16 ottobre 2011

Pensiero logico e analogico in astrologia: analisi ed epistemologia


Si dibatte sulla differenza tra pensiero logico e pensiero analogico.




domanda: Quanta importanza attribuire al pensiero analogico in astrologia?
Possiamo attraverso il pensiero analogico fare alcune scoperte astrologiche?
Oppure dopo aver fatto una scoperta possiamo trovare una spiegazione con l'analogia?



Ariel: Se io associo al pianeta mercurio l'originario significato di "scintilla" creatrice, e in un TN associo questa idea a Plutone che è di per se "il ricco" e nello stesso momento "l'invisibile" (quindi il Nulla), in un aspetto in cui i due pianeti sono congiunti, potrei ad esempio azzardare l'ipotesi che il soggetto ha in se il "talento" di "creare dal nulla", cioè di vedere anche ciò che non c'è e da li riuscire a trarre qualcosa di concreto.
Un pò come nel mito di Orfeo che scende nell'Al di là per recuperare la sua sposa Euridice.Cioè l'intento di questa discussione è di guardare i pianeti come se guardassimo gli dei stessi, e quindi arricchirli anche dei loro lati più nascosti.Un pò come se volessimo trovare quel pizzico di dio nel nativo, inteso come energia manifesta o nascosta.

Giuseppe Al Rami Galeota: Il tuo procedere è all'inverso. Infatti parti da considerazioni di tipo analogico e ti aspetti di trovare delle corrispondenze sulla base di queste. Ma dal punto di vista logico la cosa è fallace. Le considerazioni di tipo analogico vengono utilizzate anche nella scienza; ma bisogna saperle considerare con criterio: è necessario infatti prendere i punti non comuni alle cose legate analogicamente. La questione non è di facile spiegazione e bisognerebbe masticare un po' di logica.
Analogia: "consiste nella rappresentazione di un'idea o emozione attraverso parole con significati diversi collegate tra loro da un concetto astratto".Il concetto astratto è dunque una rappresentazione della realtà, non la realtà stessa. Siccome le rappresentazioni sono infinite, l'analogia è solo una POSSIBILE CHIAVE DI LETTURA TRA ALTRE POSSIBILI. Dunque il collegamento analogico va fatto a posteriori e non a priori. Un abbraccio.

Ariel: Il ragionamento di tipo logico può essere utilissimo quando ci si vuole approcciare al fenomeno e non al noumeno (per dirla alla Kant!).
Soprattutto se intendi descrivere o indagare un certo evento con persone che come te condividono un certo polo culturale o etnico (perchè la "logica" varia da popolazione a popolazione). Ma quando hai a che fare con il Mito o il Sogno questo tipo di approccio può essere utile fino ad un certo punto, perchè la mente umana procede non per logica razionale (che appunto è limitata alla situazione culturale ed esterna dell'individuo) ma per analogie. Ciò significa che se desidero prendere in considerazione un Mito "X" ho bisogno di conoscere la variegata simbologia che sta dietro a quel tipo di racconto facendo bene attenzione a distinguere fra associazioni tipiche di quella data cultura, di quella data etnia, di quel determinato periodo storico, dell'uomo molto più in generale e compararle fra loro. Non esiste il prima e il dopo o causa ed effetto perchè esattamente come nel sogno ho bisogno di capire quale ragionamento sta alla base di quella specifica immagine. Infatti in psicanalisi molto spesso quando si vuole investigare circa un trauma, un ricordo o anche un sogno si lavora per associazioni. Detto questo, se l'astrologia preleva nomi e considerazioni dal mondo Mitologico è chiaro che il contatto fra i due campi di indagine deve comunque essere stretto.Ciò non significa che la logica perde di importanza in campo astrologico, anzi, dato che comunque occorre una certa analisi dei dati, e relativa comparazione è indispensabile, però quando in gioco entra anche l'analisi mitologica bisogna aprire gli orizzonti e imparare a fare anche ragionamenti inversi. Questo discorso è puramente speculativo come già scritto. Non è ciò applicabile all'analisi ad esempio di un Tema Natale perchè perderebbe di rigore in un certo qual modo, ma se nomini i Pianeti Marte e Plutone per far dei nomi, se tu conoscessi nel dettaglio il mitologema che sta dietro a quelle determinate divinità, che comunque hanno originato il bagaglio di idee che sta dietro al percorso astrologico, forse potresti imparare a guardare le persone e i loro TN in modo diverso. Il Mito paradossalmente è identico per tutti ed ha solo una chiave di lettura ma tanti modi di esser raccontato in realtà, ecco perchè è possibile fare questo tipo di ragionamento sia a priori che posteriori. Ovviamente questo è il mio pensiero e la mia personalissima opinione, ci mancherebbe.

Giuseppe Al Rami Galeota: Cercherò di spiegarti la questione in modo sintetico.
Le analogie sia a priori che a posteriori permettono PROBABILI correlazioni perchè sono soggettive. Io vedo in un fatto per esempio, un legame analogico diverso da quello che vedi tu. Ciò dipende dalle proprie capacità di saper collegare le cose. Dunque conoscere le simbologie archetipiche non implica conoscere necessariamente la giusta correlazione analogica. Questo perchè a monte vi è un'associazione tra mito e pianeta, basata ancora una volta su di analogie. Dunque ci troviamo in un circolo vizioso. Vorrei ora, con prova della logica offerta dalle tavole di verità, chiarire in quali termini considerare le analogie. Consideriamo la funzione proposizionale: Io sono un guerriero, ho Marte in ariete. Sono un guerriero perchè Marte è in analogia con la guerra. Dunque "se io sono un guerriero allora Marte è in analogia con la guerra" 
Riassumiamo il tutto con delle variabili metateoriche: A e B.
A corrisponde con (Io sono un guerriero)
B corrisponde con (Marte è in analogia con la guerra)
(A) (B) (A allora B)
V      V    V
V      F    F
F      V    V
F      F    V


Con V indichiamo il caso in cui la proposizione fosse vera, e con F nel caso in cui fosse falsa. E sotto "A allora B" indichiamo il valore di verità di tutta la funzione proposizionale. Questa tavola dimostra che il valore di verità della conclusione non necessariamente dipende dal valore di verità delle premesse. Dunque le premesse riguardano un fatto; mentre la conclusione riguarda un'analogia. Siccome l'analogia è fallace per antonomasia, allora noi abbiamo UNA CONCLUSIONE PROBABILE INDIPENDENTE DAL VALORE DI VERITA' DI UN FATTO!!!!!
Le cose cambierebbero se il valore di verità della proposizione ANTECEDENTE (A) fosse legata al CONSEGUENTE (B) attraverso il connettivo logico "se e solo se"Ciò implicherebbe invertendo le due proposizioni, che non potremmo più applicare la regola del MODUS PONENS (se A allora B. A quindi B) e il valore della tavola di verità sarebbe diverso:


(A) (B) (A se e solo se B)
 V    V     V
 V    F     F
 F    V     F
 F    F     V
Il connettivo logico BICONDIZIONALE "se e solo se" dunque implica necessariamente che dalle premesse si tragga la conclusione e viceversa. La pratica dell'analogia non permette deduzioni ma solo induzioni (e per questo fornisce probabilità di certezza); dunque ad essa non può essere applicato il bicondizionale. Infatti abbiamo visto da questa tavola di verità che la conclusione è strettamente correlata alle premesse e viceversa, le premesse sono strettamente correlate alla conclusione. Siccome le premesse contengono un certo grado di probabilità di verità e di falsità, naturalmente forniscono un certo grado di probabilità di verità e di falsità alla conclusione (e viceversa)


Ora viene il bello. Se alla funzione proposizionale non posso applicare il bicondizionale, ma solo il condizionale, e se il valore di verità di questa funzione non dipende necessariamente dal valore di verità delle premesse, allora non ci rimane altro da fare che invertire A e B con B e A 
Mi spiego:B: "se Marte è in analogia con la guerra"A: "allora io sono un guerriero "Se le premesse sono un'analogia, il valore di verità della conclusione non è intaccato, appunto per la regola che il valore di verità di una funzione proposizionale è indipendente dal valore di verità delle premesse. Quindi, anche se l'analogia fosse falsa, la conclusione è vera, ma con la consapevolezza che L'ANALOGIA NON E' SUFFICIENTE E NEMMENO NECESSARIA PER TRARRE LE CONCLUSIONI. 
In sostanza: che Marte sia in analogia con la guerra non è condizione sufficiente e nemmeno necessaria per concludere che io sia un guerriero. Però è probabile.
Il grado di probabilità è come una puntata ai cavalli. Ci possiamo prendere o no e ciò dipende dal numero di cose che noi sappiamo sulle premesse. Se le premesse sono un analogia, allora noi abbiamo quasi un'infinità di possibilità e non possiamo stabilire con certezza a priori se una o più di esse sono strettamente correlate con la conclusione.Per questo bisogna procedere all'inverso, come ho scritto nel post precedente: Solo dopo l'osservazione empirica possiamo cercare di attribuire a un fatto un eventuale legame analogico tra il fatto stesso e i pianeti.

Ariel: Ancora una volta tu applichi all'analogia un discorso logico. Cioè il tuo modo di operare è a metà fra analogia e logica perchè tendi di dare un riscontro logico anche al pensiero di tipo analogico. Infatti hai incatenato un dialogo di tipo conseguenziale e quindi razione, quasi un sillogismo sbagliato perchè puramente deduttivo.

Giuseppe Al Rami Galeota: Nel mondo del ragionamento ci sono tre modi di procedere: deduttivo, induttivo e abduttivo.
Il ragionamento di tipo analogico è induttivo. L'induzione analogica è utilizzata nella scienza, nella psicologia, nell'astrologia e in altre branche del sapere. Nel mio esempio di sopra tendevo a dimostrare proprio quello a cui tu concludi: non possiamo attraverso le analogie operare nello stesso modo della deduzione; e l'ho spiegato appunto applicando le tavole di verità. Ma ciò non implica che il pensiero analogico non abbia delle regole che possano essere falsificate per l'appunto, attraverso il ragionamento logico. Infatti la logica per l'appunto abbraccia la deduzione l'induzione (e quindi l'induzione per analogia) e l'abduzione. La logica dunque non abbraccia solo il pensiero deduttivo.

Arile: E l'analogia non funziona in questo modo perchè quando si studia Mitologia bisogna tener presente come spiegato prima che la mente ragiona per analogie (vedi la psicologia analogica).Ciò significa che se tu pensi ad un concetto e fai determinate associazioni, tramite esse io posso risalire a quel concetto che tu hai formulato.In realtà le simbologie non sono così diverse perchè il nostro mondo è continuamente diviso fra particolare e universale ed è proprio sfruttando questa rete di significati che si può agire e interpretare sia tramite il mito che di conseguenza l'astrologia.



Giuseppe Al Rami Galeota: Possiamo risalire alla rete di significati esistenti tra Mito e pianeti (e segni) conoscendo pienamente il mito? E' possibile; ma non è detto che alla base dell'astrologia debba esserci il mito. Mi spiego: è possibile che le regole che governano la pratica astrologica siano altre e che il mito sia solo un modo per spiegare i fatti, ma non per conoscerne le origini. Lisa Morpurgo ha scoperto una correlazione tra la 2^ casa e il cinema, la televisione, l'immagine in genere. Ciro discepolo invece ha trovato una corrispondenza tra 11^ casa e lutti. Ormai queste osservazione sono entrate a far parte del bagaglio culturale di molti astrologi: non esistono dubbi che c'è una certa relazione tra la 2^ casa e l'immagine e l'11^ e i lutti perchè l'osservazione lo ha dimostrato attraverso centinaia di migliaia di casi analizzati. Ma non attraverso la conoscenza del Mito! Tutti coloro i quali hanno applicato questo principio hanno riscontrato che è vero e ora quella della Morpurgo e di Discepolo sono divenute regole di uso comune. In tutto ciò vi è un legame di tipo analogico perchè non è difficile collegare tra loro due fatti noti (anche attraverso ragionamenti iperbolici) a posteriori; ma di per se, l'analogia non dimostra le ragioni del funzionamento dell'astrologia: è solo un modo per rendere accettabili quei vincoli (causalistici o sincronistici) che non siamo capaci di spiegare diversamente. Dunque, come dici tu: "sfruttando questa rete di significati, si può agire e interpretare sia tramite il mito che di conseguenza l'astrologia" ma solo a livello probabilistico essendo per l'appunto l'analogia di origine induttiva.


Ariel: Io sono un guerriero, ho Marte in ariete. Sono un guerriero perchè Marte è in analogia con la guerra. Dunque "se io sono un guerriero allora Marte è in analogia con la guerra"Questa è puro sillogismo, non è un discorso analogico perchè esso per antonomasia si sottrae a questo tipo di razionalità.L'analogia si basa su libere associazioni che non implicano un risultato finale come in un operazione matematica ma una rete di idee e concetti che se studiati e analizzati possono portare ad un tipo di ragionamento.

Giuseppe Al Rami Galeota: appunto! Ed è proprio questo che ho dimostrato attraverso le tavole di verità. Dici che l'analogia è una rete di idee e concetti che se studiati e analizzati possono portare ad un tipo di ragionamento. Ma non è in discussione il ragionamento in se; la discussione verte sul fatto che attraverso questo ragionamento possiamo solo trarre delle conclusioni a carattere probabilistico e che dunque, come ho spiegato nel precedente intervento, sono da prendere in considerazione relativamente per spiegare un certo fenomeno.


Ariel: Cioè l'associazione Marte/guerra può portare a comprendere che l'individuo con cui sto parlando ha una certa predisposizione o alla guerra oppure conosce poco la mitologia, perchè se io dico "Marte" e lui dice "guerra" significa che ha in mente come prima cosa la guerra, il combattimento, l'opposizione oppure come prima dicevo che conosce poco il mito per cui è abituato a considerare Marte dio della guerra o appunto Venere dea dell'amore o Bacco dio del vino ecc ecc.Per questa motivazione occorrono altre associazioni, proprio per investigare le situazioni.

Giuseppe Al Rami Galeota: Giusto e ovvio; ma conoscere a fondo la mitologia, il mito, non significa conoscere l'archetipo in tutte le sue possibilità di espressione perchè esso è indipendente dall'uomo, mentre il Mito è la rielaborazione dell'archetipo, la trasmutazione in forma ad opera dell'uomo.

Ariel: L'osservazione empirica come il ragionamento logico possono essere quindi un valido approccio ma non l'unico, perchè se si parte dal presupposto che tutti gli esseri umani abbiano una base comune di idee e concetti derivanti dalle esperienze comuni come bere e mangiare, nascere e morire, coprirsi e riprodursi, significa che abbiamo un insieme di associazioni simboliche su cui possiamo lavorare per andare oltre l'empirico e a approdare all'inconscio: ovvero quel lato mistico quasi e divino, in ombra che forse un pianeta nel TN può dare circa la persona.
Cioè il tuo ragionamento è applicabile ad un'intelligenza artificiale non umana perchè per quanto essa proceda per schemi precisi, ha sempre la facoltà di cambiare strada.Infatti il ragionamento di stampo aristotelico cade proprio per queste motivazioni.

Giuseppe Al Rami Galeota: la tua osservazione non è sbagliata; ma bisogna fare una precisazione: l'approccio analogico è fallace in una certa misura diversamente dal procedimento deduttivo. Noi possiamo applicare il pensiero analogico come PISTA, come indizio, come strumento per avvicinarci alla verità. Le associazioni simboliche inconsce, sebbene comuni, non possono essere prese tutte in blocco e applicate in modo arbitrario. Infatti è noto che ognuno vede delle associazioni che altri non vedono; e ciò è indipendente dal grado di conoscenza di un mito. A conferma di ciò vi sono per esempio le decine e decine di tavole periodiche dello zodiaco, tutte valide (perchè basate sul principio delle analogie) e discutibili perchè non partono dall'osservazione empirica dei fatti. Dunque, in termini pratici, a cosa serve che vi sia a monte un certo tipo di analogie se poi esse non trovano corrispondenza con l'osservazione empirica? Ed è da questa considerazione, constatazione dei fatti che concludo affermando che l'analogia è solo una pista da seguire e deve essere confermata dai fatti. Altrimenti è solo speculazione mentale.