Qualche migliaio di anni fa, la Terra doveva trovarsi in una regione dello spazio attraversata da un grande fascio di detriti rocciosi. A causa del suo potere gravitazionale e di questa condizione astronomica, la Terra doveva vivere un'epoca di grandissima attività meteoritica. Lo dimostra il fatto che in moltissime parti del mondo sono state rinvenute meteoriti ma pure manufatti, per esempio pugnali, ricavati attraverso l'estrazione del ferro meteoritico.
Ora immaginate l'uomo di 3000 e più anni fa, con le conoscenze astronomiche abbastanza distanti da quelle che abbiamo oggi. Un evento quale la caduta di un meteorite doveva avere un peso molto diverso rispetto a quello che avrebbe oggi: non era inteso come una roccia vagante nello spazio catturata dal potere dell'attrazione gravitazionale terrestre. Quell'episodio era inteso come la dimostrazione "scientifica" che il cielo era abitato da Dei che lanciavano i loro sassi dall'alto del loro trono o che scendevano loro stessi, sulla Terra, con la loro chioma fiammeggiante, per far dono del minerale ferroso.
Perciò il meteorite doveva avere non solo un fascino straordinario perché giungeva dal "nulla" squarciando il cielo con un boato terribile (quasi come un aereo o una navicella spaziale); ma aveva anche un valore divino e poteva essere trattato e preso in cura solo da alti sacerdoti, che all'occorrenza erano anche fabbri.
Era la prova che esistevano Dei, o angeli, o all'inverso, è da episodi come questo che gli uomini antichi crearono i miti e le storie della propria origine. Ancora oggi a La Mecca, una pietra meteoritica viene adorata: per gli antichi uomini tutto aveva un'anima, anche le pietre erano animate, e giacché la materia inerte non muore mai, allora custodire una roccia, tenerla con sé, poteva essere il modo per prolungare la propria vita grazie all "energia" assorbita da essa. E se questo oggetto proveniva dal cielo, allora il suo potere "magico" doveva essere ancora più straordinario visto che derivava direttamente "dalle mani degli Dei".
E se vi era un rapporto di comunicazione tra esseri extraterrestri, cioè viventi in cielo, e quegli uomini antichi, allora voleva dire che quegli stessi esseri erano paragonabili ai propri genitori. Gli uomini, non avendo concezione dell'ultraterreno, poterono solo umanizzare e antropomorfizzare quel che vedevano in cielo e attorno a loro: gli uomini hanno vita, allora anche tutto il resto vive, comprese le pietre, le stelle, i pianeti. E se hanno vita allora hanno caratteristiche umane. Questo accadeva secondo l'antica concezione della realtà di quegli uomini.
Gli antichi uomini non potevano concepire la figura divina in maniera diversa da quel che è un genitore; quindi per forza gli Dei dovevano avere fattezze umane, con tanto di sangue, ossa etc. etc, pur manifestandosi ora come fulmine, ora come meteora caduta dal cielo, ora come lo scoppio di un vulcano; poiché stare in cielo significava vivere nell'immenso e significa essere al di fuori dello spazio terrestre, con tutto quel che ne consegue in termini di potere e libertà d'azione. Nel tentativo di essere simili agli Dei, gli uomini costruirono le loro città seguendo le costellazioni; per essere più simili a chi li ha creati, per portare il cielo in Terra; per stringere la mano, allegoricamente, a quei genitori extraterrestri, ossia divini.
La tradizione Caldea della creazione è abbastanza cruenta; e tale visione è ricorrente anche in molte altri popoli: gli uomini e gli animali furono creati impastando la terra con il sangue che sgorgava dalla testa decapitata di un Dio (Mircea Eliade, Cosmologia e alchimia Babilonesi, Biblioteca Lindau). Tra l'altro si spiega come mai gli antichi babilonesi al mese di Nisan (equinozio di primavera), usavano decapitare la statua del dio Marduk (incarnazione umana del pianeta Giove altrimenti chiamato Nibiru a seconda dei casi), patrono indiscusso di Babilonia.
(L'idea della genitorialità è quella che sto elaborando per la stesura del mio libro antropo-paleo-astrologico. Maggiori approfondimenti saranno contenuti nell'articolo che uscirà tra breve su Linguaggio Astrale, la rivista del Centro Italiano Discipline Astrologiche).
Ora, la domanda è questa: possiamo prendere alla lettera le indicazioni contenute nei testi sacri? Oppure è più conveniente credere a questa mia ipotesi? A questa importantissima domanda risponderemo prossimamente.
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Una giustizia esiste? A volte arriva tardi, altre volte non arriva mai. L'importante è non perdere mai la speranza. Grazie a chi mi vuole bene e a chi mi ha ricordato che la giustizia esiste.
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Una giustizia esiste? A volte arriva tardi, altre volte non arriva mai. L'importante è non perdere mai la speranza. Grazie a chi mi vuole bene e a chi mi ha ricordato che la giustizia esiste.