Astrologia e cartomanzia sono incompatibili?
Anche se Jung si occupò di entrambe le materie e non seppe
stabilire se funzionavano o meno secondo il principio della sincronicità, anche
se entrambe le materie si riferiscono ad archetipi dell’inconscio collettivo
(d’altro canto come anche la mitologia), l’astrologia è una disciplina che si
avvale delle tecniche di osservazione del cielo per prevedere, attraverso
calcoli matematici, il “destino” di una persona. L’astrologia nasce e si
sviluppa per questo scopo anche se nel corso dei secoli si sono formate mille e
una astrologia che escono completamente dal seminato, rinunciando a certi
paradigmi per formularne alcuni nuovi, ma in maniera arbitraria. Per esempio lo
zodiaco non viene considerato più come un mezzo di conoscenza della psiche del
soggetto e dei fatti a essa legati; ma ci parla dell’uomo in chiave evolutiva,
di uno zodiaco idealizzato e perfetto a cui allinearsi per vivere in armonia,
per ridurre quanto più possibile i conflitti interni ed esterni. Ora, se
immaginiamo l’astrologia in questo modo, usciamo dal campo della previsione per
entrare in quello della terapia. Anche la cartomanzia, altro strumento i cui
simboli incarnano altri tipi di archetipi che talvolta possono essere associati
a quelli zodiacali, può essere usata allo stesso modo. In questo caso, cartomanzia e astrologia non
sarebbero altro che modelli di riferimento per estrapolare considerazioni utili
per modificare gli intenti dell’individuo, partendo dal presupposto che una
determinata carta e una certa posizione astrologica non sono la causa di
qualcosa, ma la semplice descrizione delle condizioni da seguire secondo un
certo principio sincronistico.
In astrologia non possiamo stabilire se esiste un nesso
a-causale oppure se esiste una corrente che passa per davvero sino all’uomo; ma
ciò che sappiamo è che la sua vera natura, cioè lo scopo per cui è nata, è
quello di prevedere e giudicare gli eventi, i fatti.
In ogni caso, per fare una previsione astrologica occorre la
scienza dei calcoli e l’arte di saperli incastrare in un tutto armonico. Il
cartomante invece non ha bisogno della matematica, della scienza, del sapere,
della ricerca. Si affida alla pura casualità (o se vogliamo alla coincidenza
significativa) e a ciò che interpreta da essa attraverso le capacità di leggere
oltre il significato di ogni carta.
Anche se lo scopo è lo stesso, l’astrologia e la cartomanzia
sono incompatibili per questo
motivo. Però non possiamo fare generalizzazioni
così estreme. Infatti esistono astrologie, come quella “oraria” che invece
somigliano molto a una lettura dei tarocchi. Secondo questa astrologia esiste
un’attinenza tra i fatti da prevedere e l’orario e il minuto esatto in cui si
pone la domanda, tale che facendola in un altro momento le risposte
risulteranno diverse, esattamente come accade per la cartomanzia: ripetere la
lettura comporta che la volta successiva usciranno carte completamente diverse.
Perciò in entrambi i casi conta il qui e ora che inevitabilmente è collegato
alla sincronicità tra l’intenzione di chi pone la domanda e il suo avvenire.
Come a dire che l’atto stesso di porre una domanda in un certo istante modifica
il corso degli eventi, o che la domanda non poteva che essere posta nel momento
più propizio al verificarsi dei fatti descritti dalla previsione, quasi come se
fossimo già destinati a fare la domanda proprio in quell’istante.
Ora, l’astrologo che fa affidamento alla cartomanzia può
entrare in dissonanza cognitiva se appartiene alla scuola di astrologia
giudiziaria. Infatti per tale scuola il rapporto tra uomo e cosmo è
indipendente dal momento in cui si pone una domanda, poiché ciò che conta è la
reale nascita di un individuo, e non la nascita delle sue intenzioni, anche
perché esse possono mutare pure da un momento all’altro senza tuttavia
modificare il corso di un evento avviato in precedenza. Infatti, la storia che
l’uomo modifica la materia in base al suo pensiero, è una estremizzazione,
un’esagerazione di certi concetti psicologici e della fisica quantistica. Ciò che
accade nel mondo dei quanti non è detto che possa accadere a livello
psicologico, anche se nella mente accadono fenomeni quantistici. Il pensiero
muta la realtà solo nella prospettiva con cui la guardiamo.
Il problema non sussiste per chi crede nella sincronicità
degli eventi come unica spiegazione possibile al funzionamento dell’astrologia.
In questo modo, sia astrologia che cartomanzia funzionerebbero secondo lo
stesso principio.
Chi crede in un nesso di causa ed effetto può anche
abbracciare la sincronicità per spiegare SOLO alcuni fenomeni, non
necessariamente collegati all’astrologia. Infatti non si tratta di definire il
funzionamento della realtà secondo un unico modello. Così come in natura
diversi fenomeni sono descritti da diverse leggi fisiche (vedi per esempio
relatività e mondo dei quanti) allo stesso modo diverse discipline previsionali
possono funzionare secondo leggi naturali diverse. C’è da aggiungere che la
sincronicità è solo un tentativo di spiegare alcuni fatti curiosi e di per sé,
anche se convincente, non risponde a quella che dovrebbe essere una teoria
scientifica. Il che non significa che la teoria non sia valida, ma solo che la
sua affidabilità non è totalmente dimostrata o dimostrabile.