25 agosto 2017

Sconvolgente: Abele e Caino sono costellazioni?

Il Grande astrologo André Barbault sarebbe contento di constatare che già l'immenso Keplero si occupò dei cicli planetari raccogliendo le testimonianze provenienti dall'antica Babilonia, soprattutto a proposito della congiunzione tra Giove e Saturno che, stando alle interpretazioni dei racconti di quei popoli, dava le misure per i calcoli di tempo più lunghi. Non sorprendiamoci se, come ci raccontano De Santillana e Von Dechend nel loro "Il mulino di Amleto", quei passaggi planetari finivano per essere raccontati con il linguaggio del mito, e che col passare del tempo Marduk sia diventato Giove, Jahwé Geova, prova schiacciante che la divinità aveva un corrispettivo planetario o siderale.

Mi si conceda, perciò, di procedere a leggere ogni fatto mitico e religioso con la stessa chiave di lettura, anche l'episodio che mi appresto a commentare; e proviamo tutti insieme a calarci nei panni di quegli uomini, come se potessimo reincarnarci in essi. 

Tanto per iniziare, per quel di cui parleremo oggi, conviene tornare a Keplero, quando notò che gli antichi avevano posto attorno al 4000 a.C. una congiunzione Giove Saturno che doveva  avere a che fare con la nascita di Adamo. Non sorprendiamoci, perciò, se Adamo non sia altro che un fenomeno astronomico. 

Per farci persuasi di tale cosa, a mio parere conviene dare uno sguardo all'apocrifo di Giovanni evangelista naturalmente non tenuto in considerazione dalla Chiesa Cattolica, (CLICCA QUI o  QUI)
e farne una parafrasi traduttiva secondo il mio punto di vista. 

Eccone alcuni stralci a mio parere molto interessanti:

"Il Primo Uomo (Questo è l'unico che apparve a essi. Egli apparve sotto forma umana).Tutto il regno del Capo Sovrano tremò! Le fondamenta dell‟abisso si spostarono! Egli illuminò le acque sopra il mondo della materia, la sua immagine si mostrava in quelle acque".
Di quale abisso si parla? E perché le sue fondamenta tremarono? Si parla del cielo: gli antichi spesso usavavano dire che il cielo fosse il mare e che le costellazioni fossero isole. Insomma, avevano costruito una geografia del cielo trasportando la terra in alto. Tant'è che i 4 angoli della terra non erano altro che i solstizi e gli equinozi, fenomeni astronomici. Le fondamenta di questo cielo non possono che riferirsi al centro, a quella che un tempo fu la stella polare, il "pilastro" su cui si reggeva tutto il sistema della volta celeste. E cosa poteva scardinare quelle fondamenta se non la precessione degli equinozi? Lentamente, il centro del "gorgo celeste" diventa un'altra stella, e ciò segna un'altra era, qualcosa di nuovo, che scombussola i calendari, i ritmi agricoli, le feste, i riti.
E a quanto pare Caino e Abele non furono gli unici figli di Adamo ed Eva; ma resistendo alla tentazione di leggere le cose secondo la lente prospettica di chi sostiene la teoria degli antichi astronauti:
"Yadabaoth Egli, auto proclamatosi autorità, generò dei regni, ispirandosi così agli incorruttibili regni superiori. Il primo è Athoth. Il secondo è Harmas, chiamato l'Occhio Fiammengiante. Il terzo è Kalilaumbri. Il quarto è Yabel. Il quinto è Adonaiu, chiamato anche Sabaoth. Il sesto è Caino, chiamato Il Sole. Il settimo è Abele. L'ottavo è Abrisene. Il nono è Yobel. Il decimo è Armupiel. L'undicesimo è Melcheir-adonein. Il dodicesimo è Belias, che governa la parte più profonda degli inferi, l'Ade".
Gli incorruttibili regni superiori ovviamente sono le sette sfere celesti, ossia le orbite dei sette pianeti visibili a occhio nudo: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Lo comprendiamo da questo passo: 
"I suoi Arconti crearono sette Arconti per se stessi. Ognuno di questi Arconti creò sei demoni ciascuno, arrivando a essere complessivamente 365 demoni. Ecco i nomi dei sette Arconti e le forme fisiche: Primo, Athoth con la faccia di una pecora; Secondo, Eloaios con la faccia d'asino; Terzo, Astaphaios con la faccia da iena; Quarto, Yao con il volto di un bambino a sette teste di serpente; Quinto, Sabaoth, che ha la faccia di un drago; Sesto, Adonin il cui volto è quello di una scimmia; Settimo, Sabbataios con una faccia di fiamme e fuoco. Queste sono i sette della settimana". 
Il 7 è un numero assai ricorrente in tutta la Bibbia, anche nei testi apocrifi, ma non solo: qualsiasi mito e religione mette in evidenza il numero 7, chiaramente i pianeti della tradizione astrologica Babilonese, Caldea, Egiziana. Ma tornando al passo precedente, abbiamo 12 regni che corrispondono ai 12 segni zodiacali. Non vi è dubbio che quando compaiono assieme il numero 12 e il numero 7 ci si riferisce a questioni astrologiche. 
In realtà non è chiaro se Adamo ed Eva ebbero 12 figli; ma è evidente che gli arconti (figure della mitologia che giudicano il mondo materiale) crearono dodici regni chiamati in altrettanti modi diversi. Tra essi abbiamo quelli di Abele e Caino. 
Se parliamo di regni, ovviamente parliamo di segni zodiacali (Le cosiddette Case astrologiche non sono altro che un termine derivato dall'idea antica di concepire le costellazioni zodiacali come dimore). Per la nostra ricerca sono fondamentali quattro dettagli:
1)il primo regno è quello di Athot;
2)l'ultimo regno è quello di Belias che governa gli inferi;
3)il sesto regno è quello di Caino che è chiamato il Sole;
4)il settimo è quello di Abele. 
Per quale motivo Caino dovrebbe esser chiamato il Sole? Forse perché in effetti potrebbe riguardare la costellazione eclittica dove sorgeva il Sole durante un periodo cruciale dell'anno: l'equinozio di primavera. E il fatto che Caino uccida Abele significa che il Sole uccide un'era, che è il Sole che determina il passaggio da un'era all'altra. Ancora un ulteriore rimando alla precessione degli equinozi. Tra l'altro Abele è il pastore, quindi immagine legata alla pastorizia, ai buoi, alle pecore, agli "Arieti" o ai "Tori". Non dobbiamo meravigliarci delle uccisioni perché le ritroviamo in ogni mito: per esempio è ipotesi accreditata quella che la costellazione di Perseo sia sopra quella del Toro e che lo trafigga uccidendolo, proprio perché per passare da un'era all'altra occorreva, evidentemente, un episodio distruttivo: vi fu un tempo in cui dal sorgere eliaco della costellazione del Toro, si passò al sorgere dell'Ariete all'equinozio di primavera (ora sorgono i Pesci, simbolo dell'era cristiana).  
Non è un caso che Caino sia precedente ad Abele in ordine zodiacale, visto che il primo uccide il secondo. Esiste un ordine cronologico e un ordine di posizione nei diversi "regni". Resta da capire a quali costellazioni zodiacali corrispondono. Possiamo supporre che Abele venga identificato con la costellazione del Toro mentre Caino con quella dell'Ariete. Il motivo è semplice e logico: il dodicesimo regno ha a che fare con la morte. In antichità gli uomini pensavano che esistesse un sentiero che conduceva le anime nel mondo dei morti. E questo era la via lattea. Essa divide in due lo zodiaco e nasce nella via di mezzo tra la costellazione del Sagittario e dello Scorpione. Tant'è che secondo l'astrologia lo Scorpione è il segno legato alla morte e alla resurrezione. 
Se lo Scorpione è il 12° regno della lista, vorrà dire che nel senso della precessione degli equinozi il primo regno doveva essere la Bilancia, poi la Vergine, poi il Leone, il Cancro, i Gemelli, sino al sesto contrassegnato dall Toro e il settimo dall'Ariete. 

Non risulta difficile comprendere, dunque, che l'Ariete Caino uccide il Toro Abele: dall'era del Toro si passa a quella dell'Ariete. Ma esistono altri miti biblici che parlano di questo passaggio: quando Mosé discese dal monte con le tavole delle leggi, portava con sé un corno d'Ariete, mentre a valle si venerava una divinità dalle sembianze di Toro. 

Ovviamente qui parliamo di ipotesi ed è possibile che qualcosa sia da rivedere. Ma non è tanto importante stabilire con precisione l'ordine cosmico esistente nelle menti di chi costruì tali miti; ciò che importa è prender coscienza che il linguaggio tecnico dell'astronomo-astrologo dei tempi antichi, era quello del mito: un modo più stimolante e ingegnoso per ricordarsi dei cambiamenti che avvenivano in cielo. Oscar Wilde diceva: "Si, la forma è tutto. È il segreto della vita"; e come dargli torto? La forma che spesso è quel che appare ma che nasconde qualcosa di più...
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