Astrologia e il paradosso del confronto.
In astrologia si dice spesso che “nessuno deve convincere nessuno”, perché non è una scienza esatta. È vero, non lo è. Ma questo non significa che tutto debba valere tutto, né che ogni sistema sia immune da errori, bias o illusioni di coerenza.
Mi è capitato di ricevere l'accusa di fanatismo solo per aver messo in discussione l’interpretazione comune di Mercurio retrogrado. Eppure, cos’è davvero il fanatismo? È voler cercare un fondamento più solido per ciò che si afferma, o è l’irremovibilità di chi non vuole essere messo in discussione?
L’astrologia, come qualsiasi disciplina che voglia essere viva, ha bisogno di confronto. Non quello sterile delle etichette o delle scuole che si guardano da lontano come fortezze chiuse. Parlo del confronto che scava, che mette in dubbio, che si espone al rischio di cambiare idea. Senza questo, l’astrologia diventa come un giardino dove ogni fiore cresce solo dentro il proprio vaso, convinto di essere un campo.
In molti si rifugiano dietro il feedback dei clienti o la logica interna del proprio metodo. Ma anche gli specchi più belli possono deformare, se nessuno li pulisce. E se ogni osservazione personale conferma sempre la propria teoria, forse non stiamo osservando, ma semplicemente cercando conforto.
Credere nella possibilità di errore, anche nel nostro metodo preferito, non è debolezza. È un atto di amore verso ciò che studiamo. È come un architetto che, accorgendosi di una crepa nel proprio disegno, non si offende, ma la considera un’opportunità per costruire meglio.
Non si tratta di imporre una verità, ma di chiederci insieme: "E se ci fosse qualcosa da rivedere?"
Non si tratta di demolire l’astrologia, ma di rafforzarla da dentro, con spirito critico, senza paura di sembrare fuori dal coro.
Perché chi cerca davvero la verità… non teme il confronto. Lo desidera. ☺️
Ma perché è importante convincere?
Per la mancanza di un criterio condiviso per stabilire cosa sia "vero" o "falso" all’interno della disciplina. Proprio per questo, è invece fondamentale che in astrologia qualcuno cerchi di convincere gli altri, quando emergono errori logici, metodologici o osservativi. Ecco perché:
1. Per evitare la stagnazione del pensiero astrologico: se ognuno resta chiuso nel proprio sistema, senza confrontarsi realmente con altri approcci, l’astrologia diventa una somma di dogmi individuali. Il confronto critico è l’unico modo per far evolvere una disciplina.
2. Per smascherare bias cognitivi: molti astrologi, si affidano al "feedback dei clienti" o alla "coerenza interna del sistema", ma non si rendono conto di quanto ciò sia vulnerabile all'effetto Forer, alla conferma del pregiudizio, al cherry-picking. È doveroso che qualcuno evidenzi queste falle.
3. Per difendere l’astrologia da se stessa: se l’astrologia vuole anche solo mantenere una dignità culturale, deve essere capace di auto-correggersi. Se accetta tutto come valido perché “tutto funziona”, allora nulla ha valore. È necessario stabilire confini, criteri e falsificabilità almeno interna.
4. Perché la tradizione non è infallibile: molti si trincerano dietro l’autorità dei testi antichi o delle scuole moderne, ma anche quelle fonti vanno verificate alla luce dei fatti e dell’esperienza. Un’astrologia che non ammette revisione critica è più simile a una fede che a una conoscenza.
5. Perché è questione di responsabilità: chi diffonde idee astrologiche ha una responsabilità verso chi si affida a quelle idee per comprendere sé stesso, il proprio destino o prendere decisioni. Se un’interpretazione è sbagliata, insistere per correggerla è un atto di coscienza.
In sintesi, la libertà interpretativa non può giustificare l’arbitrarietà. Se si riscontrano errori, chi fa ricerca ha il dovere di convincere, o almeno di sfidare apertamente le convinzioni altrui. Non per imporre un pensiero unico, ma per stimolare il pensiero critico e il rigore.
Ma diciamo la verità: in astrologia le logiche sono costruite più che altro per difendere il proprio ego...
#astrologia #Epistemologia