Il Papa mette all'indice gli oroscopi e l'astrologia. il Dr. Galeota risponde con una lettera al Santo Padre dove spiega e chiarisce alcuni equivoci legati all'astrologia.
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Caro Santo Padre, sono Giuseppe Galeota e mi occupo di astrologia da quasi vent'anni. Vorrei parlarle della mia reazione alle sue parole, relativamente alla necessità di non usare gli oroscopi e di non farsi plagiare da affermazioni apocalittiche. Il mio approccio a questo sapere è stato sempre accompagnato dal desiderio di conoscenza senza tuttavia pensare che essa potesse sostituire la mia fede per Gesù. Infatti per molti astrologi, oggi l'astrologia non è una fede a cui aggrapparsi e che si basa su di un politeismo paganeggiante, ma è un sapere a cui avvicinarsi con scienza e coscienza, facendo ricerca sperimentale, mettendo in pratica gli assiomi della tradizione e rimodernandoli tramite i paradigmi della scienza moderna. Il mio lavoro è stato quello di trovare punti di convergenza tra astrologia, psicologia, biologia, antropologia e sociologia. Questo significa che ho preso la cosa molto seriamente ma soprattutto con il desiderio di fare del bene al prossimo. Infatti mi sono iscritto alla facoltà di psicologia con lo scopo di trovare sempre più risposte al mistero dell'uomo, che unitamente alle mie conoscenze astrologiche mi aiuta a osservare la realtà anche attraverso "paia di occhiali" diversi dal consueto per avere una visione olistica della nostra esistenza.
È anche vero che molti astrologi abbracciano il sapere astrologico pensando sia una conoscenza finita, immutabile, una fede che spesso e volentieri si fonde con le credenze delle religioni orientali che tanto fanno presa per il loro carattere esotico; e io rispetto ciò (come rispetto qualsiasi altra fede) ma ho scelto un approccio e una branca che ha come obiettivo l'evoluzione di un sapere che secondo me può fornire uno sguardo in più per conoscere il comportamento umano e l'organizzazione della sua psiche. Questo è deterministico tanto quanto lo è il peso della genetica, o della società o dell'ambiente sull'uomo: l'astrologo serio non fornisce mai giudizi apodittici e mette in evidenza la natura probabilistica dei fenomeni. Avrà capito che l'astrologia non è una, ma ve ne sono tante, ognuna con le proprie regole e i relativi approcci.
L'astrologo serio non è colui il quale fornisce oroscopi per TV e giornali e anche se io stesso ho contribuito a ciò, non ho mai mancato di specificare che si tratta solo di un gioco, di un'intrattenimento. L'astrologia seria è tutt'altra cosa e non è nemmeno il terrorismo legato alle profezie poiché lo scopo principale è quello di fornire, tramite il suo linguaggio specifico, un supporto a chi lo richiede; un sostegno che dovrebbe affiancarsi alla conoscenza della psicologia e per chi lo vuole, anche alla preghiera che almeno nella mia vita e in quella della mia famiglia non manca mai.
La conoscenza del futuro in chiave astrologica non significa sapere con certezza il nostro percorso di vita, ma significa mettere in evidenza alcuni scenari possibili rispetto alle nostre possibili inclinazioni. Questo ha lo scopo di orientare l'individuo lì dove regna il caos, la confusione, ma sempre facendo ricorso ad altri saperi giacché la scienza accademica ancora non riconosce validità al sapere astrologico a causa di una fortissima mancanza di dialogo e di un fortissimo pregiudizio; lo stesso che rende la categoria in qualche modo derisa e osteggiata da chi presume di avere la verità in mano e si fa scudo della conoscenza scientifica per dettare legge e per sopprimere il nascere di nuove intuizioni, ossia per conservare il "dogma".
L'astrologia non è più la stessa di duemila anni fa e non ha nulla a che vedere con le filosofie di quei tempi. Al di la di ciò, quel che non è cambiato è che l'astrologia sia una disciplina purtroppo studiata da incompetenti, da persone che sono affascinate dalle possibilità di conoscenza ma che si ritrovano tra le mani un sapere troppo complesso per essere padroneggiato da chicchessia. Il problema non è di poco conto ed ecco che a causa di un'eccessiva superficialità le pagine internet si riempiono di commenti che possono solo disinformare il lettore oppure offrire letture che allontanano dalla fede offrendo scenari apocalittici. Per questo, caro Santo Padre, riconosco nelle sue parole tanta verità. Ma quello è il rischio che si trova quando lo stesso sapere è interpretato in tanti modi diversi; e il problema non sta tanto nella materia quanto nel modo in cui viene usata che dovrebbe dipendere dalla coscienza individuale, dal grado di preparazione, dal livello di umanità che io spero sia sempre animato dal desiderio di verità, onestà ma sopratutto dalla capacità di rispetto per le idee altrui; e a corollario di ciò, dovrebbe pure esserci la consapevolezza della propria fallibilità.
Per ultimo e relativamente alle parole del Vangelo, così come non bisogna dare accento al messaggio apocalittico ma bisogna dare centralità alla fede in Gesù, anche per lo studio dell'astrologia non è tanto centrale il contenuto del messaggio quanto l'obiettivo che è quello di orientare il soggetto a trovare modi per risolvere la sua vita, (anche pregando suggerisco io) in virtù degli scenari possibili in cui potrebbe trovarsi e che sono analogicamente correlati tra loro. La mia idea è che l'astrologia sia un sapere utile se applicata "cum grano salis" e non sia lasciata nelle mani di persone che non hanno alcuna preparazione e nessuna competenza, sia nell'uso della conoscenza e sia nel gestire una relazione destinata al sostegno di un altro essere umano.
Alla luce degli accadimenti tragici che costellano la nostra quotidianità e violentano quanto di buono c'è nel mondo, la mia chiarificazione sul ruolo dell'astrologia è sicuramente un argomento secondario di cui parlare; ma il mio augurio è che il mio studio e quello di altri colleghi, un giorno possa rivelarsi a vantaggio della fede Cattolica se usata sempre con l'obbiettivo di creare una conoscenza che possa migliorare la qualità della nostra vita e ridurre le sofferenze del prossimo, motivo per cui io scelsi di studiarla quasi vent'anni fa.
Giuseppe Galeota "Al Rami"
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