Chi mi segue ormai avrà chiara la differenza tra zodiaco tropico e zodiaco siderale, dell'errore della NASA e di altri enti simili, quelli che sono contro l'astrologia per intenderci. Mi riferisco alla bufala del 13° segno zodiacale. Abbiamo chiarito che sbagliano alla grande (clicca qui) perché confondono le costellazioni con i segni.
Il problema è che la Nasa continua a non capire. Anzicché dire che non ne sapeva niente della differenza tra zodiaco tropico e zodiaco siderale (conosciuta sin dai tempi di Tolomeo) ha preferito tergiversare dicendo che l'equivoco da risolvere era quello che non sono stati loro a scoprire la 13^ costellazione dell'eclittica, ma che questa era conosciuta sin dall'antichità. Ok. Ma rimane pur sempre il fatto che l'astrologia non si basa sulle costellazioni. Lo capiranno? Non credo. C'è un libro risalente al marzo 1994, (del maestro Ciro Discepolo) dove si chiarisce per l'ennesima volta il malinteso (clicca qui per scaricarlo e vai a pagina 90). Quindi capirete che prima di me molti altri ne hanno parlato. Ma la NASA continua a sbagliare. Questa premessa occorre per affrontare il tema di oggi. Leggendo "i Misteri di Mithra" di Ulansey, c'è un passaggio che mi ha fatto riflettere molto.
Parte dalla nozione che nel I° secolo d.C. l'equinozio di Primavera coincideva con l'inizio della costellazione dell'Ariete e con la fine della costellazione dei Pesci. Questo significa che da quel momento in poi saremmo passati dall'Era dell'Ariete a quella dei Pesci, cioè dal 1° grado dell Ariete al 30° grado dei Pesci, e poi si sarebbe passati al 29°grado dei Pesci un secolo dopo, al 28° il secolo dopo ancora e così via. Oggi sappiamo che l'asse delle precessioni si muove alla velocità di un grado ogni 70 anni e perciò Ipparco (che studiò il fenomeno) non è andato molto lontano dalla realtà quando diceva che l'asse si spostava di un grado ogni secolo.
Sempre nel I° secolo d.C. però, gli antichi erano rimasti fermi alla concezione del "sistema B" Babilonese (al momento ignoro di cosa si tratti) e perciò collocavano l'asse degli equinozi a 8 gradi dell'Ariete/Bilancia. Significa che mentre in quel periodo l'asse puntava allo 0 gradi Ariete, loro usavano un sistema che invece collocava questo punto 8 gradi più indietro. Quindi, mentre si era già entrati nell'era dei Pesci, loro pensavano di essere ancora nell'era dell'Ariete e che quella dei Pesci sarebbe giunta poco più di 5 secoli dopo.
Evidentemente, il passaggio da un'era all'altra doveva essere immortalato attraverso la costruzione di un mito: quella del Dio Mithra dove si vede un guerriero (probabilmente Perseo), uccidere un Toro (probabilmente la costellazione del Toro). Questo passaggio, però, era accaduto già 2100 anni prima. Cioè nel 20° secolo a.C ci fu questo passaggio dell'asse degli equinozi dalla costellazione del Toro a quella dell'Ariete. Dal 1° grado del Toro si passò al 30° dell'Ariete. Aveva senso parlare di un'uccisione del Toro fino a quando non si sarebbe passati dall'Ariete ai Pesci. In quel caso si sarebbe festeggiata la fine dell'era dell'Ariete. Questa è l'ipotesi di Ulansey, ma non mi convince.
Mi chiedo: per quale motivo si dovrebbe commemorare un'era che ormai si è conclusa? Mi pare più logico fondare una religione su un'era che è appena cominciata! Fossi stato ai loro tempi non avrei festeggiato l'uccisione di un Toro ma la nascita di un Ariete dato che si passò dal Toro all'Ariete. Perché nei 2100 anni che hanno visto l'asse attraversare tutto l'Ariete si deve prendere come riferimento un Toro? Mi sembra troppo strano.
L'unica spiegazione che a me sembra plausibile è che quelle rappresentazioni di uccisione del Toro si riferiscono allo zodiaco tropico e non a quello siderale. Infatti, stando a quest'altro punto di riferimento, l'8° grado dell'Ariete corrisponde a un certo grado del segno successivo, cioè il Toro. Il che potrebbe dimostrare che proprio nel periodo tardo ellenistico venne costruito un mito che si fondava non più sulle costellazioni ma sui segni.
Naturalmente queste mie osservazioni possono essere totale eresia per chi ha più competenza e autorevolezza di me. Tuttavia tornerò a correggermi se qualcuno mi dimostrerà che ho sbagliato.