12 maggio 2018

Le vittime degli haters


Ci sono due tipi di carnefice: il sadico e il superficiale. Il primo è cosciente del dolore che infligge alla controparte mentre il secondo non se ne rende conto. In entrambi i casi il carnefice legittima a se stesso e agli altri la sua violenza e in certi casi la minimizza, convinto di non fare nulla di male, anche quando espressamente gli viene comunicato.

Infatti il carnefice a volte accusa la vittima stessa del fatto che "giochi a fare la vittima" e che non lo sia per davvero. Per il manico c'è sempre un motivo per infliggere quella che per la controparte è una vera e propria tortura. 

La vittima della maniaco o dello stalker, subisce l'offesa attraversando diverse frasi. La prima è quella della reazione che probabilmente è tanto più forte quanto più l'offesa è percepita gravemente. 

La seconda difesa spinge la vittima a minimizzare l'offesa cercando di non pensarci. Insoma, ci si illude che l'offesa ricevuta non sia nulla di grave: il processo di autoregolazione spinge il sistema difensivo a trovare un equilibrio per mantenere l'omeostasi. E così la vittima cerca di autoconvincersi che deve fare finta di nulla, che deve lasciar perdere.

Nella terza fase vi è il fallimento della difesa precedente se i comportamenti lesivi sono reiterati. A quel punto subentra la disperazione con tentativi di annientare il carnefice o di annientare se stessi.
 
Nella seconda ipotesi, infatti, l'attacco del maniaco costringe la vittima a vivere in una situazione di tensione e preoccupazione che vanno a interferire con la vita di relazione, spesso causando il logorio delle relazioni sociali, di coppia e in famiglia. Questo addirittura avviene anche e solo se il maniaco è nelle vicinanze, o solo a sentirne parlare. 

Ricevere dal proprio hater una semplice email senza alcun contenuto offensivo, per esempio, è comunque fonte di dolore ed è percepito come una tortura.

Di fatto, vi è una ipersensibilizzazione allo stress che può produrre irritabilità, depressione, idee fisse, insonnia e manifestazioni psicosomatiche. 

L'apatia, la perdita dell'interesse nei piaceri della vita, il dubbio circa il proprio valore, il pessimismo, la sensazione di esser braccato, imprigionato, il desiderio di rinunciare alla propria vita, non sapere più quel che vogliamo, sono alcuni dei sintomi di questa depressione indotta dagli haters.
 
Il maniaco vorrebbe sollecitare proprio questo stato mentale nella sua vittima, o addirittura non se lo aspetta, appunto perché non percepisce la gravità delle proprie persecuzioni. Anzi! Ritiene del tutto legittimo continuare sulla stessa strada poiché a suo dire è la vittima ad attirarsi le critiche, gli insulti, le svalutazioni. 

Il maniaco non si pone il dubbio che il proprio attacco possa portare a una disperazione tale da spingere la sua vittima al suicidio. Questa dispercezione della realtà costringe il maniaco a perseguire nei suoi atti maniacali pensando che non siano così gravi da portare a reazioni di questo tipo. Infatti nel quadro psicologico del manico predomina la mancanza di empatia, e soprattutto la proiezione. Ma ci sono casi in cui il suicidio è proprio quello che il maniaco si auspica. 

Nel post precedente mi sono occupato di analizzare una delle possibili configurazioni di un maniaco; ma oggi vorrei parlare di quelle della vittima. 

Molti mi hanno sempre chiesto quali configurazioni astrologiche fossero presenti nel mio tema di nascita visto che sono stato vittima di maniaci e di violenza durante il corso della mia vita. 

Ebbene, l'opposizione tra Sole e Marte, sebbene larga, mi ha spinto, sin da piccolo, a subire i soprusi e gli abusi del prossimo. Di fatti la stessa Morpurgo, quando parla dell'opposizione tra i due corpi celesti ci parla di una devitalizzazione dell' "Io" a causa di tremende ferite che poi si traducono nel desiderio di riscattarsi o attaverso comportamenti passivi, rinunciatari. È chiaro che le dinamiche astrologiche si ripetono nel tempo e perciò è vero che nella vita incontro spesso persone che si sentono autorizzate a "schiacciarmi". Anche Ciro Discepolo, quando parla di questo aspetto astrologico, ci informa di violenza subìta. La Violenza esercitata invece la trovo nella congiunzione e non nell'opposizione, anche se nel mio caso ho convogliato nelle arti marziali. 

Non si tratta del quadro di un prepotente perché sono molto più forti i tratti morbidi del tema: (Luna che riceve molteplici aspetti ed è in trigono a Giove e Nettuno etc. etc.).  Anche solo questo è sufficiente per stabilire se la violenza è subìta o esercitata.

La stessa violenza è secondo me anche indicata da Marte in sesquiquadrato a Urano che ci parla di situazioni brusche, radicali, aggressività e mancanza di moderazione da parte degli altri (o del soggetto stesso). La Morpurgo invece afferma che tale posizione può portare all'essere rinunciatari in quelle situazioni in cui sia richiesto far valere i propri diritti. Siccome i vertici della dissonanza sono giocati tra 3^ e X Casa, possiamo ben comprendere come per mezzo degli strumenti di comunicazione (3^ Casa) io subisca una violenza che mina la mia reputazione (X Casa). 

Spesso ho detto che noi possiamo vivere le stesse posizioni astrologiche ad un livello più alto di evoluzione. Per esempio, così come Jung visse le sue psicosi Nettuniane, così poi le analizzò nella vita dei suoi pazienti esorcizzando il suo problema. Allo stesso modo, così come io ho subìto spesso violenza sul web, allo stesso modo mi occuperò di lottare contro il bullismo, gli stalker, i maniaci, appunto raccogliendo testimonianze e i casi di quelle persone che hanno subìto abusi e violenza, approfondendo il più possibile. Questo sarà uno dei temi che tratterò nel mio libro di astrologia di prossima pubblicazione, analizzando anche la condizione astrologica di una mia consultante che ha subìto vioolenza sessuale.  

Prossimamente...

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Non daremo mai a nessuno la soddisfazione di vederci tristi.