Ecco a voi le mie risposte a una utente del web, molto intelligente e stimolante, che mi chiede delucidazioni sul perché i segni sono 12 e i corpi astrologici invece sono 10.
Tra uno scambio e l'altro ho inserito alcune mie foto della Luna (quasi piena) in Scorpione, scattate ovviamente tramite il mio telescopio EQ-1000, ormai compagno inseparabile delle mie osservazioni crepuscolari.
Con "D." e in colore blu intendo la domanda che mi è stata rivolta, e con "R." e in nero la mia risposta.
D. Salve, molto interessanti queste riflessioni sulla convenzionalità del calendario e della misurazione del tempo. In effetti si potrebbe dire che il tempo stesso non è altro che un’immagine dell’eternità, e in quanto tale destinata a essere imperfetta rispetto al suo modello. Copie di copie. Tuttavia ho due domande/osservazioni: io sapevo che le lune in un anno sono tredici e non dodici, e mi pare che questa conoscenza fosse alla base anche dei modelli calendrici dei Maya che lei cita. Secondo quesito: il fatto che il 7 sia un numero fortemente simbolico mi ha sempre lasciato la convinzione che gli antichi, anche se avessero conosciuto i moderni pianeti che lei cita, non avrebbe in effetti inventato la “decimana”. Tra l’altro nel suo articolo si sottolinea come i tre pianeti più esterni anche in astrologia, poiché invisibili ad occhio nudo, abbiano una funzione psichica/archetipica piuttosto diversa dai sette solitamente noti. Cosa ne pensa? Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
R. Grazie per il commento. I cicli lunari completi da UN SOLSTIZIO ALL’
ALTRO sono 12. 13 sono quelli incompleti. Per quanto attiene il 7 non
sarebbe stato sdoganato perché non sarebbe nata la teoria della
radiazione luminosa.
D. Salve, perché sottolinea da solstizio a solstizio e non da equinozio a
equinozio? ( a parte che andrebbe specificato quale solstizio, poiché la
lunghezza del mese lunare varia dal solstizio d’estate a quello
d’inverno). ma una volta l’anno cominciava proprio con l’equinozio.
Detto questo non mi sembra molto preciso definire i cicli della Luna
incompleti, è sempre questione di punti di vista. Se consideriamo la
rivoluzione attorno alla Terra, ovvero da luna nuova a luna nuova, la
Luna ci impiega un certo periodo di tempo, periodo che non è incompleto
ma semplicemente inferiore a quello che si ha tenendo in considerazione
la posizione della Luna rispetto alle stesse fisse, e che la Terra si
muove, per cui la Luna per raggiungere la medesima posizione ci starà di
più e sforerà il ciclo del novilunio. Secondo questa logica allora
questo secondo ciclo sarebbe un sovrappiù, ma in realtà è solo questione
di punti di vista. Detto questo, 365 giorni non coincidono con 12 lune.
Se dividiamo 365 per il ciclo i due cicli lunari, tra 27 e 29, ovvero
28 otteniamo 13. Questo significa che mediamente in un anno solare
abbiamo 13 lune. L’esaltazione dell’imperfetto è anche questo.
Altrimenti dovremmo mettere in ballo, per gli stessi principi, anche la
differenza tra anno tropico e anno sidereo, ma nessuno chiama l’anno
tropico o solare incompleto, anche perché è quello su cui ci basiamo.
Dal punto di vista astrologico cosa ne pensa della possibile
suddivisione in 13 anziché in 12 del panorama delle costellazioni
sull’eclittica?
Per quanto riguarda la seconda risposta temo di non averla compresa,
cosa intende per teoria della radiazione luminosa? Teoria della luce? Ma
quale? Cordiali saluti.
R. Partiamo dalla sua seconda domanda: gli antichi hanno dato valore
astrologico a tutto quel che emetteva o rifletteva radiazione luminosa:
pianeti, stelle, Sole, Luna.
Da ciò trassero l’idea che le influenze astrologhce agissero tramite l’irradiazione della luce riflessa dai pianeti e trasmessa dalle stelle.
Se avessero saputo della conoscenza di Urano, Nettuno, Plutone (cosa che avrebbero dovuto sapere se vi fossero stati “visitatori” sulla Terra), allora non sarebbe nata questa teoria della radiazione luminosa e la spiegazione delle influenze astrologiche sarebbe stata un’altra. Non dovendo dare più risalto a quel che vedevano a occhio nudo, probabilmente non avrebbero attribuito al numero 7 quel famoso valore numinoso. Forse.
Da ciò trassero l’idea che le influenze astrologhce agissero tramite l’irradiazione della luce riflessa dai pianeti e trasmessa dalle stelle.
Se avessero saputo della conoscenza di Urano, Nettuno, Plutone (cosa che avrebbero dovuto sapere se vi fossero stati “visitatori” sulla Terra), allora non sarebbe nata questa teoria della radiazione luminosa e la spiegazione delle influenze astrologiche sarebbe stata un’altra. Non dovendo dare più risalto a quel che vedevano a occhio nudo, probabilmente non avrebbero attribuito al numero 7 quel famoso valore numinoso. Forse.
Per quanto concerne la sua prima domanda, solstizio o equinozio è
altrettanto valido a seconda dei calendari antichi. Quelli nordici per
esempio privilegiano il solstizio; ma quelli Babilonesi l’equinozio.
La regola è che i mesi sono 12, le costellazioni zodiacali sono 12 e i segni zodiacali sono 12 perché 12 sono i cicli lunari completi (da Luna nuova a Luna nuova) da un solstizio estivo all’altro (o equinozio di promavera all’altro, o come nel nostro caso da un solstizio invernale all’altroma che facciamo coincidere col primo di gennaio).
Facciamo un esempio pratico: il 21 giugno abbiamo il solstizio d’estate. La prima Luna nuova dopo il solstizio avverrà il 24 giugno. Questo primo ciclo si conclude il 23 luglio, data di inizio della 2^ Luna nuova. La 12^ luna Nuova comincia il 14 maggio 2018 e si conclude il 13 giugno, data di inizio della 13 Luna. Ma tra questa e la prossima ci sta di mezzo il nuovo solstizio. Quindi non va calcolata. Perciò, i cicli completi da un solstizio all’altro sono 12, mentre abbiamo una fase incompleta che è a cavallo tra un anno e l’altro.
Più raramente i cicli completi sono 13 ed ecco perché i Babilonesi inserivano un mese intercalare ogni tot di anni.
Se procediamo con lo stesso calcolo, ma partendo dall’equinozio di primavera abbiamo la prima Luna nuova il 28 marzo 2017 e la 12 Luna il 15 febbraio 2018. La 13 Luna invece comincia il 13 marzo, ma non si calcola perché pochi giorni dopo comincia l’equinozio di primavera.
La differenza tra Maya e Babilonesi è che i primi calcolavano il numero di Lune, i secondi il numero di cicli Lunari completi.
La regola è che i mesi sono 12, le costellazioni zodiacali sono 12 e i segni zodiacali sono 12 perché 12 sono i cicli lunari completi (da Luna nuova a Luna nuova) da un solstizio estivo all’altro (o equinozio di promavera all’altro, o come nel nostro caso da un solstizio invernale all’altroma che facciamo coincidere col primo di gennaio).
Facciamo un esempio pratico: il 21 giugno abbiamo il solstizio d’estate. La prima Luna nuova dopo il solstizio avverrà il 24 giugno. Questo primo ciclo si conclude il 23 luglio, data di inizio della 2^ Luna nuova. La 12^ luna Nuova comincia il 14 maggio 2018 e si conclude il 13 giugno, data di inizio della 13 Luna. Ma tra questa e la prossima ci sta di mezzo il nuovo solstizio. Quindi non va calcolata. Perciò, i cicli completi da un solstizio all’altro sono 12, mentre abbiamo una fase incompleta che è a cavallo tra un anno e l’altro.
Più raramente i cicli completi sono 13 ed ecco perché i Babilonesi inserivano un mese intercalare ogni tot di anni.
Se procediamo con lo stesso calcolo, ma partendo dall’equinozio di primavera abbiamo la prima Luna nuova il 28 marzo 2017 e la 12 Luna il 15 febbraio 2018. La 13 Luna invece comincia il 13 marzo, ma non si calcola perché pochi giorni dopo comincia l’equinozio di primavera.
La differenza tra Maya e Babilonesi è che i primi calcolavano il numero di Lune, i secondi il numero di cicli Lunari completi.
Per quanto attiene la sua terza domanda, aggiungere un tredicesimo
segno è un’eresia per la quasi totalità degli astrologi del mondo,
tranne che per qualche stravagante che non ha capito l’origine
dell’astrologia e si è inventato un metodo tutto suo, non suffragato da
alcuna esperienza.
Aggiungere una tredicesima costellazione, invece, è del tutto lecito:
ho scritto infinite volte che in astrologia non c’entrano le
costellazioni zodiacali. C’entrano solo con l’astrologia Indiana che è
di derivazione Babilonese senza aver mai subìto evoluzioni. L’astrologia
occidentale invece risente delle conoscenze della precessione degli
equinozi ed è tropicale, non siderale, ed è di derivazione ellenistica
(e forse ha risentito molto anche delle influenze nordiche: a tal
proposito sto scrivendo un libro).
Quindi, delle porzioni di cielo stellato, dei confini tra una
costellazione e l’altra, all’astrologia non importa nulla perché non
sono il sistema di riferimento che si usa per effettuare i calcoli. Per
l’astrologia non è importante lo spazio, ma il tempo, ma partendo da un
calendario soli-lunare e non siderale. Diverso è per l’astrologia
Indiana che invece usa le costellazioni zodiacali e quindi lo spazio. Di
questo ne ho già parlato in un articolo pubblicato su questo blog e in altri luoghi.
D. Salve, in effetti le regole sono quelle ma essendo la misurazione dei
cicli piuttosto imprecisa, come sottolinea il suo articolo, si può
dedurre che tali regole siano imprecise se non addirittura convenzionali
o arbitrarie (nel senso che enfatizzano alcuni elementi a discapito di
altri altrettanto presenti), motivo per cui non riesco in effetti a
comprendere perché la 13luna venga sempre espunta…. Abitudine,
probabilmente. D’altra parte un calendario veramente luni-solare
dovrebbe invece tenerne conto. In secondo poi continuo a chiedermi: se
l’astrologia ha introdotto i tre pianeti non visibili in seguito alle
scoperte astronomiche perché non cambiare anche il numero di segni? Non
c’è forse qualcosa di dogmatico in questo? O forse c’è un’altra
spiegazione…. In fin dei conti anche lo spazio è importante, altrimenti
non si parlerebbe di “case”, tipico concetto spaziale e non temporale.
Buona giornata a lei.
R. Gli antichi osservatori del cielo scelsero di suddividere il tempo in
12 parti perché ciò era più funzionale ai loro scopi. Avevano tutte le
conoscenze per poter scegliere l’approssimazione migliore. Scelsero
quella del 12. Quindi, questa scelta arbitraria è funzionale all’utilità
e non a un capriccio. Per quanto attiene i pianeti, ora le condizioni
sono cambiate e perciò se ne sono aggiunti altri tre. Anzi, c’è pure
qualche astrologo che già impiega altri due corpi celesti (per esempio
Sedna denominato pianeta X) per pareggiare coi 12 segni.
Questo perché nella mente dell’uomo esiste sempre la necessità innata
di armonia ed equilibrio. Dunque, non possiamo dire che esiste la
necessità di conservare un dogma. Quella della conservazione è una
necessità di chi pratica l’astrologia classica el’astorlogia Indiana
(usano ancora e solo 7 pianeti). Io non sono molto convinto di questa
idea dei 7 e dei 12 pianeti perché, secondo il mio parere, equilibrio e
convenzione non sono sinonimi di utilità.
Quindi bisogna chiedersi il perché non si aggiunga un 13° segno.
Questo accade per una logica elementare: le osservazioni condotte nei
millenni non lasciano alternativa. Per un astrologo esperto non è
difficile stabilire, con un interrogatorio serrato, se un soggetto
appartiene a un segno, a un altro o a uno oscuro non decifrabile.
Facciamo un esempio: se fosse vero che bisognerebbe aggiungere Ofiuco,
prima di tutto tutti gli astrologi del mondo avrebbero scorto una
differenza tra esso e i due segni adiacenti: Scorpione e Sagittario.
Nessuno ha notato nulla. Inoltre, i confini temporali di un dato segno
andrebbero a sconfinare in un altro momento dell’anno. Per esempio se
alla data del 19 gennaio si considera il Capricorno, l’introduzione di
un altro segno all’interno del sistema porterebbe al fatto che nella
stessa data c’è per esempio l’Aquario. Nessuno ha mai notato ciò.
Quindi, il 12 è un numero immutabile non perché lo vogiamo noi
astrologi, ma perché lo dicono i fatti.
La necessità di Ofiuco è nata per via di un fraintendimento: da parte
degli astronomi che confondono lo zodiaco tropico con quello siderale, e
da parte degli astrologi che, credendo agli astronomi, hanno dimostrato
di non conoscere la loro stessa materia, ossia il punto di riferimento
per cui i segni cominciano all’equinozio di primavera e non a seconda
delle costellazioni.
D. Salve, io non sono certo un’esperta ma alcune questioni mi hanno lasciato sempre perplessa. L’approssimazione migliore sarebbe quella del 12 in base a conoscenze che però si sono rivelate imperfette come le altre, ciò in base a una specifica utilità: quale esattamente? Se per i pianeti tali conoscenze vengono integrate, perché nelle altre cose no?
“Nessuno ha notato nulla”. Anche prima di Galileo nessuno aveva notato nulla ma il sistema geocentrico era totalmente sbagliato, quindi io non chiuderei così le possibilità. Dentro ad un sistema di pensiero, in qualunque campo, nessuno nota nulla finché le cose non diventano così plateali da non poterle più ignorare nonostante le abitudini millenarie. Se i segni cominciano con l’equinozio di primavera (però non si tiene conto di un fenomeno quale la precessione degli equinozi perché non si considerano le stelle), allora mi chiedo, tali segni da dove saltano fuori, visto che non hanno corrispondenza con le costellazioni effettivamente osservabili?
Ma allora perché invece nel caso dei pianeti ci si basa sui pianeti effettivamente osservati?
Non mi è molto chiaro, grazie.
R. Grazie per le domande stimolanti. Quale utilità? Questioni agricole e relative all’organizzazione sociale. Ma spiegherò tutto e meglio in un libro perché non voglio rivelare le mie scoperte per ora. Nessuno ha mai notato nulla e il paragone con Galileo non regge perché un conto sono i fenomeni fisici e un conto quelli psicologici per individuare certe tipologie. Le ripeto che le controprove sono state già effettuate: a ogni periodo di 30 gradi è riconoscibile un solo segno zodiacale dalle specifiche peculiarità. I pianeti invece non sono campi di spazio vuoto ma corpi fisici e perciò la logica con cui osservarli è diversa. Nel primo caso si verifica se vi sono, in tutti quelli nati nello stesso periodo, degli specifici tratti comuni. Nel secondo caso invece si individua il pianeta e si valuta cosa ha di diverso rispetto a chi non lo ha in posizione rilevante nel proprio quadro di nascita, una volta calcolate le effemeridi. I segni zodiacali saltano fuori dalla diversa inclinazione dei raggi del sole rispetto ai tropici e all,equatore a partire dal equinozio di primavera. Grazie.
D. Salve, non voglio certo farle anticipare nulla, attenderemo i suoi sviluppi, anche perché ero convinta che l’astrologia fosse attuale per la sua utilità spirituale…. visto che il contesto economico/sociale è molto diverso andrebbe compreso allora in che senso ci è utile dopo tanti millenni, visto che quel tipo di conoscenze relative all’organizzazione pratica di una certa società sono ormai obsolete.
Il paragone con Galilei non riguarda la scienza fisica ma la forma mentis e può riguardare ogni disciplina, come spiega anche Thomas Kuhn nel celebre libro La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Un cambio di paradigma avviene nella mente e soltanto dopo nella società, ma a lungo non si è in grado di notarlo. Cordiali saluti.
R. Lei mi ha chiesto l’utilità della costruzione dello zodiaco In 12 parti e non l’utilità dell’astrologia. Di quest’ultima possiamo dire che è quasi la stessa di 2500 anni fa; e che vi sia un’utilità spirituale questo dipende solo dall’approccio di chi studia questa materia. Non è il mio approccio. In merito alla forma mentis, le assicuro che è quasi sempre tesa alla scoperta e non alla conservazione di un dogma. Lei mi aveva chiesto il perché di 12 segni dando per scontato che non fosse mai stato messo nulla in discussione. Però le avevo già detto che nulla era stato mai osservato di diverso, e non perché manchino gli strumenti per scorgere cose nuove o perché la forma mentis sia orientata alla conservazione di un dogma. Per qualcuno, probabailmente lo è, ma non per i più grandi che ci hanno lasciato le loro scoperte. I segni non sono 12 per una scelta arbitraria. Sono 12 a prescindere dalle 12 Lune! E lo dimostrano i fatti, ossia le osservazioni. E queste osservazioni non possono di punto in bianco variare se scopriamo qualche variabile celata. Semmai ulteriori variabili possono aggiungere informazioni e non stravolgere l’intero sistema astrologico. Questo perché la storia lo insegna: ogni scoperta astrologica è stata sempre un tassello in più e non una rivoluzione, uno stravolgimento. Le 12 lune non sono la causa dei 12 segni, ma una corrispondenza. Cioè, se usassimo un altro punto di riferimento per dividere lo zodiaco i segni rimarrebbero sempre 12 perché questi non derivano dalla personale divisione del cielo. Essi sono 12 a prescindere. Che poi i segni siano 12 come le 12 Lune è una coincidenza incredibile. Per questo molti pensano che l’astrologia sia di derivazione aliena. Quindi, non è il paradigma numerico quello da scardinare. Qui si tratta di scoprire non se quel 12 può divenire un 13, ma perché è proprio 12 e come gli antichi abbiano fatto a scoprirlo. È un caso? Lo sto scoprendo.
D. Salve, grazie dell’approfondimento. Ma se l’astrologia fosse di origine aliena questo significherebbe che non sarebbe più così legata alla dimensione terrestre, alla diversa inclinazione dei raggi solare rispetto a punti e/o momenti specifici del pianeta Terra… per definizione ciò che è alieno è extraterrestre e quindi ne deduco che allora l’astrologia sarebbe legata sì alla dimensione delle stelle, cosa che rimetterebbe in discussione tutto quello che ci siamo detti in precedenza… Il mio intento comunque non era quello di scardinare nulla, ma solo di comprendere maggiormente quanto, a causa del suo carattere intrinsecamente imperfetto, come sottolinea l’articolo, può generare dei leciti dubbi e/o incomprensioni.
Per quanto mi riguarda il carattere paradigmatico del 12 mi resta piuttosto oscuro, perché in effetti non riesco a capire in che modo salti fuori… forse ne deduco che è più legato all’osservazione dei tipi umani che del mondo astronomico/astrologico. Quindi si tratterebbe di strumenti per comprendere meglio le varie “maschere” umane.. anche se il discorso è ovviamente più complesso. Buon proseguimento a Lei.
R. Sono lieto di esserle stato utile e spero di esserlo ancora. Alcuni studiosi di astrologia dicono che questa materia sia di derivazione aliena soltanto perché non riescono a spiegarsi come sia possibile che gli esseri umani siano arrivati a stabilire che esiste una corrispondenza tra l’inclinazione dei raggi solari e le 12 tipologie zodiacali. Questa conoscenza così straordinaria, a parere di alcuni astrologi, ci è stata lasciata da antichi visitatori. Io non sono d’accordo.
Tra l’altro vorrei confermare quanto dice e che io ripeto da molto tempo: dato che gli alieni provengono (se esistono) da un altro sistema solare, cosa ne possono sapere di quello che accade al nostro e della corrispondenza con le tipologie astrologiche? Per comprendere come sia possibile che l’uomo abbia individuato queste 12 tipologie associandole ai 12 cicli lunari e all’inclinazione dei raggi solari, sto effettuando proprio delle ricerche e letture che si concretizzeranno in una mia prossima pubblicazione. Il mio più grande obiettivo e risolvere questo mistero.
D. Salve, io non sono certo un’esperta ma alcune questioni mi hanno lasciato sempre perplessa. L’approssimazione migliore sarebbe quella del 12 in base a conoscenze che però si sono rivelate imperfette come le altre, ciò in base a una specifica utilità: quale esattamente? Se per i pianeti tali conoscenze vengono integrate, perché nelle altre cose no?
“Nessuno ha notato nulla”. Anche prima di Galileo nessuno aveva notato nulla ma il sistema geocentrico era totalmente sbagliato, quindi io non chiuderei così le possibilità. Dentro ad un sistema di pensiero, in qualunque campo, nessuno nota nulla finché le cose non diventano così plateali da non poterle più ignorare nonostante le abitudini millenarie. Se i segni cominciano con l’equinozio di primavera (però non si tiene conto di un fenomeno quale la precessione degli equinozi perché non si considerano le stelle), allora mi chiedo, tali segni da dove saltano fuori, visto che non hanno corrispondenza con le costellazioni effettivamente osservabili?
Ma allora perché invece nel caso dei pianeti ci si basa sui pianeti effettivamente osservati?
Non mi è molto chiaro, grazie.
R. Grazie per le domande stimolanti. Quale utilità? Questioni agricole e relative all’organizzazione sociale. Ma spiegherò tutto e meglio in un libro perché non voglio rivelare le mie scoperte per ora. Nessuno ha mai notato nulla e il paragone con Galileo non regge perché un conto sono i fenomeni fisici e un conto quelli psicologici per individuare certe tipologie. Le ripeto che le controprove sono state già effettuate: a ogni periodo di 30 gradi è riconoscibile un solo segno zodiacale dalle specifiche peculiarità. I pianeti invece non sono campi di spazio vuoto ma corpi fisici e perciò la logica con cui osservarli è diversa. Nel primo caso si verifica se vi sono, in tutti quelli nati nello stesso periodo, degli specifici tratti comuni. Nel secondo caso invece si individua il pianeta e si valuta cosa ha di diverso rispetto a chi non lo ha in posizione rilevante nel proprio quadro di nascita, una volta calcolate le effemeridi. I segni zodiacali saltano fuori dalla diversa inclinazione dei raggi del sole rispetto ai tropici e all,equatore a partire dal equinozio di primavera. Grazie.
D. Salve, non voglio certo farle anticipare nulla, attenderemo i suoi sviluppi, anche perché ero convinta che l’astrologia fosse attuale per la sua utilità spirituale…. visto che il contesto economico/sociale è molto diverso andrebbe compreso allora in che senso ci è utile dopo tanti millenni, visto che quel tipo di conoscenze relative all’organizzazione pratica di una certa società sono ormai obsolete.
Il paragone con Galilei non riguarda la scienza fisica ma la forma mentis e può riguardare ogni disciplina, come spiega anche Thomas Kuhn nel celebre libro La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Un cambio di paradigma avviene nella mente e soltanto dopo nella società, ma a lungo non si è in grado di notarlo. Cordiali saluti.
R. Lei mi ha chiesto l’utilità della costruzione dello zodiaco In 12 parti e non l’utilità dell’astrologia. Di quest’ultima possiamo dire che è quasi la stessa di 2500 anni fa; e che vi sia un’utilità spirituale questo dipende solo dall’approccio di chi studia questa materia. Non è il mio approccio. In merito alla forma mentis, le assicuro che è quasi sempre tesa alla scoperta e non alla conservazione di un dogma. Lei mi aveva chiesto il perché di 12 segni dando per scontato che non fosse mai stato messo nulla in discussione. Però le avevo già detto che nulla era stato mai osservato di diverso, e non perché manchino gli strumenti per scorgere cose nuove o perché la forma mentis sia orientata alla conservazione di un dogma. Per qualcuno, probabailmente lo è, ma non per i più grandi che ci hanno lasciato le loro scoperte. I segni non sono 12 per una scelta arbitraria. Sono 12 a prescindere dalle 12 Lune! E lo dimostrano i fatti, ossia le osservazioni. E queste osservazioni non possono di punto in bianco variare se scopriamo qualche variabile celata. Semmai ulteriori variabili possono aggiungere informazioni e non stravolgere l’intero sistema astrologico. Questo perché la storia lo insegna: ogni scoperta astrologica è stata sempre un tassello in più e non una rivoluzione, uno stravolgimento. Le 12 lune non sono la causa dei 12 segni, ma una corrispondenza. Cioè, se usassimo un altro punto di riferimento per dividere lo zodiaco i segni rimarrebbero sempre 12 perché questi non derivano dalla personale divisione del cielo. Essi sono 12 a prescindere. Che poi i segni siano 12 come le 12 Lune è una coincidenza incredibile. Per questo molti pensano che l’astrologia sia di derivazione aliena. Quindi, non è il paradigma numerico quello da scardinare. Qui si tratta di scoprire non se quel 12 può divenire un 13, ma perché è proprio 12 e come gli antichi abbiano fatto a scoprirlo. È un caso? Lo sto scoprendo.
D. Salve, grazie dell’approfondimento. Ma se l’astrologia fosse di origine aliena questo significherebbe che non sarebbe più così legata alla dimensione terrestre, alla diversa inclinazione dei raggi solare rispetto a punti e/o momenti specifici del pianeta Terra… per definizione ciò che è alieno è extraterrestre e quindi ne deduco che allora l’astrologia sarebbe legata sì alla dimensione delle stelle, cosa che rimetterebbe in discussione tutto quello che ci siamo detti in precedenza… Il mio intento comunque non era quello di scardinare nulla, ma solo di comprendere maggiormente quanto, a causa del suo carattere intrinsecamente imperfetto, come sottolinea l’articolo, può generare dei leciti dubbi e/o incomprensioni.
Per quanto mi riguarda il carattere paradigmatico del 12 mi resta piuttosto oscuro, perché in effetti non riesco a capire in che modo salti fuori… forse ne deduco che è più legato all’osservazione dei tipi umani che del mondo astronomico/astrologico. Quindi si tratterebbe di strumenti per comprendere meglio le varie “maschere” umane.. anche se il discorso è ovviamente più complesso. Buon proseguimento a Lei.
R. Sono lieto di esserle stato utile e spero di esserlo ancora. Alcuni studiosi di astrologia dicono che questa materia sia di derivazione aliena soltanto perché non riescono a spiegarsi come sia possibile che gli esseri umani siano arrivati a stabilire che esiste una corrispondenza tra l’inclinazione dei raggi solari e le 12 tipologie zodiacali. Questa conoscenza così straordinaria, a parere di alcuni astrologi, ci è stata lasciata da antichi visitatori. Io non sono d’accordo.
Tra l’altro vorrei confermare quanto dice e che io ripeto da molto tempo: dato che gli alieni provengono (se esistono) da un altro sistema solare, cosa ne possono sapere di quello che accade al nostro e della corrispondenza con le tipologie astrologiche? Per comprendere come sia possibile che l’uomo abbia individuato queste 12 tipologie associandole ai 12 cicli lunari e all’inclinazione dei raggi solari, sto effettuando proprio delle ricerche e letture che si concretizzeranno in una mia prossima pubblicazione. Il mio più grande obiettivo e risolvere questo mistero.