09 maggio 2025

Simboli Sabiani e sincronicità


Contro i Simboli Sabiani: critica a un'illusione dell'astrologia moderna

L’astrologia moderna, in nome di una sincronicità vagamente junghiana, ha progressivamente abdicato al rigore simbolico che un tempo la rendeva uno strumento di lettura articolato, seppur controverso, della realtà. Tra le derive più discutibili di questa trasformazione, spicca l’uso dei simboli sabiani, una sequenza di immagini poetiche attribuite ai 360 gradi dello Zodiaco, frutto della collaborazione tra il teosofo Marc Edmund Jones e la veggente Elsie Wheeler. Successivamente rielaborati in chiave psico spirituale da Dane Rudhyar, questi simboli si sono diffusi come se fossero rivelazioni profonde e archetipiche. Ma una domanda si impone: su quale fondamento poggia la loro validità?

1. Origine dubbia e metodo arbitrario

I simboli sabiani non nascono da un’osservazione celeste né da un’elaborazione coerente della tradizione astrologica. Nascono da una seduta medianica improvvisata: Wheeler, seduta su una panchina, riceve (si dice) 360 immagini che Jones trascrive e associa ai gradi dello Zodiaco. Nessun criterio astronomico, nessuna verifica empirica, nessun legame con la simbologia classica. Eppure, c’è chi li tratta come se fossero parte integrante della sapienza astrologica. È un’ingenuità o una forma di fede travestita da conoscenza?

2. La scusa della sincronicità

I difensori dei simboli sabiani invocano spesso la “sincronicità”: l’idea che un’immagine casuale scelta per un certo grado zodiacale “funzioni” in virtù di una misteriosa armonia tra psiche e cosmo. Ma se questo è il criterio, allora qualunque simbolo può essere giustificato: potrei inventarmi oggi un nuovo sistema di 360 immagini e, se accettassi il principio di sincronicità, potrei dichiararlo valido senza bisogno di prove. In questo modo, l’astrologia smette di essere un linguaggio con regole simboliche condivise e si trasforma in un delirio autoreferenziale.

3. Vaghezza e ambiguità dei simboli

I simboli sabiani sono scritti in uno stile poetico, immaginifico, volutamente aperto a infinite interpretazioni. Frasi come “Un ponte sospeso sopra un abisso profondo” o “Una farfalla con l’ala destra più colorata” possono significare tutto e il contrario di tutto. Questo permette all’interprete di adattare il simbolo al contesto, ma rende impossibile qualunque verifica. È il trionfo dell’ambiguità, mascherato da profondità. E questo, in un sistema che pretende di descrivere realtà celesti precise, è una contraddizione in termini.

4. La responsabilità di Rudhyar e Jones

Jones ha introdotto i simboli, Rudhyar li ha elevati a visione del mondo. Con l’astrologia psicologica, ogni precisione simbolica è stata sacrificata sull’altare dell’introspezione. L’astrologia ha smesso di cercare cosa accade per limitarsi a raccontare cosa potremmo sentire. Questa deriva, ben rappresentata dai simboli sabiani, ha contribuito a trasformare l’astrologia in una forma di auto-narrazione terapeutica, completamente scollegata dalla logica planetaria tradizionale.


La necessità di una rifondazione

Se l’astrologia vuole riacquistare dignità intellettuale e coerenza simbolica, deve liberarsi di questi orpelli moderni. I simboli sabiani non aggiungono profondità: aggiungono confusione. Non aprono alla conoscenza: aprono alla suggestione. È tempo di tornare a un’astrologia strutturata, fondata su osservazione, coerenza simbolica e confronto critico.

Rudhyar e Jones non hanno ampliato l’astrologia. L’hanno diluita. E forse, l’hanno tradita.