Altri autori distanti dalla tesi del NEP di Dunlap e catton furono i neo-Marxisti come Wallerstein (Bilancia) che col suo concetto di pedana mobile rivisita il Marxismo. La società è vista come una pedana mobile a ciclo continuo, che sottrae materiali che crea danni e inquina l'ambiente. Questa pedana è legata alla promozione dell'immagine del prodotto e del produttore. Il suo lavoro è di tipo storico perché analizza l'origine del capitalismo, dagli albori da quando si diffuse perché la borghesia cercava nuovi metodi per arricchirsi. Quindi il capitalismo è una formazione storica nata in Europa e poi diffuso a livello mondiale, grazie a una planetarizzazione seguita da una crisi e un ulteriore sviluppo. Questo sistema mondiale capitalistico si è sviluppato in maniera tale che si sono gerarchizzate anche i vari territori: la manodopera libera in Europa nord occidentale, la schiavitù in sud America, la manodopera contadina in Europa meridionale.
O'Connor (dati di nascita sconosciuti) del Marxismo invece recupera l'idea del soggetto puro. Marx lo vedeva attraverso la rivoluzione del Proletario che aveva solo bisogno di essere rieducato con una nuova ideologia per distaccarsi dalla concezione capitalistica. L'essere del soggetto non era questo, perché c'era il dover essere obbligato dall'ideologia capitalistica. Per Weber non c'era alcun individuo puro perché il soggetto nasce già in un contesto in cui è costretto a vivere. Un po' come il super-io freudiano che è il contesto di norme in cui il soggetto apprende certi divieti e certi comportamenti, in contrapposizione al Es delle pulsioni. Per O'Connor esiste un soggetto puro della filosofia, che aveva pensato bene di escludere il rapporto dell'uomo con la produzione proprio per non perdere il concetto di purezza.
Per questo autore il problema va fatto risalire alla seconda contraddizione del capitalismo, tesi già espressa da Polany che voleva spiegare come il capitalismo si è salvato dalla crisi grazie all'intervento dello stato in una condizione di deflazione della moneta. La prima contraddizione sta nella crisi di sovrapproduzione interna al sistema; mentre la seconda è esterna, e riguarda i limiti che il capitalismo stesso produce nei confronti dello spazio e delle risorse. Le condizioni di produzione sono così distrutte. Quindi, in conclusione, per O'Connor ci vuole una rivoluzione come quella prospettata da Marx recuperando il soggetto puro, lo studente e le cooperative che che non sono ancora influenzate dall'ideologia. Per far questo ci vuole una socializzazione delle forze produttive, bisogna redimersi. Siccome le condizioni di produzione riguardano la collettività ognuno può sentirsi chiamato in causa e basta volerlo. Ma l'autore non considera il problema sotto tutti gli aspetti perché evidentemente non considera le lobby che detengono il potere di far andare le cose in un certo modo e di condizionare, pertanto, l'economia.
O'Connor (dati di nascita sconosciuti) del Marxismo invece recupera l'idea del soggetto puro. Marx lo vedeva attraverso la rivoluzione del Proletario che aveva solo bisogno di essere rieducato con una nuova ideologia per distaccarsi dalla concezione capitalistica. L'essere del soggetto non era questo, perché c'era il dover essere obbligato dall'ideologia capitalistica. Per Weber non c'era alcun individuo puro perché il soggetto nasce già in un contesto in cui è costretto a vivere. Un po' come il super-io freudiano che è il contesto di norme in cui il soggetto apprende certi divieti e certi comportamenti, in contrapposizione al Es delle pulsioni. Per O'Connor esiste un soggetto puro della filosofia, che aveva pensato bene di escludere il rapporto dell'uomo con la produzione proprio per non perdere il concetto di purezza.
Per questo autore il problema va fatto risalire alla seconda contraddizione del capitalismo, tesi già espressa da Polany che voleva spiegare come il capitalismo si è salvato dalla crisi grazie all'intervento dello stato in una condizione di deflazione della moneta. La prima contraddizione sta nella crisi di sovrapproduzione interna al sistema; mentre la seconda è esterna, e riguarda i limiti che il capitalismo stesso produce nei confronti dello spazio e delle risorse. Le condizioni di produzione sono così distrutte. Quindi, in conclusione, per O'Connor ci vuole una rivoluzione come quella prospettata da Marx recuperando il soggetto puro, lo studente e le cooperative che che non sono ancora influenzate dall'ideologia. Per far questo ci vuole una socializzazione delle forze produttive, bisogna redimersi. Siccome le condizioni di produzione riguardano la collettività ognuno può sentirsi chiamato in causa e basta volerlo. Ma l'autore non considera il problema sotto tutti gli aspetti perché evidentemente non considera le lobby che detengono il potere di far andare le cose in un certo modo e di condizionare, pertanto, l'economia.