolge la dimensione neurofisiologica dell'individuo in combinazione alla reattività dell'asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) che è trasmessa geneticamente. In pratica si tratta del sistema che si attiva in risposta a situazioni stressanti producendo reazioni chimiche come la produzione di gluco-corticoidi (e quindi cortisolo) e l'innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue per ristabilire un equilibrio omeostatico, che, in corrispondenza di ripetute stimolazioni, può portare a disfunzioni patologiche. È qui che gioca un ruolo fondamentale il processo di modulazione offerto dalle figure di attaccamento. In particolare sono i giochi faccia a faccia, secondo Sroufe, ad essere importanti per la regolazione. Eduard Tronick invece parla proprio di capacità autonome di autoregolazione sin dai primi anni di vita, come evidenziato dai sui esperimenti sulla "still face". Qui sotto un video molto bello e commuovente che lo spiega.
Murray implementa la questione con l'idea della motivazione che è strettamente connessa ai bisogni. Ne ho parlato molte volte quando l'ho associata alle Case astrologiche del tema natale. La motivazione ovviamente nasce da un bisogno e questo è il risultato di uno stimolo ambientale e alla necessità di un adattamento interno. La soddisfazione di questo bisogno sarà connesso a certe abilità, che secondo il mio parere potrebbero essere associate alla funzione del segno zodiacale ospitato in ogni Casa astrologica.
Lichtenber elenca un insieme di sistemi motivazionali: quello di regolazione psichica dalle esigenze fisiologiche, (riprendendo alcune idee di Freud) mosso da un impulso di vita e uno di morte che giocano un ruolo importante per l'autoconservazione dell'individuo. Segue il sistema di attaccamento e affiliazione che include anche il concetto di dipendenza, e il sistema esplorativo-assertivo. Quest'ultimo parte dal presupposto che sia un bisogno la ricerca epistemofilica, ossia il piacere della conoscenza. Più tardi il sistema diviene finalizzato per accrescere le proprie potenzialità. In ultimo abbiamo il sistema avversativo e quello legato al piacere sensuale e sessuale.
Liotti si spinge oltre, ipotizzando che le motivazioni sono il frutto di relazioni interpersonali. Egli individua uno SMI (sistema motivazionale interpersonale), che è comunque riconducibile all'architettura cerebrale, alle diverse zone del cervello. Così, le strutture più interne del cervello riguardano alcuni comportamenti, mentre le zone più esterne stanno alla base di altri. Secondo Liotti i sistemi motivazionali interpersonali sono: quello di attaccamento, di accudimento, quello agonistico, quello sessuale e quello della cooperazione paritetica, ognuno riconducibile a precise zone del cervello.