31 gennaio 2019

Nomi, astrologia, numerologia


Mi chiedono cosa penso della pratica di interpretazione dei nomi applicata all'astrologia. 
Secondo il mio punto di vista, il classico "nomen-omen" è tutta una questione di sincronicità; basti pensare che molti astrologi credono all'idea che sia sufficiente dare un nome mitologico a un pianeta per vederne le caratteristiche astrologiche (cosa che non mi convince per niente). Ma è anche vero che se vogliamo trovare un parallelismo tra il nome e la vita del soggetto lo troviamo lo stesso, forzando un po' o troppo la mano. 
Se poi dobbiamo cercare l'equivalente del singificato del nome nel tema di nascita, anche qui diventa una ricerca forzata. Insomma, per me è un semplice gioco senza alcuna pretesa di validità.

Faccio un esempio per dare dimostrazione del perché sono giunto a questa conclusione: Giuseppe significa "colui che è stato reso grande da Dio". Ebbene, intanto possiamo trovare qualsiasi ragione per dimostrare che io sono stato reso grande da Dio, ma questo non significa che lo sono per davvero, e nemmeno che lo sono tutti quelli che si chiamano come me. Secondo altre fonti Giuseppe significa "che Dio accresca, aggiunga (il neonato ad altri figli)". Praticamente è indice di fertilità. Ma quanti Giuseppe al mondo sono sterili e non possono avere figli? Solo in Italia siamo più di due milioni ad avere questo nome. Tutti saranno caratterizzati da questo accrescimento? Conosco degli omonimi che non possono avere figli. È il caso di un mio carissimo amico.

Il nome è di origine Aramaico-Ebraica. "È   un nome teoforico ossia contiene in sé il nome divino. E qualcosa di divino si porta dentro ogni omonimo: divino che ne fa un uomo buono, paterno-materno e affettuoso. Idem Giuseppina". 
Cercando un po' online non è difficile trovare alcuni personaggi poco raccomandabili che sono stati arrestati e che si chiamano come me. Anche loro portano dentro di sé qualcosa di divino? Sarebbe troppo ingenuo.

Se poi dobbiamo  cercare la bontà, la fertilità nel tema di nascita pur di far corrispondere le cose, allora ci possiamo sbizzarrire come e quanto vogliamo usando la parte di fortuna, i paralleli di declinazione, le stelle fisse. Possiamo cercare i punti che più ci piacciono e che riteniamo più significativi per la nostra osservazione e interpretazione. 

Per esempio relativamente alla definizione "colui che è stato reso grande da Dio", potrei citare Giove in congiunzione alla parte di fortuna, oppure relativamente alla "fecondità" potrei citare che il signore del Sagittario (Giove-espansione) si trova in trigono alla Luna (fecondità). Ma questo è un esercizio che non dimostra affatto che esiste un nesso tra il proprio nome e il tema di nascita. Semmai dimostra che nel tema di nascita, possiamo trovare per puro caso, o forzatamente, ma talvolta anche in maniera chiara, i simboli che meglio si prestano a confermare il significato del nome. Ma un conto è il singolo caso e un conto sono soprattutto quei casi che non confermano la regola, come quei criminali arrestati e che si chiamano come me. 

Facciamo un altro esperimento. Possiamo usare un nome diverso dal nostro per dimostrare che ugualmente possiamo trovare un parallelismo nel nostro carattere e nel nostro tema di nascita: io ho scelto a caso Francesco:

"porta del ‘FRESCO’ già nella ‘sagoma’ del nome: fresco umano, sociale, psicologico, poetico e spirituale. Come si può leggere in filigrana anche il ‘SANO’ morale e il ‘SAN’ titolo meritato soprattutto dal poverello d’Assisi"… Oppure "Il nome deriva dal latino "Franciscum" che significava "appartenente al popolo dei Franchi". I Franchi furono un popolo di provenienza germanica che si stabilì in Gallia nel V sec. d.C. dandole anche il nome di Francia. Francesco è tradizionalmente festeggiato il 4 ottobre in ricordo di San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, di Assisi, di Massa Carrara, dell'ecologia, dei commercianti, dei cordai, dei mercanti, dei tappezzieri, dei floricultori. Francesco d'Assisi in verità si chiamava Giovanni e fu il padre stesso, al ritorno da un viaggio d'affari in Francia, a chiamarlo Francesco. Si ricorda anche Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, patrono degli scrittori, dei giornalisti, dei tappezzieri e di Torino. Vengono usati i seguenti diminutivi: Chicco, Chicca, Cesco, Checco, Cecco. Francesca viene festeggiata il 9 marzo in onore di Santa Francesca Romana vissuta tra il 1384 e il 1440. E' patrona degli automobilisti e delle vedove". 

Sano, morale, psicologico, poetico, sprituale, sono tutti termini che mi appartengono. Non lo si può negare. La moralità sta nel Sagittario, la poesia sta nel mio Mercurio semisestile a Nettuno, la mia spiritualità nella Luna in trigono a Nettuno. Son pure laureato in psicologia, visto che ho Giove, pianeta del mio segno solare, in 8^ Casa, la Luna sestile a Plutone e la terza Casa con Venere e Urano in Scorpione. Ecco fatto. Ma io mi chiamo Giuseppe e non Francesco! 

La logica è semplicissima: tutto è talmente vago che può essere associato veramente a tutto. Infatti sarebbe assurdo affermare che se Francesco si addica alla mia vita è una coincidenza mentre non lo è il nome Giuseppe. Allora possiamo sbizzarrirci veramente usando qualsiasi altro nome. La conclusione è sempre la stessa: con l'ermeneutica facciamo corrispondere qualsiasi cosa ci pare e piace. 

E inoltre: quanti Francesco o Francesca possono dire che la Francia è stata determinante nella loro vita? Qualcuno sì, ma ciò non conferma niente, per la semplice logica che la dimostrazione di un fatto sta nella sua falsificazione, cioè occorre dimostrare che è falso anche il contrario di ciò che si crede sia vero. Si tratta del "principio di non contraddizione". Secondo me ogni astrologo alla ricerca della verità dovrebbe essere a conoscenza di come procedere per non scambiare lucciole per lanterne. A meno che non dia per scontato che quasiasi affermazione astrologica o esoterica funziona senza sé e senza ma. 

Però io penso che la prima cosa da fare sia quella di sperimentare sulla propria persona, proprio perché lo scontro diretto con i fatti può disilluderci sul funzionamento di qualcosa, a meno che la convinzione non sia così forte da impedirci di essere obiettivi.

Un altro esercizio divertente, ma che secondo me non funziona, è quello numerologico. Dato che mi è stato chiesto cosa penso della numerologia  e di quella applicata ai nomi, ecco il mio parere.

Una volta, tanti anni fa un'astrologa-numerologa volle interpretare il mio futuro attraverso la data di nascita. Tirò fuori alcune date che non erano affatto tra le più significative della mia vita, ma trovò la scusa che invece qualcosa era successo, ma dentro di me. In questo modo non potendo dimostrare coi fatti ciò che accade dentro, io rimasi col beneficio del dubbio mentre lei si fece trasportare dall'entusiasmo. A parte che la questione che i pianeti possono manifestarsi solo inconsciamente è una bufala bella e buona.

Infatti noi abbiamo testimonianza indiretta dell'inconscio soltanto perché qualcosa viene fuori dal comportamento. Perciò qualsiasi fatto astrologico deve essere accompagnato necessariamente e obbligatoriamente da un fatto interno e da un fatto esterno. Se poi parliamo di processi inconsci, allora lì possiamo veramente dire tutto e il contrario di tutto.

Però non escludo a priori che la numerologia possa avere un fondamento. 

Tanti anni fa, proprio all'inizio dei miei studi comprai un testo intitolato "astrologia esoterica onomantica". Questo testo promette di scoprire qualcosa su noi stessi attraverso l'analisi numerologica del nostro nome e cognome. Lo sperimentai da cima a fondo ma poco dopo lo abbandonai sullo scaffale della mia libreria e l'avrò ripreso forse una o due volte in ventidue anni di pratica. Voglio dire che si tratta di argomenti assai affascinanti di inestimabile valore storico, ma che se però devono essere applicati per fare una previsione, per stabilire la personalità o alcuni aspetti di essa, allora è meglio lasciar perdere. Insomma, si tratta di argomenti che secondo me servono solo per ricordarci quali strumenti e ragionamenti sono serviti all'uomo per conoscere il mondo. Mi viene da pensare a un grande ingegno, al confluire di mille tradizioni, filosofie, credenze. Ma che poi tutto questo sia verità per scoprire alcuni aspetti della nostra esistenza, beh, è tutta un'altra storia. 

Ciò non significa che non credo nel fatto che i numeri possano avere un valore qualitativo oltre che quantitativo; altrimenti tutta l'astrologia cadrebbe a brandelli. Infatti lo zodiaco si basa su 12 parti, si basa sugli aspetti angolari, numeri che indicano rapporti di potenze energetiche positivi o negativi. Ma questo è valido per l'astrologia, non per i nomi. Cioè se è vero che possiamo dare un numero a qualsiasi cosa è anche vero che  è determinante COME associare un numero a una certa cosa. Per esempio, il fatto di associare alla lettera "A" il numero 1, è la scelta più ovvia che si possa fare, ma non è detto che funzioni. Non è detto nemmeno che il valore numerico di un nome sia derivabile dalla somma dei numeri attribuiti a ciascuna lettera dell'alfabeto internazionale o ebraico, o cirillico, o sanscrito etc. etc. Insomma, un conto sono le leggi di natura individuate e un conto le scelte arbitrarie che adottiamo per applicare queste leggi di natura a ogni fenomeno.

Relativamente a cosa penso di chi pratica tali astrologie, io credo che ogni astrologo abbia il diritto di applicare quel che vuole; ma credo pure sia del tutto lecito porsi questi dubbi e fare queste riflessioni a seguito della mia esperienza diretta, dato che è stato chiesto un mio parere. Ai colleghi che applicano tali nozioni io non consiglio nulla, ma sono contento per loro se riescono a trovare giovamento da questa pratica. In fondo, dove c'è gusto non c'è perdenza. Ma se mi si chiede di applicare tali nozioni alla mia pratica,  il mio è un no categorico.